Data: 
Lunedì, 27 Maggio, 2019
Nome: 
Filippo Sensi

Grazie, Presidente. Prendo la parola - e lo dico irritualmente all'esordio di questo mio breve intervento - per annunciare il nostro a favore nei confronti della mozione del collega Baldelli e per i ragionamenti con i quali ha concluso il suo intervento, convinti, in particolare, da due punti dell'articolazione e dell'ordito del suo documento, anche nella sua nuova formulazione. Il primo è quello riguardante l'estrema criticità della situazione in cui versa il nostro Paese su questo versante, quello delle lungaggini e delle inadempienze del settore pubblico e della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese che le forniscono beni e servizi, una spirale negativa che danneggia le nostre aziende, in particolare quelle medie e piccole, il famoso e ormai abbastanza celebrato tessuto della nostra impresa, ma che si ritorce, più in generale, in un colossale danno per tutto il nostro sistema e per la stessa amministrazione pubblica, scaricandosi a terra in termini di ritardi, disservizi e scarsa qualità per i cittadini. I numeri e la misura di questo scacco li restituiscono la mozione stessa che discutiamo: il fallimento delle imprese, la perdita ingente di posti di lavoro, gli effetti macro sul PIL e sulle casse dello Stato. Proprio perché crediamo profondamente nel servizio pubblico, nel delicato e prezioso lavoro che ogni giorno presta la stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici, non possiamo tollerare che il cattivo funzionamento della macchina amministrativa, l'accumularsi di ritardi e di passaggi burocratici diventi un carico insostenibile per il privato, per lo stesso pubblico e per gli italiani tutti.

Il secondo punto che il Partito Democratico ha apprezzato - e non lo dico con spirito partigiano, Presidente, ma come una semplice attestazione di fatti, proprio quelli dai quali rifugge la roboante e parolaia retorica della maggioranza - riguarda la sequenza virtuosa di diminuzione dei tempi medi di pagamento dell'amministrazione pubblica italiana negli anni in sostanza dei Governi di centrosinistra, sequenza che, tuttavia, si sarebbe interrotta e invertita a partire dal 2018, sebbene sul sito del MEF sia stato pubblicato di recente un comunicato che riporta i dati sul “miglioramento sistematico dei tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni italiane”, dati che, tuttavia, devono essere letti con cautela perché riferiti alle pubbliche amministrazioni registrate sulla piattaforma elettronica per i crediti commerciali.

Cito la condivisibile lezione tratta dal collega Baldelli quando sostiene letteralmente che - e cito - “appare evidente che la tematica del ritardo nei pagamenti della pubblica amministrazione non è più al centro dell'attenzione degli amministratori pubblici e del Governo, come dimostrano sia l'ingiustificato incremento dei tempi di pagamento introdotto con il codice degli appalti sia la mancata proroga del meccanismo di compensazione tra crediti commerciali e debiti tributari” né, se posso, tale tendenza appare in alcun modo reversibile alla luce della litigiosità, della rissosità, della reciproca ostilità delle polemiche strumentali, certo, ma anche del diverso approccio a un simile problema che i due partiti dell'attuale maggioranza hanno mostrato e mostrano.

Data la rilevanza della questione, ricordo che il problema è stato affrontato compiutamente per la prima volta con il decreto-legge n. 35 del 2013, adottato dal Governo Monti, convertito in legge dal Parlamento della XVII legislatura, che ha stanziato complessivamente 40 miliardi per il biennio 2013-2014. A questo primo intervento il Governo Letta ha fatto seguire una seconda fase con il decreto-legge n. 102 del 31 agosto 2013 con il quale sono stati incrementati i pagamenti previsti per il 2013 per 7,2 miliardi, senza ridurre quelli attesi per il 2014. Con legge di stabilità 2014 sono stati inoltre stanziati ulteriori 0,5 miliardi per l'anno 2014, appunto. Il Governo Renzi, con il decreto-legge n. 66 del 2014, ha stanziato ulteriori 9,3 miliardi per un totale complessivo, quindi, di circa 57 miliardi e reso possibile la garanzia dello Stato sui crediti vantati nei confronti delle pubbliche amministrazioni (mi scuso per la lungaggine e per il puntiglio ma lo dovevo). In breve, con la garanzia dello Stato il creditore ha facoltà di cedere il proprio credito a intermediari finanziari in modo semplice e meno oneroso in quanto gli intermediari non corrono il rischio di non incassare le somme dovute. Infatti, qualora l'ente debitore non fosse in grado di rispettare i termini di pagamento l'intermediario finanziario può cedere a sua volta il credito a CDP, che ha stanziato a questo scopo 10 miliardi di euro. Ciò ha prodotto una significativa accelerazione del processo di pagamento dei debiti.

Grazie a questi interventi, lo stock, probabilmente sovrastimato, di debito residuo scaduto e non pagato alla data del 31 dicembre 2018 risulta, per il complesso dei 28 milioni di fatture, pari a circa 26,9 miliardi.

Sebbene permangano situazioni differenziate a livello territoriale rispetto al dato medio nazionale (il Nord presenta tempi di pagamento mediamente inferiori di 8 giorni, il Sud fa registrare un valore medio superiore di 11 giorni, nel Centro emerge un tempo medio di pagamento di 3 giorni superiore), tale tendenza risulta essere generalizzata e riscontrabile per i diversi comparti delle pubbliche amministrazioni.

Prosegue ancora, Presidente. Il miglioramento del problema di ritardo nei pagamenti della pubblica amministrazione è stato ottenuto grazie ad un sistema che consente di conoscere e governare il fenomeno: per tale motivo erano state assunte iniziative strutturali, volte ad avviare in modo continuo e sistematico il monitoraggio dei debiti delle pubbliche amministrazioni, dei relativi pagamenti e dell'eventuale verificarsi di ritardi rispetto ai termini fissati dalla direttiva europea. Sotto questo profilo sempre il decreto-legge n. 66 del 2014 sopracitato ha previsto il potenziamento della piattaforma elettronica per la gestione telematica del rilascio delle certificazioni, ora integrata col sistema SIOPE +, che si pone l'ambizioso obiettivo di creare uno strumento di monitoraggio permanente e continuo di tutti i pagamenti delle pubbliche amministrazioni.

Signora Presidente, le mozioni auspicano, impegnano: è il nostro lavoro quotidiano, è il lavoro del Parlamento, troppo spesso imperscrutabile per i cittadini nella loro fatica giornaliera. Si sta parlando di noi, si decide di noi tutti, di famiglie che possono o meno far quadrare i conti a fine mese, di aziende che lottano per sopravvivere, di file allo sportello per sapere se quell'analisi sarà negativa; di sentirsi meno soli tutti quanti, meno abbandonati e fragili, meno esposti: di questo si parla e si decide in Parlamento. Potenziare, accelerare, rafforzare, l'ubiquo adottare iniziative: quanto è in nostro potere, a fronte dell'inerzia di questo Governo, del frastuono con il quale coprono lo scarso, scarsissimo frutto, è sacrosanto che sia esperito, tentato, richiesto. Il rafforzamento delle sanzioni, la digitalizzazione dei processi di pagamento; e ricordo come sia stato il nostro Governo a cominciare un percorso, che certo va migliorato e implementato, ci mancherebbe, ma che è la strada virtuosa da perseguire. La valutazione delle performance delle pubbliche amministrazioni. Apro una parentesi: in nome della trasparenza che viene spesso praticata, in particolare dai 5 Stelle… Vedi il paradosso di una forza politica la cui estrema, totale opacità dei processi decisionali, dell'individuazione delle classi dirigenti, della formazione delle piattaforme programmatiche preoccupa chiunque abbia a cuore la democrazia liberale, in Italia e a livello internazionale. Tutte queste azioni, dicevo, richiamate dal provvedimento che stiamo discutendo, il Partito Democratico le accoglie con favore, con la consapevolezza di aver svolto un lavoro importante negli anni addietro per evitare la situazione di stallo e di ritardo verso la quale siamo stati di nuovo sospinti da questa maggioranza e dal suo inerte, impalpabile Governo in un solo anno di vita: credo sia un record negativo senza precedenti, anche nel creativo panorama politico della nostra storia repubblicana.

Come sottolinea la mozione, l'azione del Governo sul tema che stiamo esaminando va purtroppo in direzione esattamente contraria: in particolare quanto alla mancanza di iniziative per potenziare e rifinanziare i meccanismi di pagamento dei debiti commerciali pregressi delle pubbliche amministrazioni, ovvero alla scelta di non prorogare l'istituto della compensazione tra crediti commerciali e debiti tributari, consentendo alle imprese e agli altri contribuenti che vantano tali crediti nei confronti delle amministrazioni pubbliche, e nel contempo hanno debiti tributari, di poter compensare le due voci. Si torna indietro, insomma.

Sempre per paradosso, è proprio il Parlamento il primo sensore dell'assoluta inanità dell'azione governativa: le Camere assai spesso lavorano, processano il prodotto legislativo dell'Esecutivo. E se ancora in questa settimana siamo alle prese con mozioni e iniziative di legge parlamentari, sovente risalenti alla precedente legislatura, e se le Commissioni si riuniscono con molta calma, per così dire, e se in Aula a fronte di questioni che tolgono il sonno agli italiani ci occupiamo non raramente (non è questo il caso) di macchine celibi, non sarà tutta colpa del Parlamento al quale ci onoriamo di appartenere in forza del mandato popolare, ma magari, chissà?, anche di un Governo che non lavora, non produce, non risponde, si gode le comode poltrone, gli stucchi dorati, le auto blu, i vituperati voli di Stato, gli sterminati staff mai così costosi (ne sanno qualcosa a Palazzo Chigi, povere “saccoccie” dei cittadini italiani), reggicoda e giannizzeri, portaborse e scherani, guardaspalle e consulenti.

Questo per dire - e concludo, Presidente - che la macchina dello Stato, proprio quella di cui ci occupiamo questa mattina in quest'Aula gremita, deve e può funzionare meglio, contando su professionalità, regole certe, un maggiore dinamismo, sempre auspicabile, un'architettura più pulita e leggibile ai cittadini.

Non saranno questo Governo, temo, e questa maggioranza a fare proprio questo assillo, tanta indifferenza, tanta insensibilità, tanta incapacità hanno mostrato in questo anno al potere. Mi auguro toccherà ben presto a chi dall'opposizione sta preparando un'alternativa credibile dare risposta a quest'ansia, a questa delusione, a questa attesa.