Signora Presidente, onorevoli colleghi, signor sottosegretario, credo che, dal punto di vista generale, noi non possiamo non partire da una considerazione che io ritengo quasi banale. Usciamo da anni di politica di austerità, che si è verificato essere una politica in assoluto sbagliata e inadeguata; è del tutto evidente che quella politica maggiori danni ha fatto nelle aree più deboli dei Paesi dell'Europa e nelle aree più deboli dell'Italia.
Quindi, il primo segno positivo che io leggo nell'iniziativa del Governo è la consapevolezza che è necessario indirizzare le risorse, che riusciremo a liberare, anche in un confronto leale, ma severo con la Comunità Europea, per gli investimenti pubblici in Europa, in Italia e nel Mezzogiorno. Mi sia consentito dire che poco ho sentito, da alcuni banchi delle opposizioni, il rammarico per i danni che sono stati prodotti dalla insensata demonizzazione degli investimenti pubblici. Va in questa direzione una delle scelte operate con la legge di stabilità per il 2016 di prorogare la decontribuzione per gli investimenti nel Mezzogiorno e, per questa ragione, è indispensabile che abbia successo – ed io confido che avrà successo – l'iniziativa del Governo nei confronti della Comunità europea. Questo Parlamento, sul punto meritoriamente con una maggioranza che è andata ben oltre quella che sostiene il Governo, nella legge di stabilità, ha previsto misure specifiche di intervento nel Mezzogiorno: non solo, il credito di imposta, ma anche – lo ricordava il collega Misiani da Bergamo – la liberazione di risorse per 11 miliardi di investimento, di cui 7 miliardi nel Mezzogiorno d'Italia. Lo dico ai colleghi dell'opposizione, che richiamano alla realtà dei numeri, e questi sono numeri importanti. Misure alle quali vanno aggiunte quelle rivolte a situazioni specifiche: dalla Terra dei fuochi, a Bagnoli, all'Ilva di Taranto e – vorrei sottolineare – alla città di Taranto, interessata ad un contratto istituzionale di sviluppo, che mobilita risorse per oltre 800 milioni di euro, nella logica e con lo strumento del contratto istituzionale di sviluppo, cioè – mi piace ricordarlo – nella logica della concertazione e della programmazione, che è la logica che segna e caratterizza l'impostazione delle politiche riformiste che – come ricordavo poc'anzi – tanto hanno dato e possono dare a questo Paese.
Certo, recupero delle risorse non spese, onorevoli colleghi, ma mi sembra veramente poco non riflettere adeguatamente sul perché quelle risorse non sono state spese.
E vi sembra veramente poco oggi pensare ad una loro immediata, coerente possibile mobilizzazione per gli investimenti ? Stiamo cercando di trasformare un problema in una opportunità che non possiamo e non dobbiamo perdere.
Mi pare, quindi, impresa ardua – mi verrebbe da dire impossibile – quella tesa, con evidente strumentalità, a rappresentare un Governo che non ha nella testa il sud. Questa, paradossalmente, è la vicenda che ha riguardato gli anni dei Governi e segnati dalla presenza determinante della Lega Nord. Del resto, se l'idea delle politiche per il Mezzogiorno è quella coerentemente, legittimamente rivendicata dalla Lega, anche in questa nuova fase della politica nazionale, come sorprendersi che quando la maggioranza era costruita intorno a questo partito i risultati non potevano che essere quelli rappresentati dal rapporto SVIMEZ ? È veramente singolare – per usare uno eufemismo – che una prima e superficiale lettura del rapporto SVIMEZ sia stata indirizzata nei confronti dell'attuale Governo. Il rapporto SVIMEZ è la fotografia ragionata e commentata di come e quanto nell'ultimo decennio si sia andato divaricando il divario fra il nord e il sud del Paese, ma anche, al contrario, di come oggi sia possibile registrare una sia pur timida e insufficiente, ma significativa – come diceva l'onorevole Misiani – inversione di tendenza. Sia consentito ricordarlo, i dati offerti dal rapporto SVIMEZ cristallizzano un'altra innegabile realtà: l'ultimo periodo nel quale il Mezzogiorno d'Italia ha positivamente recuperato lo svantaggio ha coinciso con i Governi di centrosinistra della metà e della fine degli anni Novanta.
Il Masterplan, onorevoli colleghi, non è il libro dei sogni. Il Masterplan è la rappresentazione di una politica dello Stato che vuole essere di intervento attivo nel Mezzogiorno e l'impegno è a superare i ritardi, le insufficienze, le complicazioni amministrative, la burocrazia che hanno ostacolato la spessa. Da questo sono nati i ritardi, i blocchi ed è nato il problema delle risorse non spese. Oggi noi le vogliamo spendere e proprio per questo siamo impegnati, con questo Governo e con questa maggioranza, e di più dobbiamo essere impegnati a costruire una riforma delle istituzioni, della democrazia, una riforma di questo Paese, che metta un'amministrazione efficiente, più efficiente di quanto finora è stata, al servizio delle ragioni dello sviluppo del Paese e delle ragioni dello sviluppo del Mezzogiorno, senza le quali questo Paese, l'Italia, non va da nessuna parte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Mozione
Data:
Martedì, 26 Gennaio, 2016
Nome:
Federico Massa