Esame di una questione pregiudiziale
Data: 
Martedì, 24 Ottobre, 2023
Nome: 
Anthony Emanuele Barbagallo

A.C. 1492

Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, in materie significative, come qualità dell'aria, ambiente, tutela della salute e mobilità sostenibile, ci saremmo aspettati un intervento normativo del Governo di ben altre proporzioni, e soprattutto con un metodo diverso fatto di concertazione, partecipazione e confronto. Serviva alimentare l'iniziativa legislativa condividendola con le parti sociali, con le città, con le categorie produttive e le associazioni che, su scala diffusa, si mobilitano ogni giorno per l'ambiente e per la sostenibilità e naturalmente con le regioni che, proprio in materia di tutela della salute, per venire alla pregiudiziale di oggi, hanno potestà legislativa concorrente. L'articolo 117 della Costituzione avrebbe dovuto spingere il Governo, anche alla luce del principio di leale collaborazione, a ricercare l'intesa con le regioni ed invece nessuna condivisione degli obiettivi con le stesse. Addirittura sul testo è arrivato pure il parere contrario della Conferenza Stato-regioni che - lo ricordo alla maggioranza - in questo momento è caratterizzata da una maggioranza di centrodestra. Per affrontare il problema dell'inquinamento ambientale nelle città, il Governo avrebbe dovuto garantire alle regioni risorse certe e avrebbe dovuto concertare e dettare una tempistica per sollecitare alle stesse provvedimenti urgenti. Anche in questo caso con il testo in esame si impedisce addirittura alle regioni di emanare provvedimenti indifferibili, dilazionando in avanti la data nella quale potranno adottare i provvedimenti del caso. Insomma, non si condividono nemmeno gli obiettivi con le regioni interessate, questo è uno dei temi che poniamo a fondamento della pregiudiziale. Quella in esame non è altro che una “proroghetta” - così l'abbiamo definita nei giorni scorsi - che certamente non risolve il problema, anzi al contrario serve soprattutto a sostenere per ragioni elettorali alcune regioni inadempienti a non agire, ma - è stato detto anche prima di noi - superando le richieste europee con espedienti burocratici. Ed ancora: nel testo della pregiudiziale, signor Presidente, abbiamo evidenziato come inusualmente nel corso della trattazione in Senato sono stati inseriti gli articoli 1-bis e 1-ter, che non hanno certamente i presupposti della necessità e dell'urgenza e, non avendo diretta attinenza con la motivazione del decreto-legge, non rispettano neanche i criteri dell'omogeneità di materia richiesti proprio dalla Costituzione. Questi rilievi peraltro sono stati evidenziati pure dal Comitato per la legislazione della Camera, con uno specifico intervento. Signor Presidente, c'è un'altra questione che non possiamo sottacere in sede di trattazione della pregiudiziale ed è l'insopportabile violazione delle prerogative parlamentari in ordine alla trattazione del testo. Spiegateci qual è l'urgenza che spinge a comprimere così tanto l'esame in Commissione ed in Aula se il termine ultimo per la conversione scade l'11 novembre. E mi rivolgo anche ai colleghi di maggioranza: con questa condiscendenza ai desiderata del Governo, ci avete spinto, ogni giorno sempre di più, in un pericolosissimo piano inclinato, che scivola verso una delegittimazione del ruolo del Parlamento. Noi ci opporremo con ogni mezzo, dentro e fuori il palazzo, per garantire l'esercizio delle nostre prerogative costituzionali. Nel merito del testo, ahimè, sono stati bocciati tutti i nostri emendamenti in Commissione, da quelli sul trasporto pubblico locale a quelli per rafforzare il bonus trasporti. Nelle nostre proposte abbiamo reso evidente la ricerca di un nuovo modello di sviluppo perché, solo con un nuovo modello di sviluppo compatibile con la qualità della vita, con la qualità dell'aria e con la qualità dell'ambiente, possiamo avere un futuro sostenibile anche dal punto di vista economico per il nostro Paese. Nel tempo in cui viviamo, in cui i dati sull'inquinamento sono inconfutabili, servirebbero scelte strategiche di politica industriale e risorse strutturali per il trasporto pubblico locale e per la mobilità pubblica, che già chiediamo da tempo. Servirebbe una cura del ferro e un nuovo piano di politica industriale, che guardi a quello di cui il Paese ha realmente bisogno. A fronte di questa crescente domanda, invece, il Governo risponde con una inaccettabile melina sul Ferrobonus. Solo lo scorso 7 ottobre, il Ministero dei Trasporti ha adottato il provvedimento attuativo della decisione della Commissione europea del 19 dicembre 2022: 10 mesi per prendere atto della compatibilità della misura del Ferrobonus con il mercato interno UE; è inaccettabile. Dobbiamo restituire al Paese un ambiente più sano, più moderno, capace di salvaguardare la salute dei cittadini e capace di essere competitivo nell'attrarre e nel conservare le competenze, è chiaro ormai che di questo non volete occuparvi. All'Italia serve una politica industriale che ci permetta di competere con le grandi economie occidentali, che punti su tecnologie digitali, sulla transizione ecologica e sulla centralità del benessere dei cittadini. Con il decreto-legge odierno invece, con le vostre politiche, con il differimento delle scadenze del PNRR e con l'annunciata manovra di bilancio, avete lanciato un segnale chiaro, quello di voltarvi dall'altra parte rispetto a quello che ci chiede l'Europa. Ed ancora: sulla decarbonizzazione nessuna certezza; sembra un vocabolo uscito dall'agenda del Governo. I temi in questione fanno il paio con la circolarità dell'economia, la sostenibilità della circolazione delle merci e l'integrazione tra le diverse modalità di trasporto. Quella del decreto Qualità dell'aria è un'occasione persa anche per la sfida dell'automotive: servono al più presto nuove risorse per gli incentivi, al fine di sostenere la realizzazione di auto elettriche e di rendere il costo accessibile a un numero sempre maggiore di famiglie e di imprese; serve aumentare la presenza delle colonnine, che ad oggi in alcune aree del Paese, come nel Mezzogiorno, sono praticamente inesistenti. Insomma, serve un disegno, serve una visione che questo Governo non ha, serve la spinta verso il green che hanno i Paesi europei che producono di più, serve una risposta convincente per migliorare la qualità dell'aria, lontana anni luce dal testo che arriva in Aula oggi. Per queste ragioni, signor Presidente, il PD insiste sulla questione pregiudiziale depositata.