Mozione
Data: 
Martedì, 26 Gennaio, 2016
Nome: 
Assunta Tartaglione

Signor Presidente, onorevoli colleghi, la presente mozione sul Mezzogiorno, come già le due precedenti dell'ottobre 2014 e dell'aprile 2015, vuole rappresentare un ulteriore sprone all'azione di un Governo che ha già ampiamente dimostrato grande attenzione alle regioni ed alle ragioni meridionali. 
Nella prima parte della mozione, e chi mi ha preceduto lo ha più volte evidenziato, sono elencate tutte le iniziative già messe in campo dal Governo per garantire una maggiore vicinanza alle regioni meridionali, che sono quelle che continuano purtroppo a detenere primati negativi in ancora moltissimi settori. In questo quadro non si può trascurare il costante impegno assunto dal Governo per la soluzione di importanti vertenze industriali salvaguardando le possibilità di mantenere in vita e restituire alla produttività segmenti importanti del tessuto produttivo meridionale, come ad esempio l'ex Irisbus di Avellino o Whirlpool e Firema di Caserta. È nell'interesse dell'intero Paese che il Sud ritrovi il proprio ruolo. Non dimentichiamo che il Sud è e rimane un naturale ponte di comunicazione con il Nord Africa, il Medio Oriente e l'Europa Sudorientale. 
La mozione pone la dovuta attenzione ai problemi strutturali del Sud. Non potrà, infatti, esserci reale sviluppo culturale ed economico se non verrà garantita un'adeguata mobilità nel Mezzogiorno. La conformazione orografica del territorio costituisce, penso alle zone interne della Campania, spesso un limite oggettivo alla mobilità. Un Paese avanzato come il nostro non può permettere che una parte vitale del Paese rimanga perennemente isolata. Il sistema dei trasporti al Sud, soprattutto quelli su rotaia, va sviluppato ed incentivato. Ed in questo il ruolo del pubblico è fondamentale. Da qui nasce la proposta dell'Osservatorio sui trasporti nel Mezzogiorno. Non è certo un ennesimo carrozzone pubblico. Vuole essere, invece, una snella e dinamica cabina di regia, che metta insieme tutti gli operatori del settore, pubblici e privati, per poter nel giro, non di decenni, ma di pochi anni aiutare il Sud a colmare i propri limiti in materia di trasporti. Come si può immaginare il Sud come ponte tra i popoli del Mediterraneo se non lo si dota di una adeguata rete di trasporti ? 
Strettamente connesso con il tema dei trasporti è quello della rigenerazione urbana, in particolare dei centri storici. Lungi da noi il richiedere una cementificazione del territorio. L'ultimo rapporto ISPRA in materia precisa proprio che il nostro Paese ha un livello di consumo di suolo tra i più alti in Europa, nonostante le peculiarità orografiche del territorio italiano, che avrebbero dovuto evitare l'espansione urbana in zone ad elevata fragilità ambientale e territoriale. «La limitazione del consumo del suolo è, quindi, unitamente alla messa in sicurezza del territorio, una direzione strategica per il Sud e per la Campania in particolare. L'urbanizzazione diffusa e dispersa produce non solo perdita di paesaggi, suoli e relativi servizi ecosistemici, ma è anche un modello insediativo energivoro. La ripresa dello sviluppo del Paese non può procedere senza proteggere il territorio dalla minaccia del dissesto idrogeologico, senza protezione per gli usi agricoli e, soprattutto, senza tutela e valorizzazione delle risorse territoriali e culturali, che costituiscono il cuore della qualità ambientale indispensabile per il nostro benessere e per mantenere la bellezza di un paesaggio noto in tutto il mondo». Questo non è in contrapposizione con la auspicata ripresa del settore edilizio, al contrario si pone come il motore per la edilizia di qualità, efficiente nei consumi energetici e nell'uso delle risorse ambientali (incluso il suolo), favorendo la necessaria riqualificazione e rigenerazione urbana, oltre al riuso delle aree contaminate o dismesse, riducendo il consumo di nuovo suolo. Penso in particolare alla periferia Napoletana o a quartieri come quello di Bagnoli, per il quale il Governo ha già compiuto importanti passi avanti. 
Legato al tema della riqualificazione urbana è quello dell'edilizia scolastica. Il piano di edilizia scolastica, richiamato dal Presidente del Consiglio già nel suo discorso di fiducia del 2014, ha preso il via. Di questo non possiamo che gioire. È un piano che riguarda oltre 20.000 interventi in edifici scolastici, una scuola italiana su due sarà protagonista di questo primo progetto. Inoltre, l'Osservatorio per l'edilizia scolastica, che dopo l'insediamento non è stato convocato per quasi vent'anni, è ripartito nel gennaio del 2015. All'interno di tale Osservatorio chiediamo che sia posta un'adeguata attenzione alla situazione dell'edilizia scolastica nel Mezzogiorno. La sicurezza dei nostri studenti è quanto mai prioritaria. La scuola è il luogo in cui i nostri giovani hanno occasione di formarsi e crescere. La sicurezza e la salubrità degli edifici scolastici del Mezzogiorno deve divenire il fiore all'occhiello dell'azione del nostro Governo. 
Strettamente connesso col tema della scuola è quello del necessario sostegno all'alfabetizzazione digitale. Nelle linee guida del Governo per la scuola sono contenute novità importanti riguardo l'alfabetizzazione digitale, che riprendono in parte il lavoro del Parlamento. In particolare è cruciale l'obiettivo di trasformare i ragazzi da semplici fruitori passivi in creatori di contenuti digitali. Si tratta, dunque, di scegliere con determinazione la strada dell'aumento degli investimenti nelle nuove tecnologie (si pensi soltanto alla diffusione della «banda larga»), nella formazione digitale della forza lavoro, nell'innovazione tecnologica della pubblica amministrazione. È in questo contesto che, evidentemente, dobbiamo collocare la questione strategica della formazione digitale. La rivoluzione informatica e digitale impone oggi la messa in campo di una politica formativa globale, che passa certamente attraverso le agenzie tradizionali come la scuola e l'università, ma investe complessivamente lo stesso modo di organizzarsi di una società. È necessario, quindi, che il Governo, in questa generale attenzione dimostrata al futuro digitale del Paese, ponga particolare attenzione all'alfabetizzazione digitale delle popolazioni meridionali. 
Fondamentale in questo settore è il contributo della formazione di tipo universitario. Al Sud purtroppo la media dei laureati, nella fascia 25-34 anni, è del 18,9 per cento contro il 39 per cento in ambito Ocse. Come è possibile immaginare un serio sviluppo del Meridione con questi dati ? Il calo dell'iscrizioni universitarie al Sud è sotto gli occhi di tutti. A un anno dalla laurea i ragazzi del Nord hanno uno stipendio più alto del 24 per cento rispetto ai colleghi meridionali. È più che comprensibile che i giovani meridionali non vedano più la convenienza dal conseguire un titolo di studio universitario. Bisogna far in modo che la società meridionale ritrovi l'importanza di investire in cultura e formazione. Negli ultimi sette anni le università ad aver subito maggiormente i tagli sono state proprio quelle meridionali. È necessario pertanto eliminare quei parametri di finanziamento che penalizzano eccessivamente gli atenei meridionali e che spesso non sono strettamente legati alla reale capacità e qualità formativa degli Atenei. 
L'impegno del Governo per sostenere l'industria della cultura è sotto gli occhi di tutti. La scelta, ad esempio di sostenere con forza il progetto della Grande Pompei o l'aver trasformato alcune realtà archeologiche, penso ai Campi Flegrei e Ercolano, in musei autonomi confermano la particolare attenzione posta ad un'area del Paese che in materia culturale e turistica ha tanto da offrire al Paese. I buoni risultati del 2015 in termini di flussi turistici non devono però illudere troppo. Agli accennati problemi di tipo logistico ed infrastrutturale, si aggiunge l'incapacità di incanalare le tante forze creative meridionali in progetti e percorsi duraturi. 
Se quindi vogliamo avere un passo più celere, si deve cercare di guardare con occhi diversi allo sviluppo economico. Non dobbiamo sottovalutare quanto un'industria della cultura e della creatività ben sostenuta possa offrire al Meridione. L'industria della creatività ha un portato del tutto trasversale, che ne costituisce il punto di forza. Italia Creativa, il primo studio globale sul settore, ha evidenziato come cultura e creatività in Italia hanno generato, nel 2014, un valore economico complessivo di 46,8 miliardi di euro e hanno dato occupazione a quasi un milione di persone. È necessario, quindi, comprendere quanto spazio l'industria della cultura e della creatività può avere nello sviluppo del Mezzogiorno, il cui patrimonio culturale e d'inventiva è forse sfruttato ancora in modo non adeguato. Le dichiarazioni del CEO della Apple, il dott. Tim Cook, secondo cui la scelta di aprire a Napoli un'interessante realtà di sviluppo di app è dovuta anche al fatto che Napoli è la città della creatività, ci aiutano a comprendere quanto anche all'estero si sia consapevoli della ricchezza e delle potenzialità che in materia ha il Mezzogiorno d'Italia. 
La scelta della Apple, come quella della CISCO di investire nel quartiere napoletano di Scampia, confermano le potenzialità del Meridione e la necessità di scouters in grado di cercare investimenti produttivi da collocare al Sud. In questo è necessaria la cabina di regia nazionale. Le multinazionali o comunque le realtà imprenditoriali non italiane hanno di certo maggiore difficoltà a confrontarsi con le singole realtà regionali. È necessario, pertanto, che sia il Governo ad individuare gli strumenti e i soggetti più adatti a svolgere questa importante attività di scouting. Le note qualità e bellezze del Mezzogiorno non bastano di certo ad attrarre investimenti, è necessaria una convinta azione di medio e lungo periodo che offra al Mezzogiorno d'Italia anche quelle occasioni di defiscalizzazione che incentivano maggiormente gli investimenti stranieri. 
Permettetemi di porre, infine, attenzione al settore primario. È l'agricoltura del Mezzogiorno a far segnare il maggior tasso di crescita nelle assunzioni nel 2015 con un aumento record del 11 per cento dei lavoratori dipendenti che sale addirittura al 31 per cento se si considerano le sole donne. Un trend che si accompagna alla crescita dell'agricoltura rosa, con quasi una azienda su tre che è oggi a conduzione femminile, con un impatto importante sul profondo rinnovamento del settore. 
Tra gli occupati – rileva uno studio della Coldiretti – è boom anche tra i giovani sotto i 35 anni, con un incremento del 21 per cento al Sud. Ciò dimostra che l'agricoltura meridionale è oggi capace di offrire interessanti prospettive di lavoro. È necessario che il Governo, oltre ad insistere nella difesa del made in Italy, si impegni a difenderne anche le peculiarità. Pensiamo già solo alle difficoltà che il settore della pesca meridionale sopporta per normative comunitarie ritagliate più sulle caratteristiche dei paesi nordici, che di quelli mediterranei. 
La crescita dell'agricoltura meridionale, passa di certo attraverso il corretto uso dei fondi europei, ma non ci si può fermare a questo. Invitiamo il Governo a sostenere l'agricoltura di qualità, a sostenere l'educazione ad un'alimentazione sana e consapevole. È l'intera filiera agro-alimentare meridionale che va sostenuta. 
In particolare se vogliamo tutelare l'agro-alimentare campano è fondamentale che il Governo nazionale continui con forza nell'impegno nella tutela dell'ambiente e nella bonifica dei terreni della tristemente nota Terra dei fuochi. La salute dell'ambiente e la salute dei cittadini sono strettamente legate. I dati sull'au mento dei tumori nei comuni della Terra dei fuochi sono drammatici. È vero che molte competenze sono di livello regionale, ma è pur vero che è sempre più urgente un generale ripensamento delle politiche di sviluppo, che abbiano a cuore il tema della sostenibilità ambientale. L'ambiente è un bene comune che con forza dobbiamo preservare. 
Il Governo, come detto all'inizio del mio intervento, negli ultimi due anni ha compiuto importanti azioni di sostegno all'economia meridionale. Sono sicura che dopo l'approvazione di questa mozione, il Governo aumenterà ancora di più i propri sforzi nelle direzioni auspicate. 
Il Mezzogiorno ha tante potenzialità inespresse, sta a noi – legislatore, Governo e parti economiche e sociali – far sì che si esprimano appieno. Grazie.