Dichiarazione di voto finale
Data: 
Venerdì, 5 Giugno, 2020
Nome: 
Rosa Maria Di Giorgi

A.C. 2525

Grazie. Signor Presidente e signora Ministro, questo decreto-legge affronta questioni di estrema complessità, considerando il numero delle persone coinvolte, bambini, ragazzi, famiglie, insegnanti ed operatori scolastici, e l'enorme ricaduta nel tessuto sociale del nostro Paese. Un compito arduo per la maggioranza definire misure equilibrate, che tenessero conto delle grandi difficoltà che questo comparto ha dovuto affrontare, a partire dalla necessaria chiusura delle scuole e di tutti i servizi dedicati all'infanzia.

Le misure adottate in questo decreto-legge risolvono alcune questioni molto delicate, a partire dagli esami di Stato conclusivi del primo e del secondo ciclo di istruzione e dalle modalità di svolgimento della procedura concorsuale straordinaria per il reclutamento dei docenti, ai percorsi di specializzazione per il sostegno, che aprono nuove opportunità ai docenti, fino alle misure urgenti per l'avvio dell'anno scolastico 2020-2021.

Molto importanti le misure relative agli interventi di riqualificazione dell'edilizia scolastica (se ne è parlato molto qui), con misure di semplificazione estremamente necessarie, considerando l'urgenza data dai tempi previsti per le riaperture a settembre.

La grande sfida che abbiamo davanti è quella di garantire una formazione di qualità agli allievi e di dare sostegno ai docenti in una situazione che sicuramente non sarà semplice, è inutile illudersi, anche nel prossimo futuro. I nostri docenti hanno dato prova di grande adattabilità alla nuova situazione, mettendo in campo idee e soluzioni per la didattica a distanza, laddove è stato possibile praticarla, con grande impegno e capacità relazionale, sia con i ragazzi che con le famiglie.

Questa emergenza ha evidenziato la centralità della formazione degli insegnanti, per i quali già nella “buona scuola”, ai tempi, avevamo previsto percorsi di formazione anche nell'ambito della scuola digitale. Purtroppo questo percorso si era interrotto, si è arrivato fino all'azzeramento e, quindi, anche su questo fronte del digital device degli insegnanti dovremo investire, Ministro, per colmare alcune lacune che sono emerse e che dovranno essere urgentemente sanate per soddisfare le esigenze dei nostri studenti, che ormai sono tutti nativi digitali.

Da alcuni mesi, i nostri bambini e i nostri ragazzi sono fuori dalle scuole, e nonostante la grande attività, che io riconosco, messa in campo dal Ministero e dai docenti tutti per garantire vicinanza ai ragazzi e alle loro famiglie, in modo da farli proseguire nei loro percorsi di apprendimento senza troppi danni, sappiamo tutti che le difficoltà sono state enormi e che gli obiettivi che ci siamo dati non sempre sono stati raggiunti, a causa di situazioni di partenza all'interno dei territori e delle stesse famiglie che, sicuramente, non erano omogenee.

Noi lo sappiamo, colleghi della minoranza, sappiamo le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare e che il Ministero ha dovuto affrontare, e non ho sentito in quest'Aula soluzioni diverse, non le ho sentite e credo di essere stata anche molto attenta al dibattito. Diciamo, comunque, quindi, che la tecnologia non è neutra, non tutti in Italia sono ancora in grado di avere una connessione stabile, e quindi disuguaglianze sociali e territoriali, con cui abbiamo fatto i conti e che naturalmente devono essere superate. Per i più grandi abbiamo visto risultati, però per i più piccoli naturalmente no, perché c'era bisogno degli insegnanti, c'era bisogno dei genitori che a casa li seguissero e non tutti avevano questa possibilità.

I prossimi mesi auspichiamo che ci portino ad una situazione diversa, che condurrà, penso, necessariamente ad una revisione - lo speriamo tutti - delle linee guida, perché, se la situazione sarà di maggiore serenità dal punto di vista sanitario, l'obiettivo quale deve essere? Quello di portare tutti i ragazzi in aula. L'ha detto anche il Ministro, ieri, ma è evidente che tutti noi siamo per la didattica in presenza. La didattica a distanza è una necessità nei momenti gravi, che abbiamo messo in campo, ma che naturalmente non può essere la soluzione. È importante che i ragazzi abbiano l'unità della loro classe, con i propri insegnanti di riferimento e la contemporaneità della loro relazione all'interno della classe.

Sappiamo che il quadro internazionale ha dato risposte diversificate e questo ce l'hanno ricordato tutti. Naturalmente erano scelte che dovevano essere fatte, tanti esperti e scienziati non erano neanche così concordi sulle soluzioni, però, è evidente, il Governo poi ha fatto la sua scelta; una scelta motivata, legittima, ma non ci nascondiamo comunque che abbia prodotto grandi difficoltà, per rispondere alle quali, comunque, abbiamo messo in campo delle altre soluzioni anche con l'aiuto del Ministero della famiglia e del Ministero delle politiche sociali, quindi misure di supporto alle famiglie che avevano difficoltà con le scuole chiuse, quindi bonus per gli asili nido, l'incremento dei congedi parentali, bonus babysitter, tutto quello che ha consentito di andare avanti; certamente, noi non lo neghiamo, non sfuggiamo alla realtà, con grande difficoltà, perché è evidente che tutti l'abbiamo verificata.

È successo, però, qualcosa che a me piace ricordare: per quanto riguarda la fascia di età 0-6, il Comitato tecnico-scientifico, che aveva dato prima soluzioni diverse, ha rivisto le proprie decisioni, anche grazie a un dibattito serio che c'è stato e, quindi, in queste ore abbiamo finalmente linee guida per la fascia 0-6 anni, regioni e comuni che stanno lavorando per attivare progetti che consentano il rientro o, quanto meno, delle attività per i ragazzi anche negli ambienti scolastici. Quindi, saranno scuole paritarie e scuole comunali.

Qui, Ministro, non posso che farle un ulteriore appello: non creiamo disparità fra i ragazzi delle scuole paritarie e comunali e paritarie tutte, e i ragazzi delle scuole dell'infanzia statale, e quindi vediamo se riusciamo a fare un ulteriore impegno, un ulteriore sforzo per riportare alle attività nell'ambiente scolastico anche i ragazzi e i bambini delle scuole statali dai 3 ai 6 anni che rimarrebbero invece a casa.

Ecco io, comunque, dico questo: in questi mesi è successo qualcosa, io credo che tutti, proprio tutti, tutte le parti politiche e tutti gli italiani se ne siano resi conto, ossia si è capito che il diritto alla scuola è un diritto fondamentale. Le difficoltà della scuola e dell'essere lontani da scuola le abbiamo capite tutti e, quindi, questo, secondo me, è ciò che potrà portare a fare qualcosa di diverso al nostro Paese, è la famosa storia che la crisi ci porta opportunità. Quindi il Paese non può più sfuggire a questo principio, le diversità sociali e territoriali emerse in modo molto evidente in questi mesi hanno fatto capire finalmente che non esistono strade alternative rispetto all'investimento nella scuola, se vogliamo uscire da questa crisi con nuove prospettive per il Paese.

Noi del Partito Democratico, proprio in queste settimane, abbiamo predisposto un piano per l'infanzia in cui si chiedono misure concrete e risorse urgenti per rispondere alla brusca interruzione dei normali percorsi di crescita e formazione dei nostri ragazzi. I bambini e le bambine hanno dovuto rinunciare a frequentare la scuola, che è un momento di crescita individuale e sociale fortissimo, insieme anche alla rinuncia al gioco, anche questo fondamentale per la crescita dei bambini. Hanno vissuto situazioni, quindi, che hanno aumentato le diseguaglianze, certamente in una grande casa si vive molto meglio che in una piccola casa con più fratelli oppure in qualcosa che nemmeno casa si può chiamare. Noi sappiamo che ci sono tanti bambini poveri e dei bambini poveri noi dobbiamo occuparci in questo Paese in primis - sono un milione e 260 mila, secondo le stime prima della crisi, adesso probabilmente saranno molti di più - e quindi i bambini invisibili, i bambini che vivono direttamente la violenza, oltretutto, in certi ambienti o la osservano esercitata contro le proprie madri, in case inadeguate o in baracche nelle periferie metropolitane. Ecco, l'isolamento da COVID ha accentuato il disagio e lo ha reso veramente insopportabile.

Quindi, per tutti questi motivi è evidente che è necessario rientrare in classe, perché in classe c'è l'uguaglianza, questo è il tema fondamentale, in classe tutti hanno gli stessi diritti e, quindi, nelle classi tutti sono uguali, e deve essere questo il compito degli insegnanti. Allora, riportare in classe i bambini è assolutamente urgente, con tre obiettivi, e mi avvio alla conclusione. Uno degli obiettivi è quello relativo alle aperture pomeridiane delle scuole; questa è una grande sfida, signora Ministro, una sfida che noi le chiediamo di combattere insieme, per strappare i ragazzi più esposti ai pericoli che possono correre a causa dell'assenza di figure di riferimento nelle ore pomeridiane. L'apertura pomeridiana è fondamentale da avviare con un patto: un patto con il terzo settore, le associazioni culturali e sportive del territorio, un patto che consenta di avviare questi progetti già da settembre; quindi puntare, lo so bene, a risorse, e queste risorse noi del Partito Democratico le chiederemo e le stiamo chiedendo anche nel “decreto rilancio”, perché è importante che vengano messe in campo.

Il secondo obiettivo - lo diceva il collega Fratoianni prima - è anche un obiettivo nostro: è la gratuità della scuola, finalmente la gratuità dei libri di testo, la gratuità dei device che servono per i ragazzi. Cerchiamo di dare opportunità a tutti, non è una grande spesa, i conti sono stati fatti e, quindi, questo è un bel messaggio che potremmo dare ed emendamenti verranno presentati all'interno del “decreto rilancio”.

Il terzo obiettivo, vedo qui la Viceministra Ascani che ha la delega su questo, è l'edilizia scolastica di qualità. Questo è il tema fondamentale, perché è un diritto dei ragazzi avere scuole belle, perché nella scuola bella un ragazzo si sente rispettato; se le scuole sono fatiscenti, se non sono all'altezza, fanno sì che un ragazzo pensi che l'istituzione non è con lui, perché non lo rispetta con l'ambiente scolastico che serve. E allora anche questo è molto importante, quindi insieme a questo c'è un impegno, già in questo decreto naturalmente, ma anche nelle prossime misure che intendiamo mettere in campo.

Quindi io credo, concludendo, che un Paese cresce, inventa, crea innovazione ed è socialmente all'avanguardia se crede nei suoi giovani e dà loro tutte le opportunità perché acquisiscano competenze e conoscenze.

Quindi, un sistema formativo - questo è uno dei Ministeri che io ritengo davvero più importanti per la crescita di un Paese - è centrale per lo sviluppo etico, sociale, economico del Paese, e quindi avremo un futuro, perché per un ragazzo deve esserci la gioia di imparare, la sfida del sapere, la capacità di riuscire a mettersi in gioco e di vincere perché ci sono gli strumenti per farlo. Questo contribuisce a dare pienezza alla vita di qualsiasi giovane, con una soddisfazione che nessun bene materiale potrà mai donare. Quindi il decreto che approviamo oggi è coerente, secondo me, con quest'impostazione, perché mette in campo queste misure, quindi si occupa di sviluppare anche il numero dei docenti, incrementarlo, intervenire sull'edilizia e nello stesso tempo lavorare perché la scuola sia davvero il fulcro del cambiamento e che abbia in sé tutte le potenzialità per sviluppare la capacità di ognuno e di tutti, consentendo la crescita e l'uguaglianza sociale, tema essenziale, e la competitività del nostro Paese. Per tutti questi motivi esprimo con convinzione il voto favorevole del Partito Democratico.