Discussione generale
Data: 
Lunedì, 9 Ottobre, 2023
Nome: 
Andrea Casu

A.C. 854-A

Presidente, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, l'affrontare oggi questo tema offre un'occasione importante al nostro Parlamento perché siamo nel cuore di una delle principali questioni che interessano noi come Paese e, vedremo anche nel mio intervento, interessano l'azione di Governi differenti, che, seppur da punti di vista diversi, si stanno ponendo la stessa grande, gravissima questione. Partiamo dalla fotografia della situazione del nostro Paese, che è una situazione grave.

Non ripeterò le cifre che sono state già pronunciate in quest'Aula, ma sicuramente cercherò di mettere in evidenza gli aspetti politici. Troppe poche persone studiano e si specializzano nelle materie scientifiche, di fronte a richieste occupazionali in crescita. È un controsenso, ma è quello che avviene. Nello spazio dove ci sarebbero più opportunità professionali meno persone completano gli studi. Secondo punto, lo squilibrio di genere, che riguarda tutta Europa, non riguarda solo noi, ma in Italia è particolarmente forte, con i numeri impietosi che abbiamo ascoltato. Terzo punto che voglio portare dentro questa discussione, lo squilibrio geografico: il divario tra i punteggi medi Invalsi di matematica tra diverse aree del Paese cresce negli anni di scuola. Noi vediamo che nelle materie STEM, science, technology, engineering and mathematics, quindi scienze, tecnologia, ingegneria e matematica, e su queste competenze c'è un divario anche territoriale. Quarto punto, è stato ricordato nell'intervento di chi mi ha preceduto come poi, paradossalmente, proprio questi settori, dove fatichiamo di più a vedere un numero congruo di persone che completano gli studi, sono quelli dove abbiamo più cervelli in fuga, cioè più persone che completano gli studi nel nostro Paese e poi trovano opportunità occupazionali altrove. Chiaramente, di fronte a queste quattro emergenze, è necessaria un'azione politica. In parte, il Piano nazionale di ripresa e resilienza affronta, in maniera molto importante, questo tema. Lo fa per una ragione obiettiva e oggettiva, cioè per il fatto che solo attraverso questi saperi e queste competenze noi possiamo realizzare davvero gli obiettivi: la transizione ecologica, la transizione digitale, la grande transizione verso l'equità camminano sulle gambe e sulle competenze di nuove generazioni, che dovranno essere in grado di realizzare questi obiettivi. E poi lo fa perché è consapevole che per il Paese significa investire in un settore in cui ci può essere un grande ritorno. E, lo dice il rapporto presentato qui, insieme alla proposta di legge, in maniera molto chiara, noi abbiamo per la didattica digitale integrata e formazione sulla transizione digitale del personale scolastico 800 milioni di euro, sulle nuove competenze e nuovi linguaggi 1,1 miliardi di euro, sulla Scuola 4.0, scuole innovative, nuove scuole didattiche e laboratori 2,1 miliardi di euro. Sono cifre importanti, che possono essere un'occasione e un'opportunità per il nostro Paese.

Noi, come Partito Democratico, siamo così consapevoli che questo tema è così centrale che siamo impegnati da anni. Nella scorsa consiliatura regionale nella regione Lazio è stata approvata una legge, la prima legge su questo tema, che affronta in pieno il tema della disparità di genere. Era una legge importante, presentata dall'allora consigliera regionale, oggi nostra collega parlamentare, Michela Di Biase, che prevedeva 800.000 euro in 2 anni di interventi nella sola regione Lazio proprio per affrontare di petto questo tema in maniera sistematica.

Vado a vedere i temi di cui si occupava, dall'infanzia al lavoro, coinvolgendo scuole, università, famiglie, enti locali, corpi intermedi, imprese, PMI, e utilizzando tutti gli strumenti utili alla formazione delle donne nelle STEM: corsi per studentesse e docenti, tirocini e iniziative per l'acquisizione di competenze digitali, promozione di borse di studio, apprendistati e dottorati, progetti di gender innovation hub, giornate informative e campagne di sensibilizzazione. Questa legge è stata possibile nella regione Lazio, guidata da Nicola Zingaretti, allora presidente della regione, oggi nostro collega, qui, in Parlamento, perché la regione Lazio aveva colto quanto fosse fondamentale mettere le istituzioni a svolgere un ruolo attivo da questo punto di vista. Noi questa legge l'abbiamo ripresentata anche in Parlamento nella scorsa legislatura. Purtroppo, tra i tanti frutti poco positivi del termine anticipato del Governo nella scorsa legislatura c'è stata l'impossibilità di portare questa discussione in Aula appunto nella scorsa legislatura, ma l'abbiamo di nuovo ripresentata in questa legislatura, con la firma di oltre 40 parlamentari del Partito Democratico, la stiamo portando avanti.

Crediamo e riteniamo opportuno che dentro questa discussione ci sia un focus vero su quanto è pesante la questione di genere, e lo deve essere per una ragione: perché noi non ci dobbiamo dimenticare che, se noi investiamo, promuoviamo e facciamo in modo che si accorci la distanza fra la nostra fame e bisogno di competenze nell'ambito STEM e questa possibilità, ma lo facciamo senza intervenire in maniera sistematica sulle ragioni che tengono lontane oggi le bambine, le ragazze e le donne da queste materie, noi rischiamo di acuire questo squilibrio, non di intervenire. Quindi, è chiaro che questo non deve essere un punto, deve essere il primo punto di azione, proprio per andare a recuperare. Da questo punto di vista, sono sicuro che ci sia una piena disponibilità da parte dell'iniziativa portata avanti dalla collega Marta Schifone e da parte del relatore, perché ho sentito nelle loro parole comunque un accento in questa direzione, però vi voglio segnalare un aspetto, anche per condividerlo e socializzarlo. Prima di questa mattina ho riascoltato la conferenza stampa di presentazione di questa proposta di legge, che era avvenuta nella sala stampa a febbraio, alcuni mesi fa, da parte di colleghi di Fratelli d'Italia. L'ho riascoltata perché è un tema a cui tengo molto, avevo presentato una proposta di legge nella precedente legislatura, in questa legislatura ho sottoscritto la proposta ripresentata dalla collega Di Biase, c'è stata questa iniziativa nella regione Lazio, che abbiamo sostenuto. È un tema per noi centrale. Nell'ascoltarla mi sono soffermato sull'intervento del Ministro Sangiuliano, che è intervenuto per secondo, in apertura dei lavori della conferenza, proprio per dare tutto il sostegno. Sono rimasto stupito due volte dal suo intervento. La prima perché, per me è stata una sorpresa assoluta, ero d'accordo sia con la premessa che con la conclusione dell'intervento del Ministro Sangiuliano, e questo dimostra che le STEM possono anche accorciare le distanze fra noi, perché ero sia d'accordo sul momento in cui lui collocava questo impegno nella direzione della promozione delle STEM come un adempimento dell'articolo 9 della Costituzione sul ruolo della Repubblica di promuovere lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica, senza dimenticare questa seconda parte e considerandola centrale.

E anche nelle conclusioni, quando lui, alla fine, inquadrando tale questione, nell'ambito delle grandi rivoluzioni industriali, la considerava una priorità assoluta anche per la sua azione, in qualche modo collegandosi idealmente anche all'eredità lasciata dal governo Draghi e dall'impegno che nel PNRR è stato sottoscritto su questo tema.

Però, da una parte, mi ha veramente inquietato il suo intervento in questa sede istituzionale per presentare questa proposta di legge e per dire che andava colmato questo ritardo: ha cominciato citando alcune figure che riteneva particolarmente importanti in ambito scientifico e tecnico, ha citato il premio Giulio Natta per la chimica e il ruolo che è stato svolto dal fisico Enrico Fermi sul nucleare, il professore Alleva, il premio Nobel Giorgio Parisi che lo era andato a trovare.

Ha fatto un lungo, lungo, elenco di nomi di personalità, erano tutti nomi di uomini.

Eppure, basterebbe anche prendere i giornali di questa settimana per renderci conto di come, seppure ci sia un gap alla base, al vertice i nomi da citare non mancano e non devono mancare, perché sono tantissime le donne che poi quando hanno un'occasione di giocarsela, nell'ambito delle discipline Stem, diventano protagoniste e riescono a raggiungere i vertici assoluti.

E' sufficiente vedere quello che sta succedendo nei premi Nobel alle donne.

“Stimolo per le ragazze frenate”, leggo da Avvenire di questa settimana, che, giustamente nel ricordare i nuovi premi Nobel Karikò e L'Huillier che hanno ottenuto il premio Nobel per la medicina e per la fisica, mette in evidenza con quante difficoltà nella loro carriera si siano dovute confrontare entrambe e quanto l'occasione di questi due premi Nobel rappresenti un'opportunità.

E poi basta vedere la copertina del Venerdì di la Repubblica di questa settimana: Più scienza per tutti. Al Cern di Ginevra apre domani, a grandi e piccoli, il Science Gateway disegnato da Renzo Piano, con Fabiola Giannotti che ci ha fatto da guida tra il bosone di Higgs e la fisica quantistica.

Lei dirige il CERN di Ginevra ed è grazie a lei che abbiamo scoperto il bosone di Higgs, insieme ad altri ricercatori, ed è un vanto per l'Italia e per l'Europa.

E non solo: penso a poco più di un anno fa quando, il 16 febbraio 2022, l'allora Presidente del Consiglio Draghi, proprio intervenendo pochi giorni dopo la giornata che

già è dedicata a questo tema, salutava Fabiola Giannotti e salutava Lucia Votano, prima donna a dirigere i laboratori del Gran Sasso, mettendo in evidenza come a queste eccellenze che si stanno affermando non corrisponda un'opportunità più generalizzata che possa permettere alle donne di raggiungere quell'obiettivo.

Solo una donna su cinque che sceglie materie Stem, quando bisognerebbe arrivare almeno al 35 per cento, non dico alla parità.

Ecco, vedere come, anche dentro un'azione tutta volta a promuovere le discipline Stem, ad ampliare la giornata dedicata in una settimana e ad investire, ci sia però l'incapacità, anche in un discorso di un ministro, di citare una donna e citare solamente uomini, come se fosse un campo solo maschile.

Ciò ci fa capire quanto sia enorme il ritardo da colmare e di fronte a un ritardo così grande e pesante che ci chiama tutti come responsabili, noi dobbiamo immaginare di mettere in campo tutte le azioni possibili.

E quindi relativamente a questa proposta, noi poniamo tre questioni: in primo luogo, abbiamo presentato 12 emendamenti e poniamo fortemente l'accento, come abbiamo posto nella proposta di legge, a prima firma Di Biase, che abbiamo ripresentato in questa legislatura e che parte da un'esperienza reale che si è affermata nella regione Lazio - per rivendicare anche un lavoro che non nasce con questa discussione ma che affonda anche in quelli che sono stati gli atti che abbiamo messo in campo nella scorsa legislatura e negli anni passati - sul tema della parità tra i sessi nell'apprendimento della formazione e nel lavoro delle discipline matematiche e tecnico-scientifiche.

Non è un punto in più: è il cuore di questa questione e noi dobbiamo essere in grado di affrontarlo seriamente.

La seconda riguarda l'inquadramento complessivo di questa vicenda.

Passare da un giorno a una settimana è sicuramente un miglioramento, perché passiamo da un giorno a sette giorni.

Però il problema non si risolve con un cambiamento di calendario: serve un cambiamento di paradigma e di mentalità. Ed è chiaro che questa è una responsabilità che sta in capo alla maggioranza che propone questa legge: un conto è dire, noi risolviamo il problema mettendo in campo una settimana, un conto è dire che questa iniziativa è il primo passo di una serie di azioni che vanno nella direzione di fare sì che, per 365 giorni l'anno, si accorci questa distanza fra le donne, in particolare, ma anche per tutti, le giovani e i giovani italiani, vi sia l'opportunità di avvicinarsi a questa materia come possibilità anche di lavoro.

L'ultima è una questione relativa alle risorse: è chiaro che bisogna immaginare e avere la forza di chiedere, come Parlamento, di più.

Stiamo parlando di un paio di milioni di euro: solo la regione Lazio aveva stanziato 800 mila euro.

Di fronte a un problema così grande, vi è la necessità di mettere in campo tutte le regioni anche per combattere e contrastare il divario esistente - e io non ho visto una riflessione sufficientemente matura, che spero si possa fare anche attraverso l'attività emendativa e il lavoro che porteremo avanti.

Esiste un gap fra le varie regioni, per colmare il quale occorre mettere in campo ancora più risorse, dove la situazione è ancora più arretrata.

Quindi pochi milioni di euro possono servire sicuramente per svolgere un'attività di promozione ma non credo che possano essere quello di cui abbiamo effettivamente bisogno.

Quindi è chiaro che c'è, da parte nostra, un riconoscimento dell'importanza del tema e di questa iniziativa.

Anche da punti di vista diversi siamo qui in Parlamento a confrontarci e questa è una cosa utile per il Paese, per il presente del Paese e per il futuro del Paese.

Però è anche chiaro che noi dobbiamo immaginare che serve molto di più: noi l'abbiamo fatto nelle nostre proposte, la maggioranza l'ha fatto con la propria proposta.

Dobbiamo capire se insieme possiamo essere in grado di andare oltre: qui veramente concludo il mio intervento, citando ancora una volta e ringraziando Fabiola Giannotti per questa intervista, dove spiega l'importanza della fisica come una cosa meravigliosa della scienza per tutti. Non si deve dire “la settimana delle discipline Stem” perché ogni giorno è il giorno giusto per avvicinare le persone da questo punto di vista.

A un certo punto, proprio con emozione dice: “Conosciamo solo il 5 per cento dell'universo, c'è ancora molto da fare, speriamo che i ragazzi che oggi visitano il Science Gateway un giorno portino avanti questo splendido compito”.

Ecco, ci sono questi ragazzi, ci sono queste ragazze: c'è una sfida immensa, una prospettiva di cambiamento enorme.

Penso solamente a un dato: stiamo per arrivare alla prospettiva del computer quantistico che potrebbe fare in un'ora quello che adesso i computer più sviluppati fanno in migliaia di anni. Ecco, di fronte a questo salto che qualcuno dovrà essere capace di leggere, di tradurre, di spiegare, di trasformare nell'opportunità di costruire maggiore uguaglianza, l'Italia non può essere in fondo.

L'Italia deve essere locomotiva, ma per esserlo, dobbiamo fare uno sforzo maggiore.

Dobbiamo recuperare il tempo perduto e dobbiamo avere il coraggio di mettere le nostre donne alla guida, perché mettere le donne alla guida in questo settore, anche con i risultati che poi hanno, nonostante tutte le difficoltà, rende più forte l'intero Paese.

Ma per farlo è chiaro che noi dobbiamo essere sicuramente in grado di riconoscere ciò che di positivo c'è nell'ampliamento di una consapevolezza su questo tema ma anche riconoscere che dobbiamo mettere in campo molto di più.

Quindi il nostro e il mio invito è quello di considerare quello che è stato messo in campo dalle varie forze politiche su questo tema, cercare di considerare questa occasione come una prima occasione per dare un segnale importante nelle Istituzioni ma costruire un percorso in grado di colmare questo ritardo e andare oltre.

Se ci sarà la volontà da parte di tutti, io penso che noi faremo la nostra parte per fare sì che l'Italia sia protagonista della scoperta dell'altro 95 per cento dell'universo che ci manca ancora da scoprire.