Data: 
Giovedì, 22 Novembre, 2018
Nome: 
Pietro Carlo Padoan

Abbiamo chiesto al Presidente del Consiglio di venire a riferire in quest'Aula di un fatto di cui lei non ha neanche parlato, un fatto senza precedenti: che questo Paese sia stato messo in avvio di una procedura di infrazione per il debito. E non ci ha raccontato nulla di che cosa il Governo intende fare; ci ha ripetuto cose già note sulle misure, alcune misure, che si intendono prendere, senza alcun collegamento con le conseguenze in termini di crescita, in termini di sostenibilità. Tutto ciò in un contesto, colleghi, in cui bisogna fare chiarezza.

Onorevole D'Uva, sta scritto nella Nota di aggiornamento al DEF scritta da voi che il debito dal 2015 al 2018 è sceso. Il rapporto della Commissione europea forse è un'utile lettura, e consiglio a chi non lo ha fatto di farlo, perché si capisce perché questo Paese è arrivato alle soglie di questa procedura di infrazione e perché negli anni passati non ci è arrivato, malgrado il debito fosse anche più alto di oggi.

E questo ha a che fare con l'atteggiamento preso da questo Governo rispetto ai Governi precedenti. Come lei sa benissimo, onorevole Presidente del Consiglio, il debito superiore al 60 per cento pone le condizioni affinché una procedura cosiddetta 126.3 possa essere attivata in qualunque momento; e in effetti negli anni passati il Governo italiano ha fronteggiato questa situazione, perché sono scattati i cosiddetti fattori rilevanti, e cioè un progresso in tema di riforme strutturali e un progresso in tema di aggiustamento del saldo strutturale, quindi una manovra che andava nella direzione corretta, non tanto per le regole europee ma per il benessere del Paese, che è cresciuto, ha ridotto la finanza pubblica, ha accresciuto l'occupazione, ha aumentato la competitività.

Questo, e questo di nuovo sta scritto nel rapporto della Commissione (una bellissima lettura, ve la raccomando): che fino a maggio di quest'anno il Paese continuava a godere delle conseguenze positive dei fattori rilevanti. Dopo è successo qualcosa. Cosa è successo? È successo che è arrivato un Governo che, sotto l'egida del cambiamento, sta impoverendo il Paese e rappresenta un rischio e un pericolo per il Paese. Perché? E questo lo dice la Commissione europea… Fatemi finire, io vi ho ascoltato in silenzio. 

Questo Paese - e lo dice la Commissione europea - ha invertito il cammino di aggiustamento strutturale: non l'austerità, ma è il risanamento e la stabilità che hanno protetto i nostri risparmi, che guarda caso adesso sono sotto attacco per l'incompetenza del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ha interrotto, e lo sta facendo per esplicita ammissione, il processo di riforma strutturale, volendo smantellare quello che è stato fatto. Quindi la responsabilità di quello che sta succedendo, la responsabilità di aver portato il Paese in queste condizioni, è pienamente nelle vostre mani.

Abbiamo già discusso e discuteremo ancora in sessione di bilancio dell'efficacia cosiddetta delle vostre misure, ma sappiamo - e questo non lo dico io, lo dicono tutte le istituzioni internazionali e domestiche - che le vostre stime di crescita sono totalmente irrealistiche. Se lo sono, lo sono anche quelle di finanza pubblica, e questo significa che bisognerà pagare un prezzo elevato: altro che manovra espansiva, questa è una manovra restrittiva! Vi state danneggiando da soli. Il problema non è questo, non mi preoccuperebbe: quello che mi preoccupa è che voi state danneggiando il Paese, state riducendo lo spazio fiscale semplicemente con i vostri annunci, e questi annunci si ripercuotono in danni per tutta l'economia. Quindi di conseguenza il problema è, onorevole Presidente del Consiglio… Non è onorevole, chiedo scusa. È di venire a rispondere alle domande che sono state poste dal Parlamento, cosa che lei non ha fatto, e mi stupisce molto. Questa legge di bilancio comunque è il segno che queste scelte sono state e sono sbagliate per il Paese.