Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 12 Marzo, 2015
Nome: 
Laura Garavini

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Onorevoli colleghi, onorevole sottosegretario, il gioco d'azzardo negli ultimi anni in Italia ha conosciuto un incremento davvero preoccupante. Per quanto riguarda il volume del giocato, è aumentato in modo spropositato: si è passati dai 15 miliardi alla bellezza di 90 miliardi in poco meno di sette anni. Dunque, si è moltiplicato della bellezza di sei volte. Vuol dire che il 12 per cento del costo della spesa media di ogni famiglia viene buttato in gioco d'azzardo. 

Allora, si pone un quesito: per lo Stato ha senso sostenere il gioco d'azzardo oppure no, intendendo che lo Stato naturalmente ricava anche entrate, introiti finanziari ? No, non conviene allo Stato. Non conviene, perché, se mediamente le entrate annuali sono intorno agli 8 miliardi, si calcola che la spesa per la cura di soggetti malati di gioco d'azzardo patologico (GAP) e per la prevenzione si aggiri attorno alla bellezza, invece, di 5-6 miliardi annui. Dunque, la risposta è netta: non conviene, non conviene finanziare il gioco d'azzardo, nonostante sia diventato il terzo settore produttivo, pari al 3 per cento del PIL nazionale, con circa 5 mila aziende, con circa 120 mila addetti.
Allora, il ruolo che lo Stato può giocare è determinante ed è molto positivo che questo Governo stia adottando provvedimenti che vanno tutti nella direzione, anche con passaggi successivi, innanzitutto di uscire da quello stato di eccessiva liberalizzazione che aveva caratterizzato gli ultimi anni. Inoltre, si va verso una legalizzazione del gioco d'azzardo, quindi ben lontani da atteggiamenti censori da parte dello Stato, moralistici. Si cerca di promuovere una legalizzazione, anche partendo dal presupposto che tante inchieste, anche inchieste sulla criminalità organizzata, dimostrano quante siano le infiltrazioni del crimine organizzato nel gioco d'azzardo. 
Così come il Governo sta intraprendendo misure che vanno nella direzione della tutela dei più deboli, in particolare dei minori, e soprattutto si arriva finalmente, anche in tempi celeri, ad una legislazione nazionale che ponga fine a quello stato difar west che abbiamo, purtroppo, dovuto conoscere negli anni passati.
Allora, dopo il proficuo lavoro svolto dai colleghi in Commissione finanze, in sede di definizione della delega al Governo, apprezziamo il fatto che uno dei primi decreti che il Governo si appresta a presentare – lo ricordava prima il sottosegretario; già nelle scorse settimane si è tenuta la «bicameralina», e dunque la riunione congiunta delle Commissione finanze di Camera e Senato –, in attuazione della delega fiscale, sia proprio quello inerente ai giochi. Così come è positivo che, in sede di legge di stabilità – lo ricordavano alcuni degli interlocutori che sono intervenuti prima di me –, si siano stanziate risorse ad hoc, 50 milioni per il 2015, proprio per la prevenzione, la cura e la riabilitazione di patologie da gioco. Così come è positivo che, sempre in sede di legge di stabilità, si sia riequilibrata la tassazione, prevedendo un maggiore prelievo sulle vincite. 
Allora, sono tutti segnali positivi, segnali convergenti, segnali che non possiamo che sostenere e non possiamo che sollecitare il Governo proprio rispetto a quanto il Governo sta già facendo, cioè nell'applicazione della delega con il decreto che si appresta a presentare. 
Ecco che anche la trattazione di questa mozione diventa un'occasione per ribadire quei concetti e quegli aspetti che ci aspettiamo e per i quali chiediamo l'impegno del Governo: dunque, che si prevedano limiti restrittivi severi, che ridimensionino l'offerta di slot machine, il cui numero è esploso negli ultimi anni; il fatto che si preveda un divieto di accesso stringente per i minori; il fatto che si prevedano parametri più stringenti e più limitativi anche in termini di pubblicità (anche questa ha conosciuto un'esplosione eccessiva negli ultimi anni); inoltre, misure che siano finalizzate a contrastare il fenomeno del riciclaggio e, dunque, meccanismi idonei, proprio perché molto frequentemente il gioco d'azzardo viene utilizzato come strumento di lavaggio di denaro sporco. 
Inoltre, chiediamo che, rispetto al vuoto o alla mancanza di dati istituzionali a livello nazionale, ci si premuri di relazionare al Parlamento, possibilmente annualmente, in modo da avere uno stato dell'arte di quella che è la situazione legata al gioco d'azzardo, sia per quanto riguarda la diffusione del fenomeno, sia per quanto riguarda il numero di ludopatici e di affetti da gioco d'azzardo patologico. Così come chiediamo che, da parte dell'osservatorio appena costituito, si possa procedere a campagne informative pubbliche, proprio finalizzate ad intervenire anche dal punto di vista culturale e formativo, nel rendere noto quanto i danni sociali legati a questo fenomeno siano gravi. 
Per finire, è molto positivo che ci apprestiamo finalmente a dotarci di un'unica legislazione a livello nazionale, in modo tale che si possano prevedere in modo armonizzato requisiti per la concessione, per le autorizzazioni e per i controlli e, in questo senso, la premura è che ci sia, in qualche modo, nei limiti del possibile, anche la valorizzazione di tutte quelle esperienze avvenute da parte di amministrazioni virtuose, che nel corso del tempo si sono dotate di regolamenti o di leggi proprio finalizzate a limitare il fenomeno del gioco d'azzardo. 
Allora, in materia di giochi, stiamo finalmente aprendo una nuova era, con questo Governo, grazie a questo Governo. Allora, sottosegretario Baretta, in quanto delegato dal Governo in materia di gioco d'azzardo, non possiamo che esprimerle non soltanto apprezzamento, ma anche incitarla affinché si giunga, in tempi più celeri possibili, alla realizzazione del decreto da lei preannunciato.