Data: 
Martedì, 22 Luglio, 2014
Nome: 
Giuditta Pini

Signor Presidente, tre anni fa io personalmente ero alla festa nazionale dei giovani democratici. Ci arrivò la notizia che in Norvegia c'era stato un attentato. Non si capiva bene cosa fosse successo e ci arrivò la notizia che c'erano stati 77 morti tra i nostri amici e compagni della giovanile del partito laburista norvegese. Inizialmente i giornali dissero che era stato un attentato di un estremista islamico, poi dissero che era stato un pazzo. Invece no: il processo ha dimostrato che non era pazzo, il processo ha dimostrato che era un cosciente assassino dell'ultradestra norvegese, che vedeva come pericolo maggiore per l'Europa e per la crescita dell'Europa il fatto che ci fossero dei ragazzi, che militavano all'interno dell'organizzazione giovanile di un partito, che si riunivano insieme in un campeggio per discutere di politica, per discutere del futuro, per dormire insieme, per innamorarsi, per litigare. Questo per lui era il pericolo più grande. Fece esplodere una bomba a Oslo e poi, vestito da poliziotto, andò sull'isola di Utoya, dove a colpi di pistola uccise più di 60 ragazzi. Il più piccolo aveva 15 anni, il più anziano di quei ragazzi ne aveva 23.
  Molto spesso si dimentica questa strage, si pensa che, appunto, sia stata una cosa così, ma in realtà è stato solo un assaggio di quello che vuol dire l'estremismo di destra all'interno dell'Europa e di che cosa vuol dire ignorare questi episodi. Un anno dopo comparve uno striscione con scritto: «Chi ha compagni non muore mai». Ed è vero: i ragazzi di Utoya non moriranno mai, finché ci saranno altri ragazzi che sceglieranno di fare politica all'interno di un partito, che sceglieranno di mettersi in gioco all'interno del proprio Paese per cambiare il mondo, per cambiare quello che li circonda.
  Quindi, volevo ringraziare il Presidente per avermi dato questa opportunità e l'Aula, che oggi ricorda questi 77 morti, che sono anche morti per noi, per poter insieme costruire un'Europa migliore.