Discussione generale
Data: 
Lunedì, 18 Marzo, 2019
Nome: 
Andrea De Maria

(A.C. 696-A)

Grazie, Presidente. L'onorevole Marco Di Maio nel suo importante intervento ha già detto molto, ha già illustrato un punto di vista che condivido pienamente; quindi voglio, anche da primo firmatario della proposta di legge, sottolineare alcuni elementi che già venivano ricordati. Il primo è questo: perché sarebbe stato importante istituire una Commissione bicamerale d'inchiesta sulle nostre periferie, sulle situazioni di disagio e di insicurezza che vivono i cittadini delle nostre periferie? Perché queste realtà delle nostre città, del Paese, presentano problematiche specifiche che meritano di essere approfondite, perché in queste realtà alcune contraddizioni e alcuni conflitti si manifestano in modo particolarmente acuto e complesso - pensiamo a tutto il tema delle politiche di integrazione - e perché nelle periferie italiane si vive un contesto di disagio sociale, di conflitto sociale che un'istituzione come la nostra non può non vedere e non deve sottovalutare.

Evidentemente, però, la maggioranza ha paura che di questo si discuta, soprattutto si discuta di quello che effettivamente la maggioranza e il Governo, dopo tante promesse, stanno facendo per le periferie italiane, o meglio, non stanno facendo per le periferie italiane.

Qui è stata citata da chi è intervenuto prima di me, dal collega Brescia, la Commissione d'inchiesta monocamerale della Camera, che, peraltro, ha lavorato in un tempo molto breve, perché è stata istituita in corso di legislatura. Sono uno dei venti commissari, e quindi ringrazio per l'apprezzamento che è stato qui manifestato. Segnalo che, proprio in quella sede, fra i commissari che hanno lavorato in quella sede, si era ragionato di strutturare in questa legislatura un lavoro più organico e, in particolare, di prevedere una Commissione bicamerale. Quindi, diciamo che proprio il lavoro che è stato qui ricordato e a cui tanti di noi, tanti di quei venti, hanno dato un contributo, aveva portato a questa proposta di legge e allo spirito di proseguire un lavoro costruito insieme in una Commissione bicamerale.

Devo dire che, se forse c'è un tema che meritava l'attenzione della nostra istituzione, uno strumento più efficace del lavoro delle Commissioni permanenti, credo fosse proprio quello delle periferie italiane; d'altra parte, veniva adesso ricordato, purtroppo questa maggioranza sulle periferie ha iniziato male, mettendo in discussione quel bando per le periferie molto importante negli interventi che conteneva, con realizzazioni già in corso d'opera, che era stato finanziato nella legislatura precedente, e quindi le risorse di cui si parlava prima sono risorse che avevano stanziato il precedente Governo e la precedente maggioranza di Governo, tornando in parte indietro su questa azione di attacco al bando periferie solo per una contestazione fortissima che era venuta da tutti gli enti locali e dall'ANCI nell'insieme delle sue espressioni, anche di appartenenza politica.

A cosa serve una Commissione? Una Commissione, sostanzialmente, ha due grandi temi da mettere in campo: certo, prima di tutto approfondire le questioni, conoscerle meglio, studiarle; e poi - e questa è un po' l'eredità che ci aveva lasciato anche la Commissione precedente - costruire prima di tutto un insieme di proposte di legge, di ragionamenti su proposte di legge, da mettere a disposizione del Parlamento, che consentano di costruire un'attività legislativa più efficace su un tema in questo caso così importante, come le periferie, che una Commissione affronta.

Per esempio, noi avevamo iniziato a ragionare, e avremmo potuto farlo in questa nuova Commissione bicamerale, di come riformare le normative urbanistiche per mettere al centro la qualità urbana; di come riformare tutta la normativa che regola il rapporto fra pubblico e privato negli interventi urbanistici, sempre a favore della qualità urbana; della normativa che riguarda l'edilizia residenziale pubblica; di una verifica dell'efficacia di interventi a tutela della sicurezza dei cittadini messi in atto - penso ai Daspo -, anche questi, nella scorsa legislatura; di come promuovere politiche più efficaci che coinvolgano l'associazionismo e chi promuove la coesione sociale nelle politiche di sicurezza e di integrazione, e così via.

E, poi, la Commissione deve verificare quello che il Governo sta facendo su un tema in questo caso così delicato come quello delle periferie. Evidentemente, di questo non si vuole che il Parlamento si occupi davvero; non si vuole che avanzi proposte di legge, forse perché delle periferie e dei cittadini che vi abitano ci si occupa solo in campagna elettorale, ma non poi nell'attività concreta, vera, legislativa.

E, poi, lo dicevo prima, probabilmente non c'è la volontà di avere un'attenzione, un faro del Parlamento su quello che si fa per le periferie italiane e su quello che il Governo mette in campo per le periferie italiane. Penso che, con la scelta che avete fatto, quando voteremo definitivamente in Aula si sprecherà un'occasione per i cittadini delle nostre periferie.

Noi abbiamo ritenuto, comunque, di proseguire con l'iter della proposta di legge: avete i numeri e la maggioranza per bocciarla, ma abbiamo deciso comunque di portarla in Aula, perché vogliamo dare il segno di un'opportunità che viene persa, e la vogliamo lasciare anche per una riflessione futura, perché si fa sempre in tempo a tornare sui propri passi e a cambiare una scelta, che noi riteniamo molto sbagliata, come quella che questa maggioranza sta facendo.

E, soprattutto, non smetteremo di impegnarci per le periferie italiane e per i cittadini che vi abitano, per sostenere il fatto che finalmente le risorse del bando periferie vengano impegnate; per ragionare su come, dopo quel bando, si possano mettere in campo ulteriori iniziative; perché riteniamo che più della propaganda debbano contare i fatti, l'azione concreta; perché ci sono aree delle nostre città che soffrono e, rispetto a questa realtà, le nostre istituzioni avrebbero il dovere di esserci e di essere presenti.