A.C. 2799-A
Signor Presidente, onorevoli colleghi, la legge che stiamo esaminando in Aula e su cui la Commissione affari costituzionali ha lavorato negli ultimi mesi è un testo piuttosto semplice nella sua articolazione, ma che ci consente di dare piena attuazione ad altre norme che in questa legislatura ed in quella precedente sono state approvate da questo Parlamento. Si tratta, infatti, di promuovere la trasparenza e il controllo sull'attività dei partiti politici, con particolare riferimento ai bilanci e ai rendiconti finanziari e lo scopo di questi due articoli di legge, infatti, è proprio quello di consentire alla Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici di essere pienamente operativa. È una Commissione istituita con una legge del 2012, ma che in realtà non ha mai potuto operare con efficacia fino ad oggi per effetto di una carenza di personale e di strutture che con questa proposta di legge finalmente si va a colmare.
Si tratta di un organismo non di nomina politica, ma composto da cinque persone, di cui una designata dal Primo presidente della Corte di cassazione, una designata dal Presidente del Consiglio di Stato e tre designate dal Presidente della Corte dei conti. Ogni componente è individuato tra i magistrati dei rispettivi ordini giurisdizionali con qualifica non inferiore a quella di consigliere di Cassazione o equiparata. La Commissione non ha lavorato, nonostante i partiti e movimenti politici abbiano nel frattempo inviato, secondo le disposizioni di legge, tutta la documentazione necessaria per essere esaminata come previsto dalla legge stessa. E giova anche ricordare che la prima Commissione nominata dopo la sua istituzione, appunto con legge del 2012, si è dimessa nell'autunno 2014 lamentando proprio l'impossibilità di svolgere pienamente il proprio mandato per carenza di personale. Ciò anche a fronte di nuovi compiti che le abbiamo affidato con gli atti legislativi successivi; e infatti con la conversione definitiva in legge del decreto-legge che ha di fatto cancellato il finanziamento pubblico ai partiti come l'abbiamo conosciuto fino a pochi anni fa, nuovi compiti sono stati attribuiti a tale Commissione, che dunque si è trovata gravata di ulteriori competenze ma senza avere di fatto la struttura per poter funzionare.
Queste norme dunque si inseriscono nel solco che abbiamo tracciato, che abbiamo fortemente voluto per cominciare a cambiare la politica e i partiti. Superare il finanziamento pubblico diretto, che per molti era considerato impossibile, è stata quindi una scelta giusta e a dimostrarlo non ci sono solo parole o annunci, ma dati concreti. Proprio in questi giorni, infatti, sono stati dati diffusi i numeri degli italiani che hanno scelto liberamente e senza alcuna forzatura di donare il 2 per mille delle proprie dichiarazioni dei redditi ai partiti politici: abbiamo scoperto che centinaia di migliaia di persone, quasi un milione di persone, hanno devoluto un contributo che sapevano benissimo essere finalizzato a sostenere e a finanziare l'attività di un partito. Il dato è aggiornato al 10 agosto e dunque è certamente destinato a salire.
Si tratta di un fatto nuovo, inedito e positivo per questo Paese, che dimostra come, nonostante le difficoltà e le indubbie ragioni di chi in questi anni si è allontanato dalla politica e dalle istituzioni, ci sono ancora tante persone che ci credono e vogliono dare un contributo e credo che questo sia di stimolo a tutti noi.
Ci auguriamo che nel corso di questa legislatura sia possibile anche discutere e approvare un nuovo pacchetto di norme sui partiti che stimoli il sistema politico italiano ad evolvere rispetto alla condizione attuale. Se siamo d'accordo sul fatto che occorre cambiare la politica, credo che non ci si possa limitare a dirlo, ma occorre provare a farlo concretamente. Noi abbiamo cominciato e ci aspettiamo che anche gli altri, le altre forze politiche che siedono in questo Parlamento, vogliano fare altrettanto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).