Presidente, il nostro made in Italy non è soltanto eccellenza e non è nemmeno soltanto esportazioni, è sicuramente anche questo: il made in Italy è anche paesaggio. Questa mozione che stiamo discutendo in Aula rappresenta proprio questo: la produzione del grano duro, la produzione dei cereali è un'eccellenza nel nostro Paese e rappresenta il paesaggio di tante regioni d'Italia, basti pensare che appunto siamo il primo Paese produttore di grano duro in Europa, e oltre il 65 per cento della produzione e più del 70 per cento delle superfici coltivate a grano duro nel nostro Paese sono localizzate nelle regioni meridionali e nelle isole.
E poi, non è soltanto questo, perché il grano duro e i cereali in generale finiscono anche sulle nostre tavole, finiscono in prodotti di eccellenza, nel pane, non soltanto nella pasta, come è stato ricordato.
Il grano duro, in Italia, quindi, influisce e ha determinato anche lo sviluppo di tante aree del Paese, che oggi possono trovare attraverso questa produzione anche ulteriore rilancio, determinato anche da una riscoperta di grani storici, di grani che nel corso del tempo sono stati dimenticati e che oggi, con il connubio positivo della ricerca scientifica, possono essere di nuovo valore aggiunto.
Quindi, rilancio e miglioramento per queste regioni, anche economico e sociale, di vastissime aree rurali e di vastissime aree interne, e ben sappiamo come il nostro sistema produttivo, soprattutto delle aree interne, sia ancora così fragile. Quindi, attraverso il rilancio di una produzione come questa, della produzione cerealicola e di grano, credo che possa passare anche il rilancio di tante aree del Paese.
È un settore, però, dall'altro lato, che è soggetto a una fortissima instabilità di prezzi, ed è soggetto, così come tantissimi altri comparti agricoli, anche all'effetto devastante dei cambiamenti climatici, che oggi non sono più un fatto episodico ma sono una certezza, cui si deve porre rimedio.
Il settore cerealicolo è sicuramente, tra i settori produttivi, quello che appunto nell'intero comparto, nell'intera filiera, mostra una grande complessità, una grande valenza strategica e una complessa articolazione della filiera. Quindi, quali sono le sfide che insieme dobbiamo affrontare, che con le mozioni che abbiamo presentato in Aula si sono poste sul tavolo e all'attenzione del Parlamento? In un contesto di prezzi bassi e soprattutto di sfide globali sempre più agguerrite e sempre più tese, dove la competizione non sempre è sulla qualità ma appunto sul prezzo più basso, in Italia è decisivo, soprattutto per le nostre produzioni di qualità, poter gestire in maniera efficiente anche il post-raccolta, è stato citato e ricordato anche dai colleghi. La nostra capacità, la localizzazione e la qualità dei centri di stoccaggio è ancora purtroppo insufficiente, quindi lavorare da questo punto di vista può essere uno stimolo, uno sprone molto importante per dare maggiore forza a questo settore, e anche per razionalizzare la filiera.
Un altro punto di interesse che vale sicuramente per il comparto cerealicolo, per il comparto del grano duro ma in generale per tutta la nostra agricoltura italiana, con particolare riferimento e connessione anche appunto alla sfida dei cambiamenti climatici e alla diffusione di fitopatie, per esempio, è investire in ricerca, perché non possiamo più tardare rispetto a questo aspetto.
E il settore cerealicolo, che è considerato appunto uno dei punti di forza dell'agroalimentare nazionale, anche in passato ha sempre avuto grandi benefici da un forte investimento nella ricerca in campo agronomico e genetico.
Quindi dobbiamo proseguire su questa strada con procedure e tecniche di monitoraggio che garantiscano, da un lato, qualità ma anche salubrità del prodotto lungo la filiera e, da questo punto di vista, in riferimento alle sementi certificate, è un ulteriore passo in avanti. Le sementi certificate consentono, anche nelle fasi successive di trasformazione, di lavorare sulla qualità ma anche di influire nel processo produttivo, nel processo di miglioramento della qualità nella realizzazione del prodotto finale e gli investimenti in innovazione non possono essere fatti soltanto nella ricerca sul prodotto nella fase iniziale, quindi sulle sementi, ma anche nella successiva fase. Ad esempio il settore cerealicolo è uno dei settori e dei comparti agricoli dove l'agricoltura di precisione sta dimostrando effetti importanti. Pensiamo anche a tutte le sfide che ho già ripetuto prima in relazione ai cambiamenti climatici, all'uso dell'acqua, all'utilizzo efficiente di materie. Purtroppo la strada percorsa rappresenta, nel campo del settore cerealicolo, soltanto l'1 per cento dei terreni, che sono coltivati con agricoltura di precisione. Quindi credo che, da questo punto di vista, una buona politica e gli investimenti delle imprese debbano essere incentivati in tale direzione.
Rimangono tante criticità all'interno della filiera del frumento duro: come ho già detto, le strutture di stoccaggio oggi non sono sempre solo razionali ma non sono in grado di immagazzinare il frumento duro in strutture separate secondo le caratteristiche qualitative e ciò ha un impatto importante anche sul prodotto, perché il prodotto miscelato sicuramente abbassa la qualità rispetto a una ricerca, a un'innovazione, un miglioramento qualitativo di altre produzioni, quindi avere strutture di stoccaggio efficienti significa avere prodotto efficiente e poi anche una filiera di trasformazione con un prodotto conseguente. Mi piace ricordare in questa sede un lavoro importante che è stato avviato nella scorsa legislatura e che credo debba essere una base, un punto di riflessione della mozione ma soprattutto della programmazione che compete a questo Governo. Negli anni scorsi va riconosciuto ai Governi di centrosinistra nella Legislatura XVII, proprio in una fase in cui il comparto cerealicolo affrontava una grande difficoltà, il crollo dei prezzi, la volatilità del mercato e la perdita di valore della materia prima agricola, che si era posto in essere un percorso importante, facendo sedere attorno al tavolo non soltanto i produttori ma anche le fasi successive della filiera e di trasformazione in una sinergia positiva, sfociato nella legge 7 agosto 2016, n. 160 a cui sono seguiti poi i decreti ministeriali del novembre 2017, in cui si pongono le basi per affrontare le questioni attinenti al ribasso dei prezzi del grano che aveva causato grandi difficoltà al comparto cerealicolo italiano e in particolare a quello meridionale. Quindi tale risultato era finalizzato a porre un argine strutturale perché, da questo punto di vista, credo ormai sia un risultato evidente, davanti agli occhi di tutti: dobbiamo porre in essere azioni strutturali perché altrimenti le emergenze si ripeteranno ad ogni legge di bilancio, ad ogni decreto e ad ogni emergenza. E, quindi, dobbiamo porre un argine strutturale alle speculazioni sul prezzo del grano e assicurare un sostegno agli agricoltori e quindi, nella legge n. 160, un punto importante su cui si era focalizzata l'attenzione era sostenere l'aggregazione e l'organizzazione economica dei produttori di grano duro in particolare ma, in generale, dell'intera filiera cerealicola, puntando quindi anche alla valorizzazione della qualità del grano duro proprio attraverso l'uso, come ho già ricordato, di sementi certificate e per favorire gli investimenti per la tracciabilità e la certificazione della qualità del grano duro. Un altro punto qualificante di quel provvedimento riguardava gli accordi di filiera. Credo che non soltanto in questo comparto ma in generale per tutti i comparti agricoli debba essere la strada maestra: una relazione positiva, una relazione virtuosa, un patto - chiamiamolo così - tra produttori e i segmenti successivi della trasformazione e della distribuzione. Riguardo al fondo di cui al decreto-legge 24 giugno 2016, n. 113, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2016, n. 160, ad esso erano state assegnate risorse importanti: 10 milioni di euro per l'anno 2018 e 10 milioni di euro per l'anno 2019. Le risorse non sono sempre necessarie e serve sicuramente una cornice di insieme ma su questo comparto, in particolare quando si parla di agricoltura, credo che anche il percorso in termini di risorse di sostegno agli agricoltori debba necessariamente proseguire e non può certo essere interrotto al 2019. Ma credo che anche l'intenzione della maggioranza nel presentare la mozione sia proprio avere una visione unitaria perché ritengo sia nell'interesse di tutti sostenere il comparto a cui sono legati molti altri e a cui è legato un prodotto che noi esportiamo in tutto il mondo, la pasta, che ci qualifica anche nel nostro made in Italy e nella nostra italianità. Quindi gli obiettivi prefissati dal piano cerealicolo nazionale per la loro complessità e articolazione necessitano di una ulteriore dotazione ma anche di un aggiornamento, come è giusto che sia, perché le leggi devono poi essere testate e sperimentate e anche aggiornate sulla base della pratica.
Quindi nella mozione - colgo con favore che gli interventi dei colleghi abbiano dimostrato che c'è un'unione di intenti relativamente agli obiettivi che insieme dobbiamo percorrere - si impegna il Governo, soprattutto come primo aspetto, a tutelare gli agricoltori operanti nel settore dei cereali e a valorizzare, con particolare riferimento al grano duro di origine italiana, ad esempio anche attraverso un'azione importante che il nostro Governo è giusto debba fare nelle sedi comunitarie, i requisiti di trasparenza e di tracciabilità anche per evitare, all'interno dell'Unione europea, effetti di dumping rispetto a un sistema produttivo complesso. Credo che il piano cerealicolo nazionale debba essere aggiornato secondo alcune linee guida che ho già ricordato: tutelare i contratti di filiera; stimolare l'ottimizzazione delle strutture logistiche per migliorare la distribuzione anche dei trasporti; rinnovare e potenziare la rete dei siti di immagazzinamento e promuovere, come ricordavo prima, lo stoccaggio differenziato perché ciò è importante per garantire la qualità e la diversificazione del prodotto e, quindi, sostenere gli investimenti che in molti casi, in molte regioni, gli imprenditori e gli agricoltori hanno fatto ma che deve avere un seguito anche, ad esempio, come abbiamo ricordato nella mozione attraverso un sollecito e un impegno delle regioni, ad esempio nei piani di sviluppo rurale, a prevedere in particolare nelle regioni del sud e a sostenere ulteriormente tali investimenti. Inoltre, come ho ricordato prima, è necessario sostenere progetti di ricerca che mirino a sviluppare tecniche agronomiche a basso impatto e la riduzione degli input chimici. Noi in quest'Aula - è stata una delle prime norme approvate nella legislatura in corso - abbiamo approvato la legge che porta la firma del Partito Democratico sul biologico e in quel caso si era posto lo stesso tema ossia come in un percorso si riduce l'impatto della chimica nel suolo oggi più che in passato. Ma, anche per l'attenzione sempre maggiore dei cittadini e dei consumatori, la riduzione della chimica nel suolo e nell'ambiente risulta un fattore determinante e anche un fattore determinante di scelta. È inoltre necessario promuovere e finanziare la ricerca scientifica e l'innovazione tecnologica per il miglioramento genetico del frumento duro, perché anche da questo punto di vista, può essere uno strumento positivo anche relativamente alla resistenza alle fitopatie collegate anche al tema dei cambiamenti climatici.
È necessario favorire e sostenere l'aumento della competitività delle aziende agricole di montagna e di alta collina perché il nostro sistema produttivo, a differenza di altri Paesi europei, è caratterizzato da molte aree fragili, aree interne che, da un certo punto di vista, rappresentano appunto una fragilità del nostro sistema produttivo, ma possono anche diventare un'opportunità nel momento in cui vengono valorizzate, nel momento in cui vengono valorizzate l'agro-biodiversità cerealicola e la coltivazione, ad esempio, di grano duro biologico. E sicuramente avremo modo di parlarne durante la discussione in Aula, la trasparenza non riguarda soltanto la tracciabilità, la corretta informazione ai cittadini, ma anche la corretta informazione tra produttori. Ad esempio, sarebbe auspicabile lavorare verso una sempre maggiore trasparenza nelle borse merci; e valorizzare - mi avvio alla conclusione -, come ho già ricordato prima, un elemento importante: noi sicuramente abbiamo come Paese rappresentato un punto importante in termini di ricerca, in termini di varietà, ma credo che questa fase storica, e anche l'attenzione sempre maggiore dei cittadini relativamente a tipicità, biodiversità locali, debbano portarci a valorizzare i grani antichi, perché dispongono di una nicchia di mercato in continua espansione. Pensiamo al successo di grani come Senatore Cappelli; ma potrei citarne tanti altri. E quindi da questo punto di vista e, concludo, un piano nazionale che dev'essere assolutamente integrato, appunto, con la programmazione regionale, essendo l'agricoltura materia concorrente: da questo punto di vista ne coglierei le opportunità, inserendo nei piani di sviluppo rurali interventi di cooperazione per la diffusione dell'innovazione nella filiera cerealicola. Quindi da questo punto di vista il Partito Democratico su questi temi c'è, abbiamo lavorato in passato, la scorsa legislatura è stata caratterizzata da una legge importante, da risorse importanti, che auspichiamo non vengano interrotte, ma anzi si possa proseguire con positività questo dibattito a tutela dei nostri agricoltori e del nostro made in Italy