Grazie, Presidente. Noi ci troviamo, sostanzialmente per la terza volta negli ultimi mesi, ad affrontare un tema importante e delicatissimo come quello della tutela dei minori. Lo abbiamo fatto il 2 luglio, quando abbiamo approvato - e io credo sia stato un segno di grande maturità da parte di quest'Aula - una risoluzione contro la violenza sui minori, appunto all'unanimità. Lo stiamo facendo in una discussione che si è arricchita del contributo di tante voci anche esterne al Parlamento e di tante competenze in relazione alla volontà di istituire quanto prima, da parte di tutte le forze politiche, una Commissione d'inchiesta per verificare puntualmente lo stato di salute della tutela dei minori nel nostro Paese, con particolare riferimento al funzionamento delle comunità familiari di accoglienza dei minori in seguito ad allontanamento e, infine, da oggi attraverso la discussione di queste diverse ma per larghi tratti anche comuni mozioni parlamentari che segnalano, appunto, una serietà, una volontà seria di questo Parlamento di affrontare una questione che merita tutta la serietà e di assumersi l'impegno di verificare, stimolando tutti i soggetti e tutti gli attori del sistema relativo alla tutela dei minori, che le premesse normative, che tutti riconosciamo essere di valore - l'Italia ha una buona normativa sulla tutela dei minori -, abbiano poi una reale, effettiva e puntuale corrispondenza nella pratica quotidiana, cioè che producano gli effetti per cui sono nate.
Quindi, credo che di questo abbiamo bisogno. Abbiamo bisogno di verificare i principi che sono iscritti nella nostra Carta costituzionale e che sono all'origine di importanti trattati internazionali sul tema dei diritti dei fanciulli, dei bambini e delle bambine come mi piace chiamarli, perché ho sempre trovato abbastanza insopportabile il termine “minori”. Dunque, dobbiamo verificare come quei principi, quei valori costituzionali, quei valori iscritti nei trattati internazionali, quelle scelte che sono contenute in una buona normativa mostrino la loro efficacia anche in un contesto oggettivamente nuovo di cui farsi carico, un contesto nuovo anche rispetto alle situazioni e agli strumenti degli anni Ottanta e Novanta, periodo nel quale molte di quelle normative sono nate.
Assistiamo a una situazione in cui nelle famiglie ci sono in alcuni casi delle fragilità degli adulti di riferimento dettate dalla crisi economica che è diventata crisi sociale, dalla molteplicità delle tipologie delle famiglie, da una multiculturalità che è un grande tema da affrontare del nostro tempo, da temi di cui discutiamo spesso come la povertà educativa, culturale, relazionale e anche vecchie e nuove fragilità delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi, un disagio che non necessariamente si struttura in un dato patologico e che, quindi, è difficile da analizzare e da includere dentro agli schemi spesso rigidi della patologia. Ci sono le nuove tecnologie, i ritiri sociali, l'abbandono scolastico, il fenomeno dei NEET e l'uso di sostanze, di alcol e di sostanze psicoattive. Insomma, abbiamo un contesto completamente nuovo, un contesto familiare e sociale riferibile agli stessi minori in cui quei diritti devono essere realizzati e, quindi, noi abbiamo bisogno di affrontare questa discussione con - ripeto - estrema serietà, dotandoci di strumenti e approfondendo senza alcuna reticenza.
La reticenza è stata una parola che ha animato la discussione politica di questi anni, di questi mesi; ci è stato detto spesso che siamo reticenti a parlare di Bibbiano. Noi non abbiamo nessuna reticenza a parlare di Bibbiano, a parlare di tutela dei minori; non abbiamo reticenze, ma abbiamo rispetto delle attribuzioni costituzionali che non affidano a noi, durante un dibattimento processuale, valutazioni definitive, prima che quel dibattimento processuale termini. Certo, siamo di fronte a fatti gravi, a fatti importanti, se verificati come tali, che, appunto, anch'essi, meritano tutta la serietà in sede giudiziaria e, necessariamente, spingono noi ad affrontare con serietà questa discussione.
Tuttavia, senza voler attenuare i richiami che anche i colleghi hanno fatto, ma la serietà che richiamavo prima necessita, anche, di una presa di coscienza del fatto che non siamo dentro un'emergenza nazionale, come talvolta nella discussione appare, e non lo siamo nei numeri, innanzitutto; mi permetto, in quest'Aula, di segnalare come, all'interno del contesto europeo, l'Italia è un Paese con tassi di allontanamento nettamente al di sotto della media europea: 2,6 per ogni mille bambini e bambine; la Francia ha il 9,5, la Germania il 9,6, l'Inghilterra è al 6,1 e la Spagna al 3,9. Mi permetto, sempre per citare alcuni dati, io vengo dall'Emilia Romagna, di segnalare che in termini di dati, di numeri, non siamo dentro a un'esplosione neppure in Emilia Romagna; l'Emilia Romagna è esattamente nella media nazionale: 2,6 per cento di allontanamenti e se - e non è così - il dato numerico degli allontanamenti fosse di per sé stesso un segnale di qualcosa che non va, come qualcuno ha anche detto, segnalo che la regione che in Italia ha il maggior numero di allontanamenti è la Liguria.
In realtà, il termine numerico non ci dice del tema e della complessità del tema che stiamo affrontando; peraltro, ci tengo a dirlo, in Emilia Romagna, al netto, lo ripeto, di verifiche puntuali della magistratura, ma anche di quelle che la politica ha messo in atto nelle ultime settimane, su cui dirò, perché le cose non sono andate esattamente come è stato detto dall'onorevole Vinci, in Emilia Romagna vi è una stabilità del quadro storico degli allontanamenti dalle famiglie. E mi permetto di dire, sempre parlando di Emilia Romagna, che l'Emilia Romagna vede le équipe integrate di primo livello diffuse capillarmente in tutte le province, vede in tutti i territori, ovunque, presenti le unità di valutazione multidisciplinare - il tema di un approccio multidisciplinare è un tema che ritorna spesso anche nelle mozioni, come un richiamo necessario e in Emilia Romagna questa cosa c'è - vede l'obiettivo, in alcuni territori realizzato, di dotarsi di centri specialistici e, quindi, di avere una specificità di competenze multi professionali e multidimensionali legate ai minori e, poi, vi sono anche linee guida per il riordino del servizio sociale e territoriale a segnalare che questa esigenza di aggiornare le competenze dei servizi sociali, rispetto a un nuovo bisogno e a nuove situazioni, è una situazione assolutamente contemplata e prevista nella discussione di quella regione. Così come sono diffuse in Emilia Romagna, come in altre regioni, purtroppo non in tutte le regioni, le pratiche atte a sostenere le famiglie di origine e a prevenire le pratiche di allontanamento, ricordo l'adesione al progetto PIPPI, che è un grande progetto nazionale, di cui, appunto, la regione Emilia Romagna, ma non solo, è parte integrante, e che è stato adottato pienamente.
Mi permetto di dire all'onorevole Vinci che, come dire, ho trovato in alcune parti più orientato a prepararsi ai comizi. Mi scusi, Presidente, mi rivolgo a lei e per suo tramite all'onorevole Vinci. In realtà, la commissione tecnica che è stata istituita in Emilia Romagna, oltre la commissione politica, non ha affatto detto che siamo di fronte a dei raffreddori, ha segnalato un potenziale rischio di disequilibrio nell'intervento valutativo e negli obiettivi di cura, tutela e protezione; ha segnalato la difficoltà, al di là delle dichiarazioni, al di là delle intenzioni che spesso dichiariamo nei convegni, dell'integrazione sociosanitaria, come un grande tema della tutela dei minori; ha segnalato come, spesso, il percorso giudiziario è condizionante, come anche i percorsi di valutazione del supremo interesse del minore, e ha segnalato anche una certa disomogeneità dei modelli organizzativi, a cui porre rimedio.
Quindi, non vi sono elementi di reticenza neppure in quel percorso, ma c'è la volontà, appunto, di verificare e di aggiornare gli strumenti a quella che è una realtà mutata. È in definizione in questi minuti e, quindi, credo, spero che verrà abbinata alla discussione che stiamo facendo, una mozione che, come maggioranza, come forze di maggioranza abbiamo presentato, abbiamo depositato, su questi temi, sul tema della tutela dei minori, che non ha alcuna reticenza nel segnalare alcuni obiettivi che, pur rapidamente, richiamerò.
Nella mozione indichiamo come sia necessario adottare iniziative volte a determinare i livelli essenziali delle prestazioni per gli interventi relativi ai minorenni, ai bambini e alle bambine, alle famiglie di origine, agli affidatari e alle strutture di accoglienza, in modo da garantire l'esigibilità dei diritti civili e sociali delle persone di minore età, così come prevede l'articolo 117 della Costituzione; ad adottare, ancora, è stato richiamato più volte anche negli interventi precedenti, un sistema informativo unitario che ci dia un database unitario, aggiornato, sui bambini e i ragazzi collocati nelle strutture residenziali o in famiglie affidatarie e che coinvolga tutte le diverse istituzioni interessate, tutti gli attori interessati; ad intervenire, ancora, sul rito del procedimento per adeguarlo ai principi del giusto processo, garantendo il diritto della difesa alla difesa tecnica dei genitori, anche con la nomina obbligatoria di un difensore d'ufficio nel caso in cui manchi quello di fiducia, la nomina di un curatore speciale e di un avvocato del minorenne nei casi di provvedimenti di allontanamento adottati d'urgenza, prevedendo tempi celeri per assicurare un contraddittorio differito e ricordo l'esigenza di riformare l'articolo 403 del codice civile, introducendo una procedura di convalida del procedimento, volta a circoscrivere queste ipotesi nelle quali è consentito l'intervento d'urgenza. Ancora, ad aggiornare le linee di indirizzo per l'accoglienza nei servizi residenziali per minorenni, già adottate dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, affinché tengano conto delle raccomandazioni contenute nell'indagine conoscitiva, di grande qualità, della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, sui minori fuori famiglia conclusasi nel 2018; ancora, a predisporre tutte le misure volte ad assicurare una tempestiva e adeguata presa in carico delle famiglie in difficoltà, al fine di promuovere la genitorialità, prevenire gli allontanamenti, ove sia certo, lo ripeto, ove sia certo, però, che non vi siano casi di violenza e di abusi, perché in quei casi l'allontanamento è giusto e doveroso ed è giusto esercitarlo nei modi e nei tempi previsti dalla legge.
Ancora, diciamo che è necessario, è stato detto, potenziare le piante organiche degli uffici giudiziari che si occupano di procedimenti in materia di responsabilità genitoriale, dove sono coinvolti i minorenni e, io dico, anche ribadire e confermare una specificità della giustizia minorile che anche nel dibattito intorno alla riforma della giustizia ogni tanto è stata messa in discussione.
Ancora, a garantire l'anonimato dei minorenni coinvolti nei casi di affidamento e di adozione, evitando sensazionalismi e qualsiasi forma di speculazione, promuovendo, invece, al contempo, una sensibilizzazione per l'utilizzo di un linguaggio non lesivo della persona del minore; mi permetterei di dire anche, magari, evitare di esibire bambini coinvolti in procedimenti di allontanamento familiare dai palchi della politica rientra spesso in questo obiettivo.
Ancora - e chiudo, Presidente -, il sostegno di vicinanza e, quindi, la possibilità di dare sostegno alle famiglie che mostrano difficoltà nella capacità genitoriale prima di un allontanamento, che è una prassi che, dove diffusa, ha dato buona prova di sé. Ancora, e concludo, Presidente, a garantire una collegialità multiprofessionale - l'ho detto - e a potenziare gli organici dei servizi sociali, favorendo la costituzione, in tutti i comuni, di équipe dedicate alla tutela dei minori e ad una supervisione anche del lavoro di tutti gli attori coinvolti. Ecco io credo che facendo queste cose noi potremo affrontare, con quella serietà e fuori da una strumentalità che, purtroppo, si è esibita in questi mesi, il tema della tutela dei minori, dando un contributo a migliorare gli strumenti per renderla effettiva.