Signor Presidente, non so se considerare un vantaggio o un limite quello che deriva dall'opportunità di parlare per ultimo. Vero è che qualche ora fa probabilmente avrei detto cose diverse da quelle che mi accingo a dire e cercherò di dirle anche per esplicitare una forma di rispetto nei confronti dei colleghi delle altre forze politiche che legittimamente hanno ritenuto di dover aggettivare in qualche modo l'atto di indirizzo che ci accingiamo a votare, e naturalmente mi riferisco a quello a prima firma Di Gioia.
È stato sostenuto da alcuni colleghi, da ultimo dal collega di SEL che ha argomentato in maniera molto efficace oltre che molto forbita, che le scelte recenti effettuate dal Governo militerebbero in una direzione talmente negativa da non autorizzare un'apertura di credito peraltro già dichiarata nei confronti di altri partiti, tutti presenti naturalmente nella Commissione bicamerale.
Allora, siccome per il Partito Democratico è importante il punto di vista prima ancora che il voto dato dagli altri colleghi, vorrei far notare che noi per l'appunto ci accingiamo a votare una mozione, un atto di indirizzo e per noi che siamo dei convinti parlamentaristi, senza che questo implicitamente possa considerare una volontà aprioristica di messa in mora del Governo, significa che noi con questo atto di indirizzo, come Parlamento, desideriamo chiedere al Governo che si comporti in un certo modo.
Dunque, il Partito Democratico vi esorta ad una valutazione più puntuale della realtà, forte anche del fatto di aver condotto, in particolare in questa legislatura, numerose battaglie finalizzate alla centralità del Parlamento. Ed è proprio in nome di questa centralità che anche in una materia così delicata il gruppo del Partito Democratico ritiene di avere le carte in regola. Per dire cosa ? Per dire che in questa mozione di fatto si sostanzia tutta la politica che il partito ha condotto negli ultimi due anni, una politica che è finalizzata all'unificazione del mondo del lavoro, una politica che tiene conto delle difficoltà di tipo pseudo-classistico, delle categorie mentali, oltre che di certe forme di ingabbiamento sociale, ma che non ha mai, dico mai, voluto in alcun modo giocare sulle divisioni; anzi, ha fondato la propria azione e le proprie scelte a qualunque costo sulla necessità di occuparsi di tutti, di occuparsi dei pensionati, che hanno un bisogno drammatico di essere ascoltati e di essere assecondati nelle loro legittime esigenze, ma soprattutto di occuparsi di coloro che il lavoro non ce l'hanno.
Gli investimenti che potrebbero derivare quando il Governo opportunamente dovesse accogliere l'atto di indirizzo che ci accingiamo a votare – e il Governo ha già dato il proprio assenso – questi investimenti potrebbero essere un ristoro e un balsamo nei confronti di un'economia che ancora è troppa assetata, di un'economia che ancora è ferma.
Non c’è bisogno che io vi citi ciò che qualche giorno fa hanno detto i presidenti delle Autorità della concorrenza in Italia e in Gran Bretagna, quando, affermando una cosa scontata ma mai abbastanza accolta, hanno sostenuto come l'apertura dei mercati senza favorire gli investimenti non porti da nessuna parte.
Ebbene, se non ci sono altre possibilità di sollecitare l'emersione di risorse finanziarie da utilizzare negli investimenti per dare ossigeno alle piccole e medie imprese, ma anche per permettere, non con un atteggiamento vampiresco – come è stato sostenuto – ma piuttosto in una logica di protezione nei confronti di questi enti previdenziali, la realizzazione di opere pubbliche, finalizzate magari soprattutto alla gestione del dissesto idrogeologico che c’è nel nostro Paese, come possono essere considerate fuorvianti quelle sollecitazioni, quando questa massa finanziaria, viceversa, verrebbe orientata per la ripresa economica ?
Il Partito Democratico, pur essendo un partito giovane, ha buona memoria e in questa occasione, mio tramite, vi invita a ricordare quanto sia diversa la realtà attuale rispetto a quella che è stata determinata non molti anni fa nella gestione degli enti previdenziali maggiori. Allora si poteva parlare di vampirismo, allora si potevano mettere dei punti interrogativi su come venivano fatte le cartolarizzazioni dei crediti, o su come venivano venduti lotti infiniti di appartamenti; ed è strano che rappresentanti di quelle parti politiche che sono intervenute stasera, sostenendo la necessità di una moralizzazione, abbiano dimenticato che, proprio per mano loro, benché per interposta persona, c’è stata una stagione tristissima degli enti previdenziali pubblici che non autorizza ad una criminalizzazione attuale per tutti quegli enti che si occupano della previdenza complementare.
Noi non siamo un partito che guarda verso il passato. Essendo un partito di Governo, abbiamo l'obbligo – non è una scelta o un'opzione – di cercare tutte le opportunità per fare riprendere l'economia di questo Paese. E se le opportunità passano attraverso l'impiego di risorse che vengono tenute sotto il pavimento, sotto le mattonelle o che non vengono impiegate perché magari – come ci dice la cronaca odierna – c’è una questione morale anche nel nostro Paese, noi ci assumiamo la responsabilità di affrontare la questione morale e di dire che ci sono le condizioni politiche complessive perché questo Paese prosegua.
Non c’è dato – signora Presidente e colleghi – parlare del mondo del lavoro essendo pavidi, non c’è data la possibilità di pronunciare il nome di una donna che non è più Ministro del lavoro volendo brandire quel nome come se fosse stato calato da chissà quale pianeta e non ci facciamo neanche condizionare dall'attitudine di indossare tute di un colore, anziché di un altro colore. Il Partito Democratico è il partito del lavoro, è il partito che si occupa di tutti i lavoratori dipendenti.
Signori della destra, è il partito che ha impedito lo smantellamento della pubblica amministrazione, la quale per volontà dei costituenti è stata definita come «apparato servente dello Stato». È il partito che ha impedito di criminalizzare, come se la pubblica amministrazione fosse costituita soltanto da fannulloni e da mangiapane a tradimento, milioni e milioni di lavoratori, fra i quali ci sono non soltanto coloro che magari commettono l'accidia, ma ci sono coloro che lavorano e lavorano per pochi euro.
Dunque, una visione responsabile, non manichea, la visione di un partito che è chiamato a governare e che in questa sede ha il piacere di annunciare il proprio voto favorevole per governare, per assumersi le responsabilità, magari per rischiare di sbagliare, ma senza commettere l'errore di stare fermi per paura di sbagliare.
Dichiarazione di voto
Data:
Mercoledì, 3 Dicembre, 2014
Nome:
Gian Piero Scanu