Data: 
Mercoledì, 13 Maggio, 2020
Nome: 
Patrizia Prestipino

Grazie, Presidente. Bentornato Ministro, il lavoro che fino adesso il Governo ha svolto per l'emergenza Coronavirus nel settore sportivo è sicuramente un momento di partenza ma non possiamo considerarlo sufficiente, Ministro. L'entusiasmo per l'approvazione della legge olimpica che pure ha risuscitato speranze ed entusiasmi non deve farci perdere di vista il punto vero cioè la crisi in cui sta precipitando il settore del mondo dello sport. Questo settore in sofferenza e in agonia spesso viene ingiustamente considerato di secondo piano, mentre ci si dimentica che il sistema sportivo italiano conta quasi il 2 per cento del PIL con quasi un milione di lavoratori. Dovrebbe essere scontato il riconoscimento dello sport come una componente fondamentale del welfare nazionale. La nostra quotidianità è stata stravolta, è vero, e tanto più il mondo dello sport che oggi conosce una nuova dimensione quella individuale, quella casalinga. Tutti auspichiamo un ritorno alla normalità, ma per lo sport sarà ancora più difficile farlo se, nel frattempo, non verranno varati nuovi provvedimenti. I costi delle attività sportive continuano a decorrere a fronte di un collasso delle entrate, a cui si aggiungono investimenti che dovranno essere sostenuti prima della ripartenza, nel rispetto dei nuovi protocolli. Lo sport non è solo grandi eventi, serie A e le maggiori leghe professionistiche. Lo sport dilettantistico deve interagire con il professionismo e viceversa, perché uno è linfa dell'altro, perché, come lessi anni fa su un bellissimo muro romano, davvero, senza la base, scordatevi delle altezze. Il tessuto sportivo economico del Paese è costituito in gran parte da piccole realtà associative - lo sappiamo tutti, sono la spina dorsale dell'erogazione del servizio - che chiudono i loro bilanci molto spesso in pareggio o con utili molto ridotti, proprio perché l'attività sportiva si svolge a prezzi sociali, quelli imposti dagli enti locali. Parliamo di 130 mila associazioni tra ASD e SSD, affiliate a 44 federazioni, 19 discipline sportive, 15 enti di promozioni, 21 comitati regionali, che offrono attività sportiva a prezzi stabiliti, e quali sarebbero le misure per dare loro ossigeno? Sarebbe ossigeno, Ministro, il posticipo da giugno a luglio per il pagamento degli affitti e canoni concessori, o, in alternativa, la rateizzazione in quattro mesi? Vi faccio un esempio (lo avete messo pure voi nel decreto). Il comune di Roma percepisce circa 100 mila euro l'anno dai canoni concessori per gli impianti sportivi di sua proprietà. Se non si chiedesse il canone per quei pochi mesi, perderebbe circa 30 mila euro ma qual è il punto? non si farebbe prima ad azzerarli questi canoni? E ancora, Ministro, benissimo il 50 per cento di riduzione degli affitti per l'impiantistica sportiva privata, ma ricordiamoci che il mondo dell'associazionismo di base utilizza strutture pubbliche, scolastiche e religiose, pochissime private. Quindi, questa della riduzione degli affitti va benissimo, va benissimo per la Virgin, per intenderci, ma non per le piccole società sportive, che sono tantissime e molto più fragili; per loro dobbiamo prevedere interventi più radicali e risolutivi. Parliamo di concessioni, Ministro. Attenzione, i comuni non possono derogare le concessioni: devono derogare in questo momento, devono derogare le concessioni per almeno tre anni a partire da quelle che scadranno il 30 luglio 2023, ma anche oltre, perché non è che, se ti scade il 1° agosto 2023, non puoi beneficiare di questo provvedimento. Infatti, questa misura, guardate, è a costo zero: da un lato garantirebbe il recupero graduale dei non incassi, l'ammortamento degli investimenti effettuati e programmati, dall'altro permetterebbe di rinegoziare i mutui in essere con le banche, in primis - lo ha detto lei - il Credito sportivo, con la conseguente riduzione dell'importo delle rate. Allora, perché non equiparare l'associazione sportiva alla piccola e media impresa? Penso al credito d'imposta per l'adeguamento degli ambienti di lavoro o alle agevolazioni sulle tariffe energetiche, di cui le società sportive non possono beneficiare: perché non ne possono beneficiare? Penso all'istituzione di un fondo perduto, Ministro, lei lo ha detto; ha parlato di un fondo alimentato dalla percentuale sulle scommesse, va benissimo, ma le scommesse oggi non ci sono, non c'è il calcio, non c'è lo sport, è tutto fermo.

E quindi va bene, ci siamo soffermati su questo, ma, spiegatemi, se c'è una manovra da 55 miliardi, lei ha parlato di un miliardo di risorse, quali sono le risorse aggiuntive che sono presenti nel “decreto Liquidità”, perché le altre sono quelle già stanziate nel bilancio del Ministero. E ora, va bene sul sistema generale; è il momento di ricordare, però, che al centro di tutto ci sono le persone; e quindi benissimo la conferma dei 600 euro per il mese di aprile e di maggio, su cui il PD le ha dato, con il Ministro Gualtieri, una grandissima mano. Questa deve essere l'occasione per pensare a un quadro sistematico e predisporre le adeguate tutele per i lavoratori, come ha già detto anche lei.

E poi guardiamo l'utenza: ottimo lo strumento dei voucher per impedire l'apertura dei contenziosi tra società sportive e utenti, ma non saranno poche le famiglie che si vedranno costrette a rinunciare all'attività sportiva. In situazioni di ristrettezza economica, si taglia il superfluo, e il superfluo, in questo caso, potrebbe essere ritenuto lo sport; ma lo sport non dovrebbe mai essere considerato qualcosa di superfluo, soprattutto in contesti già di per sé fragili, soprattutto se si pensa che ha un impatto notevole sui costi della sanità in fatto di benessere psicofisico. Infatti, lo sport non è un mondo a sé stante, non è una monade: entra in sinergia con salute, educazione, economia e lavoro, contribuisce al benessere comune. E, se c'è meno sport, c'è meno salute, meno lavoro, meno ricchezza e meno benessere.

Ministro, e vado a concludere: la sensazione che abbiamo è che sia stato fatto qualcosa, ma che ancora è troppo poco per lo sport di base, e che le difficoltà oggettive che ci sono non sono solo intorno al riavvio del campionato di serie A. Penso anche al campionato - fatemi dire da donna - femminile, alle partite del settore giovanile o a tutte le altre attività che hanno già chiuso. Tutto questo rende il quadro generale ulteriormente confuso. Siamo a metà maggio: intorno al campionato, come su tutti gli sport di squadra, bisogna dire una parola chiara. La politica deve assumersi una responsabilità: o riapre come in Germania, come ha detto lei, o non riapre come in Francia, che ha fatto questa scelta coraggiosa per tutti gli sport.

Poi apro una parentesi sulle politiche giovanili: bisogna stanziare più fondi nel servizio civile. Va benissimo l'iniziativa di cui ha parlato lei, ma mai come in questo momento c'è un'emergenza sociale, e quindi il servizio civile potrebbe portare un valore aggiunto straordinario. Per ultimo, quando sapremo se sarà possibile dare il via alle elezioni per il rinnovo delle federazioni? Ministro, queste sono domande a cui attendiamo una risposta. Abbiamo un importante obiettivo comune: far ripartire insieme il mondo dello sport, introducendo tutte quelle norme di cui il settore è carente e che l'emergenza COVID ha messo drammaticamente in ginocchio. Su questo percorso il Partito Democratico la sosterrà e sarà lealmente al suo fianco; per dirla con Cicerone, critichiamo portando idee nuove, ma mai dando colpe.