Grazie, Presidente. Devo dire che sono molto contenta di essere qui, oggi, a parlare di disabilità in modo positivo. Finalmente non parliamo di camici bianchi, di sanità, ma parliamo di bambini che hanno un diritto, il diritto del gioco, della condivisione con gli altri bambini. E cos'è che fa condividere di più la quotidianità di un bimbo, se non il gioco? Sì, è vero, abbiamo dietro dichiarazioni importanti, come le dichiarazioni sul fanciullo ed ancora le dichiarazioni dell'ONU sulla disabilità, ma non saranno mai queste a cambiare le cose. Quello che potrà cambiare le cose è porre una attenzione alla cultura della disabilità. Ho sentito interventi tutti molto attenti e molto belli, devo dire, rispetto a questa tematica, ma ho sentito parlare, Presidente, mi perdoni, ancora una volta di uguaglianza. Pensiamo, invece, che questi parchi devono rendere i bambini possibilmente tutti diversi, e cioè possono essere se stessi ed esprimersi per quello che sono, con pari opportunità, senza avere la possibilità di dover ogni volta rivendicare il fatto di essere uguali agli altri.
Per tutti c'è una possibilità, e anche per loro deve esserci. Quindi, sì, importantissima l'eliminazione delle barriere architettoniche nei parchi, ma partiamo dall'eliminazione di una barriera culturale, che è la cosa più importante, e cioè tutti insieme per dare risposte a quelli che saranno i piccoli di oggi e gli adulti di domani, perché, vedete, anche per i disabili c'è bisogno di una scuola di vita, di un insegnamento che dia a tutti loro - chiedo scusa, Presidente, ma, stando giù, è un po' complesso - la possibilità di rivendicare un giorno i loro diritti, perché avranno appreso, anche dagli altri compagni, dagli altri amici, come si fa, come si deve porre la rivendicazione di un principio di pari opportunità.
Domenica è stata la giornata internazionale della disabilità e, ancora una volta, ho visto in alcune città importanti che se ne parla con dibattiti, convegni, ma che non si arriva a nulla di costruttivo, per cui la voglia di fare questa mozione, e ringrazio il PD per questo, il mio partito, perché questo Governo e il Governo precedente, quello di Renzi, hanno portato a casa veramente tanti risultati sulla disabilità, che la gente non vuole vedere o non vuole riconoscere, ma io alcuni li voglio citare, Presidente, e cioè la legge del “dopo di noi”, che non è stata un passaggio facile.
Anche se leviamo 15 mila euro, è vero, è una cosa vergognosa e non si deve fare, ma ne abbiamo messi 180 mila, e questo va rivendicato, perché è importante che si dica; così come è importante parlare delle leggi guida sull'autismo, così come è importante parlare del Terzo settore, ed ancora dei 50 milioni di euro in più sulla non autosufficienza. Ora, tutte queste cose, dopo anni che la bozza era chiusa su queste tematiche, finalmente è stata aperta. Parlare di barriere architettoniche quando tutti i Governi precedenti non hanno messo un euro, un centesimo sulla legge n. 13 per l'abbattimento delle barriere architettoniche nei luoghi privati o sul DPR n. 503 dei luoghi pubblici, a me fa impressione, perché, voglio dire, noi tanto abbiamo fatto. E voglio ringraziare, lasciatemelo dire, anche il capogruppo per aver portato questa mozione, insieme a Cinzia Fontana, la mia collega, alla vostra attenzione nella riunione dei capigruppo, e di avere così, Presidente, la ringrazio, velocemente portato in quest'Aula oggi questa mozione.
Sì, i bimbi devono giocare, devono giocare liberamente, e il fatto che siano autistici, carrozzati, ciechi, sordi, non deve fare la differenza. Ma anche nelle scuole, ricordiamoci i parchi che sono nelle scuole. Non ci impressioniamo più se vediamo un'altalena che è una pedana o uno scivolo con tratti che dimostrano che praticamente i bimbi non vedenti possono anche loro giocare con gli scivoli. Ed ancora, il fatto di mettere dei tunnel per i bimbi autistici che trovano punti di riferimento all'interno di questi.
Tanto si può fare. Non è togliere un gradino che fa la differenza, ma pensare che esista un mondo variegato, un mondo ampio, in cui tutti devono avere il loro spazio fin da quando sono piccoli. Calcolate che l'infanzia di un disabile è corollata quasi sempre da dottori, infermieri, medici, da genitori che vivono sensazioni di drammaticità e che ci fanno fare il giro delle sette chiese, passando per santoni, grandi miracoli e tutte queste cose. Ho rivendicato il gioco questa volta, l'ho voluto fare. Dentro un parco ci deve essere la libertà di respirare e di vivere per tutti, e questo deve essere fatto anche nello sport e nelle scuole. Presidente, c'è un brusio tremendo, le chiedo scusa.
Ad esempio, nelle scuole e nei parchi giochi di queste ritengo che sia necessario che il bambino che ha una difficoltà non rimanga in classe perché non può arrivarci oppure perché là non c'è spazio per lui o non è accolto. Se il bambino cade, quello disabile così come quello sano, ci sta, va bene; non deve essere corollato sotto una campana di vetro. La sicurezza è importante per tutti. Voglio citare una frase che ritengo molto importante, Presidente: il mondo della disabilità non è un mondo a parte, è parte di questo mondo. Se non riusciamo a capire che in questo mondo ci sono tante persone differenti, e tra queste anche quelle un pochino più sfigate - lasciatemi usare un termine improprio, ma che può darvi il senso - , ma molto più fortunate di quanto voi credete, perché, alla fine, essere consapevoli dei propri limiti riempie la vita di una persona, e la riempie anche quando gioca.
Ricordo che, quando ero piccina e stavo in un parco giochi, mia cugina pattinava, io no; però ero lì ad applaudirla, a sorridere con lei, e questo fa la differenza. Ricordo, invece, che a scuola non c'era spazio per me in palestra, perché c'era un ascensore dove non entravo; e lo ricordo con dolore, questo. E, allora, dico: pensiamo anche e non sempre a vestirci di bianco e ad assistere. È vero, tanti sono i diritti che mancano, ma tanti sono stati conquistati. Ho sentito centinaia di famiglie che mi ringraziano per il “dopo di noi”; tantissimi genitori che mi dicono: “grazie di avermi dato il lusso di morire”.
Questa è una cosa che si impara solo con le stigmate, se le porti addosso; e vi dico, francamente, ben vengano i parchi giochi, perché ho scritto questa mozione con la voglia di partire dai piccoli, come ho detto, e di dargli il diritto, ma facciamo una volta per tutte uno sforzo. Non parliamo solo di barriere architettoniche, ma parliamo anche di barriere culturali, e noi per primi non segniamo a dito la gente quando passa, ma incominciamo ad accoglierli con semplicità e trasparenza. Basta con i buffetti sulla guancia, non ne possiamo più! Grazie, Presidente.