Dichiarazione di voto finale
Data: 
Venerdì, 30 Dicembre, 2022
Nome: 
Mauro Antonio Donato Laus

A.C. 705

Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi della maggioranza, credo sia indispensabile recuperare un po' di chiarezza, perché mi pare che abbiate smarrito le coordinate spazio-temporali della presenza in Parlamento, da quando la legislatura è iniziata.

Tanto per cominciare, le onorevoli e gli onorevoli di Lega e Forza Italia dovrebbero riprendere coscienza di essere stati forza di maggioranza, fino a qualche mese fa, e di aver conosciuto da vicino e nel dettaglio le difficoltà espresse dal Paese, le sofferenze del corpo sociale, le aspettative di tutela e di crescita, i termini della crisi economica e il complicato contesto internazionale in cui essa si inserisce, a partire dalla guerra in Ucraina, che ha fatto esplodere la questione del caro energia, per arrivare al difficile e complesso lavoro finalizzato alla messa a terra dei progetti correlati al Piano di ripresa e resilienza (PNRR). Stessa cosa vale per voi, colleghi di Fratelli d'Italia, che, nella coerenza della passata opposizione, vi facevate vanto di progetti già pronti per intraprendere una robusta azione di risanamento del Paese; volevate farlo pure in tempi brevi, perché dicevate che i cittadini italiani ormai sono allo stremo e non possono più aspettare.

I cittadini e le cittadine italiani aspettavano risposte sulle infinite liste d'attesa che ingessano la nostra sanità e, invece, gli avete dato la norma che permette ai medici no-vax di rientrare in ospedale.

Aspettavano una misura alternativa di contrasto alla povertà, a fronte del repentino ridimensionamento del reddito di cittadinanza, e gli avete dato una soluzione – peraltro, impraticabile - per contrastare i rave party.

Vi siete concentrati sui raduni clandestini, prima di preoccuparvi della povertà, della salute, del lavoro, del salario minimo. Se non vi piace il salario minimo, cercate di elaborare una via, che possa essere finalizzata a dare ai lavoratori e alle lavoratrici italiane una giusta retribuzione, affinché non sia più lo Stato con le sue articolazioni a beneficiare dei bassi salari.

Vi siete spaccati la testa per inventarvi nuove fattispecie di reato, ragionando di sanzioni, un tanto al chilo, e, al contempo, avete messo in pausa la riforma Cartabia, in blocco, assestando l'ennesimo colpo a un sistema della giustizia, che, in quanto a efficienza, era già da tempo costretto ad arrancare. Eppure, ricordo bene cosa dicevate in campagna elettorale: avevate non solo l'agenda delle priorità già compilata, ma anche le soluzioni belle e pronte. Oggi, invece, fingete di essere capitati qui per caso e, dovendo guardarvi intorno per capire dove vi trovate, ingannate il tempo, prolungando il mercanteggio elettorale. Ma, purtroppo, non è una cronaca oziosa, quella cui ci fate assistere da due mesi a questa parte. Non lamentiamo la noia; no, no, non lamentiamo la noia! Magari! Qui, denunciamo il sincero timore. Ci piacerebbe, infatti, poter derubricare il decreto-legge n. 162 come un trascurabile esercizio di non senso, archiviarlo come la sciagurata melodia dell'orchestrina che suona, mentre la nave affonda. Invece, questo vostro primo provvedimento non è soltanto incoerente rispetto al contesto di emergenza in cui ci troviamo, ma è irragionevole e, a tratti, persino pericoloso. Tanto per cominciare, vi siete dovuti arrampicare sugli specchi per giustificare la necessità, l'urgenza e, più di tutte, l'omogeneità delle materie, rifilando una sonora pernacchia al principio della qualità della normazione, richiamato solamente quando si tratta di accattivarsi le simpatie del professionista di turno.

Poi, una volta preparato il polpettone, avete cercato di renderlo commestibile, aggiustandolo fino all'ultimo momento e negando anche a voi stessi la realtà, ovvero il rigetto registrato da più parti, non soltanto nella minoranza parlamentare, semplicemente perché quel polpettone è indigesto, se non addirittura tossico, tanto negli ingredienti quanto nella procedura di preparazione.

Prendiamo, ad esempio, la mezza marcia indietro al Senato sulle norme anti-rave. Mentre il ricambio di collocazione del reato e della descrizione della condotta illecita rendono, oggi, sostanzialmente inutile il provvedimento - lo dimostra il caso di Modena, la cui gestione, a legislazione vigente, ci dice che il populismo giudiziario non è una soluzione, né tantomeno una necessità -, ritroviamo il danno nella conferma dell'impianto sanzionatorio, che ci svela, una volta di più, la reale intenzione del Governo: marcare il suo approccio ideologico e la sua attitudine securitaria di fronte alle diversità sociali e culturali. E, qui, solo i fessi - mi perdoni, Presidente - possono credere che difendiamo un presunto diritto di occupazione.

Qui, ci sono illustri giuristi che gridano al pastrocchio e al rischio di incostituzionalità, lo stesso grido che si è levato da questi banchi e che è stato finora bellamente ignorato. Intanto, si prosegue sulla strada dell'incoerenza, del non senso e del pericolo, mantenendo l'approccio no-vax sulla carta che diventerà legge e dichiarando, invece, sulla carta stampata dei giornali un invito deciso per vaccini ad anziani e fragili, un invito rivolto nientemeno che dalla Presidente Meloni. La contraddizione strisciante che ha accompagnato l'agire del Governo da che il decreto è stato emanato è, quindi, esplosa in tutta la sua potenza confusionaria: termina con due mesi di anticipo l'obbligo vaccinale per i medici e si dispone il reintegro dei no-vax sospesi, ma intanto il Ministro dispone tamponi obbligatori per chi arriva dalla Cina, dove in questi giorni si registra un significativo aumento dei casi di contagio.

E cosa succederà domani, se il frettoloso allentamento delle misure di controllo e di protezione anti-COVID, non soltanto per quanto riguarda gli operatori sanitari, dovesse rilevarsi fatale negli esiti di una nuova ondata? Come spiegherà il Governo eventuali nuovi provvedimenti restrittivi a una opinione pubblica, cui era stato incautamente, a mio parere, promesso il contrario? Questo succede quando si sceglie di tirare avanti a suon di slogan e di usare l'ideologia invece della scienza e della conoscenza per amministrare il bene pubblico. L'unico amaro vantaggio che porterà con sé questa legge è la riduzione dell'attesa per affrontare l'ora della verità sul carattere di questo Governo e della maggioranza che lo sostiene; lo showdown più repentino e dirompente cui questo Parlamento abbia mai assistito, un momento dal quale difficilmente uscirete indenni, ma le cui conseguenze ricadranno sul Paese. Però - mi avvio alla conclusione, Presidente - con questo polpettone, con questo giro di giostra, una nota positiva tanti cittadini italiani possono avere: finalmente iniziano e iniziamo a toccare con mano la differenza tra un Governo di centrosinistra e un Governo di destra. No, noi non siamo tutti uguali, assolutamente no, un Governo di destra, della destra italiana promette in campagna elettorale rigore, certezza del diritto, certezza della pena e, poi, viaggia in una traiettoria completamente opposta soffocata da un'ubriacatura di condoni e di amnistie sanitarie.