Dichiarazione di voto
Presidente, Ministro, onorevoli colleghi, con questa proposta di legge interveniamo sulla disciplina che regola il funzionamento del mondo dello sport, con particolare riguardo ad un aspetto circoscritto, ma cruciale per la sana e corretta gestione di un organismo pubblico, cioè il sistema di rinnovo della dirigenza e la garanzia dell’effettività del ricambio degli organi direttivi apicali.
Questo provvedimento assume valore per la governance di tutto lo sport italiano; infatti, si introduce un tetto ai mandati di presidenza e governo per il CONI e il Comitato paralimpico, e, per la prima volta, anche per le federazioni sportive nazionali e le associazioni sportive. In pratica, questi organi potranno essere rieletti tramite assemblea ogni quattro anni per un massimo di tre volte, ma per il terzo mandato si dovrà avere una maggioranza qualificata del 55 per cento.
Questo porterà a un doppio vantaggio. A livello nazionale, per quanto riguarda le federazioni sportive e le associazioni sportive riconosciute dal CONI, si procederà finalmente ad una regolamentazione che andrà a tutelare le realtà sane e a scardinare le rendite di posizione, situazioni immobilizzate ormai da decenni, opacità varie che ancora permangono nello sport italiano. E a livello internazionale, perché la previsione di un tetto di tre mandati è lo stesso previsto per la dirigenza del Comitato olimpico internazionale. Questo permetterà all’Italia e ai suoi rappresentanti di avere pieno mandato, più forza e di recuperare, quindi, credibilità e costanza nella costruzione di rapporti fondamentali per le scelte future.
E il tema del recupero della credibilità, consentitemi, è all’ordine del giorno, viste le scelte infauste compiute, per esempio, dal comune di Roma, quando ha rinunciato alle Olimpiadi e alle Paralimpiadi del 2024 perché bisognava occuparsi della manutenzione della città e, invece, oggi, non abbiamo né l’uno né l’altro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Questo provvedimento è importante perché riguarda milioni di tesserati italiani nello sport, organizzazioni piccole e grandi, decisive per la vita sociale delle nostre comunità. Con questo provvedimento abbiamo avuto il coraggio di trovare una soluzione equilibrata e di guardare agli interessi del mondo dello sport e, contestualmente, del nostro Paese.
E vorrei ricordare alle colleghe e ai colleghi, che ci hanno accusato di non aver posto la giusta attenzione al tema, per noi fondamentale, della parità di genere per l’accesso alle cariche dirigenziali, che il Partito Democratico, con un emendamento della capogruppo in VII Commissione, Maria Coscia, ha affermato per primo questo sacrosanto principio, che sarà applicato anche al mondo dello sport.
Vorrei, infine, ricordare alle colleghe e ai colleghi che le esigenze delle atlete sono molte altre e sarebbe bello vedere la stessa attenzione e partecipazione quando si parla dei diritti delle atlete nello sport.
Dunque, un movimento di così grande vastità ha bisogno di avere una governance di grande efficacia, efficienza e, soprattutto, grande trasparenza. Con il limite di mandati e deleghe si dà risposta alle istanze di rinnovamento della classe dirigente che sempre più spesso si levano dalla società civile, mettendo fine alla consuetudine delle deleghe per l’elezione dei presidenti che ha portato nel corso degli anni a rendere opaco il mondo dello sport, sottraendo le federazioni sportive nazionali al rischio di cristallizzazione nell’assetto gestionale.
Questo serve ad una sana e corretta gestione di qualsiasi organismo pubblico, voglio ricordarlo, che si finanzi anche attraverso soldi pubblici; le altre sono chiacchiere. Trasparenza, rinnovamento e competitività sono le tre parole chiave per descrivere questa riforma. Purtroppo, oggi qualcuno continua ad agire perché l’Italia non conti più niente nello sport a livello internazionale.
Come ho già potuto sottolineare, il grave errore politico e strategico nel rifiuto da parte del MoVimento 5 Stelle di ospitare i Giochi del 2024 ha inciso non solo sul prestigio del nostro Paese, ma anche sulla diffusione stessa dello sport. Con questa scelta, che sarebbe riduttivo definire miope, abbiamo rinunciato a diversi miliardi di euro che il CIO ci avrebbe dato e che saranno, invece, investiti negli impianti sportivi, nelle infrastrutture, nelle periferie di Parigi e di Los Angeles. Parlo di soldi per le metro, per gli autobus, per riparare le strade: tutte cose che a Roma sarebbero servite come il pane.
Abbiamo perso l’occasione di fare la storia, di organizzare i primi Giochi olimpici e paralimpici secondo i nuovi criteri stabiliti dall’Agenda 2020, che prevede che le due manifestazioni vengano plasmate sulle città e sulle loro esigenze, con un controllo ferreo che eviti che gli impianti sportivi diventino cattedrali nel deserto, e, invece, diventino patrimonio di tutta la città e dei suoi cittadini. Mentre Parigi e Los Angeles festeggiavano le vittorie, nella capitale si svolgeva la Notte bianca degli impianti sportivi di Roma. Un evento presentato in pompa magna, ma che, in realtà, è passato in sordina, al quale hanno aderito solo otto impianti su quasi duecento: un flop clamoroso, frutto del disinteresse sempre più preoccupante del MoVimento 5 Stelle verso un intero settore della nostra vita sociale.
La presenza di grandi eventi sportivi internazionali significa investimenti e riqualificazioni da mettere a disposizione delle nostre comunità, significa sviluppo, occupazione e diffusione della cultura sana dello sport, basata su lealtà, impegno, inclusione. Grazie a questo provvedimento, ora l’Italia è più competitiva a livello internazionale e può tornare a dire la sua in uno scacchiere molto combattivo. Noi non abbiamo paura, noi crediamo che i grandi eventi siano uno straordinario strumento di rilancio per le singole città e per tutto il Paese; crediamo nelle sue capacità e nella sua straordinaria energia.
Abbiamo agito e agiamo per rispettare e rafforzare l’interesse e la forza dello sport italiano nel mondo. Lo sport è rilevante perché riguarda decine di milioni di persone, ma non lo deve fare solo quando ci sono grandi eventi, ma nella quotidianità. Parlare di sport, infatti, significa parlare della vita quotidiana delle persone, perché sono milioni gli italiani di tutte le età che praticano sport in maniera amatoriale, dilettantistica o professionistica. Parlare di sport e regolamentare tutto ciò che si riferisce alla pratica sportiva significa mandare messaggi direttamente agli atleti, ai giovani e ai meno giovani, alle famiglie. Decidere di occuparsi di palestre e sport in periferia significa dare slancio alla diffusione della pratica sportiva e dei suoi valori di lealtà, rispetto, impegno e condivisione. Per questo è importantissimo lo straordinario investimento di 100 milioni di euro per gli impianti sportivi di periferia iniziato durante i mille giorni del Governo Renzi, che ha già permesso a molte strutture sportive di essere rinnovate, tornando ad essere un patrimonio di tutti i cittadini.
Vogliamo dire chiaramente ai cittadini che le riforme che questo Parlamento ha portato avanti incideranno e cambieranno anche un ambito in cui spesso rimangono delle zone d’ombra di cui nessuno sembra mai volersi occupare. Per queste ragioni, il Partito Democratico voterà favorevolmente, perché noi siamo una vera forza di rinnovamento e non abbiamo paura né di cambiare e neppure di governare questo Paese. Agli altri lasciamo l’immobilismo e le bugie. L’Italia ha bisogno di guardare al futuro.