Signora Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, io credo che anche questa coda di discussione di questa sera e il dibattito di ieri sulle mozioni presentate in materia di tutela della salute in relazione ai campi elettromagnetici, con particolare riferimento al 5G, ha evidenziato che c'è bisogno effettivamente di un approfondimento per capire fino in fondo di che cosa stiamo parlando, di che cos'è il 5G e di de-ideologizzare il campo per consentire al Paese, all'Italia, una posizione matura, capace di saper coniugare progresso, scienza e tutela. Credo che nessuno dei componenti di quest'Aula abbia come obiettivo quello di nuocere alla salute. Siamo rappresentanti di interessi collettivi della comunità. In IX Commissione veniamo da un lungo e articolato lavoro di indagine conoscitiva proprio sul 5G.
Purtroppo, nel corso di questi mesi, non abbiamo visto la partecipazione di chi si dice in qualche modo preoccupato dal punto di vista della salute e dell'impatto di questa tecnologia, lo consideriamo un peccato, perché forse, se ci fosse stata una partecipazione maggiore, una consapevolezza maggiore, che è quella che chiediamo ai cittadini sulle fake news sul digitale, non vi sarebbe stato bisogno nemmeno di questo dibattito in Aula. In quella sede - e basta andare a leggere i resoconti stenografici, le memorie - sono stati forniti utili e approfondite riflessioni. Qui in quest'Aula noi esercitiamo la funzione di legislatori che la Costituzione ci attribuisce e non è consentito di comportarci come se fossimo al bar, non è consentito assecondare posizioni ai limiti del luddismo antitecnologico, spesso ipocrita, perché poi dei vantaggi della tecnologia ne facciamo largo uso tutti. Forse il device che ha più rischi per la salute è il telefonino, ma nessuno rinuncia al telefonino. Ma non è un caso che nelle premesse della nostra mozione di maggioranza siamo partiti proprio dai dati illustrati dall'Istituto superiore di sanità, per evidenziare come l'esposizione delle persone ai campi attualmente utilizzati per le telecomunicazioni siano molto inferiori ai limiti fissati per prevenire gli effetti termici. Per l'Istituto superiore di sanità - è scritto chiaramente - non vi è motivo di ritenere che le esposizioni delle persone aumenteranno significativamente e che siano pericolose, anzi disarticolano questo ragionamento evidenziando che proprio attraverso l'avanzamento tecnologico rende meno impattante il 5G rispetto alle altre tecnologie.
Noi non possiamo perdere il vantaggio competitivo che l'Italia ha su questa tecnologia: siamo stati in anticipo sul resto degli altri Paesi ad assegnare le bande di frequenza e abbiamo generato per lo Stato introiti pari a 6 miliardi 550 milioni, rispetto ai 2 miliardi e mezzo previsti nella legge di bilancio 2018. E ancor prima ci sono stati investimenti importanti sulla banda ultra larga da parte degli operatori con un aumento degli investimenti, mentre gli altri settori crollavano. Noi dobbiamo comprendere la portata di questa tecnologia, perché questo non solo ci fa essere più competitivi, ma diventa un elemento di benessere per il Paese e i cittadini. Il 5G è la tecnologia abilitante delle innovazioni più importanti di questo millennio: Internet delle cose, intelligenza artificiale, blockchain non sarebbero nulla, senza il 5G. E non è soltanto una tecnologia che rende più veloce la connessione, ma soprattutto aumenta i tempi di risposta. Questo significa che, nel rapporto tra le cose e le cose, nel collegamento tra le persone e le cose, sostanzialmente possiamo portare dei vantaggi in vari settori.
Faccio alcuni esempi: la sicurezza; la tecnologia 5G può essere usata in maniera efficace per la trasmissione di video ad altissima risoluzione, per sorvolare aree sensibili e inaccessibile in casi di calamità naturali. Pensiamo alle città intelligenti: i sensori intelligenti, in determinati punti della città, possono comunicare in tempo reale. Per non parlare proprio della sanità e della salute e dell'assistenza sanitaria: l'andamento demografico ci impone di pensare all'invecchiamento della popolazione e a migliorare la qualità della vita. Pensiamo alla domotica, agli ausili alla popolazione non autosufficiente, della telechirurgia, delle tecniche diagnostiche. Partendo da questi presupposti, non possiamo non dire che la portata dell'avvento del 5G è potenzialmente enorme e non è un caso che USA e Cina si scontrino proprio sulle tecnologie e sul 5G, facendo, in questo modo, capire, spero a tutto il mondo, come il digitale sia diventato più importante del petrolio e di altri beni primari. Nell'ambito della discussione generale di ieri ho illustrato in maniera più dettagliata le controdeduzioni tecniche e scientifiche ed ho espresso questo sulla scorta di una enorme mole di documentazione fornita dagli istituti indipendenti, per cui le richieste di sospensiva dell'esercizio 5G sono assolutamente infondate e pericolose. Anzi, proprio con il quadro delle conoscenze, dobbiamo fare in modo che queste conoscenze non restino appannaggio di un segmento, ma vadano verso tutta la popolazione. Per questo, nella nostra mozione, noi impegniamo l'Esecutivo ad approfondire gli studi sull'elettromagnetismo, ma accompagnandoli con azioni di comunicazione istituzionale. Non possiamo più assistere inermi al proliferare di fake news sui social. L'effetto virale di questa nuova declinazione dei “no vax” rischia di compromettere sviluppo e crescita del Paese. Noi chiediamo che ci sia un adeguato monitoraggio sull'inquinamento elettromagnetico, ma, nel frattempo, un'adeguata e capillare informazione, partendo dai dati scientifici.
È, quindi, auspicabile che questo allarme sia fermato: abbiamo rispetto di chi è preoccupato, ma non possiamo assecondare fobie che penalizzino il Paese, anzi, chiediamo il contrario e, cioè, che siano rimossi gli ostacoli allo sviluppo tecnologico e del 5G, per esempio, facendo ricorso anche ad interventi di tipo legislativo per rivedere e migliorare l'impianto normativo, magari, accogliendo anche la segnalazione dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato. Così come non possiamo non sottolineare che la Nadef dedica un ampio capitolo ai temi dell'ecosistema digitale strettamente connesso alla crescita del Paese e lo stesso decreto-legge che stiamo per convertire - quello sul perimetro di sicurezza nazionale cibernetica - testimonia quanto sia importante questo profilo. Per queste ragioni, siamo soddisfatti del parere positivo espresso dal Governo. Pensiamo che questa sia l'unica strada in grado di coniugare progresso e sicurezza della salute, puntando sulla piena consapevolezza dei cittadini, anche perché - e concludo - sono convinta, per dirla con un grande visionario, Isaac Asimov, che “se la conoscenza può creare dei problemi, non è tramite l'ignoranza che possiamo risolverli”