Data: 
Martedì, 17 Luglio, 2018
Nome: 
Gennaro Migliore

AC 336 ed abb.

 

Grazie, signor Presidente. Il gruppo del Partito Democratico voterà a favore sull'istituzione della Commissione d'inchiesta parlamentare sul fenomeno mafioso. Il nostro consenso su questo provvedimento non è un atto di mera prassi né una liturgia: è un gesto di responsabilità, responsabilità nei confronti di chi lotta quotidianamente contro questo cancro che, ahimè, ancora ammorba il nostro Paese e l'intera comunità internazionale. Fu la strada scelta fin dalla istituzione della Commissione antimafia, perché la politica facesse la sua parte nel contrastare un fenomeno la cui portata non è solo legata all'impatto criminale e penale ma anche ai risvolti politici e sociali. È un gesto di responsabilità nei confronti degli operatori della giustizia e delle forze dell'ordine, della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, delle direzioni distrettuali antimafia, delle forze specializzate, come la DIA, e di tutti i singoli magistrati e appartenenti alle forze dell'ordine ai quali, anche da questa sede, rivolgiamo un ringraziamento per il lavoro quotidiano e indispensabile che svolgono . È un gesto di responsabilità verso quei cittadini che, con altissimo senso dello Stato e passione civile, prestano il loro lavoro, la loro competenza e la loro generosità nel diffondere la cultura e la pratica dei valori dell'antimafia. Sono loro le tante associazioni e movimenti civili che costituiscono un presidio indispensabile per il rafforzamento della cultura democratica tout-court nel nostro Paese.

Anche per me permettetemi un accenno autobiografico: l'impegno nelle associazioni antimafia ha preceduto la stessa attività politica. È stato quando ero a scuola, alle scuole medie, che ho compreso per la prima volta la violenza che queste organizzazioni riversavano sulla mia terra ed è per questo che mi vengono in mente tanti nomi. Tuttavia, non ne farò neanche uno perché voglio ricordare tutte le vittime innocenti della mafia, i servitori dello Stato, i giornalisti, le persone impegnate nel sindacato e i politici , quelli che si sono trovati lungo la traiettoria di una pallottola micidiale. Voglio ricordare, invece, i nomi di chi la tengono viva ogni giorno questa memoria: e così mi viene in mente il nome di don Luigi Ciotti, che, non a caso, è stato il promotore di un'iniziativa civile come quella delle magliette rosse.

Signor Presidente, chi conosce i veri pericoli che corre la nostra comunità, chi ha affrontato a viso aperto la mafia, il pericolo più grande che corre il nostro Paese, chi lavora tutti i giorni per la diffusione del coraggio civile e della cultura democratica sa che un gesto di solidarietà verso chi ha bisogno di aiuto è il primo passo per non essere paralizzati dalla paura. La paura è un sentimento naturale, ma è la consapevolezza che rende gli uomini e le donne liberi dalla paura. La consapevolezza e l'esempio. Per questo, signor Presidente e colleghi, abbiamo bisogno di menti che ci aiutino a capire la complessità degli intrecci perversi, l'articolazione delle forme criminali, l'evoluzione delle strutture organizzative. Abbiamo bisogno degli apparati di intelligence ma anche degli occhi di chi sa vedere e racconta, magari anche prima delle inchieste.

Abbiamo bisogno di testimoni e i tanti giornalisti minacciati spesso per la loro stessa vita sono testimoni indispensabili; e poi, proprio nel giorno in cui è stato decapitato il clan dei Casamonica e arrestato chi troppo disinvoltamente esibiva amicizie politiche, mi sovviene il nome di Federica Angeli , il cui lavoro di inchiesta è stato fondamentale per inquadrare un nuovo contesto mafioso che a lungo è stato negato, come quello del litorale di Ostia. Penso a Roberto Saviano; colleghi, signori del Governo, lo dico, per suo tramite, al Ministro Salvini: minacciare di togliere la scorta Saviano non è solo un gesto inqualificabile, al limite della viltà, ma un inutile tracotanza del potere nei confronti di chi è affidata la protezione dello Stato, e non del Governo, e poi, ancora peggio, è un gesto di parte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), è un gesto di parte e noi che non vogliamo parti politiche nell'affrontare la mafia, vogliamo dire a tutti coloro i quali in questo momento rischiano la vita per raccontare la verità che la nostra parte sarà sempre una sola: la loro parte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), la parte di chi racconta, di chi denuncia, di chi testimonia, di chi si batte per la lotta alla mafia.

Abbiamo bisogno della Commissione antimafia per capire la complessità del fenomeno criminale in perenne mutamento, perché transnazionale profondamente radicato e pervasivo. È un lavoro che potrà essere d'aiuto a quest'Aula, nel proporre ulteriori strumenti di contrasto. Perciò dobbiamo essere grati anche alla Commissione uscente, quella della XVII legislatura, e francamente alcuni arenamenti non li ho compresi, e di questo abbiamo già parlato nella scorsa legislatura.

La Commissione antimafia ha dato impulso a interventi fondamentali, attesi per anni, come quelli a protezione dei testimoni di giustizia, persone che hanno contribuito alla lotta antimafiosa, mettendo in pericolo la loro vita e spesso non adeguatamente protetti dallo Stato, o i giornalisti minacciati, o al lavoro profondo che è stato svolto dalla precedente antimafia e dalla sua Presidente, Bindi nello scandaglio sull'intreccio tra i fenomeni mafiosi corruttivi e di mala politica.

Vede, lo dico anche ai colleghi dell'opposizione che oggi facevano un po' di rumore, intorno alle questioni come la mafia cinese vorrei solo ricordare che non solo nella Commissione antimafia ci sono stati degli specifici lavori, per esempio sulla tratta, ma anche nella competente Commissione contraffazione ci sono state ben due inchieste, che invito i colleghi a leggere, proprio sulla mafia cinese e sul distretto di Prato. Del resto, voi siete fortunati, signori del Governo, perché avete avuto alle vostre spalle una legislatura di svolta su questi temi. Noi abbiamo iniziato con un braccialetto bianco che chiedeva la riforma del 416-ter, quello del voto di scambio politico-mafioso, abbiamo continuato applicando una legge di maggiore contrasto proprio al caporalato – e non vi azzardate a cambiarla – abbiamo introdotto nuove tipologie di reati contro l'ambiente e contro il depistaggio, abbiamo reintrodotto il falso in bilancio e l'autoriciclaggio, che sono due reati spia tipici della connivenza tra corruzione e mafia , abbiamo applicato una serie di misure, compresa quella dell'istituzione dell'Autorità nazionale anticorruzione, che voi oggi vorreste indebolire e poi il nuovo codice antimafia.

Lo vorrei dire con grande pacatezza, visti gli annunci, anche il rafforzamento dell'Agenzia era scritto – lei forse se lo ricorda, perché era in Commissione – all'articolo 29 della legge n. 161 del 2017, dove si diceva, e dove si dice, che la nostra Agenzia passa da venti a duecento persone. Si tratta di una legge, non di uno spot a bordo piscina, lo dica al Ministro Salvini.

Infine, vorrei richiamare l'attenzione dell'Aula sul ruolo che hanno avuto le misure di contrasto

sulla corruzione e dell'esecuzione della pena, anche in questo caso, troppo neglette e dimenticate.

Noi abbiamo bisogno che la politica guardi fino in fondo la realtà, e concludo. Non si può, per mero consenso affidarsi a dei rapporti magari con condannati, magari con persone che, al di là dei selfie un po' improbabili che vengono fatti continuamente, affidano direttamente a condannati la gestione della campagna elettorale. Lo dico al partito del Ministro dell'Interno  e questo, per quanto mi riguarda, è una lezione che dovremmo tutti immaginare come la lezione fondamentale.

Voi che avete scritto pochissime righe nel contratto di Governo, perché probabilmente avete scritto solo le cose che avevamo già fatto, sappiate che da questi banchi dell'opposizione tutti i giorni ve lo ricorderemo, non c'è nessuna distrazione di massa che tenga, nessun apparentamento con fenomeni complessi, ma imparagonabili, come quello della gestione dei flussi migratori: la mafia va sconfitta, va sconfitta unitariamente e va sconfitta con lo strumento della verità.