Discussione generale
Data: 
Lunedì, 18 Settembre, 2023
Nome: 
Andrea Casu

A.C. 911

Onorevoli colleghi, onorevoli colleghi relatori e signor rappresentante del Governo, oggi discutiamo un provvedimento che riprende il contenuto di un disegno di legge che, già nella scorsa legislatura, era arrivato praticamente a conclusione, approvato dall'altro ramo del Parlamento.

Purtroppo, lo scioglimento anticipato delle Camere ci ha costretto a discutere in questa legislatura un provvedimento che probabilmente avremmo già dovuto concludere nella precedente legislatura, per - e riprendo le parole del relatore - il ricordo, anche emozionato, di quel 19 giugno del 2021, quando Umberto e Greta vennero travolti nel lago di Garda e della tragedia che colpì Luca Fusi pochi giorni dopo.

Tanti fatti ci dimostrano come sia molto importante e fondamentale inserire nel nostro ordinamento penale la fattispecie dell'omicidio nautico e di considerare l'omicidio nautico - il reato di lesioni personali nautiche - così come è stato per l'omicidio stradale, una priorità da un punto di vista dell'azione legislativa, attraverso strumenti concreti.

Sono anche previste, nel provvedimento in corso di approvazione, le ipotesi di fuga del conducente in caso di omicidio nautico, di lesione nautiche gravi o gravissime o le evenienze in cui è possibile procedere all'arresto in flagranza.

Ora il testo in esame - è stato ricordato sia dall'intervento del relatore sia dagli altri interventi - è composto di due articoli, nei quali sono disciplinati, oltre alle fattispecie richiamate, anche le ipotesi di fuga del conducente e, in particolare, all'articolo 1, comma 1, che sostituisce l'articolo 589-bis del codice penale, il cosiddetto omicidio stradale, che attualmente riguarda la sola fattispecie del reato di omicidio stradale, al fine di estendere la relativa disciplina anche all'omicidio nautico.

In tal modo, viene istituita questa nuova fondamentale fattispecie penale: nel dettaglio, la modifica del primo comma dell'articolo 589-bis prevede che la morte conseguente alla violazione delle norme sulla disciplina della navigazione marittima interna integri un'ipotesi di omicidio colposo punibile con la reclusione da due a sette anni; la modifica del secondo comma dell'articolo 589-bis estende le previsioni del primo comma a chiunque, ponendosi alla conduzione di un'unità di diporto in stato di ebbrezza alcolica o di alterazione psicofisica conseguenti all'assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope cagioni, per colpa, la morte di una persona. In questo caso, la pena prevista è da 8 a 12 anni di reclusione.

Ai riferimenti normativi concernenti lo stato di ebbrezza e lo stato di alterazione psicofisica conseguente all'assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope contenuti nel codice della strada (rispettivamente articolo 186, comma 2, lettera c) e articolo 187) vengono affiancati gli analoghi riferimenti contenuti nel codice della nautica da diporto. Inoltre, il testo che stiamo esaminando modifica i commi terzo e quarto dell'articolo 589-bis che attualmente prevedono ulteriori ipotesi di omicidio colposo commesso in stato di ebbrezza alcolica, per estendere le previsioni anche all'omicidio nautico.

Ora, io non andrò ad intervenire su tutti gli altri elementi dei due articoli, anche perché penso che sia utile per la nostra discussione di oggi non ripetere le cose su cui c'è una sintesi tra il lavoro della scorsa legislatura e quello della attuale e dove c'è una possibile convergenza, diciamo, di finalità sia tra le forze di maggioranza e opposizione.

Andiamo piuttosto a cercare di affrontare i punti su cui già, a giugno, nell'iter in Commissione ci siamo divisi su alcuni emendamenti e spero che oggi invece daremo al Paese un segnale diverso.

Io penso che sia giusto e importante. Perché? Che cos'è questo provvedimento che stiamo affrontando?

E' un'occasione per rendere più attuale una norma che ha avuto un impatto positivo per quanto riguarda almeno l'assunzione di consapevolezza di coscienza di quanto sia grave l'elemento dell'omicidio stradale. Di fronte alle stragi che avvengono sulle nostre strade, alla violenza stradale che si accanisce contro persone più deboli c'è un'assunzione di responsabilità dell'ordinamento che ha previsto una fattispecie nuova di reato. Ma, quando è stato fatto, non si teneva conto di alcuni aspetti di cui era giusto tenere conto.

E allora si interviene con una nuova norma che va a correggere questo testo e a integrare e inserire un nuovo aspetto.

Da questo punto di vista, noi abbiamo presentato un emendamento molto chiaro - e basta aprire un giornale di oggi per capire come questo tema sia nell'agenda anche dell'azione di questo Governo o almeno nell'agenda delle dichiarazioni di principio di questo Governo - chiedendo che, così come ci sono delle condotte (e l'abbiamo ripetuto adesso per l'omicidio stradale e per l'omicidio nautico) che rappresentano delle aggravanti, perché nel momento in cui si uccide una persona sotto l'uso di sostanze stupefacenti o dopo aver abusato di sostanze alcoliche, siamo chiaramente dinanzi ad un comportamento più grave e come tale deve essere sanzionato: non solo in via amministrativa, non solo con una multa più pesante, non solo col ritiro della patente, bensì deve essere sanzionato penalmente, come è giusto e corretto che sia.

Noi riteniamo che non si possa continuare a tenere gli occhi chiusi del codice penale su un fenomeno dilagante di utilizzo dello smartphone alla guida, perché basta passare sei-sette secondi con gli occhi sullo schermo, andando a 50 chilometri orari, mentre si vuole rispondere a un messaggio - è ancora più criminale se si vuole fare un video o una diretta social o un qualunque tipo di intervento che va in questa direzione - per avere una situazione come se si stesse procedendo per cento metri ad occhi chiusi.

E questo vale per l'omicidio stradale, ma vale ancora di più per l'omicidio nautico: perché quando uno vede il mare davanti libero, il lago tutto libero e sta guardando uno schermo, si sente ancora più libero magari di poter guardare il cellulare e non si accorge che c'è quel gozzo, quella persona che sta nuotando o quella persona che proprio non vede all'orizzonte.

E quindi l'attenzione alla guida non è solo un tema relativo a quello che uno ha fatto due ore prima o tre ore prima del presunto momento in cui potrebbe avvenire l'omicidio, ma è quello che avviene anche in quel momento; cioè, l'omicidio guardando uno schermo è un omicidio in flagranza di reato e si tratta di un'aggravante.

Noi abbiamo chiesto una cosa semplice: tenendo conto degli interventi che si stanno ipotizzando sul codice della strada - oggi il Governo affronterà questo tema - abbiamo rimarcato come, nel momento in cui si sta intervenendo sull'omicidio stradale ovvero stiamo intervenendo sull'omicidio nautico per attualizzare l'omicidio stradale, non si possa ignorare questa fattispecie gravissima.

Abbiamo visto cosa è successo ad Alatri, ci siamo resi conto di quello che è successo con la tragedia del piccolo Manuel a Roma: ogni giorno, enormi tragedie di persone che stanno facendo un video con il telefono cellulare.

E non si risponde solo con le multe, non si risponde solo con le sanzioni: è un comportamento troppo grave, perché questi casi di cronaca tremendi sono solo la punta dell'iceberg di una sottovalutazione complessiva di un pericolo gravissimo, che noi abbiamo quando ci mettiamo alla guida tenendo uno smartphone in mano.

E pensiamo tutti che poi alla fine abbiamo quella soglia d'attenzione, che possiamo tenere un occhio qui e un occhio lì, che possiamo intervenire all'ultimo momento, ma non si può intervenire all'ultimo momento se si guida ad occhi chiusi (e questo è troppo grave).

Ora, la richiesta che avevamo fatto con questo emendamento, bocciato inspiegabilmente dalla maggioranza, è la seguente: di fronte ad un fenomeno così grave assumiamoci una responsabilità collettiva.

Ci confronteremo sugli interventi sul codice della strada. Ci saranno le proposte del Governo e ci sono le proposte dell'opposizione. Noi abbiamo presentato anche testi di legge su questo tema di cui vi ho detto e anche una proposta di legge dopo la bocciatura dell'emendamento, insieme ai colleghi della Commissione giustizia, al capogruppo Gianassi e a 20 parlamentari del Partito Democratico, chiedendo di intervenire con un testo apposito. Se in questo non si può fare, allora si faccia con un altro testo, si faccia con un decreto, ma si faccia l'intervento anche sul codice penale nei confronti di questo comportamento che deve essere sanzionato.

Abbiamo presentato proposte sulle vittime della strada. Noi abbiamo i fondi dell'RC auto che devono essere destinati all'assistenza delle vittime della strada e da anni, da 40 anni, c'è una legge che lo dice. Questa assistenza avviene, ma c'è un grande vulnus: c'è il vulnus che, di fronte alla complessità delle cose che bisogna fare dopo aver subito una tragedia, le persone sono spesso sole. Non c'è un luogo dove andare e ricevere assistenza legale, non c'è un luogo dove si può ricevere un'assistenza medica continuativa che non sia solo quella legata all'emergenza, cioè l'ambulanza che ti viene a prendere, ma anche la capacità di seguire le conseguenze fisiche e psicologiche, spesso decennali, che ci sono a seguito di un sinistro di questo tipo.

Allora, quei fondi che ci sono, al di là di dare i rimborsi che spesso arrivano a chi è in grado di poter accedere alle informazioni che servono per espletare tutte le procedure necessarie, devono essere anche utilizzati per mettere tutti nelle condizioni di poter rispondere, per sostenere quelle associazioni e quelle reti volontarie che ci sono sul territorio, che da esperienze di tragedie personali costruiscono grandi momenti di riscatto dei territori, che intervengono per fare da sprone nei confronti delle amministrazioni per cercare di costruire strade più sicure, per creare luoghi e spazi più a misura dei pedoni. Abbiamo visto in questo weekend i dati drammatici sulla strage di pedoni che sta avvenendo nelle nostre strade. Poi, sulla cultura che ci deve essere nelle scuole, con la possibilità di avere una giornata in cui ricordiamo tutte le vittime delle tragedie nelle strade, una giornata in cui c'è la possibilità di spiegare a tutti anche la pericolosità della guida, perché noi ne trasmettiamo tanti aspetti positivi, abbiamo film bellissimi che ci raccontano di quanto si possa andare veloce e correre in maniera forsennata sulle strade, ma non riusciamo a comunicare, con la stessa forza, quanto rappresenti un pericolo enorme per noi stessi e per gli altri questo tipo di condotta.

Di fronte a tutto questo abbiamo tante cose da fare. Sicuramente è importante intervenire nei confronti dell'omicidio nautico, perché è un elemento che va considerato. Da questo punto di vista abbiamo presentato degli emendamenti di merito che ripresenteremo in Aula, perché speriamo che ci sia un'attenzione diversa rispetto a quella c'è stata in Commissione. Un emendamento che abbiamo presentato intende chiarire che per le unità di diporto adibite al noleggio, ricomprese nella definizione di unità di diporto e utilizzate ai fini commerciali (articolo 3, comma 1, lettera a), del codice della nautica da diporto, di cui al decreto legislativo n. 171 del 2005), occorre non la patente nautica, come riportato nel testo, bensì il titolo professionale del diporto, ai sensi del regolamento recato con il decreto del 10 maggio 2025, n. 121, del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Quindi, chiediamo un'indicazione accurata anche nel testo normativo del titolo necessario per portare avanti la condotta che viene inserita nella norma.

L'ultimo emendamento, oltre a ribadire la necessità di introdurre le aggravanti sopra ricordate nelle proposte emendative precedenti, interviene per correggere un errore. Infatti, per le unità di diporto adibite al noleggio, ricomprese nella definizione di unità di diporto utilizzate a fini commerciali ai sensi dell'articolo 3, comma 1, lettera a), del codice della nautica da diporto (decreto legislativo n. 171 del 2005), occorre questo titolo, cioè il titolo professionale del diporto.

Per quanto riguarda, invece, l'altro emendamento, s'intendono prevedere aggravanti nel caso di determinati comportamenti, quali mancato rispetto della precedenza o mancato rispetto della distanza dalla costa, per coloro che, alla guida di unità da diporto, causano la morte di una persona, come già previsto per i conducenti di autoveicoli. Quindi, abbiamo presentato anche due emendamenti di merito per quanto riguarda proprio la fattispecie dell'omicidio nautico, chiedendo di uniformare maggiormente la disciplina rispetto a quanto avviene per i veicoli e di farlo utilizzando una terminologia più appropriata riguardo ai titoli necessari per portare avanti determinate condotte.

Ma, al di là di questo, quello che noi chiediamo è che non si sprechi questa occasione in Parlamento. Abbiamo un tema che è centrale e, dunque, si deve dare un segnale chiaro. Abbiamo avuto vari annunci di queste modifiche del codice della strada. Arriveranno probabilmente oggi, se gli annunci saranno confermati. Ci confronteremo nel merito e questo lo dico da forza d'opposizione, perché tutto quello che andrà nella direzione di garantire un'effettiva sicurezza sulle strade, un maggiore sostegno delle vittime, delle loro famiglie, delle comunità, un sostegno alle amministrazioni locali che sono chiamate a fare investimenti importanti in questa direzione, tutto ciò che va nella cultura dell'educazione stradale e nella direzione di quello che chiedono le nostre proposte, come Partito Democratico avrà la nostra attenzione, il nostro confronto e il nostro sostegno. Però, non si possono tenere gli occhi chiusi sul fatto che non è solo per via amministrativa che si deve intervenire nei confronti di un comportamento criminale che rischia di portare a una crescita esponenziale delle morti sulle nostre strade, perché - e qui veramente concludo - gli studi dicono che circa il 15 o il 20 per cento - in base ai diversi studi - degli incidenti che noi abbiamo che noi abbiamo sono frutto di una disattenzione alla guida legata all'utilizzo di uno Smartphone. Ci sono numeri differenti, ma io penso che questa sia solo la punta dell'iceberg, perché per ogni incidente che avviene ci sono tantissimi incidenti rischiati o incidenti causati, perché la mia disattenzione guardando lo Smartphone può generare un comportamento errato da parte di un altro automobilista o di un altro pedone o di un altro motociclista, che vede un mezzo andare alla cieca e, allora, è chiamato a cambiare il suo comportamento. Di fronte a tutto questo bisogna porre un argine.

Noi l'abbiamo chiesto con i nostri emendamenti e chiediamo oggi al relatore, ai rappresentanti del Governo e a tutto il Parlamento di leggere con attenzione quello che chiediamo con i nostri emendamenti e di cogliere questa occasione. Penso che se il tema - e sarà sicuramente condiviso - è questo, anche da parte del Senato ci sarà la disponibilità, in maniera chirurgica, di intervenire rapidamente, perché - e qui veramente concludo - noi oggi stiamo facendo, 6-7 anni dopo, un'attualizzazione giusta di una legge. Allora, evitiamo di ritrovarci a dover attualizzare ulteriormente una misura, che dovremmo già attualizzare oggi, fra 6-7 anni. Lo possiamo fare oggi in discussione generale, condividendo questo contenuto, e lo potremo fare mercoledì, votando qui in Parlamento i nostri emendamenti. Cerchiamo di dare un segnale chiaro nei confronti dell'utilizzo criminale dello Smartphone alla guida da parte di chi, mentre sta guidando un mezzo, un mezzo nautico o uno su strada, gira un video o fa una diretta social, mettendo a rischio la propria vita e quella degli altri senza rendersi conto della gravità assoluta di questo gesto.