Data: 
Lunedì, 11 Novembre, 2019
Nome: 
Patrizia Prestipino

Grazie, Presidente. “La donna ama essere presa con violenza”; “è nell'ordine della natura che le mogli servano i loro mariti”; “la donna è fatta per piacere ed essere soggiogata”; “la donna è un maschio menomato, un sacco vuoto, un individuo castrato”. Quattro frasi che sembrano pronunciate in un becero discorso da bar o scritte in uno dei tanti post degli haters che possiamo leggere sui social: parole forti, dure, piene di disprezzo nei confronti delle donne, sentite e risentite fanno parte della nostra quotidianità. E, invece, sapete di chi sono? Ad affermare che la donna ama essere presa con forza è Ovidio, il poeta latino le cui parole sono ancora oggi scritte nelle più belle frasi d'amore, anche all'interno dei cioccolatini. La seconda frase è di uno dei padri della chiesa: Sant'Agostino. La terza frase è di un grande pensatore europeo: Jean-Jacques Rousseau. L'ultima, invece, è del padre della psicanalisi: Sigmund Freud. Si potrebbe continuare all'infinito, citando le Sacre Scritture “soggiacerai al potere dell'uomo ed egli dominerà su di te”; Euripide, San Paolo, Nietzsche, ma il risultato è sempre lo stesso: la connotazione delle donne come essere stupido, diabolico, inferiore. Connotazione che plasma la mentalità di tanti uomini, l'ha plasmata nei secoli, che, consciamente o meno, finiscono per assorbire i precetti di un pregiudizio antico come il mondo, come abbiamo potuto vedere, e che sfocia nella violenza, nel sangue; i dati sono stati ben sottolineati dalle colleghe, quindi non mi soffermo su questo. È un problema profondo che coinvolge e sconvolge la nostra società, quella italiana, ma anche quella europea, che piange, si indigna ogni volta che salta fuori un nuovo fatto di cronaca, ma che, poi, poco si interessa alla prevenzione di una ferita che, ogni anno, rischia di farsi sempre più profonda.

La violenza di genere è una realtà sommersa che viene, spesso, alla luce quando accade una disgrazia clamorosa. Allora, si mobilitano le persone, parlano le grandi star, si fanno manifestazioni. Queste sono le reazioni a caldo, ma il problema non si risolve così: bisogna aggredire le cause all'origine, andando nelle aule scolastiche e partendo dai nostri ragazzi. Guardate, lo dico da docente, ancora prima che da parlamentare: è necessario un nuovo patto di civiltà tra scuola e famiglia, docenti e genitori. È fondamentale, perché tutto parte da lì. Flaubert la chiamava l'educazione sentimentale ed è punto da questa che noi dobbiamo partire: portare l'educazione sentimentale nelle scuole permette di fornire ai ragazzi conoscenze e strumenti che gli consentano di diventare degli adulti in grado di vivere un'affettività rispettosa ed equilibrata. Perché è l'equilibrio oggi che manca, è l'equilibrio e il rispetto degli altri, che i nostri ragazzi non possono apprendere dai social, non possono apprendere da un linguaggio codificato in maniera tutta negativa nei confronti delle donne, ma hanno bisogno di buoni esempi e di ancora migliori pratiche.

Questo è quello che ci aiuta, oggi, a comprendere quanto sia importante celebrare la Giornata per l'eliminazione della violenza sulle donne. Tutti abbiamo in mente un bellissimo film del 2001, quello che, appunto, ha portato la tragedia delle sorelle Mirabal, da cui è nata l'ispirazione per questa Giornata, che ha scosso le coscienze di tante e tante generazioni. Ecco, noi dobbiamo partire da questo, perché il rispetto della donna è un rispetto che deve essere insito nella coscienza di tutti noi, a cominciare dall'età della ragione. È un tema trasversale alle culture, ai Paesi, non è un elemento che caratterizza classi sociali più o meno abbienti, coinvolge tutte, da quelle più povere, a quelle più ricche, perché l'ignoranza dello spirito e dell'anima, purtroppo, non è legata al censo, non è legata anche alla propria condizione economica. La violenza aumenta laddove le donne rivendicano maggiore libertà, maggiore autodeterminazione e maggiore autonomia economica, quindi, laddove viene messo in discussione il rapporto di dominio e di possesso che viene rivendicato dagli uomini, appunto, nelle relazioni con le donne. Ecco perché è fondamentale - e questo nella legislatura precedente, come ha ben detto la mia collega Ciampi, è stato definito - mettere in campo misure di welfare e di sostegno proprio per le donne; misure che siano omogenee, mirate alle donne vittime di violenza per renderle, per esempio, autonome dal marito compagno-padrone, ma anche alzare il livello occupazionale delle donne, che già lavorano di meno e guadagnano di meno. È proprio del Partito Democratico, a firma della collega Gribaudo, la nuova proposta di legge sulla parità salariale: è una ferita che si può e si deve sanare. Per parafrasare la Boldrini, quella della disparità salariale è davvero il più grande furto della storia: 3 mila euro in meno guadagnano le donne rispetto all'uomo, all'anno, quindi lavorano due mesi gratis.

Queste sono le vergogne sociali che devono essere eliminate e su questo dobbiamo intervenire con forza come Parlamento, perché siamo noi il contenitore delle istanze legittime, sociali, dei nostri cittadini. Tale mozione è il segno forte di un ruolo che il Parlamento ha voluto assumere su di sé e di una determinazione nella volontà di rispondere in maniera urgente e efficace al fenomeno della violenza. Ci auguriamo che il Governo dia seguito agli impegni, avviando tutte le iniziative necessarie in un'ottica integrata e multidisciplinare per affrontare il contrasto ad ogni forma di violenza online e offline, perché, per dirla con Martin Luther King, ci pentiremo non solo per le parole e per le azioni delle persone cattive, ma per lo spaventoso silenzio delle persone buone.