Dichiarazione di voto finale
Data: 
Martedì, 1 Ottobre, 2019
Nome: 
Flavia Piccoli Nardelli

Presidente, colleghi, molti dei relatori che mi hanno preceduta hanno descritto l'impegno e la vita di Antonio Megalizzi, il giovane calabrese di origine diventato trentino dopo il trasferimento della sua famiglia in una città in cui ha saputo contemperare opportunità e valori delle due appartenenze. È impossibile in questa occasione non parlare del suo impegno di studente, giornalista, sostenitore appassionato dei valori europei, quantomeno nel tentativo di dare un qualche senso a una tragedia in sé inaccettabile. Il Partito Democratico sostiene questa mozione per diversi ordini di motivi, Presidente: in primo luogo per il dovere di custodire la memoria di Antonio Megalizzi. È un impegno condiviso da molteplici iniziative assunte a livello europeo, dove si è intitolata la sala radio del Parlamento Europeo di Strasburgo a suo nome e a quello del suo amico e collega polacco, a livello nazionale, quando l'Ordine nazionale dei giornalisti gli ha conferito il tesserino da giornalista, inscrivendolo con la data dell'11 dicembre 2018, il giorno dell'attentato, fino alle università che hanno deciso di sostenere il progetto radiofonico di Europhonica, il programma radio che unisce le università europee.

E infine a livello locale, dove è nata la Fondazione Antonio Megalizzi, che ha cominciato a maggio scorso la sua attività di formazione e informazione nelle scuole e nella società.

La nostra iniziativa si va ad aggiungere a queste già avviate, con la forza, densa di significati, di una mozione condivisa da tutto il parlamento italiano, capace di superare qualsivoglia differenza di parte. In secondo luogo, Presidente, sosteniamo questa mozione per il valore dell'esempio di Antonio Megalizzi, da cui trarre il riconoscimento del valore pedagogico del suo impegno. Dai suoi interventi in radio emergono con vigore la sua volontà di contribuire a una buona conoscenza delle istituzioni europee, e l'obiettivo, altrettanto sentito, di adoperarsi per fare corretta informazione - sono valori che consideriamo nutrimento essenziale per la nostra visione della buona politica -, e ancora, ma non da ultimo, per la condivisione dei valori europei che Antonio Megalizzi e il gruppo dei ragazzi di Europhonica sostenevano. Antonio cercava di capire l'Europa, perché l'Europa è la dimensione fisica e ideale in cui i giovani di oggi si muovono e di cui si sentono pienamente cittadini. I viaggi a Bruxelles e a Strasburgo, i progetti portati avanti senza risorse finanziarie, ma con la sola forza delle idee, dell'immaginazione, della capacità di lavorare in gruppo, sono tutti elementi di straordinaria capacità propulsiva, veri e propri semi di futuro che ora tocca a noi raccogliere e rilanciare. Antonio Megalizzi ha impersonato la congiunzione delle migliori esperienze nazionali con lo slancio sovranazionale europeo. È stato un giovane giornalista appassionato, ed ha davvero incarnato i valori dell'articolo 21 della nostra Costituzione, quelli della stampa libera e del diritto di cronaca, e della sua proiezione europea, all'articolo 11 della Carta di Nizza, in cui si tutela il diritto all'espressione e all'informazione. È per questo, Presidente, che la Commissione cultura si è assunta un compito tanto alto e carico di significati, firmando pressoché all'unanimità, a marzo scorso, a quattro mesi dalla morte di Antonio, la mozione che oggi votiamo in quest'Aula. La Commissione cultura ha sentito infatti di voler onorare la memoria di questo giovane come uno degli obiettivi della sua azione, incentrata sui grandi temi della cultura, dell'istruzione, dell'università e della ricerca. La Commissione cultura può avere oggi l'ambizione, nel cogliere questa occasione, di conferire un orizzonte più spesso e più netto al proprio lavoro e alla custodia dei valori costituzionali della cultura e della libertà di espressione. Mi piace ricordare che, nella legge di stabilità 2016, il Parlamento approvò finanziamenti alla cultura che ne raddoppiavano il bilancio in risposta agli attentati di Parigi che il 13 novembre del 2015 avevano causato la morte di 130 persone, fra cui la giovane ricercatrice veneziana Valeria Solesin. Fu in quell'occasione - dicono gli amici di Megalizzi - che Europhonica divenne una comunità. I ragazzi di Europhonica si interrogavano su cosa potevano fare, su come spiegare ai loro coetanei questa Europa fragile ma irrinunciabile, come ha raccontato Caterina Moser in un'intervista rilasciata a Marco Imarisio. “Siamo nati quella notte”, dice la Moser, che quel giorno con Clara Stevanato camminava accanto ad Antonio e a Bartek. La risposta delle istituzioni italiane alla dolorosa sfida degli attentati di Parigi fu l'idea di mettere in campo un grande investimento sintetizzato nella formula “un euro in sicurezza, un euro in cultura”. Oggi il nostro ricordo di Antonio Megalizzi si muove sulla stessa direttrice. La Commissione cultura vuol farsi carico di trasformare, per quanto possibile, tramite forse il più incisivo, fra gli strumenti parlamentari di indirizzo a disposizione, una vicenda di odio in una prospettiva nuova di apertura e di speranza. Impegnare il Governo per promuovere l'istituzione di una borsa di studio e coinvolgere la Fondazione Megalizzi è il nostro modo di inverare gli articoli 3 e 9 della Carta costituzionale nel nome di Antonio. Per le ragioni che ho provato a spiegare, Presidente, e per il senso profondo di appartenenza che nutriamo verso la comunità dell'Europa unita, il Partito Democratico voterà convintamente la mozione recante iniziative volte a onorare la memoria di Antonio Megalizzi, tragicamente scomparso a seguito dell'attentato terroristico dell'11 dicembre 2018 a Strasburgo.