Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 6 Dicembre, 2017
Nome: 
Davide Mattiello

1-01763

Grazie, Presidente, sottosegretaria Sesa Amici, colleghi. Direi che, in buona sostanza, dobbiamo andare avanti così. La mozione del Partito Democratico muove da quattro convinzioni. La prima: il diritto alla salute, universale e fondamentale, è tutelato dall'articolo 32 della Costituzione. Secondo: la Repubblica coerentemente impiega a tal fine una considerevole quota di spesa pubblica. Terza convinzione: corruzione, interessi illeciti, appetiti della criminalità organizzata tendono naturalmente a concentrarsi proprio lì dove maggiori sono le risorse da aggredire; dove se no? Ma la quarta convinzione, come ha ribadito la sottosegretaria Sesa Amici, introducendo il dibattito di questa mattina, è che negli ultimi anni sono stati assunti provvedimenti, su iniziativa di questa maggioranza e del Governo, per fare fronte a questa situazione e ridurre al massimo i margini di manovra di questi delinquenti, tanto più odiosi perché speculano sulla maggiore vulnerabilità delle persone.

Questi provvedimenti mi sembra siano stati sempre assunti resistendo a due tentazioni. La prima tentazione è pensare che la corruzione sia un male dell'anima e che le regole non servono a nulla per contrastare la corruzione, che vengano sempre aggirate, che quindi richiamino semmai un sorriso di compatimento. La seconda tentazione è che moltiplicare le regole basti di per sé a risolvere il problema della corruzione. Queste sono due tentazioni, dentro le quali il Partito Democratico, la maggioranza e il Governo si sono mossi.

Ma dico di più. Gli impegni, che qui vengono ribaditi e a cui il Governo ha dato parere favorevole, sono impegni che a loro volta trovano, ribadiscono, rafforzano un equilibrio tra le competenze dell'ANAC e la maggiore, sempre maggiore, responsabilizzazione di chi deve gestire il Servizio sanitario nazionale a livello centrale e a livello locale. L'ANAC non diventa, non deve diventare, non vogliamo che diventi, una super struttura che finirebbe con il creare un alibi, deresponsabilizzare. Non l'abbiamo creata per questo - segnalo che l'abbiamo creata noi -, non l'abbiamo creata per questo, non vogliamo che diventi questo, vogliamo continuare a lavorare, tenendo l'equilibro tra responsabilizzazione di chi gestisce il servizio e lo strumento dell'ANAC.

Veniamo allora - faccio un passaggio su questo – all'istituzione dell'ANAC, che è stato effettivamente un provvedimento significativo, per alcuni versi decisivo. L'ANAC, l'11 settembre 2013, ha approvato, su proposta del Dipartimento della funzione pubblica, il Piano nazionale anticorruzione, che permette di disporre di un quadro unitario e strategico di programmazione delle attività, per prevenire e contrastare la corruzione nel settore pubblico e creare le premesse perché le amministrazioni possano redigere i loro piani triennali per la prevenzione della corruzione. Raffaele Cantone, il presidente dell'Autorità nazionale, nella relazione 2016, illustrata alla Camera nel luglio del 2017, ha sottolineato che, grazie alla proficua collaborazione con Ministero della salute e Agenas - l'Agenas è l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali -, si sono individuate le aree più vulnerabili ad abusi e corruzioni (gli appalti, i concorsi, l'accreditamento, la gestione dei proventi delle sperimentazioni cliniche, delle liste d'attesa, delle camere mortuarie) e si è chiesto di adottare, per esse, specifiche misure preventive, la cui attuazione sarà oggetto di un piano ispettivo ad hoc: un'attività - sottolinea l'Autorità anticorruzione - volta non a criminalizzare, ma a preservare un settore che ha grandi eccellenze e che consenta a tutti l'accesso alle cure.

La relazione evidenzia le luci e le ombre nell'applicazione dei vari strumenti di prevenzione della corruzione. Secondo la relazione, lo scorso anno sono state avviate 845 istruttorie, soprattutto nei confronti di comuni, strutture sanitarie e società pubbliche, ma pochissime, 12, sono state le sanzioni erogate, a conferma del loro utilizzo solo come estrema ratio, ma anche dell'elevato livello di adeguamento alle richieste dell'Autorità.

Insomma, ho fatto questo approfondimento rispetto ad ANAC ed alla relazione di ANAC, proprio per ribadire che la strada è intrapresa da tempo, che c'è consapevolezza di quanto sia corrosiva della credibilità delle istituzioni, del rapporto fiduciario tra cittadini e istituzioni, la presenza di malaffare, corruzione e criminalità organizzata proprio nel settore della sanità, ma - e concludo, Presidente, sottosegretaria e colleghi - in questi anni, altroché, siamo andati avanti su questa consapevolezza, resistendo a quelle tentazioni e cercando di trovare la giusta mediazione. Lo dice l'approvazione in via definitiva della legge su quello che ancora chiamiamo whistleblowing, cioè colui che denuncia gli illeciti, assumendosi la responsabilità della segnalazione, uno strumento che ha rappresentato un ulteriore significativo passo in avanti nella lotta alla corruzione, un'efficace e concreta tutela di chi segnala gli illeciti, così come l'introduzione dei reati di autoriciclaggio, il falso in bilancio, il potenziamento del voto di scambio, l'estensione ai corrotti delle misure di prevenzione patrimoniali - ci accorgeremo negli anni di quanto abbiamo avuto lucido e pacato coraggio nel prevedere l'estensione delle misure di prevenzione a chi pratica in maniera sistemica la corruzione -, l'adeguamento delle pene, la riforma della prescrizione, l'accelerazione dei tempi del processo, che consentono a questa legislatura, sul fronte della lotta contro la corruzione, di chiudersi con un bilancio decisamente in attivo e, per alcuni versi, senza precedenti.

Questa mozione, insomma, che ci accingiamo a votare - così come le altre in coerenza proposte anche dal Governo -, rappresenta il nostro modo di fare politica, il modo di chi sa che non esiste la bacchetta magica per risolvere tutto e subito, il modo di chi sa che è vietato disperare di fronte alle contraddizioni e ai fallimenti, il modo di chi sa che bisogna fare un passo alla volta, ma, ogni volta, un passo.