Data: 
Mercoledì, 20 Maggio, 2020
Nome: 
Walter Verini

Grazie, Presidente. La mattina di 21 anni fa, in via Salaria, a Roma, a pochi passi da casa sua, dei terroristi rossi misero fine alla vita, all'impegno civile e culturale di Massimo D'Antona. Intanto mandiamo un abbraccio alla figlia Valentina e ad Olga, che non solo la nostra parte politica, ma tutto il Parlamento, ha avuto l'onore di avere come deputata.

Ricordare e onorare la memoria di D'Antona è una cosa attuale. I terroristi colpirono innanzitutto con lui il riformismo, come fecero con Ezio Tarantelli e con Marco Biagi; colpirono chi voleva cambiare il diritto e le politiche del lavoro in senso moderno, legato ai cambiamenti della società, partendo però da un caposaldo: la difesa dei diritti dei lavoratori; colpirono un uomo dello Stato, della ricerca, dello studio, dell'impegno civile e sindacale, un esempio di rispetto autentico delle istituzioni, aiutandole a rinnovarsi; colpirono un uomo del dialogo e fu un segno di odio e di annientamento, propaggine di quell'odio che caratterizzò i terribili anni di piombo nel nostro Paese.

Tutti noi Presidente - e concludo - sappiamo quanto, ancora oggi, il pericolo dell'odio, del considerare l'avversario come un nemico da abbattere, sia un pericolo quotidiano e incombente; è anche per questo che ricordiamo Massimo D'Antona e il suo sacrificio. E ci piace pensare infine che, se fosse ancora qui con noi, Massimo D'Antona, se oggi fosse qui, sarebbe al lavoro, all'università, nel sindacato, per attualizzare e migliorare un presidio fondamentale della civiltà di questo Paese, di cui oggi ricorre il quarantesimo anniversario, una grande conquista: lo Statuto dei lavoratori.