Discussione sulle linee generali - Relatrice
Data: 
Lunedì, 19 Giugno, 2017
Nome: 
Anna Ascani

A.C. 4102-A

 

Grazie, Presidente. Rappresentanti del Governo, colleghi, oggi esaminiamo una proposta di legge che, da umbra, per me, assume anche una valenza affettiva, come è naturale, ma esaminiamo una proposta di legge che è frutto di un impegno che ci siamo presi in Commissione cultura, qualche mese fa, con gli umbri e con tutti coloro che all'Umbria Jazz Festival nel tempo sono stati legati, anche se non necessariamente per ragioni di appartenenza territoriale.

Ci siamo presi questo impegno quando un emendamento dell'onorevole Polidori, di un gruppo diverso dal mio, ma sottoscritto da diversi gruppi rappresentati in quest'Aula, abbiamo dovuto dire di no, per ragioni di tempo nella discussione all'interno di quest'Aula, ma, da allora - è qui presente e può testimoniarlo la presidente della nostra Commissione, l'onorevole Favia Piccoli Nardelli -, avevamo detto che avremmo tentato ogni strada possibile per dare ad Umbria Jazz il sostegno e la valorizzazione che questa manifestazione merita.

Con orgoglio, quindi, presento all'Aula questa proposta di legge, che è stata sottoscritta - e lo dico perché, poi, nella discussione, avremo modo di discutere molto della posizione che, forse, alcuni gruppi parlamentari, almeno a leggere i resoconti sulla stampa hanno cambiato - da tutti i gruppi politici rappresentati in quest'Aula. Tutti gli onorevoli che sono stati eletti in Umbria hanno sottoscritto questa proposta di legge.

Questo è particolarmente importante perché, appunto, denota che quell'impegno che ci siamo presi in Commissione era un impegno non soltanto del Partito Democratico e della Vicepresidente Sereni, che è prima firmataria della proposta, ma anche di tutti coloro che hanno voluto firmare e sottoscrivere questa proposta di legge. Questa proposta legge è, come dicevo, finalizzata al sostegno e alla valorizzazione dell'Umbria Jazz Festival ed è una proposta che intende includere il Festival Umbria Jazz tra le manifestazioni musicali e operistiche di assoluto rilievo internazionale ai sensi della legge n. 238 del 2012 e, di conseguenza, garantire l'erogazione di un contributo finanziario annuo a decorrere dal 2017 in favore della Fondazione di partecipazione Umbria Jazz per l'organizzazione del Festival stesso.

La rilevanza internazionale di Umbria Jazz è un'evidenza di cui non è necessario parlare ma lo faccio in breve con piacere, appunto, per quel legame affettivo, che dicevo, e territoriale e anche per raccontare un po' la storia di un Festival che è diventato un marchio territoriale e che ha dato lustro a Perugia e a tutta l'Umbria. Era il 1973 quando l'Umbria Jazz Festival è stato costituito. In quell'occasione non si sono calcate le scene, poi diventate famose, del Teatro del Pavone o dell'oratorio Santa Cecilia, né il palco dell'Arena Santa Giuliana. Il 23 agosto 1973 le scene dell'Umbria Jazz Festival erano il teatro naturale di Villalago a Piediluco e l'orchestra di Thad Jones e Mel Lewis, nelle cui file militava una giovanissima Dee Dee Bridgewater. Poi piazza IV Novembre a Perugia, dove si esibivano per la prima volta in Italia gli Weather Report. Un esordio che ha lasciato il segno, diciamo. Poi gli sforzi di Carlo Pagnotta, commerciante perugino appassionato di jazz al quale va il nostro ringraziamento oggi, hanno fatto il resto non senza difficoltà. Sembrano cartoline da un'altra Italia, eppure è la nostra storia.

Umbria Jazz ha dovuto combattere nei suoi primi anni e nelle sue aspirazioni di crescita contro il clima degli anni di piombo, gli espropri proletari e i problemi di ordine pubblico che hanno portato all'interruzione di concerti come Chet Baker o Stan Getz, jazzisti bianchi, quindi borghesi. Alcuni anni di interruzione del Festival e infine l'addio al progetto di un festival itinerante per l'Umbria. Umbria Jazz negli anni Ottanta diventa quindi stanziale e trova casa -almeno nella sua versione più nota, quella estiva - e la sua casa diventa Perugia. Non credo ci sia un perugino che non abbia mai sentito la propria città apostrofata in perfetto italiano pronunciato da americani da un palco di Umbria Jazz, in un Corso Vannucci gremito di persone. Infatti Umbria Jazz gradualmente prende la propria forma definitiva: concerti gratuiti in giro per le piazze del centro storico, che diventa un fiume di gente per almeno dieci giorni all'anno, e concerti a pagamento in luoghi dedicati, dai teatri cittadini all'Arena Santa Giuliana, poco sotto il centro storico, dove sono passati veramente tutti i grandi del jazz. Non a caso Umbria Jazz è l'unico festival italiano membro dell'International Jazz Festival Organization. Nomi come Miles Davis, Ornette Coleman, Sarah Vaughan, Art Blakey, Gil Evans, Gerry Mulligan, Chet Baker, Cecil Taylor e via dicendo, solo per citarne alcuni, si sono esibiti sul palco di Umbria Jazz e ora anche i jazzisti italiani girano per il mondo grazie all'Umbria Jazz, come hanno fatto dal 18 al 23 ottobre dello scorso anno in cui si è svolta la prima edizione di Umbria Jazz in Cina, nella capitale della provincia di Sichuan.

Il successo di questa manifestazione e l'anagrafe, che sta portando alla fine l'opportunità di vedere dal vivo i grandi del jazz, hanno portato Umbria Jazz ad aprirsi alle contaminazioni con il soul, la black music, il pop, il rock. Negli ultimi anni hanno quindi calcato le scene dell'Arena Santa Giuliana artisti del calibro di Elton John, Carlos Santana, Eric Clapton, Prince, Paolo Conte, Alicia Keys, John Legend fino a Lady Gaga e dal 7 al 16 luglio di quest'anno si terrà di nuovo una grande manifestazione che, come negli anni precedenti, sicuramente animerà il centro storico e non solo della città di Perugia. La novità di quest'anno è che questa manifestazione arriva dopo il sisma, dopo gli eventi, cioè, che hanno scosso profondamente la mia regione e che hanno prodotto un danno indiretto di cui qui a lungo si è parlato e su cui il Governo ha fatto dei primi passi importanti ma per i quali sicuramente iniziative come queste hanno un valore assoluto. Infatti, ridare vitalità a Festival di questo tipo significa ridare ossigeno anche a tutti i commercianti, gli operatori e gli albergatori, cioè a tutto quell'indotto che gira attorno a un Festival di questo genere e che di sicuro da Umbria Jazz ha avuto tanto ma a Umbria Jazz ha dato anche moltissimo.

Quello che colpisce di questo Festival, infatti, e che ne diviene un tratto della sua edizione è il legame con il territorio, parte indissolubile e suo strumento di sviluppo, sia culturale che economico. Ormai l'Umbria è sì il cuore verde d'Italia, terra di gastronomia, di olio, di sagrantino, ma è anche la terra del jazz.

Tanto Umbria Jazz e Umbria sono una cosa sola che, quando il terremoto ha colpito il centro Italia, l'Umbria Jazz Festival ha saputo portare il suo contributo: per tre giorni, dal 30 settembre al 2 ottobre, si è svolta ad Assisi una vera e propria edizione straordinaria del Festival, che ha raccolto più di 40 mila euro devoluti alla Protezione civile, grazie alla collaborazione di artisti dello spessore di Gino Paoli, Bollani, Renzo Arbore e Fabrizio Bosso, che si sono esibiti al Teatro Lyrick senza alcun compenso. Oltre al risultato concreto, l'obiettivo non meno importante che quell'edizione straordinaria dell'Umbria Jazz Festival ha raggiunto è stato anche quello di far sentire a chi ha vissuto la tragedia del terremoto la vicinanza del mondo della musica e, in generale, dell'Umbria. Ma il supporto alle popolazioni terremotate e all'Umbria in generale non finisce qui. Infatti, l'1 e il 2 luglio - quindi una settimana prima dell'inizio dell'edizione 2017 del Festival - Renzo Arbore regalerà alla città di Norcia due serate indimenticabili di musica e grande spettacolo, nella doppia veste di organizzatore e performer.

Il 2017 sarà un anno importante per l'Umbria Jazz Festival e il riconoscimento che gli attribuiamo con l'approvazione di questa proposta di legge, se l'Aula vorrà, ne sarà la conferma. Il primo disco di musica jazz è stato registrato esattamente cento anni fa ed allora, anche grazie ad avvenimenti come questo, la musica jazz non ha smesso di fare innamorare il mondo. L'importanza di queste celebrazioni viene confermata dai numeri altissimi di partecipazioni che hanno spinto gli organizzatori del Festival ad affiancare all'edizione estiva di dieci giorni, con eventi e spettacoli quotidiani, un'edizione invernale che contribuisce, insieme alla festa di fine anno, ad esercitare un'attrattiva turistica importante per la città di Orvieto, sede per l'appunto dell'edizione invernale.

Ma l'Umbria Jazz Festival è anche un momento di conoscenza e diffusione della cultura jazz. L'approccio internazionale della manifestazione ha consentito collaborazioni di altissimo spessore come quello con il Berklee College of Music di Boston e con il Conservatorio di musica per organizzare corsi di formazione per giovani musicisti che intendono perfezionare il linguaggio e la cultura jazz. Ma non solo: il rapporto strettissimo tra l'Umbria e il mondo internazionale del jazz avrà una celebrazione simbolica e potentissima quest'anno nell'edizione 2017, quando Wayne Shorter farà omaggio di una performance insieme all'orchestra da camera di Perugia.

Abbiamo ritenuto, quindi, che il modo migliore per sostenere e valorizzare il Festival Umbria Jazz fosse supportare economicamente la Fondazione di partecipazione a Umbria Jazz, perché dall'anno della sua costituzione è appunto la Fondazione che assicura la continuità della manifestazione attraverso le iniziative necessarie per lo sviluppo in senso internazionale della manifestazione e la sua diffusione, provvedendo anche al reperimento dei mezzi finanziari e favorendo il coinvolgimento e la partecipazione di soggetti ed enti pubblici e privati. Oggi diversi fattori rendono l'organizzazione dell'Umbria Jazz Festival più difficile: il perdurare degli effetti della crisi economica, le difficoltà finanziarie di alcuni comuni e anche gli eventi che abbiamo prima citato. Il riconoscimento di questa manifestazione, però, non dovrebbe avere colore politico e dovrebbe essere, invece, riconosciuto da tutti, appunto per le ragioni che ho prima enunciato. Questo quadro evidenzia il bisogno di una ricomposizione e di una forte riaffermazione sia del ruolo strategico di Umbria Jazz sia della visione istituzionale che l'ha sempre sostenuta. L'importo di un milione di euro, previsto dall'articolo 1 e unico di questa proposta di legge quale contributo annuale da erogare alla Fondazione, appare assolutamente proporzionato se pensiamo alla tradizione di questa manifestazione e al suo spessore internazionale.

Credo proprio che l'Aula sarà d'accordo con me e con noi in forza del fatto che, appunto, questa proposta di legge è stata sottoscritta da tutti i gruppi politici e spero lo dimostrerà nel sostenere che Umbria Jazz Festival è una manifestazione ambasciatrice di crescita economica, sviluppo territoriale, valorizzazione del patrimonio culturale e attrazione turistica. Umbria Jazz rappresenta, insomma, quello che ci diciamo spesso qui dentro, cioè che con la cultura si mangia, si mangia eccome, perché quando la cultura diventa fattore di sviluppo e tiene insieme un territorio, ma anche la sua vocazione ad andare oltre i confini di una regione e oltre i confini di una città, allora si realizza quello che l'Italia deve e può essere: appunto un punto di riferimento mondiale per la cultura.

Per questo io vi chiedo di dare una mano non soltanto a Orvieto, a Terni, che ospita l'Umbria Jazz Spring, a Perugia e all'Umbria tutta, ma di dare una mano a quel mondo della cultura che, nonostante le tante difficoltà di questi anni, ce l'ha fatta e ci chiede semplicemente di essere riconosciuto per il valore che ha. A quest'Aula, appunto, chiedo di riconoscere oggi il valore della cultura e della cultura della mia terra.