Misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia e delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità e delega al Governo in materia di formazione del personale
A.C. 261-A ed abbinate
Grazie, Presidente. Governo, colleghi, spesso anche un po’ per comodità comunicativa siamo soliti semplificare i contenuti delle diverse proposte di legge che discutiamo in quest'Aula e spesso poi queste semplificazioni diventano anche semplificazioni comunicative per la stampa, per cui sembra che oggi in Aula si discuta il provvedimento sulla videosorveglianza. A me fa molto piacere avere ascoltato dai relatori, invece, un'attenta e accurata descrizione di quelli che sono i contenuti di questa proposta di legge, che è una proposta di legge estremamente articolata, per quanto snella nel numero dei suoi articoli, ed è una proposta di legge, come è stato detto dai due relatori, che nasce da un testo unificato. Dire che una proposta di legge nasce da un testo unificato significa dire che è un testo estremamente elaborato, che è stato accolto e nato dall'ascolto, dalla condivisione e anche da una messa in comune di metodi e di sensibilità.
Ebbene, ciò è avvenuto in questo testo unificato: una mediazione, potremmo dire, continua, attuata non solo dalle due Commissioni a cui questa proposta di legge è stata affidata, cioè la Commissione affari costituzionali e la Commissione lavoro, ma anche – e qui ringrazio, in modo particolare, i relatori che davvero si sono presi a cuore la questione – anche dal lavoro fatto dalla Commissione affari sociali e dalla Commissione cultura, che non erano state interpellate direttamente dato che la proposta di legge non è stata assegnata loro ma che, in un certo senso, se ne sono sentite parte integrante, in quanto per materia e per sensibilità è una proposta di legge che indubbiamente tocca i temi che queste due Commissioni sono solite toccare. Io faccio parte proprio della VII Commissione, della Commissione cultura appunto, e devo dire che, oltre ad aver raccolto la richiesta di una sorta di, chiamiamolo così, parere preventivo, noi abbiamo espresso un parere con una serie di condizioni e i due relatori hanno accolto tutte le condizioni che erano state poste come un contributo aggiuntivo, proprio per mettere in evidenza quelle che non solo erano le sensibilità ma quelli che erano i valori che dovevano stare al centro di questa proposta di legge che, lo ribadisco così come lo hanno già ribadito i relatori nel loro intervento, non è semplicemente la proposta di legge sull'installazione delle videocamere all'interno dei luoghi che comportano la cura dei nostri bambini, dei nostri disabili o dei nostri anziani.
Da tutto questo lavoro, quindi lungo e attento, è nato questo testo che noi portiamo in Aula oggi. Un testo, come dicevo, con finalità indubbiamente più vaste, che porta anche – consentitemi di dirlo – alcune innovazioni che spesso passano un po’ in secondo piano, ma che sono davvero la chiave per comprendere quelle che sono le radici di questo provvedimento. Io userei due termini per poter cercare di dare una linea guida al percorso che è stato fatto: intanto il primo termine è «regolamentare». Non dobbiamo nasconderci dietro ad un dito e mi sembra che sia stato detto anche negli interventi precedenti: le videocamere e il sistema di videocamere in alcuni enti privati, che si occupano di accudimento, esiste di già ed esiste in maniera, potremmo dire, un po’ selvaggia, non normata, con la presenza, addirittura, di quelle webcam che interferiscono incredibilmente in quello che è soprattutto il rapporto educativo che per noi sta al centro dell'attività che si svolge all'interno degli asili nido e delle scuole dell'infanzia.
Quindi, prima di tutto regolamentare, dire che cosa può funzionare e che cosa non può non funzionare e dire anche che le videocamere possono essere installate all'interno delle strutture ma con delle regole chiare e certe, così come è stato spiegato poco fa, anche con delle precisazioni date proprio dal Garante della privacy, e con delle linee guida che devono essere paletti chiari e certi, fonti di sicurezza per tutti.
Ma il secondo termine chiave all'interno di questo provvedimento è coinvolgere. Regolamentare da una parte e coinvolgere, perché il processo educativo o il processo di accudimento non è un processo a senso unico. Le famiglie si devono sentire coinvolte in tutte quelle che sono le scelte che la scuola o il centro che accoglie il proprio familiare disabile o anziano fa. Questo succede già: succede in tantissime scuole dell'infanzia, che basano proprio la loro scelta educativa in quello che è il cosiddetto patto di corresponsabilità con i genitori e che li deve vedere coinvolti anche nel caso di questa scelta, perché è il patto educativo che sta al centro di tutte le scelte. Noi non possiamo dire e far passare questo messaggio ai genitori: «Mandate in quell'asilo nido i vostri bambini, mandate in quella scuola dell'infanzia i vostri bambini: ci sono le videocamere e saranno più sicuri». No ! Quello è al massimo uno strumento ulteriore, uno strumento che può accelerare le verifiche in caso di segnalazioni, ma noi le dobbiamo prevenire, noi dobbiamo fare in modo di prevenire quei fenomeni e per prevenirli – e io sono contenta che questo provvedimento contenga una gran parte di questi elementi – noi abbiamo bisogno di intervenire in maniera chiara e certa sulla formazione. Questo lo diciamo nel provvedimento all'articolo 2; lo diciamo in quella che è la delega, che costituirà una parte importante sia per le case di riposo, sia per le case che accolgono disabili, sia per gli asili nido e le scuole dell'infanzia.
Come è stato detto poco fa, noi abbiamo già delle linee guida che saranno presto anche legge, già espresse all'interno di un testo di legge, che la è la legge n. 107 del 2015, cioè la legge sulla buona scuola. Sono quelle linee guida che andranno a costituire la delega sullo 0-6 e che prevedono davvero un'azione concreta sugli educatori, di condivisione, di lavori in équipe, di supervisione, di monitoraggio, di formazione continua, che è una cosa che i nostri lavoratori di quel settore e di quel comparto ci hanno sempre chiesto, perché la solitudine in cui troppe volte si sono trovati è una solitudine che ha portato anche a far sì che si verificassero dei disagi che sono inenarrabili. Noi interveniamo su quella parte lì; interveniamo per rasserenare e per garantire un clima di serenità all'interno della scuola, anche grazie – e lo ribadisco – ad un rapporto continuo e costante con le famiglie.
L'idoneità. Sono ancora idoneo a svolgere questo lavoro ? Sono idoneo a poterlo svolgere ? Mi è sempre piaciuto, ma c’è qualcuno che mi certifica il fatto che io sia idoneo a farlo ? Questo è un altro elemento che noi abbiamo messo a fuoco e se non sei più idoneo ci sarà uno strumento che ti consentirà di poter trovare una nuova ricollocazione. In questo provvedimento noi abbiamo il coraggio di parlare di burnout e abbiamo il coraggio di dire che è necessaria una ricollocazione chiara e definita del personale. Anche questo è un elemento aggiuntivo e se diciamo che tutto questo si sposa con quelle che sono le linee – le abbiamo sentite proprio recentemente – rispetto a quello che viene detto nella legge di bilancio, che possono esistere dei lavori che sono usuranti e che anche l'insegnamento alle fasce più basse d'età può essere considerato un lavoro usurante, allora questo è un altro elemento e un altro tassello che viene inserito in questo contesto.
Quindi, con questo provvedimento noi non vogliamo lasciare nessuno solo. Vogliamo dare garanzia alle famiglie, ricordando alle famiglie che l'affidamento alle strutture – e questo lo sanno – viene fatto perché loro si possano fidare: io mi affido perché mi fido, e questa fiducia sta alla base del rapporto educativo ed è centrale, lo garantisce e gli dà forza. Questo all'interno di questo provvedimento noi lo abbiamo ribadito più volte, utilizzando anche uno strumento ulteriore come quello di una regolamentazione delle videocamere che possono servire come strumento ulteriore, ma affiancato da quello – e lo ribadiamo con forza – che è l'elemento per noi cardine, quello di una formazione costante, continua, di équipe che si confrontano, di supervisioni, di famiglie che sono coinvolte, di insegnanti e di educatori che non vengono lasciati soli. Questo è il modello che noi portiamo in Aula e che riteniamo sia un modello che possa anche essere d'esempio per tutta una serie di realtà, che oggi forse si nascondono dietro un dito di una velata sicurezza, senza investire su ciò che crea sicurezza, quella fiducia data da una formazione e da una sicurezza, appunto, che di fronte si hanno dei professionisti di quel settore (Applausi).