Esame di questioni pregiudiziali e di questioni sospensive
Data: 
Giovedì, 16 Marzo, 2017
Nome: 
Giovanni Burtone

A.C. 1142-1298-1432-2229-2264-2996-3391-3561-3584-3586-3596-3599-3630-3723-3730-3970-A

 Presidente, noi del Partito Democratico respingiamo queste richieste di sospensiva e lo facciamo perché pensiamo che in Commissione si sia lavorato con impegno e con grande apertura.
  Noi abbiamo avviato la discussione il 4 di febbraio del 2016, abbiamo concluso i lavori il 2 marzo del 2017, c’è stato un ampio dibattito.  Io ricordo che sono state fatte 27 audizioni, 16 sedute per discutere e per ragionare sul complesso degli emendamenti, abbiamo avuto 9 riunioni del Comitato ristretto e ben 11 sedute per discutere e approvare ben 288 emendamenti.
  Allora io esprimo qui il no alla sospensione, però noi del Partito Democratico auspichiamo che possano continuare il dialogo e il dibattito.
  È una legge importante e ognuno di noi deve dare il proprio contributo, sapendo che ci sono aspettative nel Paese e dobbiamo evitare che sul tema del fine vita continuino a decidere i magistrati oppure si continui la pratica delle azioni caritatevoli.
  Detto questo, signor Presidente, io entro brevemente nel merito delle cose che sono state dette e ci sarà il dibattito in Aula, discuteremo dei singoli emendamenti, mi permetto di dire però che siamo tutti consapevoli del fatto che la scienza e la medicina abbiano fatto grandi passi in avanti nell'individuazione di terapie importanti, di strumenti biomedicali per il fine vita e per intervenire in una fase che in tanti considerano non di morte, ma neanche di non vita.
  Ora, c’è una parte significativa dei nostri cittadini che chiedono al sistema sanitario di intervenire, lo chiedono pressantemente perché sperano di poter tornare ad una qualità della vita accettabile, ma c’è una parte che respinge, che considera questi strumenti biomedicali degli strumenti che determinano sofferenza e liberamente vuole decidere di non avere queste terapie.
  Che strumenti abbiamo utilizzato ? Innanzitutto il consenso informato: è stato detto, non è più uno step burocratico per accettare o meno delle indagini invasive, ma è l'avvio del percorso di cura e il medico, in quella fase, deve informare l'ammalato sulle possibilità terapeutiche e liberamente, nello stato di coscienza, il cittadino decide se accettare o meno una terapia.
  Che cos’è la disposizione anticipata di trattamento, se non la propagazione del consenso informato ? Viene formulato, scritto, definito quando si è nella condizione di intendere e di volere e si vuole, si richiede di poterlo utilizzare quando queste condizioni non ci saranno.
  Per noi, quell'atto deve essere impegnativo e il medico lo deve rispettare, anche sulla questione dell'idratazione e dell'alimentazione artificiale.
  Lo dico con grande rispetto: alcuni colleghi hanno parlato di cibo e di acqua e bisogna – io credo – avere cautela. Parliamo di prodotti forniti dall'industria farmaceutica, che vengono somministrati con cautela, con la prescrizione e con il controllo sanitario, quindi io credo che su questo ci debba essere chiarezza e chi rifiuta non sarà abbandonato.
  C’è una norma della legge che dice proprio questo.
  E concludo, signor Presidente: si è parlato anche di eutanasia. Non c’è una norma, una sola norma che indichi l'eutanasia, la possibilità di dare la morte. Ci sono delle norme che abbiamo costruito con umiltà, per permettere che si possa morire dignitosamente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).