Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, ho ascoltato finora interventi che hanno rappresentato principi seri, fondanti anche del nostro vivere civile, quelli che attengono alla tutela dei minori, alla tutela dei più deboli, degli anziani e noi non possiamo non essere sensibili; lo siamo certamente rispetto a tematiche così pregnanti, così delicate e importanti. Quello che, invece, riteniamo è che questo provvedimento non risponda, nel modo in cui è strutturato, a tutelare quelle esigenze, per una serie di ragioni e sono ragioni che porteranno il Partito Democratico a esprimere un voto di astensione.
Noi ci rendiamo conto che con questo provvedimento, e diamo atto, che un patto sociale viene fortemente violato, una tutela di affidamento che ciascuno di noi ha quando affida i propri cari, i propri figli, i bambini in tenera età, o gli anziani nelle strutture dove noi ci immaginiamo che possano ricevere le cure e attenzioni che meritano e che noi immaginiamo possano ricevere, e invece subiscono maltrattamenti e violente vessazioni. È evidente che si tratta, come è stato detto, di casi isolati, di casi fortunatamente circoscritti, che non destano un allarme sociale, perché c'è la gran massa, invece, di docenti, di insegnanti delle scuole materne, di personale sanitario che opera nelle strutture che ha un senso del dovere, un rispetto per le categorie più deboli, che assolutamente merita la nostra riconoscenza. Però, ci sono dei casi, evidentemente, che sono isolati, ma che hanno sensibilizzato il Parlamento nell'avviare questo iter che ha portato oggi alla discussione della proposta di legge in questione.
Io credo, però, che non si debba non tener conto di un arretramento culturale che vive il nostro Paese, perché se, a fronte di quella rottura del patto sociale a cui facevo riferimento, noi rispondiamo con la installazione di telecamere, con una sorta di rafforzamento di questa sfiducia nei confronti di soggetti che, invece, dovrebbero avere tutto il nostro affidamento, è evidente che qualcosa si è rotto nel nostro sistema. E io penso, quindi, che per porre rimedio a questa degenerazione sia indispensabile lavorare sulla cultura, sulla formazione essenzialmente, piuttosto che sulla repressione e sulla prevenzione attraverso sistemi di controllo. E noi non vediamo in questo provvedimento normativo un'attenzione particolare anche a una inversione di tendenza, che deve avere una matrice prima culturale e poi di controllo e di prevenzione, e i nostri emendamenti andavano in questa direzione.
In particolare, io vorrei sottolineare l'emendamento della collega Cantone, che avrebbe meritato miglior sorte, non solo per la simpatia con la quale l'emendamento stesso è stato presentato, ma essenzialmente per il contenuto che lo stesso aveva, che andava oltre anche la statuizione stessa e che mirava a far sì che gli stessi congiunti, gli stessi parenti degli anziani ricoverati potessero svolgere una funzione di supporto, di controllo, di verifica, di attenzione. Ebbene, quell'emendamento è stato – in maniera anche superficiale e diciamo non appropriata, senza neppure un briciolo di discussione – messo da parte e non approvato. E quale miglior attenzione e controllo può essere riservato a un anziano, se non dai suoi congiunti, dai suoi familiari, da quelli che sono legati da affetto, da sentimento rispetto alle persone ricoverate. Ebbene, abbiamo perso un'occasione per fare in modo che, magari in quella circostanza, le telecamere svolgessero una funzione meno invasiva, anzi non l'avessero proprio, facendo in modo che, invece, la funzione di controllo e di prevenzione fosse affidata ai congiunti del paziente ricoverato e dell'ospite delle case, almeno per quanto attiene alle strutture socio-sanitarie.
Quindi, dicevo, potenziamento della formazione anche del personale e interventi che possano, in qualche modo, educare il personale, anche attraverso un rilevamento costante e continuo dello stress lavoro correlato, che è quello che determina molto spesso le reazioni incontrollate che portano alla commissione dei reati.
Ebbene, in questa proposta di legge non troviamo nulla di tutto ciò. Peraltro, si parla di possibilità che vengano allocate delle telecamere e, quindi, insomma, come sarà possibile compulsare i titolari, i proprietari o, comunque, i gestori delle strutture socio-sanitarie private, e come si potrà compulsare il dirigente scolastico alla installazione delle telecamere stesse, se non ci sono, in qualche modo, anche delle misure che possano sollecitare l'utilizzo di quello che io vedo esclusivamente e semplicemente come uno strumento di indagine e null'altro? In che modo, se non c'è una sollecitazione espressa che possa, in qualche modo, indurre coloro che hanno la responsabilità di queste strutture a installare le telecamere e, quindi, anche ad accendere i riflettori sulle proprie strutture, con le ovvie e conseguenti deduzioni e questioni che possono essere ovviamente collegate a un accertamento dei fatti che non tutti e, soprattutto non tutti i responsabili queste strutture, hanno interesse a manifestare pubblicamente?
Allora, io credo che magari anche un coinvolgimento sanzionatorio dei responsabili di queste strutture, quanto meno per violazione dell'obbligo di vigilanza – contenuto, naturalmente, nel precetto normativo – avrebbe potuto, in qualche modo, suggerire una struttura della legge che potesse effettivamente poi essere efficace. Perché, oggi, allo stato, vedo la difficoltà operativa di questa legge e la difficoltà che possa, in qualche modo, essere davvero di aiuto alla frustrazione, alla eliminazione e alla prevenzione di quei fenomeni che la stessa intende perseguire e prevenire. Dicevo, un mero strumento di indagine alla fine, null'altro; quindi, un ausilio all'autorità giudiziaria che, opportunamente è stato detto, può utilizzare questo strumento di indagine solo ed esclusivamente per i reati che attengono al maltrattamento, e non certo dei bimbi e degli ospiti delle strutture socio-sanitarie, e non certo per reati che possono avere una matrice diversa, cioè quello strumento di indagine ha una funzione specifica ed esclusiva, e questo fortunatamente è stato chiarito nel testo normativo. Io credo che, insomma, lo sforzo, sia pure apprezzabile, che è stato fatto dai presentatori di questa proposta di legge, non sia efficace nel contrastare un fenomeno che è sicuramente circoscritto, ma indigna ciascuno di noi e induce a una riflessione, ripeto, però, più su un arretramento culturale che il nostro Paese sta vivendo, che sulla vera e propria entità di questa di questa problematica. Confermo pertanto il voto di astensione del Partito Democratico. Ci saremmo aspettati un impianto normativo più aderente anche alla nostra visione. I nostri emendamenti sono stati tutti respinti, come ormai è abitudine in quest'Aula: per cui il Partito Democratico voterà “astenuto” a questa proposta di legge.