A.C. 3495
Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, colleghi deputati, il decreto-legge in discussione contiene, a differenza di alcuni provvedimenti del passato, elementi di seria programmazione territoriale, di giustizia sociale, di sussidiarietà, di sana economia, di recupero di somme di danaro non speso, di efficienza occupazionale.
Il decreto è impropriamente soprannominato, giornalisticamente, «Decreto Giubileo»; se fosse solo questo già si giustificherebbe perché accompagna un evento che coinvolge l'intera comunità mondiale, non solo quella dei credenti.
Il decreto fa propria la volontà del Giubileo, tenere al centro la persona, ma il decreto non è solo Giubileo, è anche Giubileo ! Credo si possa affermare che, come il Giubileo voluto da Papa Francesco è un evento straordinario, che ha sede in tutte le parrocchie del cattolicesimo, il decreto guarda all'intero Paese Italia con un occhio particolare, tendente al recupero di ritardi strutturali, debolezze sociali, al riutilizzo di risorse umane e logistiche tendenti al rilancio dell'economia, la filosofia del decreto ben si inserisce nell'azione del Governo Renzi: occupazione, certezza finanziaria, rilancio dell'economia, fiducia nel sistema Italia, che passa attraverso la consapevolezza che il Paese ritorna ad essere centrale soprattutto se si indirizzano le aree deboli al rilancio economico.
Un Paese, l'Italia, consapevole della propria grande storia, un grande Paese che non dimentica il passato, ma che su questo intende costruire il futuro, facendo sentire protagonisti del cambiamento i cittadini e gli enti locali. Un Paese consapevole, che, pur ristagnando la crescita economica e sociale di alcuni grandi Stati non europei, il Mediterraneo resta centrale per la storia, la cultura, l'arte, la vivacità economica, la capacità di adattarsi e proiettarsi nei tempi che ci è dato vivere.
Il contenuto sommario del decreto: sono prorogati i termini delle deleghe previste dalla legge di contabilità e finanza pubblica; 50 milioni sono destinati alla prima fase di bonifica ambientale e della rigenerazione urbana del comprensorio Bagnoli-Coroglio di Napoli, con insieme il recupero dell'area e destinazione funzionale; 150 milioni all'emergenza dei rifiuti nella regione Campania per le criticità degli anni passati, insieme all'applicazione di un sistema di gara, di un protocollo stipulato tra la regione Campania e Autorità nazionale anticorruzione, questo perché sappiamo bene che la gestione dei rifiuti spesso produce criminalità ed intrecci malavitosi; 10 milioni al comune di Reggio Calabria, a seguito dello scioglimento degli organi elettivi per infiltrazioni mafiose, e 50 milioni per i contratti a tempo determinato per i lavoratori socialmente utili della sola Calabria; 50 milioni per il finanziamento del Fondo nazionale emergenze per interventi in Sardegna per i territori colpiti precedentemente; ulteriori 30 milioni per la Sardegna sono destinati alla continuità territoriale aerea per la Sardegna stessa, con riguardo però a tutti i cittadini italiani; 150 milioni per il riutilizzo delle aree Expo, con la realizzazione di progetti scientifici e di ricerca; 159 milioni per interventi destinati al Giubileo, con priorità ai settori della mobilità, del decoro urbano, della riqualificazione delle periferie, che spesso sono luoghi dove povertà, miseria culturale e degrado morale favoriscono il reclutamento da parte della criminalità dei giovani e l'insediamento di veri creatori di morte, quanti producono e spacciano sostanze stupefacenti, che portano ai commercianti fiumi di denaro e a tanti giovani l'assuefazione ad un modello di vita anomalo, il carcere e la morte.
Sempre nella parte del Giubileo si intende giustamente realizzare, con l'intervento di 17 milioni, il potenziamento del sistema ferroviario da e verso la stazione di Roma-San Pietro e, con 30 milioni, il potenziamento e l'efficienza del sistema dei servizi sanitari di «Roma Capitale», non per Roma Capitale. Dieci milioni sono finalizzati al supporto del made in Italy, fiore all'occhiello dell'Italia nel mondo.
È prevista la revoca di alcuni finanziamenti non attuati e l'abrogazione di alcune procedure per le esecuzioni infrastrutturali nei grandi aeroporti. Cinquanta milioni sono destinati ad interventi nel settore delle linee metropolitane e 100 incrementano la previsione finanziaria destinata al servizio civile; 350 milioni sono per il Fondo sociale per l'occupazione e la formazione dei lavoratori e 25 milioni per l'edilizia residenziale pubblica, 100 milioni per il potenziamento dell'attività sportiva. Infine, è previsto l'aumento del Fondo destinato alla fruizione del credito d'imposta a favore degli investimenti nel settore cinematografico.
Il decreto ha copertura finanziaria con denaro che proviene dai risparmi dei diversi ministeri e dalla spending review. È un dato, questo, che ritengo giustamente di dover sottolineare.
Il gruppo del Partito Democratico voterà per l'approvazione del decreto e respingiamo al mittente l'idea di un decreto che sparge denaro a pioggia senza programmazione; respingiamo l'idea che approviamo un decreto fondato sulle bugie o su una distorta verità. Quanti sostengono la falsità del successo dell'Expo non amano il nostro Paese e hanno problemi di miopia sociale. Quel successo non è stato soltanto del Governo: il successo dell'Expo è successo dell'intera Italia, degli espositori, di quelli che hanno investito, di quelli che hanno lavorato, di tutti quelli che ci hanno creduto. Al Governo va il merito di aver sostenuto l'Expo, perché sosteneva l'Italia, ma soprattutto la volontà del Paese di dare un segnale al mondo, un segnale di crescita, di speranza, di rigore morale, di efficienza, di tecnologia avanzata.
Il gruppo del Partito Democratico è lieto di contribuire con il proprio voto all'approvazione di un decreto che ha con sé la consapevolezza di una filosofia di vita positiva, che tiene al centro la persona, con particolare riguardo agli svantaggiati, e che coinvolge regioni e comuni nella realizzazione di un modello di Paese che guarda al futuro e che intende infondere speranza in un domani migliore.
Il cittadino che ascolta, che legge i giornali o vede le televisioni, quando il decreto sarà approvato – perché vi garantisco che il Partito Democratico e le forze politiche che amano il Paese lo approveranno –, sentirà, tra l'altro, che un fiume di danaro si sta per riversare sul Paese. A questo proposito abbiamo un dovere supplementare e lo dico apertamente, senza alcuna remora. Lo dico a me, lo dico a voi, lo dico al Governo, lo dico agli organi dello Stato: nemmeno un euro dell'ingente somma stabilita può essere sprecato con inefficienze, ritardi, malversazioni; nemmeno un euro di questo denaro finalizzato al miglioramento del Paese deve finire in corruzione, alla malavita o alla criminalità. Chi governa in Calabria, in Campania, in Lombardia, nel Lazio e in ogni parte d'Italia sappia che le risorse pubbliche devono essere spese con il massimo rigore morale e con la consapevolezza che il danaro pubblico non è res nullius ma res communis omnium.
Si poteva fare meglio e di più, sì, ma la politica è anche realismo. Non si tratta di accontentarsi, ma di offrire una soluzione. Il decreto è la soluzione di quanti amano il Paese, perché, al di là delle divisioni e delle strumentalizzazioni con cui la politica spesso armeggia, resta l'Italia, i cittadini, che vanno aiutati e amati. Facendo questo renderemo un servizio al Paese. Oggi, con il decreto, non approviamo un arido elenco di cose da fare: con il decreto forniamo al Paese uno strumento di crescita, di recupero di ritardi sociali, di redistribuzione delle risorse in base al principio della solidarietà umana, che deve tendere sempre, anche e soprattutto, nell'azione del Governo, a dare di più a chi ha di meno, perché un Paese in grado di fare questo è un Paese giusto, è un Paese che vuole crescere.
Per tutto questo, annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico.