Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 9 Gennaio, 2020
Nome: 
Andrea Romano

Grazie, Presidente. Mi sia consentita una premessa prima di affrontare il tema specifico di Hong Kong perché questa nostra discussione oggi si svolge mentre intorno a noi sono in atto due importanti crisi internazionali, lo sappiamo, quella libica e quella naturalmente che riguarda l'Iran e gli Stati Uniti. Sono due crisi che interrogano anche la sostanza e l'efficacia della politica estera italiana. Alcuni forse si domanderanno ma cosa c'entra lo svolgersi di queste due crisi con la discussione che stiamo facendo su Hong Kong e i diritti umani; cosa c'entra il tema dei diritti umani a Hong Kong con l'efficacia e l'autorevolezza della nostra politica estera? C'è un legame tra le due cose anche perché il tema dell'autorevolezza della nostra politica estera - dobbiamo dirlo con grande franchezza e serietà - esiste da molti anni. È un tema che la politica italiana si deve porre in maniera - lo sottolineo - seria e rigorosa, senza le facilonerie che abbiamo ascoltato in questi ultimi giorni - Presidente, mi sia permessa questa notazione - facilonerie inaccettabili rispetto a un tema così serio appunto quella dell'autorevolezza della nostra politica estera, particolarmente inaccettabili quando provengono, Presidente, da un partito come la Lega che durante il suo mandato di Governo ha condannato il nostro Paese ad una condizione di isolamento in Europa, nel Mediterraneo e nella comunità internazionale che non si era mai vista e che stiamo ancora pagando. Tale condizione di isolamento - guardiamo alla Libia - si è costruita anche con l'abbandono dello scenario internazionale libico per quindici lunghi mesi inseguendo le fantasie di crisi migratorie che, in realtà, non c'erano. Ma, tornando a Hong Kong, tornando alla sostanza del tema di cui stiamo discutendo quest'oggi, dobbiamo ribadire che il tema dei diritti umani è uno dei terreni sui quali si misura concretamente la rilevanza della politica estera dei grandi Paesi appunto della comunità internazionale, perché sappiamo che il tema dei diritti umani è il tema sul quale si sta combattendo una partita internazionale pari, analoga a quella che si combatte in campo economico, in campo geopolitico, nel campo della sicurezza ed è su questo tema, sul campo dei diritti umani, che l'Italia può incidere, può recuperare un'autorevolezza che certamente è stata messa in crisi da ragioni strutturali che precedono anche questo nostro Parlamento. Una nazione quindi può essere più o meno autorevole anche in base alla forza che è in grado di esercitare sui suoi partner, sui suoi interlocutori in direzione di un maggiore rispetto dei diritti umani. Per tutte queste ragioni è importante oggi discutere del tema dei diritti umani ad Hong Kong e, mentre lo facciamo, è importante ricordare che la nostra Repubblica ha iscritto nel proprio codice genetico l'attenzione ai diritti umani. Naturalmente ricordo l'articolo 2 della nostra Costituzione laddove si scrive che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo; così come da ultimo voglio ricordare le parole usate dal Presidente della Repubblica Mattarella poco più di un anno fa quando, in occasione del settantesimo anniversario della firma della Dichiarazione universale diritti dell'uomo, il Presidente Mattarella ebbe a dire che l'Italia continuerà ad impegnarsi per la difesa dei diritti umani perché la promozione dei diritti umani nel mondo costituisce non solo un imperativo etico e morale - sto ancora citando Mattarella - ma è uno strumento necessario per prevenire i conflitti, costruire società stabili e inclusive e quindi promuovere in modo sostenibile la pace, la sicurezza e lo sviluppo. Per tutte queste ragioni, di fronte alla palese e drammatica violazione dei diritti umani che si è prodotta a Hong Kong, la cosa giusta da fare è prendere una posizione netta come stiamo facendo quest'oggi, come fa la mozione che noi sosteniamo e abbiamo condiviso con alcuni gruppi parlamentari di questo Parlamento. Tra l'altro e apro una parentesi il nostro Parlamento è uno dei pochi Parlamenti nazionali europei che sta assumendo una posizione netta a proposito della massiccia violazione dei diritti umani ad Hong Kong ed è un tratto questo di cui io credo possiamo andare legittimamente orgogliosi. I fatti accaduti a Hong Kong sono noti, non è il caso qui di ricordarli nel dettaglio, salvo ricordare invece alcuni aspetti più macroscopici. Ricordo i 7.000 arresti avvenuti in soli pochi mesi, arresti di persone che si erano rese responsabili solo di manifestare pacificamente, per la grande parte giovani. Ricordo le decine di suicidi tra gli studenti di Hong Kong, suicidi sui quali è calata una coltre oscura e i cui dettagli devono essere accertati. Ricordo le 16 mila esplosioni di gas lacrimogeno, le 10 mila pallottole di plastica sparate, le cariche infinite e violente della polizia contro giovani che manifestavano per l'appunto pacificamente.

La reazione delle autorità cinesi - chiamiamole così - ad Hong Kong è una reazione inaccettabile ma purtroppo del tutto coerente con il carattere repressivo e poliziesco del regime cinese; un regime, ricordiamolo, che è stato capace, tra l'altro, in questi anni di deportare, ad esempio, circa un milione di musulmani uiguri della regione dello Xinjiang in campi di rieducazione (questo è accaduto). È una reazione, quella messa in atto dal regime cinese a Hong Kong, che ha voluto colpire al cuore non solo gli accordi internazionali relativi all'autonomia di Hong Kong ma ha voluto colpire al cuore l'autonomia giudiziaria di quel territorio, autonomia giudiziaria che è uno dei tratti fondamentali e qualificanti di quel territorio e che è alla radice anche del profilo civile, culturale e anche economico del territorio di Hong Kong.

La conferma della spietatezza della repressione cinese viene anche da un altro aspetto, ovvero dall'assenza finora di un'indagine seria e indipendente da parte delle autorità sugli eccessi che sono stati commessi nella repressione poliziesca. Non c'è stata nessuna indagine in tutti questi mesi, nonostante la richiesta di un'indagine autorevole sia avvenuta da quasi tutti gli organismi internazionali che si occupano di diritti umani e da ultimo voglio citare, perché è di pochi giorni fa, la richiesta di Human Rights Watch che, appunto, in questi giorni ha scritto a Carrie Lam chiedendo di avviare un'indagine imparziale, indipendente ed efficace. L'assenza di indagini sulla repressione, sugli eccessi della repressione, l'assenza di questa indagine conferma che a Hong Kong è in atto il tentativo di schiacciare una protesta legittima e pacifica con l'obiettivo di neutralizzare quella che Pechino percepisce come una minaccia all'autocrazia cinese.

Ecco, a proposito della Cina io voglio ribadire un aspetto fondamentale. Noi del Partito Democratico coltiviamo grandissimo rispetto verso la Cina, per la sua storia, per la sua cultura, per il suo protagonismo economico e anche, mi sia consentito dirlo, per il legittimo tentativo di accrescere l'influenza cinese nel mondo. È un tentativo legittimo, ci mancherebbe altro, che fanno tutti - e lo facciamo anche noi - ma l'autorevolezza di una grande potenza, com'è certamente la potenza cinese, deriva anche dal rispetto o dal non rispetto dei trattati internazionali che si sono firmati e in questo caso parliamo di un trattato che è stato firmato relativamente all'autonomia di Hong Kong così come parliamo del rispetto, anzi del mancato rispetto, da parte della Cina dei trattati internazionali che pure sono stati firmati dalla Cina relativamente al rispetto dei diritti umani. La Cina ha firmato trattati di questo tipo e li sta violando metodicamente così come ha fatto da ultimo a Hong Kong.

Ecco, la nostra mozione si limita, tra virgolette, a chiedere alla Cina di rispettare quei patti, così come chiede, sulla scorta di quanto ha chiesto il Parlamento europeo, di promuovere un'indagine imparziale sulla repressione poliziesca e di liberare tutti coloro che sono stati arrestati nel corso di quella repressione. Ecco, io voglio dire all'opposizione, ai partiti di opposizione attraverso il suo tramite Presidente, che la mozione che noi presentiamo non è molto diversa dalla risoluzione che abbiamo approvato all'unanimità in Commissione affari esteri, in un atto, io credo, che debba essere salutato come un atto estremamente positivo. Allora, non si capisce perché in Commissione affari esteri abbiamo approvato all'unanimità una risoluzione di quel tipo e oggi l'opposizione non ritenga di sottoscrivere una mozione che riprende quella risoluzione votata, per l'appunto, all'unanimità. Io, quindi, uso questa occasione per rivolgere un appello a tutti i partiti di opposizione affinché sostengano la mozione dei partiti di maggioranza.

Ribadisco da questo punto di vista, come hanno fatto altri colleghi, che è un pieno diritto di questo Parlamento chiedere alla Cina di rispettare i trattati internazionali e di rispettare i diritti umani a Hong Kong ed è assolutamente inaccettabile che Pechino abbia ritenuto un'indebita intrusione nei suoi affari interni l'interesse di questo Parlamento o di singoli parlamentari di questa Repubblica di trattare il tema dei diritti umani a Hong Kong. Ogni singolo parlamentare della Repubblica italiana è libero di parlare con chi vuole e di cosa vuole e non può essere certamente Pechino a decidere l'agenda del Parlamento italiano o l'agenda dei singoli parlamentari italiani, come ha fatto l'ambasciatore cinese nello scorso mese di dicembre in quello che noi riteniamo un gravissimo passo falso che ci auguriamo non debba più avere a ripetersi. D'altra parte - e finisco, Presidente - nessuna diversità culturale, tra virgolette, può giustificare le massicce violazioni dei diritti umani a cui tutto il mondo ha assistito a Hong Kong.

I diritti umani hanno valenza globale e il loro rispetto è richiesto ad ogni civiltà e regime politico della comunità internazionale. Per questo questa mozione ribadisce la richiesta a Pechino di rispettare i diritti umani, perché il rispetto dei diritti umani non può essere una petizione di principio ma si traduce concretamente nell'esercitare pressioni su Paesi alleati o non alleati affinché migliorino il rispetto dei diritti umani. Per questo il PD voterà naturalmente a sostegno di questa mozione.