Esame di una questione pregiudiziale
Data: 
Martedì, 10 Luglio, 2018
Nome: 
Cosimo Maria Ferri

A.C. 764

Grazie, Presidente. Devo dire che abbiamo provato, come Partito Democratico, in Commissione giustizia, a collaborare, a far capire alla maggioranza la lacuna di questo provvedimento; un provvedimento che non risolve e crea il caos della giustizia penale presso il distretto di Bari. Un caos che provocherà, e non sono parole del sottoscritto, ma è emerso chiaramente nelle audizioni, una sorta di amnistia su tutta una serie di procedimenti, perché sospende i procedimenti penali senza dare una soluzione. Abbiamo insistito per far capire la difficoltà e l'importanza di garantire l'efficienza del processo penale, ma non ci è stata data risposta. I temi da affrontare sono diversi…

Siamo stati abituati e spesso si è parlato di sicurezza, di efficienza della giustizia penale, di tutela delle donne e di lotta contro il femminicidio. Ecco, con questo provvedimento si vanificano tutti questi temi, perché non c'è chiarezza. Per esempio, per quanto riguarda le misure cautelari, prevedete la sospensione dei termini solo per quanto riguarda la custodia cautelare in carcere, e quindi il provvedimento già di per sé lede il diritto di difesa, ed è una delle questioni che noi sottoponiamo oggi all'Aula, perché viene violato l'articolo 24 della Costituzione. Un diritto della difesa……che vale sia per l'indagato che per l'imputato, ma anche per la persona offesa. E quindi oggi non c'è chiarezza, e, così da come emerge nel testo del decreto-legge, vincolandolo solo ai procedimenti dove c'è lo stato di custodia cautelare, è evidente il riferimento alle misure della custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari. Quindi, non rientrano nella sospensione, nella deroga alla sospensione, il divieto di allontanamento, l'obbligo di dimora e altre misure cautelari non custodiali. Quindi, questo è un primo vulnus che lede l'articolo 24, sul quale noi insistiamo, e siamo davvero meravigliati che non si voglia garantire la sicurezza della persona offesa, che non si voglia garantire quella misura efficace che serve per prevenire il reato, non solo per interromperlo, come quella del divieto di allontanamento dalla casa familiare o il divieto di avvicinamento ai luoghi della persona offesa.

Temi sui quali in quest'Aula abbiamo parlato e i precedenti Governi hanno lavorato, insistendo, alzando le pene, garantendo un'efficacia, e oggi si vuole continuare su questa strada, e rimaniamo davvero basiti nel vedere che, invece, si vada nella direzione opposta, quando poi vediamo che nel contratto si parla di sicurezza e si parla di tutela dei diritti.

Quindi, questo è un primo vulnus che voglio sottolineare. C'è poi il tema della ragionevole durata del processo, l'articolo 111 della Costituzione, la violazione della ragionevolezza. Non solo si va a incidere e si lede tutto il tema della prescrizione, perché anche sulla prescrizione ho sentito grandi annunci dal Ministro della Giustizia, che vuole modificare la prescrizione, che vuole garantire efficienza. Ecco, questo è il primo appuntamento che ha il Governo per dimostrare i fatti, per garantire un servizio giustizia che funzioni realmente, e invece, dagli annunci, si fa contrariamente l'opposto; ma non in termini solo politici, ma in termini tecnici e giuridici.

Quindi, si allunga la prescrizione, che è un istituto di natura sostanziale, e quindi si applica inmalam partem, perché va a incidere sui tempi, perché il codice prevede la sospensione della prescrizione, ma quando lo chiede l'imputato. E quindi l'imputato chiede un rinvio per legittimo impedimento del difensore o per impedimento dell'imputato, il giudice lo accoglie, sospende e sospende i termini prescrizionali. Invece, si interviene con un decreto-legge nel modificare un istituto e violando il principio di irretroattività della legge penale, e, tra l'altro, in malam partem. Quindi, questo è un altro tema sul quale il Governo non ha dato una risposta e ha violato uno dei princìpi. Inoltre i ritardi, l'efficienza della giustizia penale, il tema delle notifiche. Lo ha detto chiaramente il presidente del tribunale di Bari; ha detto: oggi il provvedimento del Governo creerà un danno per la giustizia che sarà riparato in dieci anni, perché non basta sospendere per 60 o 90 giorni.

La tecnica processuale e la fissazione delle udienze impone dei meccanismi che creerà sicuramente non solo……delle nullità, ma allungherà i termini processuali. E allora, tra l'altro, la soluzione che era stata adottata delle tende, che fortunatamente sono state rimosse, era stata utilizzata proprio per evitare di rinnovare le notifiche, perché, chiuso il palazzo, ci doveva essere un luogo dove rinotificare alle parti. Ben venga l'eliminazione delle tende, ma con un sistema che garantisca le notifiche.

Quindi, il presidente del tribunale ha individuato un danno per la giustizia penale che sarà riparato in dieci anni. E allora non si può da una parte dire: voglio modificare la prescrizione, e dall'altra trovare una soluzione per Bari! Ma poi creerà problemi, perché dà un'impostazione non risolutiva al tema, e costringerà le parti, il pubblico ministero, il giudice, i testimoni ad essere ricitati: quindi, oggi si quantificano dalle 60 mila alle 80 mila notifiche che saranno ripetute, che costeranno tantissimo. E tra l'altro, l'altro tema è quello di non aver previsto un importo finanziario per sostenere questa emergenza, senza dare una risposta anche su questo tema. Quindi, verranno ripetute queste notifiche; non ci sono udienze fissate; il pubblico ministero oggi non ha un luogo da indicare nel decreto di citazione a giudizio a pena di nullità, così come prevede l'articolo 552 del codice di procedura penale, che tra gli elementi tassativi del decreto di citazione a giudizio indica il luogo, il giudice e la data di comparizione. Sospendendo l'attività, non solo si sospende nell'arco di questo periodo, che poi si va a sovrapporre anche alla sospensione feriale, ma si costringerà alla rinnovazione di tutta una serie di atti che andranno dalla citazione a giudizio alla data, all'avviso dei testimoni, e quindi una ripetizione di notifiche. Questo vuol dire creare caos! Vuol dire creare inefficienza! Vuol dire regalare anni, anni, anni di prescrizione alle parti, ledendo i diritti non solo dell'indagato o dell'imputato, ma anche delle persone offese.

Quindi, i cittadini lo devono sapere, perché fa sorridere vedere che sui blog il Ministro della giustizia lanci il tema: il Ministro ascolta. Noi sì, in Commissione giustizia, abbiamo ascoltato autorevoli magistrati, avvocati, personale amministrativo spiegarci le difficoltà o fornire alla Commissione delle soluzioni da adottare per dare delle risposte concrete nell'interesse dei cittadini e nell'interesse del funzionamento della giustizia. Ebbene, sono state disattese tutte! Altro che ascolto. Tutte erano tecniche, autorevoli, professionali e non sono state accolte. C'è stata una chiusura totale, di fronte alla quale… …le opposizioni non hanno potuto che recepirle in emendamenti, che non sono stati chiaramente votati.

Quindi noi continueremo su questa strada. Vogliamo che si sappia forte che non solo si crea il caos della giustizia penale, si ledono i diritti, non si sono trovate soluzioni, ma il primo appuntamento serio che aveva questo Governo per dare una risposta in termini di efficienza, in termini di credibilità, in termini di funzionamento, in termini di rispetto dei diritti non è stato utilizzato: ci si è voltati dall'altra parte, non si è assunta la responsabilità di dare delle risposte nell'interesse del servizio giustizia. Ritengo che sia una cosa grave, lesiva dell'articolo 24 della Costituzione, dell'articolo 111, e che davvero sia in contrasto non solo con la nostra Carta costituzionale, ma con tutta la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo. Non si venga qui a parlare quindi di riforme nell'interesse della giustizia, perché con questo siete riusciti, con un decreto-legge, a dare l'amnistia a tutta una serie di procedimenti e di reati in quel di Bari.