Dichiarazione di voto finale
Data: 
Martedì, 21 Marzo, 2017
Nome: 
Alfredo Bazoli

A.C. 1063-A

 

Grazie, Presidente. Non è facile intervenire dopo essere stati fatti oggetto di insulti personali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e polemiche che dovrebbero stare un po’ fuori da quest'Aula. Noi intendiamo la politica in modo un po’ diverso, la politica come confronto e non come aggressione, anche di natura personale, e credo che questo non faccia bene al nostro Paese, credo che il confronto dovrebbe rimanere nell'ambito della civiltà e nell'ambito anche del merito delle questioni che affrontiamo nell'interesse del Paese. Non ci sono i buoni e i cattivi in questo Paese, ci sono persone che cercano di fare del loro meglio per far fare al nostro Paese dei passi in avanti e questo manicheismo, che è proprio della cultura politica del MoVimento 5 Stelle, io trovo sia molto pericoloso. È un manicheismo che non produrrà buoni frutti e noi da quel manicheismo stiamo molto lontani e rivendichiamo con grande serenità la nostra responsabilità di intendere la politica in modo molto diverso da loro.
  Vengo al merito, perché non voglio stare su questo terreno di polemica inutile, vengo al merito del nostro provvedimento. Si è lamentato il metodo che abbiamo utilizzato, perché si è detto: questa è una proposta di legge di iniziativa dell'opposizione e questo, in qualche modo, avrebbe dovuto indurre la maggioranza ad assecondare l'opposizione e portare in Aula il testo voluto dall'opposizione e, in qualche modo, farlo passare. Ma evidentemente non è così che funziona, non è così che funziona il diritto delle opposizioni a vedere promosse anche loro iniziative legislative. Noi abbiamo lavorato a lungo in Commissione, abbiamo fatto lunghe audizioni e ricordo che queste audizioni non si sono concluse univocamente, con un plauso generale uniforme alla proposta di legge dell'onorevole Bonafede, ma sono state audizioni molto articolate, in cui molti dubbi sono stati anche posti rispetto a quella proposta di legge.
Quindi, non raccontiamo anche la verità come ci conviene, perché i fatti sono andati in maniera un po’ diversa e noi avevamo tutto il diritto, come maggioranza, di decidere quali di quelle proposte mantenere e quali, invece, non mantenere perché secondo noi non coerenti con l'ordinamento giuridico del nostro Paese. Si può opinare su questo, ma accusare la maggioranza di fare la maggioranza mi sembra un fuor d'opera.
  Quindi, sul merito, noi abbiamo lavorato in maniera corretta, siamo arrivati fino in fondo e in Aula con un testo di legge, che non è certamente quello presentato dall'onorevole Bonafede, che è un testo diverso, ma sul quale siamo intervenuti per delle ragioni di merito, non per delle ragioni di difesa lobbistica, come siamo stati accusati di fare.
  E allora vengo al merito: siamo intervenuti eliminando le nuove definizioni portate dalla proposta di legge sul danno non patrimoniale per la semplice ragione che abbiamo ritenuto che la giurisprudenza su questo abbia raggiunto già un assetto sufficientemente stabile, cioè nella definizione di danno non patrimoniale noi riteniamo che oggi ci sia un assetto sufficientemente stabile e certo, e che l'introduzione di nuove definizioni, invece, avrebbe potuto riaprire una articolazione interpretativa della giurisprudenza, che avrebbe finito col danneggiare, con l'essere addirittura controproducente rispetto all'esigenza di certezza del diritto che sarebbe alla base la proposta di legge dell'opposizione. Quindi, siamo intervenuti per eliminare questa parte perché ritenevamo opportuno mantenere gli assetti già raggiunti dalla giurisprudenza.
  Siamo intervenuti eliminando la previsione del danno cosiddetto tanatologico, anche qui sulla scorta di opinioni piuttosto diffuse che abbiamo potuto ascoltare nel corso delle nostre audizioni. Abbiamo ascoltato commenti su questo che facevano rilevare come giuridicamente fosse infondata questa previsione di un danno tanatologico, perché già compreso nel danno non patrimoniale già previsto oggi dalla legge.
  Poi si lamenta che abbiamo eliminato dal testo il risarcimento del danno da circolazione stradale e da responsabilità medica. È vero, lo abbiamo detto giustificandoci anche in ragione del fatto che c’è la legge sulla concorrenza, che è in discussione al Senato, ma lo abbiamo fatto anche perché c’è
una peculiarità in quel settore. La peculiarità è dovuta al fatto che quello è un settore nel quale la responsabilità civile è coperta da assicurazione obbligatoria. C’è un'assicurazione obbligatoria ! E questa specialità è stata apprezzata anche dalla Corte costituzionale, quando ha rigettato l'eccezione di incostituzionalità per una disciplina autonoma del risarcimento del danno da circolazione stradale, dicendo esattamente queste parole: perché l'interesse risarcitorio del singolo danneggiato deve misurarsi con quello generale e sociale degli assicurati ad avere un livello accessibile e sostenibile dei premi assicurativi. Lo ha detto la Corte costituzionale, non l'ha detto un lobbista: la Corte costituzionale ! Quando si ragiona di queste cose, bisogna capire quali sono gli interessi in gioco, perché non c’è solo un interesse, ci son tanti interessi; e fare l'interesse del Paese significa contemperare al meglio quegli interessi, non far finta che non esistano. Abbiamo allora ritenuto che questa materia debba avere una disciplina speciale. Si ragionerà al Senato se le tabelle previste per il risarcimento del danno da circolazione stradale sono sufficientemente congrue oppure no, ma è un'altra fattispecie rispetto alla nostra.
  Cosa rimane allora ? Eliminate queste parti della legge cosiddetta Bonafede, cosa rimane ? Beh, rimane una parte importante, perché noi finalmente introduciamo nel nostro Paese un criterio uniforme per il risarcimento del danno non patrimoniale, che finalmente seguirà dei criteri uniformi: cosa che fino ad oggi non c’è stata, perché sono state applicate le tabelle di Milano, le tabelle dei tribunali di Roma; ciascun tribunale ha fatto come voleva. Questo è un piccolo ma significativo passo in avanti verso la direzione della certezza del diritto e dell'uguaglianza di trattamento dei cittadini davanti alla legge, anche in momenti di particolare difficoltà, come nel caso del risarcimento del danno non patrimoniale. Questo è il contenuto di questa legge: è un passo in avanti. Io credo quindi – e concludo, Presidente, e voglio dirlo con grande chiarezza – che noi parlamentari del Partito Democratico rivendichiamo davanti ai cittadini italiani la nostra serietà, l'esercizio pieno della nostra responsabilità nei confronti del Paese, e non ci fermeranno né gli insulti personali, né le aggressioni verbali, né le falsità spacciate per verità apodittiche.