Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 7 Luglio, 2015
Nome: 
Marco Causi

Grazie, Presidente. Le mozioni di oggi affrontano una questione di grande sensibilità: il rapporto fra debitori e creditori quando il contratto finanziario è basato sulla concessione di un prestito per l'acquisto dell'unica abitazione di residenza, che ne diventa, a sua volta, garanzia; insomma, il rapporto fra famiglie mutuatarie e banche che hanno concesso un mutuo. 
Questo tema ha un rilievo politico per molti motivi. La crisi finanziaria che ha generato la grande recessione – lo ricordava poco fa l'onorevole Paglia – ha origine proprio, anche se non in Italia, da questo segmento di attività finanziaria. Troppi mutui casa concessi dalle banche statunitensi e inglesi, ma anche spagnole e irlandesi, a famiglie che non sono riuscite a ripagare il debito; conseguenze: espropri per le famiglie, perdite e talvolta fallimenti per le banche, che si sono ritrovate proprietarie di un patrimonio immobiliare svalutato e di difficile utilizzazione e, quindi, bail-out con i soldi pubblici e poi bail-in,ne abbiamo discusso qualche giorno fa. 
Insomma, i rapporti fra creditori e debitori e la cornice legale in cui si sviluppano sono cruciali per il funzionamento di un'economia avanzata, ma lo sono soprattutto adesso, mentre cerchiamo con fatica di uscire dalla peggiore crisi finanziaria degli ultimi ottant'anni. Ci vuole pragmatismo, flessibilità, occorre evitare ideologismi, evitare facili demagogismi. 
La storia ci consegna due insegnamenti, che non dovremmo mai dimenticare: il primo è che è sempre indispensabile una cornice legale di garanzia a tutela di chi presta denaro, poiché in assenza di questo non avremmo attività di credito e faremmo regredire i nostri Paesi indietro di parecchie centinaia di anni. Un sistema creditizio è essenziale per un'economia avanzata, perché alloca meglio le risorse esistenti. Ad esempio, permette di allocare i risparmi delle famiglie risparmiatrici a vantaggio delle famiglie giovani, che hanno bisogno di un mutuo per comprare casa. 
Ridurre queste garanzie, anche in casi particolari, deve essere sempre fatto in modo calibrato, per evitare la contrazione dei flussi di credito. Ricordiamoci, peraltro, che nel primo trimestre del 2015, i mutui per l'acquisto di immobili in Italia sono aumentati del 50 per cento, con aumenti, finalmente, anche per i mutuatari al di sotto dei 35 anni. Nessuno, credo, vuole inceppare questa ripresa, dopo anni, invece, di contrazione dei crediti. 
Il secondo insegnamento che ci lascia la storia è che, quando un debitore è in difficoltà, non è sempre razionale e conveniente per il creditore disinteressarsene. Aiutare il debitore a superare lo stato di difficoltà può permettere al creditore di rientrare del proprio investimento. In alcuni casi, conviene al creditore accordarsi su piani di ristrutturazione dei debiti, a vantaggio del debitore, per poter rientrare almeno in parte del prestito, quando l'alternativa per lui è, eventualmente, il rischio di perderlo interamente. 
In fondo, è in questa direzione che vanno tutti gli istituti giuridici del diritto fallimentare e, ancora più, di quello prefallimentare in tutto il mondo.
Capiamo bene che c’è qualche parallelismo con le questioni macro-finanziarie e politiche che in questi giorni fanno discutere tutta Europa e in effetti è così: i due insegnamenti della storia valgono anche per i debiti pubblici sovrani. Ci vogliono garanzie, da un lato, ma dall'altro lato un debitore insolvente è un problema non solo per se stesso, ma anche per chi gli ha prestato i soldi. A questo elemento non vanno annesse valutazioni morali, ma soltanto calcoli di convenienza razionale. 
Forse il capitalismo anglosassone ha troppo ecceduto nel finanziare la crescita con il debito, ma, al contrario, il capitalismo renano dovrebbe smetterla di pensare che i debitori siano moralmente più riprovevoli dei creditori. In realtà, creditori e debitori stanno sulla stessa barca: chi presta soldi assume un rischio e, di fronte a un debitore insolvente, deve assumere una atteggiamento razionale e di convenienza economica, rifuggendo da giudizi di tipo morale e politico. Speriamo che Unione europea e Grecia si ricordino di questi insegnamenti della storia e sappiano trovare l'unica strada vantaggiosa per entrambe, cioè fare un accordo. 
Veniamo adesso al tema specifico oggi in discussione. Sulla questione della pignorabilità ed espropriabilità della prima casa, pur non avendo – per fortuna – il fenomeno assunto in Italia le proporzioni massicce viste negli Stati Uniti, ma anche in Spagna, in questa legislatura, con iniziative di Governo e maggioranza e talvolta con il supporto anche delle opposizioni, sono state assunte iniziative importanti a tutela delle famiglie in difficoltà nel ripagamento dei debiti. In primo luogo, il divieto di esproprio per debito tributario – cioè da parte di Equitalia – per l'unico immobile di proprietà del debitore. In secondo luogo, la nuova procedura di composizione delle crisi di indebitamento (legge n. 3 del 2012), rivolto a famiglie e piccole imprese che non rientrano nelle procedure fallimentari. Queste disposizioni consentono, sotto la supervisione di un giudice, un'effettiva ristrutturazione dei debiti contratti, con un bilanciamento degli interessi fra creditore e debitore. 
La legge, però, non ha finora trovato piena applicazione per il ritardo con cui sono stati emanati i decreti attuativi, pubblicati soltanto nel gennaio 2015. Ma adesso che i decreti sono pubblicati, è il momento di correre, di dare piena attuazione allo strumento della composizione delle crisi da sovraindebitamento per i soggetti non fallibili (famiglie e piccolissime imprese), eventualmente anche rafforzando questo strumento, cosa che, come Partito Democratico, ci proponiamo di fare con appositi emendamenti al decreto-legge n. 83 del 2015, in materia di diritto fallimentare, che ha cominciato il suo iter in Commissione giustizia alla Camera. 
In terzo luogo, abbiamo rilanciato in modo sinergico le politiche per la casa, in particolare.....
In terzo luogo, c’è stato un rilancio sinergico delle politiche per la casa, a partire dal decreto-legge n. 47 del 2014, oggi legge n. 80 del 2014, un'iniziativa che mette in campo un'intera tastiera di misure che da anni non si vedevano in Italia: Fondo della Cassa depositi e prestiti per l'acquisto di prima casa, con già erogati 200 milioni di euro; rifinanziamento del Fondo acquisto prima casa giovani coppie; rifinanziamento del Fondo sostegno affitti; nuovo Fondo per la morosità incolpevole; nuovo Fondo nazionale di garanzia per l'acquisto della prima casa; Programma nazionale di recupero degli immobili ERP, che, con le risorse già disponibili, permetterà di mettere a disposizione 16 mila alloggi sociali nei prossimi 18 mesi. 
Fra le varie misure, è stato anche rifinanziato con 40 milioni di euro il Fondo a favore delle famiglie mutuatarie in difficoltà, che prevede la sospensione del pagamento delle rate del mutuo per un massimo di 18 mesi con oneri a carico del bilancio pubblico. Infine, va considerato il prestito vitalizio ipotecario, che è un nuovo modo per fornire liquidità alle famiglie anziane e contribuire così ad evitare la caduta nel circolo vizioso del sovraindebitamento di queste famiglie o dei loro congiunti più giovani. Bene, noi oggi diciamo al Governo che, pur essendo sulla strada giusta, nulla va lasciato di intentato per migliorare tutti questi sistemi di tutela delle famiglie in difficoltà. In particolare, occorre verificare il funzionamento del Fondo dei mutuatari in difficoltà, ampliare le maglie di questa norma sia per estendere le tipologie dei beneficiari, sia per consentire l'utilizzo delle somme del Fondo per il pagamento degli interessi in presenza di un eventuale prolungamento del periodo di moratoria. Secondo: bisogna emanare i decreti di attuazione per il prestito vitalizio ipotecario. Terzo: bisogna mettere in moto i piani di ristrutturazione delle crisi da sovraindebitamento, anche ampliando i soggetti prestatori di garanzia e velocizzando la costituzione degli organismi di composizione delle crisi, per le quali – mi rivolgo al sottosegretario Ferri – mi risulta che siamo ancora in attesa della pubblicazione da parte del Ministero della giustizia dell'apposita domanda di accreditamento. 
In questo senso – e concludo – il Partito Democratico esprimerà voto favorevole, in accordo con le indicazioni del Governo, non solo sulla mozione a prima firma Bazoli, ma anche su tutte le altre mozioni e gli impegni che vadano nelle direzioni che ho cercato di sintetizzare e che, con realismo e senza demogogismi, costruiscano realmente un ampliamento sostenibile delle tutele per le famiglie in difficoltà a causa del debito contratto per l'acquisto della casa di abitazione.