Dichirarazione di voto
Data: 
Martedì, 16 Maggio, 2017
Nome: 
Elena Carnevali

Signora Presidente, Governo, onorevoli colleghi, con questa mozione ritorniamo sul tema degli hotspot, già frutto di discussioni in quello che chiamiamo comunemente “decreto Minniti” ma che dovrebbe obbligarci ad una discussione più ampia, che va dal contrasto al traffico di esseri umani al rapporto con le politiche europee sul salvataggio, agli accordi bilaterali con alcuni Paesi africani, alle politiche di prima e di seconda accoglienza, ai tempi di verifica per il riconoscimento dello status di rifugiato, alle inadeguate politiche europee in tema di immigrazione, agli accordi inattuati di relocation, alla proposta italiana sul migrationcompact.

Voglio ricordare, visto che ho sentito l'intervento di alcuni colleghi in contrarietà con questa proposta italiana, che questa riguarda progetti di investimento, un bond Unione europea-Africa, la cooperazione sul fronte della sicurezza, il controllo comune dei confini e collaborazione sul fronte della lotta al crimine, l'opportunità di una migrazione legale, la creazione di strumenti di accesso di lavoratori al mercato europeo, lo schema dei reinsediamenti, il controllo dei confini, la riduzione dei flussi, la cooperazione sui rimpatri e le riammissioni, la gestione dei flussi dei rifugiati, l'applicazione dei sistemi di asili nazionali e la lotta comune ai trafficanti. Non è più un fenomeno, quello della migrazione attuale, che se considerato come tale dovrebbe riferirsi a qualcosa di temporaneo, occasionale. Oggi siamo ad oltre 45.000 persone che sono sbarcate, oltre il 41 per cento rispetto al corrispondente periodo del 2016; nel solo mese di maggio sono più di 8 mila le persone che sono sbarcate sulle nostre coste, e sono 60 milioni i profughi che stanno al confine dei loro Paesi di provenienza. Sono 60 milioni di persone che, in condizioni disumane, al limite della sopportazione, potrebbero sembrare persino eroiche, ma non c'è niente di eroico in quella capacità di resilienza, di miseria, di condizioni di privazione in cui vivono gli essere umani. Quello a cui stiamo assistendo è la migrazione - che da taluni viene definita come biblica - di una parte della popolazione africana che, per conflitti, condizioni climatiche, carestie, guerre e per condizioni anche dettate dall'incremento demografico, come abbiamo sentito prima, è spinta per ragioni di sopravvivenza ad attraversare il Mar Mediterraneo, ormai unica via principale per l'approdo al continente. Accettano il rischio di morte, perché l'alternativa per molti non è diversa; incappano nel traffico e al mercato degli esseri umani, sanno che per il pagamento della traversata puoi passare dalla carcerazione preventiva ai trattamenti disumani per molte donne, per molti giovani e sanno che hanno una buona probabilità di subire ogni tipo di violenza comprese quelle sessuali.

Vedete colleghi, nelle ricette che abbiamo legittimamente qui sentito proporre come soluzioni facilmente praticabili, che ogni giorno spesso qui sentiamo, c'è l'ipocrisia di non riconoscere le fatiche del governare la complessità.

Ringrazio molto delle sue parole il collega Alli che ha ribadito come l'unica via e la sola via che abbiamo è quella di una stabilizzazione politica e un sostegno economico ai Paesi dell'Africa. Tuttavia, colleghi, noi qui oggi abbiamo anche sentito da alcuni parole di mitezza da parte di chi parla e condivide una distribuzione più omogenea sul territorio perché più sostenibile per gli enti locali, per una qualità dell'inclusione che tuttavia si vorrebbe realizzare con una gestione diretta da parte dello Stato, come se potessimo praticare politiche di assunzioni diretta tout court senza l'intermediazione delle cooperative, del terzo settore perché alcuni luride mele marce, che non rappresentano il sistema delle cooperazioni ma fanno affari, offrono lo stesso cibo che danno ai maiali e fanno accordi malavitosi con le cosche, sono il baco del sistema, il parassita da estinguere, quel buco nero su cui i controlli sono scarsi, inadeguati, sono quel cancro che non vogliamo diventi metastasi, da combattere con la stessa determinazione, coraggio e forza del procuratore Gratteri che sosteniamo, ma non rappresentano il mondo intero della cooperazione che continuiamo a sostenere per i valori di mutualità, solidarietà, legalità e di sana economia come spina dorsale del Paese.

Tramite lei, Presidente, vorrei dire all'impudente collega Rampelli di non farci lezioni di morale: forse basta solo ricordare alcuni casi, basta solo ricordare alcuni nomi come Paranzani. C'è un modo per uscire dalla condizione di emergenza che conosciamo e che garantisce più controllo degli enti locali, più verifiche dei processi e delle pratiche di integrazione della modalità e della rendicontazione della spesa: si chiama SPRAR, peccato che pochi sono i comuni disposti ad approdare a tale sistema. Dunque dico ai colleghi di Forza Italia, ai colleghi della Lega che giustamente - e spesso in modo strumentale - vengono ad accusare di inadeguatezza il sistema di accoglienza italiano: perché, oltre alla denuncia, non si rendono invece disponibili a un impegno rispetto alle amministrazioni locali che amministrano perché facciano parte del sistema SPRAR, in modo che questo possa essere quello che noi pensiamo l'antidoto all'appetito dei clan malavitosi e ai delinquenti sulla pelle dei disperati?

Infatti solo un sistema diffuso, parcellizzato, non sotto regimi monopolistici può essere come dire l'antidoto a quello che abbiamo e che stiamo assistendo.

All'accoglienza diffusa tanto proclamata corrisponde specularmente un not in my garden, parole da barricate, indisponibili perché solo alcune amministrazioni devono pagare il prezzo politico e tutto fa brodo che cola dal consenso.

Poi c'è chi ci invita con “aiutiamoli a casa loro” senza sapere che da troppo tempo mai come in questa legislatura abbiamo finalmente ripreso a sostenere politiche economiche di cooperazione internazionale. Lavoro molto bene con la collega Lorefice in questo periodo e devo dire che la disponibilità anche ad un'astensione sulla mozione presentata dal Partito Democratico ovviamente non può che farci favore ed esprime un consenso.

Quello che però non ho ancora chiaro per quanto riguarda alcune forze politiche è qual è la posizione vera e reale, che cambia abito a seconda delle parti. Il senatore Buccarella è per l'abolizione del reato di clandestinità, poi viene smentito dal guru del blog; il collega Brescia è disponibile a un'accoglienza diffusa e di solidarietà poi però giustamente ci richiama al sovrappopolamento e alle condizioni di alcuni centri; poi abbiamo un altro vangelo che è quello del Vicepresidente Di Maio che ci dice di rimandarli tutti a casa.

E quindi diventa un po' complicato capire com'è possibile da parte di alcune forze politiche qui presenti da un lato disconoscere la disponibilità e il tentativo da parte del Ministro Minniti di concludere accordi con alcuni Paesi per consentire anche un rimpatrio ovviamente in condizioni di rispetto dei diritti costituzionali e, contemporaneamente, sentire parole che sono esattamente il copyright di quanto abbiamo sentito dalle forze che vi stanno di fianco.

È vero che quella mozione che è stata depositata è un po' datata perché non aggiornata rispetto a quanto previsto dall'articolo 17 del decreto-legge 17 febbraio 2017 n. 13, che prevede appositi punti di crisi per le esigenze di soccorso e di prima assistenza nei quali saranno effettuati operazioni di rilievo fotodidattico segnaletico e presso i quali verrà assicurata l'informazione sulla procedura e la protezione internazionale e sul programma di ricollocazione negli Stati membri dell'Unione europea e sul ricorso del rimpatrio assistito volontario. L'esigenza di attrezzare il nostro Paese con efficaci strumenti di invio, data dalla EuRA, non è stata una scelta ma è stata una richiesta dell'Europa e credo che abbiamo finalmente raggiunto un ampio numero di fotosegnalamenti, cercando di utilizzare soprattutto la via del convincimento. Che cosa chiediamo con la mozione? Di adottare soprattutto iniziative utili per rilanciare una politica europea condivisa sulla revisione del regolamento di Dublino III e l'adozione di nuovi e più efficaci accordi di relocation; di proseguire negli sforzi intrapresi restando ferma la garanzia del pieno rispetto dei diritti costituzionali; di adottare ogni iniziativa utile per garantire che gli hotspot siano strutture decorose ed ospitali e l'adozione di protocolli uniformi per i requisiti e per i servizi forniti; di fare in modo che ci siano e vengano rafforzati i servizi di mediazione linguistico-culturale ed informativa legale e adottare ogni iniziativa utile per consentire un più rapido trasferimento dei migranti dagli hotspot alle strutture di accoglienza nel rispetto della dignità umana e dell'effettivo accesso all'esercizio del diritto di asilo e del rispetto del dovere istituzionale di controllare le frontiere ed identificare chi entra nel nostro territorio. Per tale ragione dichiaro il voto favorevole sulla nostra mozione Carnevali, Alli ed altri n. 1-01612 e sulle altre sulla base delle indicazioni del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).