Grazie signor Presidente.
Qualche anno fa, in particolare, per la precisione, dieci anni fa, in occasione dei settant'anni dalla promulgazione delle infami leggi razziali, vi fu una mostra, il cui titolo voglio ricordare, perché esemplificativo della questione che oggi abbiamo a trattare: leggi razziali una tragedia italiana. Sulla base di questa considerazione, cioè che noi non possiamo sfuggire alla necessità di elaborare e rielaborare criticamente, come Paese, come cittadini di questo Paese, la tragica compenetrazione di questa tragedia nella nostra storia, vorrei iniziare ricordando le parole che in più occasioni Sergio Mattarella ha dedicato all'antisemitismo, alla tragedia della Shoah, definendola un'ottusa crudeltà. E proprio non a caso il 25 aprile di quest'anno, nel giorno della liberazione dal nazifascismo, ebbe a ricordare, così come è stato appena detto, che riaffiorano negazionismo e antisemitismo anche nella nostra società.
Passato e presente quindi, signori colleghi, passato e presente che vanno ancorati alla testimonianza di chi sopravvisse a quello sterminio. Voglio ricordare le parole di Shlomo Venezia, sopravvissuto alla Shoah, il quale con una grande semplicità ebbe a dire: “L'inferno… qualsiasi persona lo conosce dai libri, noi l'abbiamo vissuto”. Ecco, in quell'11 novembre 1938 si scrisse la pagina più nera della nostra storia; le leggi razziali furono un crimine, un crimine del regime fascista, un crimine del re che le firmò, un crimine del Duce che le impose. Nel giro di poche ore furono bollati come diversi, espropriati dei beni e degli affetti, umiliati anche da piccole requisizioni - in un verbale c'era scritto: confiscati a Verona dieci cappelli e una camicia usata – persone, italiani di religione ebraica. Si svuotarono le scrivanie, i banchi, gli impieghi, i negozi.
Ma non possiamo dimenticare che chi ha voluto rimuovere per troppo tempo, non tanto il manifesto ed evidente, tragico destino di queste persone, quanto la motivazione per la quale esse furono perseguitate, oggi debbono essere ricordati, con tutto il doveroso rispetto. Io lo voglio ricordare, qui, in quest'Aula, dove da quei banchi, ben prima della proclamazione delle leggi razziali, Giacomo Matteotti fu la prima vittima politica nel denunciare i crimini del regime fascista, quando ancora questo aveva un consenso ampio e quando non si voleva riconoscere la struttura, la radice criminale di questo regime. Questo manifesto fu un crimine; Renzo Gattegna lo ha descritto così: “Le leggi del 1938 appartengono al passato, ma costituiscono un monito contro l'antisemitismo, contro il razzismo, contro il pregiudizio e contro soprattutto l'indifferenza”. E continua ricordando che tra le leggi e il successivo sterminio c'è una diretta continuità, lo sterminio degli ebrei, dei Rom, degli omosessuali, il confino e il destino nei campi di concentramento degli oppositori politici. Il 16 ottobre del 1943 furono rastrellate più di mille persone, più di mille italiani, più di mille ebrei nel qui vicino ghetto ebraico.
Vedete, noi critichiamo tutti i crimini contro l'umanità, quelli dei regimi dittatoriali, quelli dei regimi comunisti, quelle delle potenze coloniali e anche quelli perpetrati dai regimi democratici e quelli in nome di religioni e credenze, e ancora oggi assistiamo a crimini contro l'umanità e spesso ne vediamo i segni su chi fugge da persecuzioni e massacri, ma il razzismo e l'antisemitismo sono qualcosa di più, sono l'autobiografia del fascismo e del nazismo.
Sono la natura intima, congenita di questa che non è una teoria politica e mi dispiace che in quest'Aula sia stato detto: non è stata una contingenza politica, quella di approvare quelle infami leggi. Quando una parola importante, per certi versi magnifica, come “identità”, diventa lo strumento della sopraffazione, della discriminazione e della violenza, allora c'è qualcosa di malato e la cura non può essere che la democrazia, l'accoglienza e il senso di umanità.
Dispiace, in questo, non riconoscere oggi la presa di distanza dalle posizioni antisemite che in Ungheria, che teorici della nuova destra, come Steve Bannon, propongono sistematicamente come fondamenti delle loro teorie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Dispiace che questo Parlamento non sappia, attraverso la produzione di un documento, di una mozione, cosa pensa la Lega di questo argomento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Lo dico con rispetto per l'autonomia dei parlamentari, ma chi, qui, fa obiezioni e talvolta ironia sul vuoto dei banchi, non può tirarsi indietro quando si ricorda che il vuoto delle idee è molto più grave (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Le razze non esistono e, purtroppo, i razzisti sì e vanno combattuti; gli atti di antisemitismo tutti i giorni ci sono e vanno contrastati con il codice penale, quando serve, con le scelte del Governo, come previsto dalla legge anche eventualmente proponendo lo scioglimento di organizzazioni che utilizzano simboli, teorie e, esplicitamente, incitano all'odio, con la chiusura dei siti web, con l'intervento sugli hate speech, con l'idea, però, anche, di promuovere, come diciamo nella nostra mozione in altre, il senso critico di appartenenza a una comunità che non può subire una mutazione antropologica, come avrebbe detto Pasolini, nella sua identità e nella sua radice profondamente democratica e antifascista, cioè la stessa radice della Costituzione.
E non possiamo utilizzare le date della memoria per renderle intransitive, circoscritte solo al dato che ricordano, perché questo sarebbe un delitto nei confronti delle stesse vittime. Allora, noi dobbiamo vedere il presente e non dobbiamo dimenticare che nel presente, io ho avuto occasione di parlare più volte con i massimi responsabili della comunità ebraica, noi dobbiamo contrastare quello che Albert Einstein definiva l'antisemitismo latente. Allora, lo dico con chiarezza, qui, perché questo toccherebbe profondamente la coscienza e anche la libertà religiosa degli ebrei nel nostro Paese: fermate la legge sulla macellazione rituale che vorreste proibire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) con una legge che è stata presentata in nome di altri valori e che vorrebbe impedire la macellazione kosher e halal.
Non mischiate le cose, non partite dai piccoli fatti, perché questi sono grandissimi fatti per chi ne ha il diritto, stabilito anche nelle relazioni che si sono costruite anche grazie al rapporto con il nostro Ministro dell'interno Marco Minniti, con la comunità ebraica.
E allora, vedete, e concludo, noi abbiamo bisogno di contrastare tutte le forme latenti, larvate ed esplicite - e concludo, signor Presidente - di antisemitismo e lo voglio dire con chiarezza anche di coloro i quali utilizzano l'antisionismo per costruire una ragione politica a una critica che invece di politico non ha nulla. Io credo che sia giusto, è stato qui ricordato, avere un'opinione, contrastare criticamente tutto ciò che riguarda l'ambito della democrazia, quindi, anche i Governi di Israele, ma che sia impossibile, negare da parte del nostro Paese e dalla nostra cultura e coscienza democratica, la sua esistenza e l'esistenza di un fondamento anche di teorie politiche sioniste.
Questo è il senso della nostra iniziativa; noi abbiamo bisogno di una azione determinata, abbiamo bisogno di una crescita culturale, abbiamo bisogno di gesti e leggi che non offendano, con azioni antisemite, islamofobiche costruite per costruire di nuovo la discriminazione come fondamento delle nostre leggi, il recupero di una memoria che invece dovrà essere per sempre cancellata non dalla nostra testa ma dai codici che noi andremo a scrivere. Mai più una legge basata sulla nazionalità, sulla religione e sulla costruzione di un'idea di discriminazione. Così noi renderemo memoria alle vittime e a coloro i quali hanno sofferto l'abominio della Shoah.