Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 24 Giugno, 2019
Nome: 
Alfredo Bazoli

A.C. 1206-A

Grazie, Presidente. Anche io vorrei dare il contributo mio personale, ma anche a nome del Partito Democratico, in questa discussione generale, partendo da una considerazione, che è stata peraltro ricordata poc'anzi dal collega Costa e anche dal collega Paolini, cioè che siamo in Aula su un provvedimento che ha, di fatto, trovato un unanime consenso in Commissione; questo a testimonianza del fatto che è un provvedimento che ha caratteristiche di equilibrio e ragionevolezza, che ha trovato l'unanime consenso dei gruppi parlamentari a prescindere dalla posizione di maggioranza e opposizione, nonostante, quindi, si tratti di un'iniziativa dell'opposizione parlamentare, perché il collega Costa è di Forza Italia.

È questa una constatazione, una considerazione che serve anche a smussare un po' di commenti che ci sono stati e che, peraltro, ha ricordato prima anche il collega Costa con una qualche preoccupazione, che è venuta in particolare dall'Associazione nazionale magistrati, sugli intendimenti veri o presunti di questo disegno di legge, che in realtà - come è stato precisato, ma credo che sia utile ribadirlo - ha solo la funzione di fare in modo che gli episodi che hanno visto una privazione della libertà personale da parte del cittadino italiano, che sono segnati da una grave negligenza da parte dei magistrati che vi hanno concorso, quegli episodi abbiano un percorso che consenta alla giustizia disciplinare dei giudici, quindi al CSM, di arrivare eventualmente all'erogazione di una sanzione, così come è previsto, peraltro, dalle regole attuali, perché, è bene ribadirlo, non si innova da questo punto di vista: le regole disciplinari che presiedono alla responsabilità dei magistrati non vengono minimamente toccate.

L'unica cosa che si fa - ed è una cosa che io penso sia utile da questo punto di vista - è fare in modo che gli organismi che presiedono all'azione disciplinare nei confronti dei magistrati siano adeguatamente informati di tutti i casi nei quali può, eventualmente, essere esercitata questa azione.

Allora, la norma che era stata scritta - che era composta di un solo articolo di legge, poi in Commissione se n'è aggiunto un altro, ma, di fatto, la sostanza non cambia - prevede che quando vi sia un'ordinanza che stabilisce un'indennità a favore di una persona che sia stata ingiustamente detenuta a qualunque titolo, quindi sia in quanto arrestata in flagranza di delitto sia in quanto fermata come indiziata di un delitto sia in quanto detenuta a titolo di custodia cautelare, ma, poi, sia riconosciuta innocente o sia riconosciuta non dovuta l'applicazione di quella misura, ebbene, in tutti questi casi in cui il cittadino può avere un'indennità, come previsto dall'ordinamento, quell'ordinanza viene trasmessa ai titolari dell'azione disciplinare in modo che possano fare le loro valutazioni ed, eventualmente, se del caso, avviare un'azione disciplinare.

Nella relazione che è stata depositata recentemente dal Ministero della giustizia - aveva ragione il collega Costa: a noi in Commissione non è ancora stata illustrata, quindi a noi non è ancora stata fornita, ma sappiamo che è stata depositata quella relazione, che fa una panoramica della situazione delle ingiuste detenzioni, quindi anche delle indennità corrisposte per ingiusta detenzione - si dà conto del fatto che gli episodi, le ordinanze di indennità che sono state emesse negli ultimi tre anni per ingiusta detenzione ammontano a una media di circa 630 ogni anno. Queste ordinanze danno luogo a un monte totale di indennità che è di circa 30-35 milioni di euro all'anno: ovviamente è una cifra consistente, un numero abbastanza consistente, ma questo - e va ribadito - non significa che siano tutti episodi che vedono una qualche responsabilità a carico di un magistrato, perché, è bene ribadirlo con grande chiarezza e sottolinearlo, l'indennità per ingiusta detenzione è esattamente un'indennità e non un risarcimento del danno proprio perché è configurata come indennità da atto lecito. Cioè, non sempre l'indennità che viene riconosciuta dalle corti d'appello per l'ingiusta detenzione di un cittadino è dovuta ad una negligenza di un magistrato, perché può ben darsi che siano episodi - e io penso che sia la grande maggioranza dei casi - nei quali sia l'arresto in flagranza, sia il fermo di indiziato di delitto, sia la custodia cautelare vengono disposti alla luce di un quadro probatorio iniziale e, anche spesso, non esaustivo, che, poi, nel corso del procedimento, si riconosce essere invece cambiato e, quindi, alla luce ex post di una valutazione successiva, si riconosce che quella detenzione non era giusta perché si riconosce una innocenza.

E l'ordinamento giustamente riconosce l'indennità anche quando non vi sia stata una violazione di legge, non vi sia stata negligenza, e lo fa sulla base, di fatto, dell'applicazione di un grande principio di civiltà che è contenuto nell'ultimo comma dell'articolo 24 della Costituzione, che dice esattamente che la legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari.

Questa indennità che riguarda l'ingiusta detenzione è né più né meno che una esplicazione di questo principio sancito dalla Costituzione ed è l'esplicazione di un principio che la Corte costituzionale ha definito principio di altissimo valore etico e sociale che va riguardato quale coerente sviluppo del più generale principio di tutela dei diritti inviolabili dell'uomo.

Quindi, è bene che ci sia, è espressione di questo principio inviolabile dei diritti dell'uomo che è previsto nell'ultimo comma dell'articolo 24 della Costituzione. Quindi, è un'indennità che non si lega automaticamente ad una responsabilità di un magistrato e, tuttavia, è evidente che ci possono essere dei casi nei quali, invece, una violazione di legge da parte del magistrato che ha applicato quella misura c'è e può essere dovuta anche a una grave negligenza. Quindi, ci possono essere dei casi in cui si rientra esattamente in quelle ipotesi in cui è prevista una sanzione disciplinare a carico del magistrato, ed è bene che sia così in quei casi, perché si tratta di casi in cui il magistrato ha fatto molto male il suo lavoro e ha inciso in maniera così pesante sulla vita delle persone.

Allora, prevedere, né più né meno, come prevede questa proposta di legge che abbiamo approvato all'unanimità, che in tutti i casi in cui ci sia un'ordinanza che riconosce l'indennità, cioè in tutti i casi in cui si riconosce che c'è stata un'ingiusta detenzione, a prescindere da una valutazione di merito, in tutti quei casi, venga informato tempestivamente il titolare dell'azione disciplinare, penso che sia una cosa che può aiutare, eventualmente, ad esercitare l'azione in quei casi in cui ci siano i presupposti che, ripeto, non sono minimamente toccati dalla legge in esame.

Quindi, io credo che si tratti di una legge che non innova in maniera straordinaria l'ordinamento giudiziario e l'ordinamento penale nel nostro sistema, ma che introduce un meccanismo che può aiutare a far emergere, più di quanto oggi non sia verificato, quei casi e quegli episodi nei quali è bene che la giustizia disciplinare dei magistrati si attivi per sanzionare un magistrato che abbia fatto molto male il suo lavoro. Purtroppo, come in tutti i casi umani, capita, anche se io sono convinto che capiti nei casi residuali, perché penso che nella stragrande maggioranza dei casi questo non capiti; però, è bene che in quei casi si attivi la giustizia disciplinare, perché questo è, credo, nell'interesse anche dei magistrati e del buon funzionamento della giustizia.

Per cui, noi ci siamo predisposti positivamente a questa proposta di legge, abbiamo preso atto delle modifiche che sono state fatte in Commissione, anche se, probabilmente, il testo presentato dal collega Costa era più lineare. Ho sentito la giustificazione che è stata fornita dalla collega dei 5 Stelle sulla differenziazione che è stata introdotta tra grave violazione di legge che autorizzerebbe l'invio del fascicolo al Procuratore generale presso la Corte di cassazione, a differenza di tutti gli altri casi in cui verrebbe coinvolto il Ministro. Credo che non fosse strettamente necessario, ma se questo serve a una maggiore chiarezza e anche ad evitare che si interpreti, come hanno fatto alcuni, questo progetto di legge come un improprio accostamento dell'indennità per ingiusta detenzione alla responsabilità disciplinare dei magistrati - è una coincidenza che, ribadisco, non esiste -, se questo serve ad evitare che si dia un'interpretazione di questo genere va bene, può essere un miglioramento, anche se il testo iniziale probabilmente era più lineare.

Detto tutto questo, io penso che il Partito Democratico voterà favorevolmente perché riteniamo che sia, comunque, un piccolo miglioramento nel funzionamento del nostro sistema.