Dichirarazione di voto
Data: 
Martedì, 9 Maggio, 2017
Nome: 
Maria Chiara Carrozza

Grazie Presidente. Onorevole rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, la mozione sulla robotica e l'intelligenza artificiale in discussione oggi in Aula è finalizzata a porre all'attenzione del Governo il tema della nascente quarta rivoluzione industriale e il suo potenziale impatto sulla nostra vita, sul lavoro e, più in generale, sulla società. La terza rivoluzione industriale, quella della microelettronica, dell'automazione industriale e di Internet, è giunta alla sua maturazione, si parla della fine della legge di Moore per dire che la spinta alla miniaturizzazione dei chip di microelettronica e l'aumento della velocità di processo di una singola istruzione sono arrivate alla loro maturazione definitiva e ci si aspetta una discontinuità tecnologica per il futuro. Il capitale è alla ricerca di un ciclo espansivo di nuove tecnologie abilitanti e sta promuovendo lo sviluppo di proprietà intellettuale, basti pensare a Google Alphabet, Facebook o SpaceX, che sono diventati i protagonisti di programmi di ricerca fondamentali e di battaglie legali spietate, come quella in questi giorni fra tra Alphabet e Uber su brevetti e segreti industriali della guida autonoma.

Nel contempo, le agenzie pubbliche di ricerca e innovazione degli Stati Uniti, Europa e Asia, stanno investendo miliardi di dollari per trasformare e sfruttare le recenti scoperte scientifiche originate proprio da ricerche e studi nei più promettenti campi scientifici come quelli dell'intelligenza artificiale, degli algoritmi per l'analisi ed elaborazione dei big data, dei sensori, delle telecomunicazioni, del cloud, della robotica, ma anche della genetica, della biologia molecolare e dei nanomateriali. L'Italia è uno dei protagonisti in Europa nell'ambito di Horizon 2020, delle ricerche finalizzate alla trasformazione di scienza in tecnologia per sviluppare le tecnologie abilitanti del futuro, come la produzione di nuovi materiali innovativi come il grafene, lo studio del cervello umano o delle interfacce impiantabili, la medicina personalizzata e la seconda rivoluzione quantistica finalizzata a realizzare una nuova generazione di sistemi per il computing, per la crittografia o per la sensoristica. A tale scopo menzioniamo le FET Flagships; si tratta di programmi a lungo termine con investimenti di un miliardo di euro in dieci anni. È necessario che questi programmi siano coadiuvati da adeguate strategie nazionali di programmazione della ricerca anche in Italia.

La novità della quarta rivoluzione industriale riguarda due aspetti, il primo è connesso all'ingresso dei robot e dell'intelligenza artificiale nella società civile, nelle nostre case, dove sistemi automatici effettueranno le pulizie domestiche o taglieranno automaticamente l'erba del giardino senza bisogno neanche di supervisione umana, dove nelle strade cittadine un robot potrà sostituire il guidatore di un veicolo o di un furgone per la logistica, coadiuvandolo e sostituendo lavoratori in compiti che fino ad oggi erano ritenuti pertinenti dell'uomo. Ma il secondo aspetto è forse quello più estremo, riguarda l'interazione delle macchine con il corpo umano attraverso sistemi indossabili, o protesi, dispositivi impiantabili, che sostituiranno funzionalmente organi interni come l'orecchio o l'occhio bionico che curano la sordità o la cecità, arti amputati in seguito a malattie e traumi con protesi di arto controllate direttamente dal cervello. Le sfide più belle ed importanti della biomedicina del futuro sono far camminare le persone paralizzate, realizzare terapie personalizzate grazie alla genomica e alla biologia molecolare. In futuro il corpo umano avrà alcune parti artificiali e si fonderanno con il naturale, il confine fra naturale e artificiale sarà sempre più complesso da discriminare. La combinazione delle tecnologie emergenti viene quindi immediatamente applicata a livello industriale e sta producendo avanzamenti inimmaginabili solo qualche anno fa. Per esempio nel 2016 alla Fiera di Monaco “Automatica” è stato l'anno della robotica collaborativa che con i cobot realizza una simbiosi fra robot e operaio, ma sta anche spingendo verso la digitalizzazione e l'Internet delle cose in uno spazio cibernetico in cui vi saranno decine di miliardi di oggetti connessi in rete che dialogano molti più delle persone per i quali la cybersecurity sarà il problema dominante. Ma anche nuovi prodotti in arrivo sul mercato come i veicoli senza guidatore, robot più o meno antropomorfi per l'assistenza personale, droni autonomi che possono volare nei nostri cieli e la bionica con protesi impiantabili nel corpo umano. Gli Stati quindi si confronteranno non solo nel mare, sul terreno, nell'aria, ma anche nel cyberspazio che sarà un luogo per lo sviluppo dell'economia, ma anche per i conflitti. La tecnologia sarà quindi realmente pervasiva e presente intorno a noi e dentro di noi.

Se da una parte alcuni di questi avanzamenti possono migliorare le tecniche chirurgiche, diagnostiche o affrontare problemi come quello del sostegno alla disabilità e alla necessità delle persone più anziane e non autosufficienti, dall'altra pongono delle sfide etiche e di sostenibilità enormi per garantire un accesso diffuso ai risultati della ricerca.

Sullo sfondo di questi fenomeni si staglia il tema delle sfide industriali per le nostre imprese che al momento sono attive esportatrici dei prodotti nel campo della meccatronica e dell'automazione industriale e robotica, caratterizzando l'Italia come Paese manifatturiero. I primati dei nostri ricercatori, attestati anche dall'Anvur nel rapporto del 2016, nei settori delle scienze informatiche, delle scienze della vita, dovrebbero essere valorizzati al meglio per garantire un collegamento più stretto tra le nostre competenze e lo sfruttamento industriale, per sostenere il tessuto produttivo esistente e favorire la nascita di una nuova imprenditorialità nei settori più interessati dalla quarta rivoluzione industriale.

Uno degli aspetti cruciali legati all'impatto della quarta rivoluzione industriale è dunque quello del rapporto fra tecnologia e lavoro, perché molti studi disponibili hanno messo in guardia le istituzioni, i Governi, l'opinione pubblica, sul numero di posti di lavoro che verranno cancellati o modificati in conseguenza dell'adozione delle macchine intelligenti, della robotica e degli algoritmi di apprendimento nei sistemi di produzione di beni e servizi. Rispetto alle precedenti rivoluzioni industriali, quella attuale potrà avere un impatto potenziale ancora più forte, perché attraverso le macchine intelligenti sarà possibile realizzare attività lavorative al posto di soggetti umani, non solo per quanto riguarda la forza fisica, i mestieri ripetitivi e usuranti, ma anche attività ad alto valore cognitivo che possono essere in grado di rendere accessibile l'intelligenza e l'esperienza percettiva. Se da una parte studi allarmistici hanno messo in guardia sulla fine del lavoro e sulla seconda rivoluzione delle macchine, dall'altra sappiamo che uno studio recente della International Federation of Robotics, uscito proprio adesso, ha analizzato lo stato dell'arte e gli studi sul tema e ha indicato molto chiaramente che la robotica sostituisce lo sforzo fisico e non il lavoro, e soltanto il 10 per cento dei mestieri è rimpiazzabile in toto. Al contrario, la robotica e l'automazione aumentano la produttività delle imprese e la loro competitività.

I fattori che hanno spinto me e i sottoscrittori del gruppo del Partito Democratico ad elaborare la mozione in oggetto riguardano la situazione industriale italiana che vede il nostro Paese come leader europeo in campo manifatturiero, esportatore e produttore di robot e macchine meccatroniche per l'automazione industriale in tutto il mondo. Per esempio nel 2015, l'Italia ha esportato robot in tutto il mondo per 326 milioni di dollari, coprendo il 7,8 per cento del mercato e posizionandosi terza subito dopo Giappone e Germania. Sappiamo che la leadership italiana deve essere sostenuta da un adeguato investimento, in formazione, in ricerca e sviluppo, in valorizzazione della proprietà intellettuale, e in tal senso un primo passo è stato compiuto con “Industria 4.0” promossa dal Governo, ma deve essere completato e rafforzato al fine di affrontare a tutto campo, con una visione unitaria, un piano strategico che prepari il Paese e la sua forza lavoro ad affrontare il futuro per continuare ad essere un Paese di protagonisti creativi e produttori consapevoli, non un mercato di cittadini consumatori.

Noi chiediamo quindi che il Governo assuma l'iniziativa unitaria integrata fra i Ministeri e le istituzioni, per affrontare questo tema con un approccio sostenibile ed equo alla tecnologia, garantendo sicurezza informatica, protezione, privacy ai cittadini, ma sostenendo lo sforzo delle imprese di aggiornamento e di adeguamento alle sfide industriali mediante opportuni programmi di ricerca. Raccomandiamo un'attenta riflessione sugli strumenti da adottare, anche per evitare la demagogia e facili soluzioni che risulterebbero controproducenti o dannosi, come per esempio la tassazione sulla produzione di macchine e robot in modo autolesionistico, vista la produzione in cui l'Italia primeggia in Europa e nel mondo. D'altra parte, è necessario garantire un sistema di welfare innovativo ed adeguato e un investimento in piani di formazione ricerca e sviluppo che permettano di sviluppare le competenze necessarie della forza lavoro a cogliere queste sfide. Anche l'Economist nell'ultimo numero dice: la novità di questi tempi, è che la formazione non finisce mai e quindi non finiremo mai di studiare. Io mi auguro che il Governo risponda a questa sollecitazione mettendo in campo una risposta adeguata e forte che il Parlamento, ed in particolare il gruppo del Partito Democratico, sosterrà convintamente. Annuncio, quindi, il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico per tutti gli impegni su cui il Governo ha dato parere favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).