Discussione generale
Data: 
Lunedì, 26 Febbraio, 2024
Nome: 
Irene Manzi

A.C. 630-A​ e abbinata

Grazie, Presidente. Proprio pochi giorni fa, quest'Aula, come lo stesso relatore ricordava, ha commemorato quanto avvenuto a Firenze lo scorso 16 febbraio, a seguito del crollo di un cantiere Esselunga. Sono scopi sono deceduti cinque operai e tre sono rimasti feriti. I racconti che abbiamo ascoltato in quest'Aula anche da parte dei colleghi che sono stati a visitare quel cantiere all'indomani della tragedia sono racconti drammatici. Il nostro pensiero, anche in questa sede, anche nel momento in cui parliamo di una norma che vuole introdurre la cultura e i principi in materia di sicurezza del lavoro all'interno delle scuole, ci richiama alla vicinanza alle famiglie e ai feriti e alla necessità di una presa di coscienza di un fatto, cioè che non bastano le commemorazioni perché, da quel 16 febbraio, ci sono state altre, ulteriori morti sul lavoro che, purtroppo, hanno portato, a poco più di 50 giorni dall'inizio dell'anno, a oltre 180 morti sul lavoro, considerando anche coloro che sono deceduti nel tragitto dalla propria casa al luogo di lavoro. È una cifra terribile quella che risuona in quest'Aula proprio perché ci fa riflettere su un fatto, cioè che nel nostro Paese si registra un morto sul lavoro ogni otto ore e mezza. Quindi non è peregrino parlare di questo nel momento in cui si interviene in tema di istruzione, proprio perché nessuna norma, in realtà, anche se motivata dalle migliori intenzioni, potrà essere realmente efficace se non si interverrà a monte, per poter garantire effettivamente condizioni minime di sicurezza sul lavoro.

Le condizioni minime di sicurezza sul lavoro fanno riferimento a un intervento, come si è ricordato anche in occasione della commemorazione in quest'Aula, in materia di subappalti, in materia di sicurezza, in materia di controlli e di regole uniformi tra cantieri pubblici e cantieri privati. Poche ore fa, la Ministra Calderone, tra l'altro, ha aperto anche all'eliminazione di quanto consente l'interposizione illecita, quindi a intervenire in questo senso; bene, pensiamo che sia un provvedimento giusto - oggi, tra l'altro, ci sarà una riunione importante con le forze sindacali -, però pensiamo che sia necessario aprire un confronto ampio e largo su questo tema tra tutte le forze politiche, proprio perché, come ha ricordato il Presidente Mattarella, la sicurezza non è un costo e non è un lusso, soprattutto, ma è un dovere, a cui corrisponde un diritto inalienabile in capo a ogni persona, che richiede di applicare il contratto edile siglato, segnatamente dalle associazioni più rappresentative, anche agli appalti e ai subappalti privati, proprio per garantire parità economica e normativa a tutti i lavoratori e le lavoratrici. Quindi, apriamo un confronto ampio e largo in quest'Aula, mi auguro, su questo tema, che è un tema che si lega strettamente a quello di cui oggi discutiamo in quest'Aula. Ciò proprio perché la scuola ha l'obbligo, l'impegno fondamentale di diffondere sempre più la consapevolezza dei diritti e dei doveri irrinunciabili della cittadinanza responsabile che sono riconosciuti ai cittadini e alle cittadine. Ed è molto importante che gli studenti e le studentesse, sin dai primi gradi di istruzione, possano conoscere - ed esserne consapevoli - l'importanza e la centralità del tema della sicurezza sul lavoro, la sicurezza appunto. Ma a questo termine io ne aggiungerei altri due, che ritengo importanti e fondamentali: il tema della salute, in piena attuazione dei principi che, del resto, lo stesso decreto legislativo n. 81 del 2008 riconosce; e il tema della legalità, proprio perché senza il rispetto di quei principi fondamentali e delle norme che si legano a essi non può esserci, in effetti e in sostanza, alcun tipo di sicurezza. Proprio nel citare il decreto legislativo n. 81 del 2008, vale la pena ricordare, com'è avvenuto anche nel corso delle audizioni svolte in Commissione, quello che già oggi quel decreto legislativo, agli articoli 9 e 11, prevede in termini di attività formative e informative che il Ministero dell'Istruzione e l'INAIL sono chiamati a svolgere all'interno delle scuole per la diffusione della cultura della salute e della sicurezza.

Voglio ricordare anche i progetti che, in attuazione di tale normativa e anche nell'esplicazione dell'autonomia delle scuole sono stati realizzati da associazioni importanti, ad esempio come l'ANMIL, i cui rappresentanti abbiamo audito in Commissione, penso in particolare al Progetto SILOS o alle attività dirette a favorire anche le testimonianze, all'interno delle scuole, di quanti hanno subito incidenti sul lavoro. Del resto, si tratta di elementi che abbiamo cercato di richiamare anche negli emendamenti che abbiamo presentato all'interno della Commissione, che in parte sono stati recepiti e che ci auguriamo possano essere anche perfezionati nei loro contenuti, a cominciare proprio dal coinvolgimento in tutte le attività, nella definizione di quei principi, anche delle associazioni e delle parti sociali, delle associazioni sindacali più rappresentative e degli enti bilaterali che si occupano di sicurezza; ciò proprio perché è importante che questo avvenga: è importante che tutte le realtà che si occupano di lavoro e che operano nel mondo del lavoro possano effettivamente essere coinvolte e dare il loro contributo in tal senso. Come è stato ricordato, il testo introduce l'insegnamento della sicurezza e dei principi in materia di sicurezza sul lavoro all'interno della legge n. 92 del 2019, dedicata all'educazione civica. C'è da ricordare, proprio per testimoniare che non siamo in realtà all'anno zero, che la norma sicuramente individua un focus specifico, ma non tutto nasce in questo momento; all'interno delle linee guida dell'educazione civica già oggi sono previsti elementi fondamentali di diritto, con particolare riguardo, tra l'altro, proprio al diritto del lavoro, e individuano come obiettivo del percorso formativo dello studente l'essere consapevole del valore e delle regole della vita democratica anche attraverso l'approfondimento degli elementi fondamentali del diritto che lo regolano proprio con riferimento al mondo del lavoro. Del resto, lo ricorda lo stesso articolo 4 di quella legge, che prevede appunto che possano essere promosse attività per sostenere l'avvicinamento responsabile e consapevole degli studenti al mondo del lavoro. Sono, questi, principi che si collegano appunto a quel lavoro sull'educazione alla cittadinanza e alla Costituzione che già i Governi di centrosinistra, prima ancora dell'approvazione della legge del 2019, avevano promosso, potenziato e rafforzato. Ecco, la normativa che oggi arriva in quest'Aula magari crea un focus più specifico e più particolareggiato, anche se lo fa, come sempre, a invarianza finanziaria, cosa che spesso non aiuta, ovviamente, a poter attuare i progetti e i processi nel modo migliore e più efficace, a poter sostenere anche gli insegnanti nel lavoro di formazione legato all'educazione civica.

Siamo consapevoli del fatto che il tema della sicurezza sul lavoro porta con sé una piena consapevolezza di un grande tema culturale, in particolar modo, che a che vedere con la prevenzione del rischio, con la costruzione di un equilibrio avanzato, che consenta agli studenti e alle studentesse, ai lavoratori e alle lavoratrici di non sottovalutare quelli che possono essere i pericoli o le minacce che mettono a rischio la vita delle persone e la sicurezza stessa del lavoro che essi compiono. Questo è molto importante, soprattutto se si è giovani; più forte ovviamente deve essere l'attività formativa che deve creare una più piena consapevolezza in questo senso. Questi erano, del resto, i princìpi che guidavano anche ciò che già la legge n. 107 del 2015 prevedeva in termini di allora alternanza scuola-lavoro e oggi PCTO e che già realizza appunto quelle attività di formazione alla sicurezza che debbono essere preliminari, in questo senso, alla sicurezza nei luoghi del lavoro e che devono essere promosse ovviamente a favore degli studenti e delle studentesse che vi prendono parte. Questo ha trovato un riconoscimento importante nel protocollo d'intesa siglato nel 2022 dagli allora Ministri Bianchi e Orlando, dall'INAIL e dall'Ispettorato nazionale del lavoro proprio per supportare i dirigenti scolastici, i docenti e gli studenti nella consapevolezza del rischio, attraverso interventi formativi e informativi, interventi che sono fondamentali durante il percorso scolastico, ma ancor più in quei percorsi denominati PCTO, che debbono essere ispirati, come obiettivo, non da un'ossessione professionalizzante, come spesso, in realtà, riscontriamo in tanti interventi, ma da un'azione formativa essenziale e fondamentale. Il percorso educativo deve svolgersi - e questo è un grido forte che penso dobbiamo ripetere in quest'Aula - sempre e costantemente in sicurezza; debbono essere esperienze di apprendimento e orientamento osservativo e non possono in alcun modo essere assimilate al lavoro; sono momenti in cui gli studenti sono chiamati a sperimentare attività, a sperimentare didattica, a sperimentare un rapporto della scuola con la società, con il mondo esterno, favorendo lo sviluppo di competenze trasversali da far emergere all'interno del proprio processo educativo e debbono svolgersi in ambienti sicuri e protetti ed essere coerenti, tra l'altro, con il percorso scolastico che gli studenti compiono. Questo deve essere l'obiettivo fondamentale per perfezionare sempre più questo strumento che ci dobbiamo dare e che dobbiamo tra l'altro realizzare nel modo più condiviso e ambizioso possibile, con le associazioni, le forze sindacali, produttive e professionali. Ed è un lavoro lungo, ma necessario, e stiamo parlando proprio di sicurezza. Pretendiamo, con questa legge, sicurezza, consapevolezza, azioni educative e, ovviamente, anche risorse per portarle avanti.

Proprio perché parliamo anche di sicurezza e di principi e diritti fondamentali che la nostra Costituzione afferma, colleghi, non è possibile per me non ricordare quanto avvenuto a Pisa pochi giorni fa, non è possibile perché si parla di diritti costituzionali fondamentali: del diritto a manifestare da parte degli studenti e, soprattutto, della sicurezza a manifestare in modo civile e democratico. Quella violenza cui abbiamo assistito, dalle immagini televisive, contro gli studenti per noi non è, in alcun modo, giustificabile. Sono immagini su cui penso quest'Aula dovrebbe riflettere e, soprattutto, trovare un modo per confrontarsi in maniera civile e democratica, perché, come la discussione di questa mattina ci ricorda, a scuola si insegna l'educazione civica e si lavora soprattutto per sviluppare il pensiero critico, per esortare al dialogo, al rispetto dell'altro, all'ascolto, si condanna ogni forma di violenza, si educano gli studenti e le studentesse a manifestare - in modo pacifico e democratico, però - le proprie idee. Ogni forma di violenza, ogni abuso e ogni uso della violenza per noi è inaccettabile. È inaccettabile perché è la Costituzione stessa che riconosce quei principi fondamentali appunto e quel patto civile su cui si fonda, tra l'altro, il vivere democratico.

Un patto civile che va difeso e va preservato e che oggi vogliamo ricordare anche qui, con forza, proprio perché in queste ore e in questi momenti, da tanti istituti scolastici, in realtà, di tante parti d'Italia, sta venendo un messaggio chiaro e forte. Un messaggio, tra l'altro, che non si limita agli studenti, ma che sta coinvolgendo insegnanti e dirigenti scolastici, famiglie, tutta quella comunità scolastica, che, con un messaggio di democrazia e di civiltà, ci sta chiedendo di ascoltarla. E proprio perché sono convinta di una cosa, quando si parla di scuola, la scuola va ascoltata in ogni campo, va ascoltata e va resa protagonista - e mi avvio alla conclusione - senza imporle delle riforme o delle misure che siano calate dall'alto, senza soprattutto rincorrere l'emergenza o il fatto di cronaca, che magari serve momentaneamente ad assicurare l'opinione pubblica, perché l'istruzione è un settore troppo importante per il futuro del Paese per non comprendere, tutti insieme, colleghe e colleghi, che non servono interventi spot, che magari sono frutto della cronaca del momento, una norma penale rispetto all'emergenza del giorno, un annuncio rispetto alla paura del momento. La scuola è un arcipelago che ha bisogno di cure e di attenzioni costanti, di risorse strutturali soprattutto, di interventi, di tanti interventi di cui spesso ci siamo, tra l'altro, trovati a confrontarci e a discutere in quest'Aula. Ma soprattutto, ha bisogno di istituzioni che mirino non a dividere, ma che rendano protagonista e dialogante l'intera comunità scolastica, perché il dialogo è la base della convivenza e, soprattutto, del vivere civile e democratico.