Data: 
Mercoledì, 5 Luglio, 2017
Nome: 
Emanuele Fiano

Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, onorevoli colleghi, abbiamo ascoltato, signor Ministro, condividendola, una serietà nelle parole che lei oggi ha voluto trasmettere a questo Parlamento, che corrisponde alla serietà del tema che lei ha trattato e alla serietà con cui questo partito e questa maggioranza hanno appoggiato il Governo nelle cose che noi abbiamo fatto in questi anni rispetto a questo tema.

Noi recepiamo anche completamente l'appello, che lei ha fatto oggi al Parlamento, di coesione repubblicana su questi temi, di ripulsa della propaganda su questi temi, della certezza che non vi siano atti di magia, ma solo la serietà strutturale di molti provvedimenti insieme, conoscendo la difficoltà, ma anche il valore, dei piccoli passi e la necessità e l'urgenza di un'etica condivisa della responsabilità.

Noi condividiamo la linea di questo Governo su questo tema, abbiamo condiviso la linea che si è espressa nel “decreto Minniti-Orlando”, convertito da noi in legge; una linea che si è assunta l'onere di affrontare la semplificazione del periodo di permanenza dei richiedenti asilo nel nostro Paese, che ha rinforzato il sistema del rimpatrio per coloro che non hanno diritto a rimanere, che ha rafforzato il sistema delle commissioni di esame e delle sezioni specializzate dei tribunali, che ha rafforzato la capacità di identificazione di coloro che qui arrivano e che ha investito nella diffusione dell'accoglienza.

L'Italia, come lei ha detto, Ministro Minniti, affronta un fenomeno che da molto tempo non è più emergenziale, salvo riconoscere le estreme emergenze delle ultime ore o di queste settimane. È un fenomeno di dimensioni più grandi della grandezza di qualsiasi singola nazione europea, è un fenomeno che nessuna nazione può affrontare da sola.

La Commissione europea, come lei ha già spiegato, ha preso in esame le sue proposte, le proposte del Governo, ha annunciato alcune importanti e importantissime prese di posizione e decisioni che non ripeterò, perché lei le ha già qui citate.

Il punto è che questo fenomeno necessita, al medesimo tempo, di una capacità, di una misura dell'umanità di coloro che se ne occupano, delle nazioni che se ne occupano, dall'ultimo poliziotto o dall'ultimo medico al Primo Ministro, e, contemporaneamente, di una misura della capacità politica di una comunità nazionale o di una comunità delle nazioni. Anche noi ringraziamo il coraggio, l'abnegazione, il sacrificio di tutti coloro che lei ha citato e che si sono occupati, in questi anni, di fare ciò che era possibile per soccorrere chi era in pericolo.

In questi anni, questa maggioranza e questo Governo, signor Ministro, hanno cercato soluzioni, rapporti con i Paesi da cui origina l'immigrazione, un miglioramento dell'efficienza del sistema di salvataggio, del sistema di identificazione, del sistema di accoglienza, dell'investimento su tutti questi strumenti. Quello che sicuramente serve, anche dopo le sue parole così elevate, è capire se anche in questo Parlamento si possa raggiungere un'unità repubblicana di intenti su questi temi o se, comunque, sempre, rimanga qualcuno che questi problemi, invece di risolverli, li voglia sfruttare a fini politici.

Noi siamo sempre ottimisti, ci auguriamo che, di fronte alla vastità e alla profondità storica di questi problemi, esista in questo Parlamento il valore di un'unità superiore, che appoggi questo Governo nelle richieste che sta facendo all'Europa e al mondo, per non rimanere da solo. Ci sono molti segnali positivi in questa direzione, piccoli, ma positivi.

Non sarà un problema che interesserà solo questa generazione, ma noi possiamo cambiare, risolvendo questo problema o avviando la risoluzione di molti dei nodi di questi problemi, anche affrontare la risoluzione di un deficit di politica che esiste in Europa. Se l'Europa sarà capace di dare, insieme, risposta a questo problema, dimostrerà che è ancora viva, che i motivi per cui furono abbattuti i muri dell'Europa all'indomani della seconda guerra mondiale e della Shoah sono gli stessi motivi per cui l'Europa può ancora rimanere in piedi e valorizzare i criteri di solidarietà e cooperazione per la quale è stata fondata e per i quali motivi ancora noi ci crediamo.

Unità in questo Parlamento, unità in questo Paese, unità in Europa sono la medicina migliore nella strada per risolvere un problema epocale, che noi vogliamo risolvere non cedendo di un centimetro ai nostri principi di umanità e investendo sulla politica e sulla capacità di coesione del nostro Paese.