Discussione generale
Data: 
Lunedì, 22 Maggio, 2023
Nome: 
Gian Antonio Girelli

A.C. 384-A

Grazie, Presidente. Si rischia di ripetere, anche oggi in Aula, tante cose che sono state oggetto di discussione in Commissione. Commissione che, sinceramente, ho vissuto e interpretato in maniera molto diversa rispetto a quanto è stato, da parte di esponenti della maggioranza, oggi descritto. Infatti, non si è trattato di un momento di confronto nel merito, in cui verificare assieme quali fossero gli obiettivi o l'utilità di uno strumento come quello della Commissione d'inchiesta per raggiungere l'obiettivo che anche qui è stato dichiarato. È stato, di fatto, un momento in cui sono avvenuti, secondo me, due aspetti di particolare rilevanza e gravità.

Il primo: la scelta dello strumento stesso della Commissione d'inchiesta. Noi siamo in un momento in cui una procura ha svolto delle indagini, presto ci sarà il seguito processuale rispetto a questo aspetto, e credo che sarà interessante, utile e anche doveroso nei confronti dei cittadini e delle istituzioni stesse, avere da quel livello un rimando rispetto a quegli approfondimenti. E noi abbiamo usato lo strumento della Commissione di inchiesta, che - lo vorrei ribadire, perché vedo che qualche descrittore dei lavori della Commissione ha poco chiari alcuni aspetti - è diverso rispetto alle Commissioni regionali, le quali non hanno alcun potere inquirente, ma hanno semplicemente la possibilità di approfondire, acquisire e redarre delle conclusioni, non certo di svolgere indagini o pretendere che qualcuno vada a relazionare alle Commissioni stesse. Quindi un compito completamente diverso. Si è scelta - dicevo - la Commissione d'inchiesta, invece di altri strumenti che magari potevano permetterci di fare un lavoro diverso da quello della procura, ma, peggio ancora, noi abbiamo avuto un testo, che, di fatto, non è il frutto di un lavoro parlamentare. È più il frutto di un specifico testo blindato, redatto non si sa bene dove e non si sa bene da chi, che non è stato assolutamente possibile emendare, se non per questioni di contorno, quasi per rompere la statistica del dire che nessun emendamento è stato approvato. Infatti, nessun emendamento di contenuto vero, mi riferisco all'articolo 3, piuttosto che al richiamo ai livelli territoriali, nell'esame di quanto è avvenuto, è stato minimamente considerato. Ma ancor di più, non è stata nemmeno considerata la possibilità di dare un rimando quest'Aula, per lo meno dopo un intervallo di tempo comprensibile, di quanto si sta facendo in quella Commissione, quasi si desse per scontato che questa è una Commissione che avrà durata per tutta la legislatura e che non dovrà, nel corso di tutto questo periodo, rendersi minimamente responsabile nei confronti di quest'Aula.

Ecco, io vorrei dire che questa è l'ennesima dimostrazione - ma credo che ormai sia un'abitudine – che il Parlamento di fatto sia commissariato dal Governo e non abbia quindi la libertà anche nel predisporre i lavori su un tema tanto delicato, come quello del COVID. Da questo punto di vista, so bene quello che ha voluto dire il collega Tremaglia - che è di Bergamo, io sono di Brescia - quando ha richiamato determinate situazioni, ma so anche altrettanto bene, proprio per le morti che si sono avute in quelle comunità, per le famiglie distrutte, per il dolore patito, per le telefonate di operatori sanitari che non sapevano cosa fare, per i sistemi di emergenza ed urgenza che sono andati in default, per i pronto soccorso che aprivano e chiudevano senza una logica e senza una regia, per i malati che venivano trasportati in terapie intensive in Germania, piuttosto che in regioni vicine e per tantissime situazioni di questo genere, che si sente la necessità di comprendere cosa è avvenuto, di comprendere a 360°, dal livello nazionale e governativo al livello territoriale, non per andare a vedere chi ha più colpa, ma proprio per capire cosa non ha funzionato e cosa bisogna mettere a posto rispetto ad emergenze straordinarie, terribilmente straordinarie, come quelle che abbiamo vissuto, partendo certo dal Piano pandemico che - vorrei ricordarlo - è del 2006 e aveva bisogno di essere rivisto, come anche i piani regionali conseguenti, tant'è che alcune regioni, come la Lombardia, hanno provveduto a fare una rivisitazione subito dopo, nel 2022, se non vado errato. Una rivisitazione a partire dalle scorte di dispositivi di protezione - in teoria ogni presidio ospedaliero e ogni struttura sanitaria avrebbe dovuto averne un numero necessario - e dall'incapacità di garantire alla rete territoriale sanitaria, ai medici di medicina generale, piuttosto che ad altre realtà, un minimo di supporto, di aiuto e di indirizzo riguardo al comportamento da tenere. Bisogna fare poi una sottolineatura e riflettere in particolare su alcune realtà territoriali, rispetto ad altre, nelle quali è mancata una rete territoriale capace di fronteggiare l'emergenza, non dico di risolvere il problema sanitario - perché non sarebbe stato sicuramente in grado di farlo nessuno in quel momento - ma di essere vicina a chi era in difficoltà; invece purtroppo anche questo spesso è mancato, proprio per lo smantellamento della cosiddetta medicina territoriale, che sarebbe buona cosa se ricominciassimo a chiamare “di prossimità”. Ma invece di fare un elenco molto preciso di tutto questo, noi, nell'articolato dell'istituzione della Commissione, andiamo persino a scomodare la validità del vaccino, prestando il fianco a letture no-vax: mi sento di dirlo anche se poi qualche pennivendolo magari farà un uso improprio, nella redazione giornalistica, di quanto viene detto in Commissione, piuttosto che in Aula. E questo io credo che non possiamo permetterlo; è un insulto alla scienza vera, non alla scienza presunta che, in nome della messa in discussione di alcune rilevanze scientifiche si è costruita una visibilità mediatica e ancora adesso frequenta talk show o quant'altro a spiegarci cose che non hanno nessun supporto scientifico da parte delle vere autorità riconosciute. Ma, d'altra parte, anche all'interno dell'articolato, noi andiamo a considerare l'Istituto superiore di sanità alla pari di una qualsiasi organizzazione che esprime pareri contrari, perché anche quello siamo riusciti a fare. La dimostrazione sta - perché anch'io vi invito a rileggere e risentire tutte le audizioni fatte – in quello che ci è stato chiesto da quel mondo della scienza: di avere il coraggio di andare a 360°, di analizzare tutti i livelli istituzionali nel loro comportamento, anche qui, in questo caso, per poter garantire in futuro una maggiore efficienza, una maggiore capacità di risposta, di collaborazione e coesione nel prendere le decisioni.

Andando un po' più in profondità, mi viene un sospetto - questo sì e dispiace dirlo -, che è già stato precisato da alcuni colleghi prima, su quale sia l'effettiva volontà di questa Commissione, se non quella di mettere in discussione una stagione di Governo del nostro Paese, dimenticando che essa è proseguita con un'altra stagione politica che ha visto protagoniste anche forze dell'attuale maggioranza, quasi che, nella comodità dell'oggi, si possa con grande tranquillità giudicare le gravissime decisioni di ieri.

Vorrei chiedere a tutti di tornare indietro nel tempo, di vivere con la stessa sensazione, la stessa paura, lo stesso timore, la stessa tensione di chi stava nelle istituzioni in quel momento, su qualsiasi banco sedesse, rispetto a quanto capitava fuori dalle Aule istituzionali dove sedeva. Un Paese silenzioso e deserto, con morti che in alcune zone raggiungevano il 500 per cento delle percentuali normali, con case di riposo che erano diventate dei momenti di dolore quotidiano, che hanno perso in alcuni casi anche più della metà dei loro ospiti, con operatori sanitari che gridavano e lanciavano messaggi di dolore e di disperazione, chiamati a volte a scelte incredibilmente difficili rispetto a cosa fare e rispetto a certe situazioni. Ecco io, forte di quella sensazione e di quel ricordo, quello a cui mi sentirei di invitarvi è di eliminare tutti quei richiami a sentenze e a giudizi già scritti, di smetterla di evidenziare tutte le possibili criticità che oggi vengono molto facilmente evidenziate ma, in maniera molto più libera, di andare con una carta bianca a capire tutto quello che c'è da capire, senza porvi dei limiti, senza escludere nulla, ma con il coraggio di comprendere davvero dove un po' tutti abbiamo probabilmente sbagliato, ma nessuno - penso e spero - con la consapevolezza di volerlo fare. Su questo vorrei rassicurarvi che, da parte del Partito Democratico, non c'è nessun panico e nessun timore perché sappiamo benissimo che le persone che in quel momento rappresentavano la nostra forza politica l'hanno fatto con la massima tensione morale, con la massima serietà, con la massima attenzione a quello che il mondo scientifico, quello vero, diceva loro di fare, ma anche con la massima volontà di comprendere davvero fino in fondo cosa di meglio poteva costruire per il futuro…

…ma anche con la massima determinazione e forza nell'impedire che, da un tragedia nazionale, potessero nascere uno scontro politico e una speculazione politica. Questa credo che sarebbe l'ennesima vergogna che non possiamo di certo permetterci; certo ne abbiamo viste altre in questi mesi, ma su questa credo m ancora più forti e ancora più capaci di dire il nostro “no”.