Grazie, Presidente. Ritengo che in una materia delicata come questa dobbiamo sempre avere due punti di riferimento entrambi necessari: da una parte, i princìpi che desumiamo dalla Costituzione e dalle nostre leggi in materia e, dall'altra, una lettura corretta dei fatti.
Conosciamo i principi: sono codificati nella legge n. 185 del 1990 con paletti rigorosi in materia di armi e di armamenti e sono i principi del multilateralismo, della collaborazione anzitutto nell'area politica che condivide con noi la scelta dell'Unione europea. Sulla base di tali principi questa Camera, il 19 settembre 2017, quando la situazione era ancora per così dire mossa, però votò un testo, una mozione, una sorta di early warning. Cosa diceva quella mozione? Lo ricordano tutti: impegnava il Governo a favorire, nell'ambito delle regolari consultazioni dell'Unione Europea a Bruxelles, una linea di azione condivisa in materia di esportazione di materiali di armamento, dando sostegno concreto alle iniziative internazionali per la cessazione delle ostilità e adeguandosi immediatamente alle prescrizioni o ai divieti che fossero adottati nell'ambito delle Nazioni Unite o dell'Unione europea.
Ora, dopo il 2017, l'anno di svolta è stato indubbiamente il 2018 perché nel 2018, in sede ONU, sono state accertate in maniera chiara responsabilità terribili di atrocità da parte di tutte le forze che si combattono sul campo, nessuna esclusa, e il 2018 è stato anche l'anno dell'orribile assassinio del giornalista Khashoggi.
Che cosa trarne, quindi, oggi in continuità con quell'early warning della mozione del 19 settembre 2017? È venuto il momento di sospendere qualsiasi commercio di armi e di armamenti, ed è un impegno necessario perché, sempre per richiamare il multilateralismo, ormai sono nove i Paesi, a cominciare dalla Germania e dal Regno Unito, che hanno preso questa decisione, quindi non stiamo proponendo un atto unilaterale italiano solo sulla base della nostra legislazione, ma stiamo prendendo e dobbiamo prendere una decisione molto seria, concordata con alcuni dei più importanti Stati europei. Questo sono chiamate a fare anche le forze della maggioranza. Il collega Fratoianni ricordava prima la presa di posizione del Presidente del Consiglio Conte, ma io vorrei anche ricordare che, nel 2017, quando allora si trovava all'opposizione, il MoVimento 5 Stelle aveva una forma di intransigentismo radicale, quando ancora non si erano manifestati tutti i fatti che noi poi abbiamo conosciuto e che si sono verificati nel 2018.
In questa materia non si può oscillare da un massimalismo fatto solo di principi quando si sta all'opposizione, a un realismo cinico quando si passa al Governo, arrendendosi ai fatti; c'è quella via media del realismo, che coniuga appunto i principi con la lettura corretta degli avvenimenti, per cui oggi tutte le forze, anche quelle di maggioranza, dovrebbero sentirsi unite con noi nell'assumere questo impegno a impegnare il Governo a bloccare armi e armamenti in un contesto in cui nessuna parte è esente da atrocità