Grazie Presidente. La presente proposta di legge è volta a istituire, anche nella XVIII legislatura, una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e degli illeciti ambientali.
Riteniamo importante e fondamentale che il Parlamento abbia una sede stabile, in cui garantire una particolare attenzione ai fenomeni di maggiore impatto ambientale, già oggetto di indagine delle precedenti Commissioni parlamentari d'inchiesta, istituite senza soluzione di continuità a partire dalla XIII legislatura.
In particolare, la quantità e qualità del lavoro svolto dalla Commissione d'inchiesta istituita nella XVII legislatura non ha paragoni. La Commissione ha acquisito documentazioni rilevanti, ai fini delle indagini svolte, per un totale di oltre 500 mila pagine. Ha tenuto oltre 330 ore di seduta, ha svolto 49 missioni in Italia e all'estero, nel corso delle quali sono state esaminate in audizione circa 500 persone, ha approvato 26 relazioni tematiche territoriali, trasmesse al Parlamento. A titolo comparativo, si consideri che, nella XVI legislatura, ne furono approvate 14. Di questo importante lavoro, così importante, così esteso e consultabile sul sito della Camera - è quindi un lavoro pubblico - credo si debba rendere particolare ringraziamento ai presidenti Bratti e Braga, che hanno diretto con competenza i lavori della Commissione nella scorsa legislatura.
In particolare vorrei, però, affrontare per un attimo, prima di arrivare alla conclusione, il tema che riguarda la situazione dei rifiuti nella città di Roma capitale e nella regione Lazio, anche perché, nella documentazione conclusiva dei lavori della Commissione della XVII legislatura, sono stati prodotti degli atti e sono state fatte delle relazioni specifiche sulle realtà regionali, dove un particolare rilievo occupa proprio la situazione di Roma capitale.
E lo faccio anche perché, per una serie di cose, che dirò tra pochi minuti, noi svolgiamo questa discussione alla vigilia di un'estate, anzi nel pieno di un'estate, in cui rischia di tornare molto gravemente il problema dell'emergenza dei rifiuti nella capitale. Ci sono situazioni, che sono state anche riportate dalla stampa, ci sono scelte dell'amministrazione, che ci richiamano a questo rischio, e vale la pena parlarne in questa sede.
Ora la complessità della situazione riguardante il ciclo dei rifiuti nella regione Lazio e a Roma si associa, come è noto, a vicende amministrative e giudiziarie, che hanno portato alla luce notevoli criticità. Il tema centrale è la criticità del ciclo dei rifiuti di Roma, dove rimane tuttora dirimente la questione impiantistica, aggravata dall'assenza, in concreto, di alternative alla discarica di Malagrotta, che, come sappiamo, ha cessato di operare da cinque anni. La recente storia di AMA, cioè dell'azienda del comune, l'azienda pubblica del comune, per la gestione del ciclo dei rifiuti, e l'attuale destinazione itinerante dei rifiuti di Roma capitale segnano la mancata chiusura del ciclo, che genera un saldo ambientale negativo e costituisce il presupposto per un rischio di condotte illecite. Per questo ne parliamo qui.
La situazione attuale è ancora di forte dipendenza dall'impiantistica extra-regionale e, a fronte di questi limiti strutturali, l'intero territorio regionale, in particolare la città di Roma, risultano condizionati da eventi assolutamente prevedibili, che tuttavia diventerebbero subito ingovernabili. E, appunto, questo sta accadendo in questi giorni.
L'assetto attuale rimane arretrato, in quanto è orientato a generare, attraverso i TMB, rifiuti da rifiuti che vanno ad alimentare impianti all'esterno di Roma capitale. Manca un'impiantistica per il compostaggio e anche in questo caso Roma capitale avvia tuttora rilevanti quantità di materiali fuori regione, con aumento esponenziale di costi e di impatto ambientale. Ricordo che a Roma si paga per lo smaltimento dei rifiuti. I cittadini e la città sono sottoposti ad una pressione fiscale incredibilmente più alta di altre città, per tanti motivi, ma uno dei motivi è il carico fiscale sulla tassa per i rifiuti, che a Roma è altissimo, per una resa di servizi veramente bassa e per una situazione che vediamo nelle strade della capitale tutti i giorni.
Sino ad oggi il sistema ha retto, se così si può dire, tra molte difficoltà, con l'aiuto indispensabile di impianti che sono localizzati fuori Roma, con viaggi di centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti verso il resto della regione Lazio, verso altre regioni e verso l'estero. Il ridimensionamento, per ragioni materiali o giuridiche, di uno di questi ausili produrrebbe di riflesso l'impossibilità della stessa regolare raccolta dei rifiuti a Roma.
Né si può dimenticare che gli stessi TMB romani presentano cronici problemi di funzionalità degli impianti, tali da determinare interventi di controllo da parte dei soggetti istituzionali e tante azioni dei cittadini che vivono in quelle zone. Il caso di Salario è quello più o meno conosciuto da tutti. Quindi, la mancata attuazione di progetti innovativi ha sostituito, a un ciclo dei rifiuti tutto concentrato sul sistema della discarica, un ciclo privo di chiusura, con conseguente aumento dei costi da gestione dei rifiuti e dei costi per i cittadini: maggiori spese per lo smaltimento fuori regione, nonché per la mancanza, appunto, di impianti di compostaggio extra-regionali della frazione organica proveniente da raccolta differenziata.
Ultimo riferimento a questo lavoro di lettura, che è stato ultimato nel corso della scorsa legislatura, va fatto a questo aspetto. Nelle debolezze del ciclo dei rifiuti si inseriscono fenomeni di illeciti diffusi (il Presidente Rampelli ha partecipato con me ai lavori della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle periferie e i temi si intrecciano), dal rovistaggio, ai roghi dei rifiuti, alle filiere improprie dell'autodemolizione, all'abbandono di rifiuti di origine edilizia, al degrado ambientale che interessa i campi nomadi, di cui parleremo nelle interrogazioni dei prossimi giorni, sede di raccolta illecita, abbandono e incendi di rifiuti; fenomeni sui quali sono in corso iniziative investigative dell'autorità giudiziaria e della polizia giudiziaria. Appunto, ce ne siamo occupati - anche qui mi permetto un riferimento - nel corso della Commissione parlamentare d'inchiesta, in una situazione nella quale non è che mancano gli strumenti, perché esistono ormai, dopo i decreti Minniti, gli organismi coordinati dalle istituzioni, il Ministero, le prefetture, i comuni, i coordinamenti metropolitani per l'ordine e la sicurezza, che possono avere la radiografia di queste situazioni e determinare le condizioni di interventi, anche di pubblica sicurezza e anche dell'esercito.
Ci sono stati i bandi della regione Lazio per aumentare i servizi di videosorveglianza, che sono stati bucati dal comune. Non è che c'era bisogno di avere dei soldi per fare queste cose. I soldi c'erano e bisognava fare le procedure per averli e per mettere a disposizione strumentazioni per controllare le situazioni e anche per intervenire, nelle situazioni di illegalità che si determinano all'interno dei campi nomadi, con una logica di governo e con un atteggiamento concreto, senza fare le sceneggiate che si fanno oggi, ma andando a colpire chi traffica il commercio di materiali ferrosi e poi li fa gestire da filiere imprenditoriali, quasi sempre illegali, per fare speculazioni, e chi magari vive in condizioni di disagio nei campi nomadi, le famiglie che sono soggette e che sono anche sottoposte a illegalità da parte di gruppi egemoni. Invece, si fa tutto un minestrone e non si entra nel merito. Non si va a indagare, non si entra nelle situazioni. E questo è un tema che riguarda un problema sociale, ma anche un problema concreto, che riguarda il traffico illegale dei rifiuti, che determina fenomeni che poi scantonano nell'intolleranza, nel razzismo e così via.
Però, chiudo questa parte per un ultimo riferimento alla situazione di Roma, pochi minuti, se mi può consentire il Presidente, perché in questi giorni la città sta entrando in un tunnel. Questa sede è utile per dire come sta andando la situazione. Alcuni dati: Roma, come è noto, produce circa 4.700 tonnellate di rifiuti al giorno, che corrispondono, se uno mettesse insieme tutti questi rifiuti, li comprimesse in una grande cubatura, ad una palazzina di quattro piani al giorno che va ai rifiuti, in discarica, nei trattamenti TMB, in tutte le destinazioni che sono quelle del ciclo, ammesso che così si possa chiamare, dei rifiuti, dello smaltimento dei rifiuti nelle forme più incredibili con cui avvengono a Roma; 4.700 tonnellate di rifiuti, di cui 3 mila ancora oggi sono indifferenziate, cioè sono tal quale. Di queste 3 mila, 1.500 vengono trattate negli impianti TMB di Rocca Cencia e Salario, e in parte negli impianti di Colari, cioè della proprietà privata che tutti sappiamo.
La maggior parte vengono caricati su camion e treni, e vengono inviati fuori dalla regione. Ora, l'amministrazione comunale, come è noto, negli ultimi tempi ha puntato tutto sulla raccolta differenziata porta a porta. Nobile intenzione, che ancora sui social viene propagandata con risultati straordinari, che sono fasulli, sono fasulli, sono fasulli. Per ridurre l'indifferenziato, dicevo, quindi il porta a porta sotto le 1.500 tonnellate e rendere così Roma autosufficiente. Poi è stata promessa anche, però, la chiusura del Salario, che fa 750 tonnellate; quindi, i conti non tornano, non si capisce qual è la linea. Ed è stata anche richiesta, ma senza dare le aree, l'autorizzazione per nuovi impianti alla regione, ma senza dare le aree. Dopo due anni - questi sono i dati riportati dalla stampa: io non ho accesso a informazioni dirette, leggo dalla stampa, che, però, questo accesso lo ha - l'incremento della raccolta differenziata a Roma è stato di poco superiore all'1 per cento, nonostante gli amministratori comunali parlino di autosufficienza, cioè rifiuti zero entro il 2021, fra tre anni.
Si capisce che di questo passo ci vorranno non tre anni, decenni semmai. Cosa sta succedendo adesso? Molte regioni, la stessa Germania, stanno rallentando, annullando del tutto, come nel caso della Puglia, la ricezione dei rifiuti da Roma. Si sta profilando un'emergenza sanitaria, con i rifiuti in strada, il caldo e così via. Come si risponde? Mi risulta, da informazioni della stampa, mi risulterebbe, da quello che leggo, che si è dichiarato candidamente che si sta per avviare, si sta per estendere la differenziata in altri municipi. Ogni ufficio municipale sarà guidato da un nuovo dirigente, e quindi saranno assunti 15 nuovi dirigenti di AMA. Questo mentre i sindacati hanno proclamato uno sciopero il 14 luglio perché non si sblocca la vertenza per assumere nuovi operatori e coprire almeno il turnover.
Infatti, è stato inaugurato un nuovo modello di raccolta porta a porta, al ghetto, nel municipio VI e nel X, ma, sembra, trasferendo gli operatori da altre zone per reggere i nuovi carichi di lavoro. Che cosa succederà quando il nuovo modello sarà operativo in tutti i municipi? Non è che sono i fatidici carri armati di 70 anni fa gli operatori dell'AMA, che si spostano da un municipio a un altro. Se si vuole aumentare la differenziata, bisogna sapere che questo costa, costa lavoro di persone, che non è meccanizzato; è lavoro operaio e ha un costo enorme sull'azienda. Allora, non si fanno gli impianti, si chiudono quelli che ci sono, non si fanno le procedure per dare le aree alla regione che deve dare le autorizzazioni, si annunciano mirabolanti obiettivi entro il 2021 e non ci sono le risorse per assumere il personale.
La situazione è veramente preoccupante, ed è preoccupante anche quanto sembra trapelare, che alla stazione Salario c'è un treno fermo da settimane di 700 tonnellate stoccate di rifiuti, che era destinato alla Germania, che non ci può più andare perché la Germania non vuole più quei rifiuti, anche perché probabilmente la qualità del CDR che sta là dentro non è adeguata agli impianti tedeschi. Stanno lì da settimane e le ferrovie hanno richiesto ad AMA di riprenderseli. Noi stiamo parlando della gestione, ma, quando c'è una gestione disordinata, l'illegalità è dietro le porte.
I compiti previsti, e chiudo, per la Commissione d'inchiesta di cui alla presente proposta di legge saranno pertanto quelli di verificare l'attuazione delle normative vigenti in materia ambientale nei settori di indagine della Commissione; indagare sull'eventuale sussistenza di comportamenti e fenomeni illeciti nella gestione del ciclo dei rifiuti nel campo delle attività autorizzate in materia ambientale, nella gestione dei siti inquinati, nelle attività di bonifica e nella gestione dei rifiuti radioattivi, dei rifiuti pericolosi, della depurazione delle acque, nell'ambito della pubblica amministrazione centrale o locale da parte di soggetti pubblici e privati; sul rapporto tra le organizzazioni criminali, la gestione del ciclo dei rifiuti e gli illeciti ambientali, e, più in generale, sulle attività illecite lesive dell'ambiente.
Ecomafie: ecco, su questo, questa mattina, chiudo, c'è stata una conferenza stampa di Legambiente, proprio qui alla Camera, molto importante, molto interessante, che ha fornito dei dati. Ne ricordo soltanto alcuni per chiudere, le chiedo scusa se ho portato via qualche minuto in più di quelli previsti. Sono più di 6 mila, denuncia Legambiente, le persone denunciate per reati contro la biodiversità, quasi 17 al giorno nel 2017, e 7 mila le infrazioni, 19 al giorno, più 18 per cento rispetto al 2016. L'aggressione al patrimonio di biodiversità continua senza sosta, denuncia Legambiente, sulla pelle di lupi, aquile, pettirossi, tonni rossi, pescispada e non solo. Le regioni a tradizionale presenza mafiosa totalizzano il 43 per cento dei reati. La Sicilia è in testa per numero di illeciti, 16 per cento, seguita, come è stato ricordato dal collega poco fa, dalla Puglia, dal Lazio, dalla Liguria e, per la prima volta, in quarta posizione, prima la Calabria della Campania.
Quindi, mi pare che questo lavoro sia un lavoro estremamente importante. Rispetto alla legge istitutiva della Commissione nella XVII legislatura, il testo della presente proposta di legge introduce la valutazione dello stato di attuazione delle bonifiche dei siti inquinati e una specifica tematica relativa all'amianto, prevede la verifica dello stato di attuazione della normativa in materia ambientale, esplicita la previsione della collaborazione dei magistrati con la Commissione, coordina i riferimenti alle norme del codice penale e del codice di procedura penale.
Considerato, quindi, il lavoro egregio che è stato svolto dalla XIII legislatura in poi dalle Commissioni parlamentari d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, noi auspichiamo una rapida approvazione della presente proposta di legge e, soprattutto, auspichiamo che i risultati analitici di indagine e di inchiesta che mano a mano verranno fatti emergere da questa Commissione rappresentino una spinta per l'attività del Governo e delle amministrazioni locali per affrontare le situazioni più difficili e più scabrose, e segnalo ancora una volta la situazione di Roma Capitale, perché tra pochi giorni, poche settimane, noi potremmo trovarci in una situazione davvero, davvero molto critica.