Grazie. Signora Presidente, signor Viceministro, onorevoli colleghe e colleghi, ieri in Aula, così come oggi, è risuonata in tutta la sua ampiezza e gravità l'emergenza Xylella fastidiosa, che il Salento e la Puglia sono costretti da circa due anni a fronteggiare. L'abbiamo narrata noi, sia pure per grandi linee, illustrando la mozione del Partito Democratico a prima firma della collega Mongiello, lo hanno fatto i colleghi delle altre forze politiche e lo ha fatto il Governo, che ha sottolineato l'attenzione – che noi condividiamo – con cui fin dall'inizio ha seguito questa vicenda. Ha descritto le azioni intraprese e rammentato come su questa emergenza siano state messe in campo misure e azioni che – cito testualmente il Viceministro Olivero – non hanno precedenti in campo di malattie fitosanitarie. Quindi, il nostro apprezzamento nei confronti del Governo, dall'inizio del suo impegno, è massimo. D'altra parte, è stato lo stesso Ministro Martina ad affermare più e più volte come in questo caso non si possa parlare di una drammatica questione territoriale ma di una vera e propria emergenza nazionale, avvalorata dalla dichiarazione dello stato di emergenza con cui il Consiglio dei ministri, nel febbraio 2015, ha potuto procedere alla nomina del commissario straordinario, e dalle risorse messe in campo, per 13 milioni di euro, al netto di quanto successivamente previsto nel decreto-legge 5 maggio 2015, n. 51, la cui conversione in legge è prossima; decreto che, insieme all'istituzione di un fondo per sostenere la realizzazione del piano di interventi nel settore olivicolo-oleario, con una dotazione di 4 milioni di euro nel 2015 e di 8 milioni di euro per gli anni 2016-2017, definisce la dotazione relativa alle misure compensative di sostegno per le imprese agricole danneggiate dalla diffusione del batterio della Xylella fastidiosa, con un incremento del fondo di solidarietà di 1 milione di euro nel 2015 e di 10 milioni di euro nel 2016. Le ragioni dell'emergenza vengono dunque confermate in tutta la loro gravità anche da questi importanti e rilevanti atti del Governo, e rafforzano l'esigenza, sostenuta dalla nostra mozione, di implementare gli interventi a sostegno delle imprese danneggiate dalla diffusione del batterio, perché – questo è in fin dei conti il nostro obiettivo – l'olivicoltura salentina e pugliese non debbano morire di Xylella fastidiosa, determinando un contraccolpo enorme per l'olivicoltura nazionale. Chiediamo interventi di sostegno al reddito, che significano anche esenzione dall'IMU per le imprese agricole e i terreni danneggiati dalla diffusione del batterio: obiettivo perseguito da tempo, anche con specifici ordini del giorno presentati e approvati da quest'Aula.La richiesta di sostegno e tutela giunge pressante dal mondo agricolo e dalle associazioni degli olivicoltori, impegnati in prima linea in questa battaglia, e giunge chiarissima da un intero territorio, consapevole di quanto su questa vicenda si giochi parte del suo futuro. E quando parlo di territorio, mi riferisco anche alla voce dei vescovi delle diocesi salentina e brindisina, che più volte si è levata in questa mesi e che nuovamente in questi giorni torna a sollecitare anche la stessa magistratura perché faccia chiarezza in modo rapido.
Vale la pena leggere le dichiarazioni apparse sugli organi di informazione, perché sono la spia di un sentimento diffuso, deciso a difendere il paesaggio e gli ulivi, come elemento identitario fortissimo, e la propria olivicoltura, come segmento economico strategico. Vale la pena leggerle perché è un invito fortissimo anche a che la rassegnazione – e noi conosciamo fin troppo la relazione che intercorre tra il Mezzogiorno e la rassegnazione – non prenda il sopravvento e, anzi, se ci sono aspetti in questa vicenda vengano chiariti al più presto, e il mondo scientifico venga compiutamente e pienamente coinvolto per comprendere appieno i meccanismi di funzionamento del disseccamento rapido dell'azione del patogeno.
D'altra parte, lo sappiamo, in questa vicenda non è coinvolta solo la magistratura penale ma anche quella amministrativa, cui si sono rivolti agricoltori e imprese che si sentivano penalizzati dal piano Silletti relativamente all'eradicazione degli ulivi, alla tutela delle produzioni biologiche e al blocco dell'attività imposto ai vivai.
Dunque, fare presto e fare bene, per evitare che questa divenga sempre più una vicenda protagonista nelle aule giudiziarie. Infatti, la bussola ci dice che il nostro obiettivo è salvare l'olivicoltura salentina e pugliese, tutelare le imprese, difendere le eccellenze delle nostre aziende e del nostro olio, potenziare la ricerca e la sperimentazione, facendo – perché no ? – del territorio anche un parco di ricerca all'aperto e avere la certezza delle risorse. Insieme a questo, occorre rilanciare compiutamente l'olivicoltura nazionale, perché il nostro Paese torni ad essere un competitor di tutto rispetto, forte peraltro di quella varietà dicultivar che lo rende unico. C’è tutto questo alla base della nostra mozione, ma non solo. C’è una difesa di un modello di sviluppo che in questi anni, sempre più radicalmente, si è affermato, non solo nel Salento e in Puglia, ma nell'intero Paese, coniugando in modo innovativo paesaggio, agricoltura, turismo, beni culturali e ambientali, enogastronomia, quel che si dice brand Italia, un modello di sviluppo che sta dando i suoi frutti, anche nel segno di un ritorno all'agricoltura delle giovani generazioni, fondamentale perché – lo sappiamo fin troppo bene – è anche alla presenza di un'agricoltura virtuosa che dobbiamo la cura e la tutela del paesaggio.
Ho avuto modo come tanti di noi di incontrare e di conoscere, nel corso di questi mesi, alcuni di questi giovani imprenditori agricoli. Sono appassionati, preparati, motivati, tenaci, sono quelli che hanno creduto in un rilancio dell'agricoltura e nelle nuove frontiere del biologico e hanno temuto fortemente che le misure fitosanitarie richieste dall'Europa potessero mettere a serio rischi l'impegno e il lavoro di anni.
D'altra parte, non sono state poche le voci critiche relativamente al timore di un uso massiccio di fitofarmaci e pesticidi per l'impatto sia sull'ambiente che sulla salute delle popolazioni. Ecco perché, non a caso, nella mozione del Partito Democratico illustrata ieri e confermata oggi anche con questo voto finale, sottolineiamo la necessità del rafforzamento delle buone pratiche agricole e sosteniamo con forza la necessità di dare piena attuazione agli impegni assunti con la risoluzione approvata dalla stessa Commissione agricoltura della Camera dei deputati lo scorso 8 ottobre. Perché noi siamo convinti che la Xylella fastidiosapuò essere combattuta solo con il potenziamento dell'azione di ricerca e sperimentazione, per chiarire i meccanismi alla base del fenomeno e per studiare l'agente patogeno, e può essere combattuta adeguatamente anche se noi comprendiamo a fondo il comportamento delle differenti cultivar dinanzi al batterio. Già sperimentazioni di questa natura stanno avvenendo ed è assolutamente necessario proseguire su questa strada, anche per capire come convivere al meglio con la sua presenza, e può essere combattuta incrementando e potenziando le buone pratiche agricole, oltre modo raccomandate dal piano Silletti, a volte desuete.
Anche perché – non dobbiamo ignorarlo – i meccanismi legati all'erogazione delle risorse europee non sempre hanno incentivato in questi anni la produzione e la produzione di qualità. Termino con questo tema, il confronto con l'Europa, perché siamo convinti – e nella mozione è appunto rilevante – che il negoziato con l'Europa e l'impegno dell'Italia, così come sta facendo, debbano necessariamente essere condotti anche per ridefinire la radicalità delle misure che ci vengono imposte e che, se attuate alla lettera, trasformerebbero in deserto parte del nostro paesaggio. Noi siamo consapevoli, al pari dei commissari europei, che il rischio batterio non debba propagarsi ad altre regioni né ad altri Paesi, quegli stessi Paesi che per paura hanno dichiarato, senza apparente ragione, il blocco delle importazioni anche per specie esenti dal rischio Xylella. Siamo consapevoli della necessità di impedire epidemie ancora maggiori e, per questo, abbiamo sostenuto fin dall'inizio l'urgenza delle buone pratiche, che – sono parole del Commissario Silletti – hanno di fatto ridotto notevolmente la presenza del patogeno. Crediamo però che i vincoli all'esportazione delle produzioni vivaistiche e agroalimentari pugliesi debbano essere rimossi, che le indicazioni radicali circa la rimozione e la distruzione della fascia di sicurezza degli ulivi e di tutte le piante ospiti presenti nel raggio di 100 metri, indipendentemente dal loro stato di salute, debbano essere modificate e chiediamo che, nella definizione del nuovo piano del Commissario straordinario, vengano contemplate, insieme alle nuove misure europee, anche le evidenze della ricerca, della sperimentazione e degli approfondimenti tecnici degli enti di ricerca e degli organismi operanti nel campo agronomico e fitosanitario. È per tutte queste ragioni che il gruppo del PD dichiara il proprio sostegno e il proprio voto alla mozione, così come riformulata dal Governo, che ringraziamo per l'impegno dimostrato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).