Data: 
Mercoledì, 31 Luglio, 2019
Nome: 
Patrizia Prestipino

A.C. 2019-A

Grazie, Presidente. Ancora una volta troviamo l'etichettatura: dopo il “decreto sicurezza”, abbiamo oggi il “decreto cultura”, sembra quasi un ossimoro che alla parola “decreto” venga abbinata quella della cultura, che è il luogo della conoscenza, della formazione, della riflessione, della sintesi. Ma voi di sintesi ne avete fatta anche ben troppa, perché troviamo di tutto in questo, che sembra quasi un omnibus: dalle Fondazioni lirico-sinfoniche ai prodotti televisivi italiani e poi troviamo anche, in appendice, il tema di UEFA euro 2020.

D'altra parte, se ci avete abituati agli spezzatini dei commi e degli articoli della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), non ci meravigliamo se poi troviamo in appendice anche UEFA 2020, insieme alle fondazioni lirico-sinfoniche.

Ora, di cose buone ce ne sono in questo decreto - l'ha detto bene, benissimo già la mia collega - però poi ci sono delle cose che lasciano un po' perplessi: con il “decreto cultura” – ripeto: con il “decreto cultura” - per esempio, si sarebbe dovuto mirare alla stabilizzazione dei precari, ma questo obiettivo non è affatto raggiunto, in quanto si impedisce la conversione dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato, prevedendo invece solo il mero risarcimento del danno.

Ora - e lo dico da docente di lettere classiche - la cultura viene ancora una volta considerata non come un investimento sul futuro dei nostri ragazzi e delle nostre comunità, ma solo come una spesa, una spesa importante, non un investimento nella conoscenza, nello sviluppo sociale e civile del Paese e i lavoratori sono nuovamente penalizzati in nome dei vincoli finanziari; i vincoli finanziari, quelli che comunque limitano sempre l'essenza e la sostanza delle cose, anche delle cose più belle e più strettamente connesse al nostro tessuto culturale.

Esattamente quei lavoratori la cui forza lavoro invece è data, come ha detto bene il collega Nitti - che è un musicista e si è sentita nel modo in cui ha parlato la conoscenza sul melodramma, su Pietro Metastasio, su quella che è la storia della cultura lirica in Italia, che noi vantiamo come Paese e come comunità - ecco questi lavoratori sono invece penalizzati, persone che sono spinte da passione e la dedizione e che non sono considerate in questo decreto come un valore da tutelare e da accentuare, ma come un problema da restare lì, sempre e comunque appeso.

Ecco, questo decreto quindi pone un limite sia alla crescita individuale del cittadino, ma anche della collettività intera.

Detto questo, andiamo a quello su cui volevo intrattenermi, che è il provvedimento dell'articolo 5, quello che ha in qualche maniera previsto la nomina di un commissario straordinario per la manifestazione UEFA Euro 2020, al fine di curare i rapporti tra Roma capitale e gli organi sportivi nazionali e internazionali, tutelare il nostro patrimonio storico, artistico e culturale e assicurare così la tempestiva realizzazione degli interventi necessari per questo evento.

Bene, io ho fatto per cinque anni l'assessore allo sport, a Roma, ne ho visti passare di piccoli, medi e grandi eventi sportivi; lo sport è uno dei più grandi volani del turismo per una grande città, insieme, ovviamente, alla cultura di cui Roma trabocca, però bisogna saper cogliere questa occasione e bisogna saperla mettere a frutto e saper tirare fuori il meglio di un grande evento. Ora, a che cosa ci ha abituato la sindaca Raggi? Ad aver paura di un grande evento, come ha avuto paura di un grande evento la sindaca di Torino, Appendino; ci hanno fatto rinunciare alle Olimpiadi Roma 2020. Noi avremmo avuto il prossimo anno, probabilmente, le Olimpiadi Roma 2020 se ci fosse stato questo coraggio che, invece, non c'è stato; e cosa ha fatto la sindaca Raggi in data 12 luglio? Ha affidato al suo braccio destro e sinistro, a quello che era il vicesindaco, fino all'arresto di Marra, avvenuto nel dicembre 2016, l'assessore Daniele Frongia, una figura di spicco, importante del MoVimento 5 Stelle, anche lui, da sempre, contrario alla candidatura di Roma alle Olimpiadi, anche questo, lasciatemi dire, sembra un ossimoro, perché non è che le Olimpiadi sono brutte sporche e cattive, tra l'altro, il recente obiettivo raggiunto da Milano e Cortina ha dimostrato, invece, che i grandi eventi fanno bene all'anima, anche economica, di una città, ma lui è contrario, come era contraria la sindaca Raggi. Però, quello che io adesso mi chiedo, da parlamentare, ma me lo chiedo anche da cittadina di Roma, perché noi andiamo sulla fiducia, ma a che punto siamo con UEFA Euro 2020? Al netto della riqualificazione dello stadio Olimpico, in ottemperanza degli accordi tra FIGC e UEFA, non si ha notizia di altre iniziative da parte dell'amministrazione culturale. Ma possiamo andare sempre e solo sulla fiducia? Guardate che siamo ad agosto 2019, l'evento ci sarà a giugno 2020, a casa mia mancano dieci mesi e ancora non si sa niente.

Ma lasciatemi dire che ancora non si sa niente neanche di Roma 2020 che sarà, invece, anche – non so se a voi interessa – i centocinquant'anni di Roma Capitale e qui nessuno parla dei centocinquant'anni di Roma Capitale che è un evento politico, civile, culturale importantissimo per il Paese, perché rimetterebbe Roma al centro del dibattito politico nazionale e non solo nazionale. Ombra, silenzio, sia dalla sindaca Raggi sia dal Governo giallo-verde; eppure, io capisco che la Lega abbia problemi a riconoscere il ruolo di Roma Capitale, però, insomma, un interesse per quella che è la capitale d'Italia ci dovrebbe essere. Ancora, 2025, secondo Giubileo del terzo millennio. Qui, nessuno ne parla; allora, possiamo stare a parlare di grandi eventi, quando a dieci mesi da un grande evento, quale appunto sarà UEFA Euro 2020, ancora non trapela nulla dall'amministrazione comunale? Allora, io voglio ribadire con forza che il nostro Governo, ad opera del Ministro dello Sport, allora Luca Lotti, aveva predisposto 10 milioni di euro da versare nelle casse del comune di Roma, come finanziamento per la cerimonia di apertura, la partita inaugurale, che, come sapete, si svolgerà a Roma insieme ad altre partite e ai quarti di finale, che si terranno appunto allo stadio Olimpico, e poi per la creazione – udite, udite – delle fan zone. Ora le fan zone sono zone adibite, appunto, ai tifosi di tutto il mondo, di tutta Europa, quelli che verranno appunto a supportare la loro squadra del cuore, ma anche ai cittadini, per la predisposizione di tutte le misure necessarie anche in tema di viabilità e sicurezza. Ora, a me sta benissimo che il Commissario straordinario sia una stazione appaltante, perché è giusto che sia così, e sempre così è stato, ma, ora, avete una grande occasione: queste fan zone, che ho sentito dire che si potrebbero collocare al centro storico; ma lì non c'è nessuna originalità, perché persino Alemanno aveva immaginato la Formula 1 davanti al Colosseo, poi, grazie a Dio, è andato all'EUR, ma anche dall'EUR lo abbiamo dissuaso, per ovvi motivi di organizzazione della viabilità e di altre questioni. Il problema è che le fan zone andrebbero fatte nelle periferie, in quelle periferie degradate di Roma, dove il lascito di strutture sportive, sociali e culturali, quali quelle che verrebbero realizzate per un evento del genere, potrebbero dare un rilancio sociale e culturale importante, come a Tor Bella Monaca, dico Tor Bella Monaca per prendere un esempio di periferia complessa e difficile che, purtroppo, è finita, anche di recente, alla cronaca dei giornali; così come abbiamo fatto noi, con i nostri Governi, quando abbiamo realizzato, abbiamo investito fondi importanti per le strutture sportive nei luoghi a grande degrado sociale e culturale.

Allora, questo, vuol dire avere una visione di città, questo vuol dire far inserire queste strutture nel tessuto urbano-sociale della città, in questo caso della mia città, della nostra città, di Roma Capitale, ma di tutto questo non si sente ancora nulla, eppure un evento del genere potrebbe essere un efficace strumento di marketing territoriale, in quanto ci sarebbe una sovraesposizione mediatica a livello globale, che potrebbe permettere di mostrare al mondo non solo le buche di Roma, ma magari tante altre cose belle che potrebbero avvenire a Roma durante questo evento e, quindi, rilanciare anche una nuova immagine urbana e culturale della città. Poi, potrebbe avere un impatto socio-culturale, ma anche pedagogico, sulla collettività, in quanto le strutture e i servizi realizzati, come ho detto prima, potrebbero rimanere in maniera permanente come eredità e, quindi, comportare un'accentuazione della qualità della vita, del miglioramento della qualità della vita.

Ora, io capisco che tutto questo è difficile per chi non sa gestire neanche il quotidiano, il minimo, il medio, figuriamoci il grande evento e di questo siamo molto preoccupati, perché un grande evento in mano a chi non ha visione di città, e ha dimostrato di non averne, rischia, e lo dico con dispiacere, rischia, diciamo rischia, siamo ottimisti, di fare flop e di non avere quel volano invece culturale ed economico, soprattutto, di cui, Dio solo sa di quanto, Roma, oggi, avrebbe bisogno.

Però, chi procede senza titubanze, senza timori, senza quella cultura del sospetto che, invece, ha contraddistinto il modus operandi della sindaca Raggi e che ci ha fatto rinunciare a tanti grandi eventi, come fa a capire tutto questo? E soprattutto, quello che consiglio io è: non diamo sempre la colpa a chi c'era prima, a Veltroni e a Alemanno e a Marino e a Rutelli, perché Roma la gestite voi del MoVimento, oggi, e su questo avete una prova importante da dimostrare. Dante diceva: qui si parrà vostra nobilitate, e dare la colpa sempre a chi c'era prima non porta da nessuna parte e non porta niente di buono, perché bisogna dimostrare che questo non è un refrain, a cui ci avete abituato da tempo, ma è un'occasione per far volare la città che governate e a cui tutti vogliamo bene. Però, se il vento sta cambiando, come andava dicendo l'allora candidata sindaca Raggi, il vento è già cambiato anche per lei, almeno politicamente parlando, ma il vero problema è che nessun vento, si sa, è favorevole per chi non sa dove andare, ma siccome a questa bistrattata e distrutta città noi vogliamo bene, ci auguriamo che la brezza che si leverà da UEFA Euro 2020 sia la più favorevole possibile per Roma e per il Paese intero.