Data: 
Lunedì, 15 Luglio, 2019
Nome: 
Davide Gariglio

A.C. 24

 

Grazie, Presidente. Prendiamo la parola oggi su questo provvedimento dopo che il nostro Paese nel fine settimana ha vissuto un drammatico bollettino di decessi lungo le nostre strade, da Cesena a Jesolo fino alla Sicilia; vite spezzate di giovani e di giovanissimi. Imprudenza, abuso di sostanze, alta velocità, distrazioni, il cui risultato è sempre purtroppo lo stesso. Vite spezzate che devono farci riflettere sul nostro ruolo di legislatori, specie in momenti come oggi in cui siamo chiamati a discutere di leggi che magari non avranno il primo piano sulle pagine dei giornali, ma che toccano e disciplinano la vita quotidiana delle persone.

Nella scorsa legislatura è stato introdotto il reato di omicidio stradale, ed è stato un importante avanzamento nel quadro giuridico per aumentare la sicurezza sulle strade. Manca, però, ancora un'adeguata cultura della sicurezza stradale . Ecco perché è anche difficile intervenire dopo un fine settimana così drammatico. Spero che su questo punto, nel corso dell'esame degli emendamenti in Aula, potranno essere accolti, elaborati e riformulati, eventualmente, dai relatori degli emendamenti che ci aiutino, che aiutino il Governo, specialmente le scuole, a intervenire per evitare in futuro, con una debita opera di prevenzione, il ripetersi di situazioni così drammatiche. Il provvedimento che oggi arriva in Aula è un provvedimento d'iniziativa parlamentare, e quindi è un dato significativo, Presidente, me ne compiaccio. Ogni tanto il Parlamento discute anche di provvedimenti di iniziativa dei parlamentari e non solo di conversione di decreti-legge.

Quindi è un aspetto positivo che ci ha indotto anche in qualche modo a rivedere la nostra perplessità iniziale dovuta al fatto che ci pareva un po' irrazionale por mano a una molteplicità di proposte di riforma del codice della strada quando in Commissione, subito dopo il provvedimento in esame, ci troveremo calendarizzato un progetto di legge delega al Governo per una riforma complessiva del codice della strada. L'osservazione che abbiamo fatto è che era un po' come discutere di come affiggere i quadri in una casa da cui si sa che si deve traslocare pochi giorni dopo. Però l'intendimento a maggioranza è stato di porre mano alle riforme: lo abbiamo fatto in spirito costruttivo e con il massimo impegno cercando di costruire norme di interesse della comunità, che rispondessero ai bisogni della comunità e con l'auspicio che il provvedimento possa in qualche modo rappresentare un principio e criterio direttivo per così dire improprio - passatemi il termine - nella futura attività di redazione di un decreto legislativo che il Parlamento delegherà il Governo ad emanare con la legge delega per la riforma del codice della strada.

Il lavoro è stato intenso perché ha visto una serie importante di audizioni con l'attività del Comitato ristretto molto impegnativa, l'adozione del testo base, una fase emendativa importante, battagliata, densa di confronto e ci ha portato al testo in esame. Il codice della strada oggettivamente è una materia molto complicata ma, al tempo stesso, è una materia con cui anche inconsapevolmente ciascuno di noi si confronta quotidianamente guidando l'auto, camminando a piedi e in bicicletta, usando il trasporto pubblico. Come dicevo, il confronto è stato dialettico, a volte serrato ma siamo arrivati complessivamente a un quadro che il nostro gruppo definisce accettabile, ampiamente migliorabile per carità, ma positivo. Ci sono state mediazioni tra punti di vista diversi ed è naturale che il Parlamento rappresenti qui punti di vista diversi delle diverse categorie che operano sulla strada: è proprio la funzione di sintesi propria di quest'Aula.

Amos Oz soleva dire che il compromesso non è una rinuncia alla propria integrità, il contrario è il fanatismo. Il compromesso è la capacità di mettere insieme istanze diverse del mondo che ci circonda e questo la Camera oggi lo ha fatto. Ora su alcuni punti abbiamo fatto un lavoro importante. È stato già citato dai colleghi ed è importante l'inasprimento delle sanzioni per chi usa i cellulari o i moderni strumenti alternativi di comunicazione mentre guida. Ma dobbiamo essere consapevoli che sulla materia non è sufficiente solo il profilo repressivo perché occorre un'importante azione culturale che deve iniziare dai bambini. Quindi su questo dobbiamo immaginare anche un'azione che venga posta in essere dal Governo e da tutte le pubbliche amministrazioni e dobbiamo anche porci il problema, come già diceva il collega Rosso, che la normazione su questi punti è molto difficile anche perché le nostre auto sono ogni giorno di più connesse con il mondo e quindi le nostre auto, i visori delle mappe, i sistemi di dialogo tra l'auto e il cittadino che guida l'auto sono sempre più sofisticati e tendono sempre di più a sottrarre l'attenzione dalla guida. Ora noi come gruppo parlamentare in questo lavoro abbiamo provveduto a offrire il nostro contributo al testo. Alcuni punti del nostro lavoro sono stati riconosciuti, altri meno, altri non sono stati presi in considerazione. Tra le istanze che abbiamo portato e che sono state riconosciute ricordo la già richiamata esenzione dal pedaggio autostradale per le ambulanze, per i mezzi di soccorso, per i mezzi della Protezione civile, per quelli delle organizzazioni di volontariato e del terzo settore impegnati nello svolgimento delle attività istituzionali. Era un'istanza portata avanti da anni e siamo contenti che finalmente qui abbia trovato una sede normativa propria. Lo rivendichiamo come merito del gruppo parlamentare del PD e siamo grati per la condivisione che sul punto abbiamo trovato all'interno della Commissione.

Altro punto proposto dal Partito Democratico che ha trovato adesione unanime è stato l'esenzione del pagamento per le vetture usate da persone disabili qualora dovessero essere costrette a sostare sulle strisce blu in caso di mancanza di posti riservati. Anche in questo caso è stato un recepimento normativo importante di una prassi che era in qualche modo già tollerata da vari comuni e in alcuni casi normata a livello comunale, ma in questo momento diamo una disciplina legislativa al fenomeno. È una norma di civiltà richiesta da tempo dalle associazioni dei disabili e dei loro familiari ed è giusto che l'esenzione sia stata introdotta. Come voglio citare, perché è frutto di una battaglia di alcune colleghe parlamentari del nostro gruppo insieme a colleghi di altri gruppi parlamentari, il limite che viene qui posto al servizio di piazza a trazione animale, già citato dai relatori. Tale limite viene posto con legge raccogliendo un'istanza del mondo delle associazioni animaliste portata avanti da anni a cui finalmente il Parlamento dà una risposta positiva.

Siamo soddisfatti per l'introduzione del divieto sulle strade e sui veicoli di qualsiasi forma pubblicitaria il cui contenuto proponga messaggi sessisti, violenti o stereotipi di genere offensivi o proponga messaggi lesivi del rispetto delle libertà individuali e dei diritti civili e politici, del credo religioso e di appartenenza etnica oppure discriminatori con riferimento all'orientamento sessuale, all'identità di genere, alle abilità fisiche e psichiche. Le strade non possono essere una zona franca. Per questo abbiamo ritenuto che fosse giunto il momento per intervenire in questo ambito anche a seguito di polemiche che hanno caratterizzato alcune pubblicità dinamiche su cartellonistica in alcune città e la Commissione ha recepito tale istanza.

Il nostro lavoro ci ha portato anche a dialogare con i gruppi di maggioranza per quanto riguarda l'utilizzo delle bici nelle città e abbiamo ragionato insieme per trovare un contemperamento alla necessità di poter agevolare il ciclista nella fruizione dello spazio stradale e la necessità, che noi abbiamo molto perorato, di non diminuire la velocità commerciale del mezzo pubblico, consapevoli che, nella gerarchia della mobilità, il mezzo pubblico debba avere un ruolo più importante proprio perché destinato a soddisfare le esigenze di più persone. La scrittura delle norme che riguardano la possibilità per le biciclette di usare gli spazi destinati al trasporto pubblico ci pare molto migliorativa rispetto alle impostazioni di partenza. Allo stesso modo riteniamo migliorative rispetto a quelle da cui eravamo partiti le norme per quanto concerne la possibilità di caricare le biciclette sul portapacchi posti anteriormente a sbalzo degli autobus. Anche in questo modo abbiamo cercato di contemperare le esigenze dei ciclisti e le esigenze dell'utenza del trasporto pubblico locale.

Abbiamo apprezzato l'accoglimento delle norme riguardanti la cosiddetta mobilità dolce; la classificazione delle strade e la tutela per chi usa mezzi diversi dall'auto che vanno a rafforzare l'impianto che è stato introdotto nel nostro ordinamento con la legge 11 gennaio 2018, n. 2. Sappiamo bene quanto il movimento della mobilità dolce sia sempre più diffuso e richiesto e, proprio per questo, riteniamo che via sia la necessità di trovare anche nel codice una rispondenza concreta.

Avere introdotto specificazioni all'articolo 4 con la previsione dell'itinerario cicloturistico, della strada senza traffico, della strada a basso traffico, della strada 30 chilometri rappresenta un passo in avanti che offre un quadro di certezza a chi usa questo tipo di mobilità. Tale mobilità ha a che fare spesso con il turismo e richiama per le bellezze del nostro Paese anche un turismo straniero che proviene da Paesi in cui questo tipo di mobilità è molto più conosciuto che in Italia ed è già normata da anni: con queste norme compiamo sicuramente un passo in avanti.

Vorrei anche citare le norme già richiamate dai relatori che riguardano l'articolo 5 del provvedimento in materia di collaudo taxi e NCC. Si tratta di piccole norme prodotte grazie al lavoro svolto con i tecnici ministeriali che tuttavia creano una grande semplificazione. Voglio dirlo perché spesso parliamo di semplificazioni in quest'Aula e poi, se vogliamo, dalla legge n. 59 del 1997 in avanti, partoriamo norme che complicano più di quello che vorrebbero semplificare.

Qui, con questa norma, diamo la possibilità, con un decreto al Ministero dei trasporti, di semplificare la vita di intere categorie. Pensiamo a un tassista, a un tassista che compra un'auto per adibirla al servizio taxi, un'auto che è ovviamente omologata. Compra l'auto, deve andare in un'officina autorizzata, deve farsi installare la scritta “taxi” sul tetto, deve farsi installare il tassametro e poi deve andare a far collaudare il tassametro e la scritta “taxi”, il cosiddetto “pappagallo”, alla motorizzazione civile e se è “fortunato”, perché abita in una città come Torino dove, purtroppo, mancano gli ingegneri alla motorizzazione civile, deve aspettare un mese e mezzo o due prima di poter collaudare la sua macchina e, quindi, per tutto quel periodo non lavora. Ora con questa norma diamo la possibilità al Ministero di creare dei percorsi agevolati per i collaudi. Ma la stessa cosa vale per gli NCC, che sono costretti allo stesso iter solo per verificare che la scritta NCC col numero dell'NCC sia affissa con quattro rivetti sulla carrozzeria dell'auto. Ecco, una piccola semplificazione ma di grande significato, così come quella, sempre attraverso decreto ministeriale, con cui si darà la possibilità al Ministero di prevedere dei meccanismi di controllo dell'installazione di impianti gas GPL e dei ganci traino per evitare inutili passaggi procedurali e balzelli ai nostri cittadini.

Voglio ricordare e rivendicare - ancora anche qui saltando un po' da un punto all'altro - il fatto di aver introdotto il principio di rendere effettivamente obbligatoria la dotazione delle cinture di sicurezza sugli scuolabus, sui mezzi di trasporto pubblico destinati ai nostri bambini. Siamo soddisfatti di questo risultato, ma siamo meno soddisfatti della data che è stata fissata al 1° gennaio 2024 e, infatti, chiederemo all'Aula di esprimersi su questo per cercare di anteporre questo termine, consapevoli che bisogna dare spazio di adeguarsi a tutti gli interessati ma questo termine lo giudichiamo troppo ampio (è un termine troppo lontano nel tempo). Troppi casi di cronaca ci segnalano, infatti, che purtroppo i nostri bambini continuano a viaggiare su mezzi che non sono dotati di appositi sistemi di ritenuta e, quindi, non sono sicuri. Questo Parlamento ha voluto esprimersi, con uno dei suoi primi provvedimenti, introducendo l'obbligatorietà di meccanismi antiabbandono sui seggiolini per i neonati. Dunque, con la stessa logica chiediamo di porre attenzione alla sicurezza anche dei bambini un po' più avanti negli anni.

Avremmo, inoltre, auspicato che anche per quanto riguarda chi guida questi mezzi fossero introdotte delle norme per puntare maggiormente sulla sicurezza come, ad esempio, l'anticipo a due anni delle verifiche per la patente degli autisti e l'istituzione di una specifica anagrafe per gli autisti che svolgono questo lavoro, affinché ciascun comune, quando pone a bando un servizio, possa sapere precisamente qual è il profilo professionale delle persone che porteranno i bambini e se vi sono sanzioni o note rilevanti che possano pregiudicare l'afferimento di questo delicato servizio. Questo punto non è stato accolto e ce ne rammarichiamo.

Abbiamo, inoltre, provveduto a rinormare la questione degli ausiliari della sosta e del traffico addivenendo a un impianto normativo che supera l'attuale incertezza. È stato forse l'elemento più combattuto di questa riforma e, quindi, non vogliatemene se puntualizzo alcune affermazioni, anche perché immagino che nel prosieguo della discussione questo punto sarà autorevolmente ripreso. Allora, su tutto possiamo discutere e tutto possiamo dire ovviamente in quest'Aula, perché la Costituzione ce lo consente, ma l'unica cosa che vorrei evitare - e non tanto per il sottoscritto e per il gruppo che rappresento - è che il lavoro del Comitato ristretto sia fatto apparire all'esterno come il lavoro di un gruppo di persone che vogliono scatenare il fenomeno della multa selvaggia. Non lo vorrei perché non è giusto per l'impegno che hanno messo tanti colleghi. Questa norma non è eversiva dell'ordinamento. Semplicemente recepiamo una norma che è stata introdotta nel nostro ordinamento dalla legge n. 127 del 1997, la famigerata “Bassanini bis”, che consentiva ai dipendenti delle aziende che gestiscono la sosta a pagamento nelle città di sanzionare - di fare le multe e, quindi, di sanzionare - coloro che parcheggiano nelle strisce blu senza pagare il canone o coloro che parcheggiano in prossimità delle strisce blu ostruendo e impedendo l'accesso al parcheggio nelle strisce blu.

Questa è una norma vigente dal 1997, cioè ha compiuto più di vent'anni. Oggi con questo emendamento noi diamo la possibilità a questi stessi soggetti di sanzionare, nell'ambito delle aree in cui il comune istituisce la sosta a pagamento, anche altri casi di sosta irregolare, ossia la sosta fatta sugli stalli per disabili, la sosta fatta sugli stalli di carico e scarico merci, la sosta fatta in prossimità degli incroci, sulle strisce pedonali, la sosta fatta sulle aree in cui la sosta è regolamentata, seppure non a pagamento, oltre il termine consentito, la sosta fatta sugli spazi per il car sharing e la sosta fatta sugli spazi di ricarica delle auto elettriche.

È eversivo questo? No! A oggi era incongruo che un ausiliario della sosta potesse passare lungo la strada, sanzionare alcune infrazioni e non sanzionare infrazioni che sono ben più gravi, perché è ben più grave per la comunità che un cittadino maleducato o distratto parcheggi su uno spazio riservato a un disabile o blocchi l'accesso di una carrozzina a un marciapiede o impedisca a un anziano di attraversare una strada piuttosto che non il comportamento di una persona che parcheggia su uno spazio blu, su una striscia blu, non pagando il corrispettivo. Siamo intervenuti su questo e l'abbiamo fatto recependo anche nelle normative il contenuto di alcune sentenze della Cassazione. Ci pare curioso che proprio coloro che invocano in qualche modo il pieno adeguamento del diritto e della legge alle sentenze della Cassazione poi scelgano tra le sentenze della Cassazione che piacciono e le sentenze della Cassazione che non piacciono, ma questa è polemica interna a quest'Aula e non credo sia di interesse al di fuori di quest'Aula.

Siamo invece - e c'è una parte negativa - delusi ma confidiamo che in Aula vi possano essere ancora margini di confronto per alcuni punti che non hanno trovato adeguata risposta come nel caso della regolamentazione delle ZTL, zone a traffico limitato, che noi vorremmo tornassero nella piena disponibilità dei comuni, abrogando la norma irrazionale, che risale a un anno fa, in cui si è di fatto messo per legge un vincolo a far entrare nelle ZTL alcune categorie di auto. Noi riteniamo che i sindaci debbano essere liberi di individuare, nel momento in cui istituiscono le ZTL, il tipo di auto, a seconda dell'alimentazione, da far entrare, secondo, ovviamente, il contesto di riferimento.

Avremmo preferito, inoltre, che anche per la mobilità elettrica vi fosse una maggiore apertura e noto che questo è diventato uno degli ambiti più delicati della circolazione, come testimoniano alcune scelte di importanti amministrazioni di capitali estere, e forse in questa sede questo tema avrebbe meritato un maggiore approfondimento senza rimandare alla futura delega. Nella legge di stabilità di quest'anno abbiamo introdotto come gruppo una sperimentazione grazie a un nostro emendamento. Questa sperimentazione si è avviata seppur con ritardo (e questo ritardo ha creato incertezza tra gli operatori). Non nascondiamo che esiste anche un profilo di sicurezza per chi usa questi strumenti di mobilità che sono collegati a tutti gli utenti delle strade in città. Ecco perché secondo noi era giusto il momento - era questo il momento - per intervenire normativamente.

Ci sono, infine, due emendamenti che mi auguro per l'Aula possano essere presi in considerazione proprio per le valutazioni fatte in apertura. Il primo riguarda la previsione di un piano di formazione dell'educazione stradale rivolto agli studenti, una specialità all'interno dell'ambito dell'educazione civica; il secondo riguarda il potenziamento delle strumentazioni per il rilevamento contro gli abusi da alcol. Proprio oggi, che assistiamo a una cronaca di morti importanti, veniamo a sapere che le forze di polizia lamentano una carenza di strumentazione necessaria per controllare l'abuso di sostanze alcoliche e diciamo che questo ci inquieta, specie avendo saputo che è stato sottoscritto dal Ministero dell'interno un accordo per liberalizzare la vendita di sostanze alcoliche anche a notte fonda.

Ecco, il combinato disposto di questi due eventi crea, secondo noi, un mix potenzialmente rischioso per la vita dei nostri giovani e quindi speriamo che l'Aula, con pacatezza, possa trovare delle soluzioni anche su questo tema.