Grazie, Presidente. Il progetto di legge prevede l'istituzione di una seconda Commissione d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario, e quindi è necessario fare un leggero approfondimento rispetto a quello che è già avvenuto con la precedente Commissione di inchiesta, per lo meno il contesto nel quale si è insediata la precedente Commissione d'inchiesta, e fare un po' una comparazione rispetto a quello che, invece, è lo scenario e la situazione attuale. Parto, quindi, dalla realtà che ha visto protagonista nella scorsa legislatura la prima Commissione d'inchiesta sul sistema bancario e devo dire che - ce lo hanno ribadito anche nelle ultime audizioni Banca d'Italia e i maggiori soggetti del sistema bancario e finanziario italiano - la situazione non è cambiata oggi, perché nelle audizioni di Carige ci è stato ribadito più volte che la nostra è una crisi finanziaria dipesa da una crisi economica. E, quindi, l'assioma regge, reggeva allora, regge adesso: la nostra realtà è profondamente diversa da quella degli Stati Uniti, della Spagna, dove fu la crisi finanziaria a produrre la crisi dell'economia e delle imprese, e quindi un contesto fortemente differente.
È chiaro che la crisi del sistema economico, il nostro tessuto economico formato da PMI, da piccole imprese che occupano oltre l'80 per cento dei lavoratori, il fatto che la probabilità di insolvenza è calcolata in termini tripli rispetto a quella di dieci anni fa, ci rendiamo conto che ci sono rischi forti da questo punto di vista; e, quindi, il sistema economico ancora oggi rischia di essere una causa di un ritorno a crisi di ordine finanziario. A questo si aggiunge una gestione azzardata, con rilevanza penale. Lo abbiamo visto pochi giorni fa: sono stati condannati i manager di Banca Etruria per bancarotta fraudolenta, cinque anni. Il sistema della magistratura si è mosso, le leggi che ci sono in parte funzionano e danno i loro risultati, e abbiamo visto che il management che ha operato - non tanto le leggi del precedente Governo - in modo difforme dalla legge, colpendo i risparmiatori, gli azionisti e gli obbligazionisti, sta pagando, con i tempi della giustizia italiana, le sue colpe. Cinque anni, appunto, sono le sentenze degli ultimi giorni sul presidente e amministratore di Banca Etruria.
Chiaramente era un contesto, quello che abbiamo visto nella scorsa legislatura, anche fortemente ancorato a un sistema nostro di banche medio-piccole che volevano raggiungere volumi di credito elevati, e quindi hanno avuto anche grandi esposizioni. Abbiamo visto che c'era un sistema dove c'era una forte opacità informativa, e quindi, in qualche modo, è notizia di oggi, leggiamo sul Corriere della Sera quanto l'intervento dell'Anac ha fatto sì che l'85 per cento della richiesta di rimborsi venisse accolto, perché questo è il dato di oggi. Quindi, in qualche modo, la falsificazione addirittura delle schede dei risparmiatori, persone che con una terza media venivano catapultate con educazione finanziaria e capacità a conoscere l'acquisto di determinati titoli con delle lauree fasulle e via dicendo. E, anche qui, in qualche modo sono state accolte le richieste da parte dei risparmiatori e il dato è importante, perché, torno a dire, l'85 per cento dei rimborsi è una cosa che abbiamo impostato nella scorsa legislatura, perché siamo ancora in attesa del decreto che in qualche modo estenda oltre agli obbligazionisti anche agli azionisti, e si chiariscano, quindi, le modalità di rimborso anche agli azionisti, che anche questo già avevamo previsto nella precedente legislatura in formula ridotta. Chiaramente in campagna elettorale ci è stato chiesto di non dar corso alla legge di bilancio del 2018, ma di fare in modo che fosse il nuovo Governo a occuparsi degli azionisti, e su questo siamo ancora in attesa.
Era un sistema dove c'era una scarsa redditività delle banche italiane, e quindi conseguente debolezza e incapacità a sostenere gli investimenti e la ripresa economica, e da qui l'aumento dei crediti deteriorati. C'era un sistema dove c'erano le popolari non quotate e nella scorsa legislatura abbiamo ricevuto una riforma delle popolari che ancora oggi vede due banche che hanno fatto ricorso e che in qualche modo stanno attendendo prima della trasformazione in società per azioni, solo due banche; le altre, giustamente, hanno seguito la norma. Sappiamo bene cosa volevano dire le banche popolari, lo abbiamo visto sullo scenario di Veneto Banca, lo abbiamo visto su Banca Popolare di Vicenza, con improbabili determinazioni del prezzo delle azioni, con un rapporto malsano tra credito e sottoscrizioni di azioni finanziate.
C'era un sistema opaco, poco trasparente nelle banche popolari italiane, e quindi una riforma che in qualche modo doveva essere fatta. In sostanza, abbiamo visto, quindi, una crisi che ha portato a prestiti non garantiti, a insoluti, a prestiti contro acquisto di azioni, obbligazioni subordinate con rendimenti molto elevati: tutta una storia che ormai conosciamo bene. E da qui, appunto, come dicevo prima, la necessità di ripartire anche da un controllo sul come rimborsare i risparmiatori truffati. Lo dicevo poco fa che iniziano ad essere rimborsati i nostri risparmiatori truffati. Ma siamo sempre stati noi, però, a introdurre in prima istanza il fondo di solidarietà per gli obbligazionisti, poi trasformato in fondo di ristoro, adesso FIR; quindi, il tema era ben conosciuto. La verità, però, è che la precedente Commissione d'inchiesta aveva una necessità fondamentale, quella di ridare fiducia nelle banche, perché, oggettivamente, eravamo arrivati a un punto in cui c'era una completa assenza di fiducia nei confronti del sistema bancario. Oggi il contesto è oggettivamente diverso, non assimilabile a quello di allora; non per altro, perché ci sono state anche riforme della governance, della capitalizzazione delle banche più in difficoltà a seguito di stress-test, c'è stata la riforma delle banche popolari che dicevo poc'anzi, c'è un dimensionamento, quindi, del nostro sistema bancario maggiore. C'è un modello più idoneo, quindi, ad attrarre capitali, perché la verità è che chiaramente in un sistemo opaco pensare che ci siano capitali che intervengono a sostegno di un sistema bancario è molto più complesso, e quindi sistemi meno efficienti.
La riforma delle banche popolari, quindi, secondo noi ha inciso positivamente sulle politiche di gestione del credito, ha attenuato i rischi che determinano le diffuse coincidenze tra la figura dell'azionista e del cliente. In merito alla riforma delle banche del credito cooperativo, sappiamo che anche questo è un altro tema fondamentale, che ha affrontato un'elevata frammentazione che c'è nel sistema italiano e che, in qualche modo, questo Governo ha deciso di bloccare e di non mandare avanti; ma noi l'avevamo previsto, come la riforma delle fondazioni bancarie. Abbiamo, cioè, cercato di creare un sistema basato non più sulle relazioni, ma sulle regole; abbiamo cercato, quindi, di andare sempre di più verso un sistema trasparente e di dimensionare il sistema bancario per renderlo anche più sicuro. Un sistema che ha previsto il rimborso dei risparmiatori, vagliato, però, dalla Commissione europea e concordato con la Commissione europea, perché noi non sappiamo del decreto che doveva uscire venerdì scorso riferito al rimborso degli azionisti se uscirà, quando uscirà, che contestazioni avrà da parte della Commissione europea, e quindi quando sarà effettivo, quando sarà reale il rimborso.
Noi oggi apriamo il Corriere della Sera e sappiamo che ci sono delle persone che avranno 14 milioni di rimborso. Non sappiamo quando mai gli azionisti, che voi avete ampliato in termini di rimborso e di valori, riceveranno qualche rimborso, perché se non viene concordato chiaramente con la Commissione europea tutto rimane sulla carta.
Abbiamo visto, poi, che un tema altrettanto importante di questa Commissione d'inchiesta sarà quello di capire anche come si interviene sul sistema bancario e credo che quello che abbiamo visto l'altro giorno un po' ci rincuora perché, come abbiamo ribadito, il provvedimento legislativo su Carige è la fotocopia di quello su MPS per situazioni critiche e per banche, però, che sono solventi e questo in qualche modo ci rincuora. Quindi, vuol dire che alla fine i tanti errori che abbiamo commesso nella precedente legislatura di intervento a sostegno delle banche non erano poi così negativi se il primo intervento dell'attuale Governo è riproposto come una fotocopia.
Allora, mi sorge una domanda da porre al sottosegretario Villarosa sulla differenza sostanziale, perché adesso ho cercato di fare una comparazione tra questa Commissione e la precedente Commissione. Nella precedente legislatura avevate una facilità oggettiva: ve la potevate cavare con un racconto, telefonate, appuntamenti, ritardi nella costituzione di otto settimane e nel passaggio del progetto di legge dalla Commissione all'Aula, quindi una grande discussione in Aula, i ritardi e affermazioni: “Non vogliono fare la Commissione”. Oggi, però, la questione è diversa. Oggi non siamo più di fronte a un racconto ma siamo di fronte a una Commissione che deve avere delle ambizioni, delle ambizioni forti e importanti, una Commissione che deve prevedere delle nuove norme, migliorare il sistema bancario e del risparmio e, quindi, modificando l'attuale normativa per evitare, appunto, che ci siano altre e nuove difficoltà.
Quindi, va bene che ci sia da parte di questa Commissione d'inchiesta un elenco molto importante di obiettivi che, torno a dire, dovranno portare a rivedere e a rivisitare la normativa attuale e certo, però, che è strano pensare e parlare di controllo, di maggior controllo, e poi trovarci di fronte a un'incomprensibile latitanza imposta alla Consob, vista l'inerzia che c'è stata non per otto settimane, sottosegretario Villarosa, ma per cinque mesi, con 24 settimane per nominare il nuovo presidente della Consob.
In questa proposta leggiamo, appunto, che volete controllare le società di rating, che sono tutti ruoli che sono anche di competenza della Consob. Ci sono tante cose che volete fare e poi scopriamo che una delle cose che non fate è quella di dare un assetto dei controllori del sistema, puntualità e massima attuazione della governance. Quindi, questa cosa qui ci preoccupa perché ci avete messo tanto tempo per nominare una figura che è stata prescritta e non assolta in processi per reati finanziari, perché è di questo che stiamo parlando. Abbiamo una figura di questo tipo che in qualche modo ci dovrebbe garantire.
Dobbiamo dire, inoltre, che c'è anche una contraddizione rispetto a quello che avete fatto nella precedente legislatura, perché ci ricordiamo gli attacchi a Vegas, ci ricordiamo le vostre interrogazioni dell'attuale Vicepresidente del Consiglio Di Maio rispetto al ruolo di Viceministro di Vegas, poi passato appunto a svolgere un ruolo di presidenza della Consob. Ce li ricordiamo tutti questi conflitti di interessi, di uno Stato controllato, cioè tutto un tema delle porte girevoli che in qualche modo ci ha accompagnato molto spesso e che invece non vediamo in questo contesto.
Però, vi ringraziamo perché noi avremo la possibilità in Commissione finanze di parlare e di audire il nuovo presidente della Consob ma non avremo la possibilità di intervenire e di ascoltare dei pareri a sostegno o meno del conflitto di interessi nella sua figura ma avremo la possibilità di farlo qui, nel progetto di legge di istituzione di questa Commissione, perché prevedete, voi appunto, che avremo modo di approfondire qui se ci sono conflitti di interesse, se Savona è compatibile o meno a presiedere la Consob, se lui è davvero la figura che può tutelare i risparmiatori prima che i fondi. Quindi, da questo punto di vista sapremo e avremo modo in questa Commissione di affrontare puntualmente la questione.
Tra le competenze, però, non vorremmo o, meglio, che vi si scorgessero alcune pressioni un po' indebite - chiamiamole così - nel senso che vediamo un accento molto forte rispetto all'operato di Banca d'Italia che giustissimamente deve essere controllato e deve essere verificato e noi siamo i primi a dirlo che in qualche modo dev'essere fatto. Però, cade proprio in questi giorni la difficoltà che si è vista nel rinnovo - anche qui - di parte degli organismi dirigenti di Banca d'Italia e non vorremmo che in qualche modo ci fosse quasi una pressione indiretta rispetto alle colpe e alle responsabilità di Banca d'Italia, che non va tanto sull'agire di Banca d'Italia ma più che altro va rivolto a qualcuno che è meglio che si faccia da parte per fare posto a qualcun altro. Siccome è un film che abbiamo già visto per mesi e mesi in INPS, che vediamo nell'Istat e che vediamo in tutti quei soggetti che dovrebbero essere autonomi e indipendenti per dare un giudizio sull'operato della cosa pubblica in Italia, ma su cui c'è una certa allergia da parte di questo Governo e, quindi, da questo punto di vista siamo preoccupati.
Ma la cosa che ci preoccupa di più è una parola non chiara rispetto agli obiettivi che in qualche modo ci dovremmo prefiggere per il raggiungimento dell'Unione bancaria. Qui oggettivamente non è chiaro il percorso che si vuole attivare e che secondo noi è fondamentale, perché sappiamo tutti che l'Unione bancaria europea è nata a seguito di fenomeni di turbolenza finanziaria e per risolvere una dicotomia esistente tra l'internazionalizzazione degli intermediari e dei mercati e una struttura ordinamentale ancora saldamente ancorata alla dimensione nazionale, il cosiddetto “intreccio”, che va spezzato, tra il rischio sovrano e il rischio bancario. Questo è uno dei temi su cui noi crediamo.
Abbiamo visto che i tre pilastri dell'Unione bancaria sicuramente sono stati portati avanti a buon punto anche dai precedenti Governi: un sistema unico di vigilanza, un sistema unico di risoluzione delle crisi e manca, però, un sistema unico di garanzia dei depositi. Su questo vediamo che il Governo italiano non si fa sentire in Europa come fa su altre questioni, eppure sappiamo l'importanza di avere una tutela forte, attraverso l'Unione bancaria, con un sistema unico dei depositi che fornisca la stessa tutela ai risparmiatori e agli azionisti di tutta Europa, a prescindere dal luogo in cui vivono. Europa significa anche che un conto corrente ha le stesse regole a Dublino, a Berlino, a Torino e in qualsiasi parte d'Europa, ma su questo tema vi vediamo carenti e non lo state portando avanti. Non vorremmo che da questo punto di vista ci fossero dei rallentamenti sul grande obiettivo, secondo noi, del raggiungimento dell'Unione bancaria. Quindi, confidiamo che da questo punto di vista si riprenda il percorso.
In ultimo vorremmo anche capire meglio quello che è giustamente uno degli obiettivi di questo provvedimento che è, appunto, l'istituzione di una procura nazionale per i reati bancari e finanziari. Anche qui è un tema importante che è frutto anche del lavoro della precedente Commissione d'inchiesta e, quindi, non è un tema nuovo. Però, è un tema su cui in qualche modo vorremmo capire, in modo che non si tenda a colpevolizzare eccessivamente quello che è avvenuto ma che si faccia chiarezza sul sistema dei reati che sono legati, appunto, al sistema bancario e finanziario e che non ci fosse, invece, la voglia di creare ulteriore allarmismo, di creare un allarmismo rispetto al sistema democratico molto forte rispetto a quello che invece è il funzionamento di organi indipendenti che devono, appunto, regolare il funzionamento del sistema bancario sia a livello nazionale sia a livello europeo.
Quindi, su questo noi sicuramente vigileremo e staremo molto attenti perché non sia in qualche modo travisato il ruolo che deve avere una procura di questo tipo, che non deve chiaramente tendere a colpevolizzare tutto ciò che invece non deve essere colpevolizzato, anche perché noi confidiamo che anche la magistratura ordinaria, con le normative che sono in campo e che ci sono già oggi e con quelle che verranno sicuramente migliorate a seguito del lavoro di questa Commissione, possa ancora dare una giusta sanzione ai responsabili di quelli che sono stati i colpevoli della nostra crisi bancaria.