Dichiarazioni di voto finale
Data: 
Giovedì, 6 Novembre, 2014
Nome: 
Anna Rossomando

A.C. 2681

Presidente. Il Partito Democratico vota convintamente a favore di questo provvedimento. Finalmente, iniziamo a riformare un importante servizio per il Paese, perché la giustizia, innanzitutto, è un servizio per i cittadini. E mi pare che si faccia finta di non capire, perché non voglio far torto all'intelligenza di qualcuno che mi ha preceduto, che, evidentemente, è una questione di razionalità. Vi è un progetto complessivo che individua le cause del disservizio e si interviene, con decreto, sulle urgenze, per alleggerire il carico e poi intervenire ancora, maggiormente e strutturalmente. 
  Mi sembra che continuiamo a dire cose che veramente non stanno né in cielo né in terra. Quindi, è chiaro che questo intervento è una parte, ma la questione è che è una parte che ha una razionalità duplice: primo, interviene per un alleggerimento, sapendo quali sono le cause; secondo, interviene in un progetto politico più ampio di riforma e coerentemente con questo progetto politico. 
  E qui sta, ovviamente, la responsabilità delle scelte di un Governo politico, alle quali ci richiamava anche il collega della Lega. Vorrei dire, a questo proposito, che ognuno risponde delle sue scelte. Voi avete già risposto, dal punto di vista elettorale, di esservi baloccati, nella scorsa legislatura, tra un lodo e un divieto di curare negli ospedali i cittadini extracomunitari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Entrambi questi provvedimenti, per fortuna, sono stati bloccati. 
  Allora, dicevo, quali sono le scelte ? Primo, far ripartire il Paese. Come ? Incidendo sulla lentezza della giustizia, soprattutto quella civile, e dando effettività ed efficacia alle decisioni, perché quando parliamo d'incertezza del diritto per chi intraprende una causa – piccolo o grande che sia – si allude ai tempi, all'efficacia e alla certezza del diritto. 
  Secondo, rendere accessibili ed effettivi i diritti, anche quelli più personali. A questo proposito, questo vuol dire anche fare un passo di più sul terreno del contrasto alle disuguaglianze. Cosa c’è di più ingiusto, di più diseguale, di una denegata giustizia, di una tutela dei diritti solo per chi se li può permettere, andando fuori ? Ho sentito dire delle cose qui, come se non sapessimo tutti che, oggi come oggi, una giustizia che non funziona, che ha tempi assolutamente chilometrici, fa sì che chi può, già oggi, accede ai diritti soltanto perché è più forte economicamente e si tutela diversamente. Ma di che cosa stiamo parlando ? 
  Allora, sta alla politica dare delle soluzioni e noi sappiamo, tutti sappiamo, che la nostra magistratura, i nostri uffici, anche il nostro personale giudiziario, è tra i più produttivi d'Europa. Allora, qual è il problema ? È che c’è troppa domanda indifferenziata, c’è un processo molto articolato che deve funzionare e deve essere per qualsiasi tipo di domanda. Quindi, la prima questione da affrontare, è differenziare le risposte, per dare veramente delle vere risposte efficaci e per avere più giurisdizione, perché qui si fa della retorica e senza costrutto, soprattutto nell'ultimo intervento che mi ha proceduto: alleggerire, per avere più giurisdizione dove serve, per avere più centralità della giurisdizione, e per non averla solo sulla carta, rischio molto concreto che noi oggi corriamo, perché, poi, nella realtà, ci si arrangia e si arrangia chi può. 
  Dunque, semplificazione, minori costi, tempi più celeri, efficacia nell'esecuzione delle sentenze e dei provvedimenti: qui entriamo in un campo molto importante, cioè l'esigibilità dei crediti e le procedure esecutive. E quando dico esigibilità dei crediti, mi riferisco anche a quei piccoli e medi crediti. Evidentemente, come è stato detto, ma non si sono tratte le dovute conseguenze, chi oggi è molto forte economicamente già ricorre a «soluzioni altre», ma è chi ha i piccoli crediti che ha bisogno di un'esigibilità e di una procedura esecutiva certa. Da questo punto di vista, ci sono le misure sull'informatizzazione dei registri delle cancellerie relativi alle cause di esecuzione, sulla possibilità per gli ufficiali giudiziari di cercare i beni da pignorare mediante la consultazione delle banche dati della pubblica amministrazione. Insomma, si inizia a mettere mano. 
  Vorrei, poi, dire qualcosa sulla negoziazione assistita. Qui c’è un approccio moderno anche alle professioni intellettuali, che sono una risorsa nel nostro Paese. È un approccio moderno alle professionalità, non più una discussione inutile e sterile tra chi difende il corporativismo, chi lo accarezza e chi lo contrasta. Si pensa sempre alla professioni come un qualcosa che ha a che vedere con il corporativismo. No, qui si investe sulle professioni, si investe su quello che l'avvocatura ha sempre detto, e cioè sul ruolo sociale che già esercita l'avvocatura. Si investe sulla competenza dell'avvocatura, sulla responsabilizzazione di questi lavoratori della conoscenza e sulla responsabilizzazione delle parti quando accedono ad una questione di risoluzione delle controversie. 
  Questa è la negoziazione assistita, con tutte le avvertenze e le cautele che vi sono state inserite. Qualcuno ha parlato della questione, per esempio, di una parte della separazione assistita, la separazione e i divorzi. Qualcuno dice: ma avete fatto un giro per i tribunali ?. Io non so se qualcuno passeggia soltanto sotto i portici, perché altrimenti dovrebbe sapere che, quando c’è l'accordo delle persone che si devono separare, già oggi, in realtà, l'udienza è una pura formalità, se si vuole parlare di cose vere, e di questo si sta, appunto, parlando. 
  Vorrei dire una cosa ancora sui costi. Il tempo è un costo, e non solo per l'impresa e per chi deve intraprendere: è un costo per chi aspetta il soddisfacimento di un diritto, magari personale, personalissimo, ed è un costo il tempo in sé e quello che può costare un processo che si prolunga, che, appunto, molti non si possono permettere, il Paese non sì può permettere. Ma per quei singoli che non se lo possono permettere, questa è uguaglianza o è disuguaglianza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ? Lo chiedo a tutti noi e soprattutto a chi agita questo vessillo. Allora, privatizzare la giustizia è negare la giustizia o provare ad avere delle soluzioni alternative per i casi di minore entità e concentrarsi sul processo per i casi più controversi e più complessi ? 
  Mi avvio alla conclusione per dire, tra l'altro, anche ai colleghi del MoVimento 5 Stelle che è di ieri un provvedimento del Ministro che bandisce un concorso per 340 magistrati, sapendo che ci sono 365 posti a concorso che devono essere solo definiti con l'ultima azione, la correzione dei compiti. Quindi, ci sarà l'ingresso di 700 magistrati e questa è una risposta concreta, puntuale e dimostrata di come si interviene anche sotto il profilo delle risorse umane. 
  In conclusione, Presidente, colleghi, qualcuno forse, su diversi e insospettabili versanti, anche fuori da qui, si sente orfano di una stagione che noi pensiamo appartenga al passato, che noi consideriamo archiviata. Non abbiamo nessuna nostalgia per l'insanabile conflitto tra i poteri dello Stato oppure per un conflitto tra primato della legge, da un lato, e libertà di azione incondizionata e incondizionabile in una terra di nessuno, dall'altro. Questo conflitto senza dialettica è stato dannoso per il Paese e alla fine è stato un comodissimo alibi per non toccare niente. 
  Noi vogliamo cominciare a mettere mano ai problemi del Paese e diciamo «basta» ad alibi per non toccare niente, anche magari partendo dalla messa in discussione di qualche certezza, a partire da noi stessi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).