Data: 
Lunedì, 29 Maggio, 2017
Nome: 
Marco Donati

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Buongiorno anche alla Viceministro Bellanova presente in Aula. Gli operatori ambulanti su area pubblica rappresentano in Italia un comparto distributivo molto importante: delle 360 mila aziende presenti nell'intera Unione europea, oltre il 50 per cento opera in Italia; per la precisione, sono 190 mila aziende che occupano circa 630 mila persone: queste sono fonti Istat del 30 giugno del 2016. È possibile anche stimare che, negli 8.200 mercati, sono circa 60 mila i posteggi, a cui vanno aggiunti anche quelli singoli presenti in 5 mila fiere.

Si tratta, quindi, di un comparto molto rilevante che detiene il 12 per cento dei consumi nazionali, il 20 per cento dei punti vendita italiani ed interessa 26 milioni di consumatori. Piuttosto variegati risultano anche i settori merceologici di riferimento, il 40 per cento riferito al consumo di frutta, il 30 per cento al consumo di pesce fresco e conservato, il 18 per cento a quello di salumi, oltre il 12 per cento all'abbigliamento e agli indumenti. Con la direttiva 2006/123/CE, la cosiddetta direttiva Bolkestein, relativa ai servizi del mercato interno, il Parlamento europeo e il Consiglio intervengono per facilitare la creazione di un libero mercato dei servizi in ambito europeo. L'idea di base è quella di liberalizzare alcune concessioni pubbliche, aprire il mercato dell'energia e limitare la durata di alcune concessioni pubbliche. In particolare, l'articolo 12 della direttiva prevede che, qualora il numero di autorizzazioni per una determinata attività sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali o delle capacità tecniche utilizzabili, gli Stati membri sono tenuti ad applicare una procedura di selezione tra i candidati potenziali. L'Italia, con il decreto legislativo n. 59 del 2010, all'articolo 16, recependo la direttiva, ha deciso di applicarla anche al settore del commercio ambulante, ha esteso il concetto di risorsa naturale al suolo pubblico, ha prodotto limitazioni temporali alle concessioni e ha vietato il rinnovo automatico delle stesse e la possibilità di accordare vantaggi al prestatore uscente.

Inoltre, con l'articolo 70, comma 1, del medesimo decreto legislativo, il legislatore ha esteso la possibilità di esercitare il commercio ambulante sulle aree pubbliche anche a società di capitali regolarmente costituite o a cooperative, rimandando, tra l'altro, ad un'intesa in Conferenza unificata tra Stato e regioni il compito di individuare i criteri per il rinnovo e il rilascio delle concessioni, includendo, anche, appunto, le concessioni in essere. L'accordo in Conferenza unificata è stato sancito il 5 luglio 2012, la cosiddetta intesa di cui si parla molto, e ha rinviato l'entrata in vigore delle norme del decreto legislativo n. 59 del 2010 a dopo il 7 maggio 2017, prevedendo l'attuazione, appunto, tra il 2017 e il 2020, di un regime transitorio di licenze che, tra l'altro, ha una durata tra i nove e i dodici anni, durante il quale i comuni possono effettuare bandi privilegiando gli ambulanti che già svolgono l'attività; ed è stata prevista, appunto, la possibilità di assegnare fino a 40 punti alla graduatoria in essere.

In attuazione dell'intesa del 2012, il documento delle regioni e province autonome del 24 gennaio 2013, volto a rendere omogenei i criteri e le modalità concernenti le durate delle concessioni e i criteri di selezione per assicurare omogeneità territoriale, propone di adottare un limite unico a livello nazionale alla durata delle concessioni pari a dodici anni, al fine di consentire il recupero degli investimenti, anche immateriali, in un'attività caratterizzata da limitati volumi di vendita.

Nell'ottobre del 2015, l'onorevole Taranto ha presentato una risoluzione in Commissione attività produttive che impegna il Governo a promuovere l'attivazione di un tavolo di lavoro che veda la partecipazione di tutti i livelli istituzionali ed amministrativi interessati, sulla situazione delle imprese del commercio su area pubblica, finalizzato - questo tavolo - all'individuazione di ogni iniziativa utile alla soluzione dei problemi organizzativi connessi alla piena operatività dell'intesa del 5 luglio 2012, ai criteri da applicare nelle procedure di selezione per l'assegnazione di posteggi su aree pubbliche e, soprattutto, a valutare l'opportunità di una rinnovata fase di approfondimento e discussione del quadro giuridico europeo in materia di posteggi su aree pubbliche.

Nel giugno del 2016, però, l'onorevole Becattini, del Partito Democratico, ha presentato un'interrogazione in Commissione al Ministro dello sviluppo economico, mettendo a conoscenza il Governo che alcune regioni, quali Puglia, Piemonte e Toscana, hanno approvato documenti coerenti con le proposte di alcune associazioni dei commercianti ambulanti, ne cito una toscana, Assidea, che richiedevano di rivedere l'applicabilità della direttiva Bolkestein al commercio ambulante o, quanto meno, di estendere la durata del regime transitorio ad un tempo più ampio, così, appunto, come già avvenuto in Spagna - ricordava prima il collega - unico altro Paese, oltre all'Italia, a recepire la direttiva, e chiedendo, anche, di valutare la possibilità di prorogare il regime al 2020, anche per risolvere alcune problematiche che si stavano manifestando. Sulla materia lo scorso dicembre si è espressa anche l'Autorità garante del mercato e della concorrenza, auspicando la modifica dei documenti di riferimento del settore, in special modo l'intesa, in particolare, per quel che riguarda la durata delle concessioni e i criteri di selezione. In definitiva, nel prevedere una durata eccessivamente lunga, predeterminata e rigida, oltre che nell'accordare preferenza agli operatori già presenti, valorizzando in maniera eccessiva e prioritaria i requisiti di anzianità, ci si pone di fatto in contrasto con l'articolo 12 della direttiva stessa.

Il presidente dell'ANCI, Antonio Decaro, è intervenuto a più riprese sul tema e si era già occupato della questione per chiedere la proroga dell'entrata in vigore della direttiva europea al 2020; aveva tra l'altro, su questo, trovato anche risposta positiva dal Presidente del Consiglio Renzi; pochi giorni dopo, riprendendo la nota dell'Autorità garante, sempre Decaro ha chiesto nuovamente la proroga dell'entrata in vigore della direttiva Bolkestein, considerando che alcuni comuni stavano già lavorando per non arrivare sprovvisti alla scadenza del 2017, mente altre amministrazioni avevano percorso la strada della sospensione della procedura dei bandi in autotutela amministrativa, a causa dell'incertezza normativa e delle difficoltà operative.

La richiesta legittima del presidente Decaro mirava ad un prolungamento adeguato dei tempi, in ragione dell'elevato numero di concessioni da assegnare tramite gara e della conseguente mole di verifiche e incombenze in carico agli uffici comunali ancor prima dell'indizione delle gare stesse. Infine, lo scorso febbraio nella conversione in legge del decreto mille proroghe, grazie all'impegno del Presidente Gentiloni e del sottosegretario Boschi, l'entrata a regime della direttiva, e quindi la messa a gara degli spazi degli ambulanti, viene spostata di un anno, al 31 dicembre 2018, salvaguardando, inoltre, come già previsto, i diritti degli operatori uscenti.

Vede, Presidente, questa carrellata di dati, di indicazioni e anche di riferimenti normativi serve anche a capire come si sia arrivati a questo quadro giuridico un po' disomogeneo, ma soprattutto a fare il punto su un tema importante. Io credo che nel 2010 si sia fatto un errore ad inserire il commercio su aree pubbliche nella normativa Bolkestein e credo che gli anni a venire, le valutazioni fatte da alcune associazioni di categoria, i rilievi posti da molti piccoli imprenditori, ci facciano in qualche modo ritenere che, su questo, forse, un ripensamento è necessario, anche perché la normativa ha causato grande incertezza in un sistema di piccole e medie imprese che è già fiaccato dalla crisi e che, oggi, probabilmente chiede una risposta al Governo che sia più confacente ai tempi che stiamo vivendo, rispetto al momento in cui la normativa è stata inserita. Presidente, tra l'altro, e mi rivolgo in questo anche al viceministro Bellanova, credo che sia stato fatto un errore, forse: quello di credere che alcune problematiche che riguardano il commercio ambulante potessero essere corrette, proprio inserendo il commercio ambulante all'interno della direttiva Bolkestein. Credo che su questo si sia ritenuto di passare per vie brevi, rispetto, invece, a pensare a una legge di riordino di un settore che ha sicuramente delle criticità che, in parte, devono essere superate e su questo io credo che però gli imprenditori e le associazioni di categoria siano disponibili ad aprire un tavolo che più volte è stato richiesto e forse non si è mai chiuso, ma sicuramente è necessario, in questo momento, pensare di risolvere alcune problematiche, appunto, attraverso forse un decreto ad hoc o attraverso un provvedimento diverso, rispetto, invece, all'applicabilità di una direttiva che, sicuramente, in questo settore, rischia, nel nostro Paese, di creare gravi difficoltà a piccole e micro imprese.

La mozione, di fatto, va nella direzione di chiedere al Governo un impegno per rivedere quanto deciso nel 2010, sapendo che questo non è facile, sapendo che, sicuramente, su questo fare marcia indietro non è semplicissimo, ma sicuramente le proteste, le richieste e anche la forza con la quale il sistema delle piccole imprese si è fatto carico di segnalare al Governo e al Parlamento le difficoltà che sta vivendo, credo debbano essere prese in considerazione. Tra l'altro, nelle ultime settimane, il Ministero dello sviluppo economico, - gli do atto di questo, come al Ministro, al viceministro e ai sottosegretari - si è fatto, comunque, portatore di queste istanze e più volte sono stati promossi incontri tesi a intervenire su questo tema, su cui, tra l'altro, è calata la scure dell'incertezza. È arrivato il momento, probabilmente, di chiudere questa vicenda, io spero nel miglior modo possibile, perché, coinvolge, è vero, sì, piccoli imprenditori che non fanno grandi investimenti, ma anche il settore ha una sua rete di investimenti, penso per esempio ai mezzi con i quali gli ambulanti svolgono il proprio lavoro, a tutto quel sistema che ruota attorno appunto agli ambulanti, e vive una fase importante di incertezza, ma la vivono, appunto, centinaia di imprenditori che sono anche in questo Paese consumatori, persone, quindi, che sicuramente hanno guardato al futuro con molta preoccupazione e che oggi chiedono di intervenire anche per essere più tranquilli, rispetto alla propria attività di impresa e alle proprie famiglie. Quindi, la mozione, di fatto, ha queste caratteristiche.

Spero che la discussione in Aula serva a dare un indirizzo preciso, nella speranza che, poi, il Governo in qualche modo valuti la possibilità di ripensare il percorso fino ad oggi valutato, considerando che, tra l'altro, questo tema è molto trasversale alle forze politiche; spesso sono state prese posizioni anche all'interno delle stesse forze politiche anche in netto contrasto, quindi un tema che fa molto discutere, ma sul quale, penso, ritengo, Presidente, che sia arrivato il momento di trovare una quadra. Quindi, grazie, Vice Ministro e buon lavoro.