Dichiarazioni di voto finale
Data: 
Mercoledì, 20 Aprile, 2016
Nome: 
Chiara Braga

A.C. 2212-A

Signor Presidente, onorevoli colleghi, abbiamo sentito su questo disegno di legge affermazioni e accuse che tradiscono un astio e una mistificazione della realtà che certo non aiuta il nostro lavoro. È ormai evidente a tutti che alcune forze politiche hanno qualche problema di relazione, diciamo così, con l'uso dello strumento del referendum abrogativo. I tentativi di strumentalizzazione, come abbiamo visto in questi giorni, però non pagano. Voglio essere chiara fin dall'inizio: il referendum sull'acqua del 2011 ha cancellato due norme volute dal Governo Berlusconi, ossia l'obbligo di affidare ai soggetti privati la gestione del servizio idrico e il riconoscimento della remunerazione garantita del capitale investito sugli investimenti. Quel referendum non prevedeva in nessun modo l'obbligo di ripubblicizzazione del servizio idrico. Non è su quello che si sono espressi con il loro voto milioni di cittadini. Noi siamo convinti di avere raccolto pienamente il mandato popolare di quel voto e non solo con questa legge, ma l'abbiamo fatto con le norme approvate nello «sblocca Italia» e nel collegato ambientale che in questa legge mettiamo a sistema per dare stabilità a un settore che noi consideriamo prioritario proprio perché riguarda il riconoscimento del diritto di ogni cittadino di avere accesso a una risorsa vitale come è l'acqua e di poter disporre di un servizio di qualità con tariffe accessibili ed eque in tutto il Paese. 
Questo è il faro che ha guidato il nostro lavoro su questo provvedimento. Guardate, colleghi, io lo capisco: è molto, molto più facile ridurre tutto ad una disputa sulla natura giuridica di chi deve gestire il servizio idrico, a una contrapposizione ideologica tra il pubblico buono e il privato cattivo o viceversa. Ma, attenzione, perché rischia di essere pericolosamente autoassolutorio per tutti, noi compresi, fermarsi qui, perché ci impedisce di andare a fondo, di affrontare il vero nodo della questione che invece deve starci a cuore: come facciamo a garantire ai cittadini un servizio efficiente, salvaguardando una risorsa preziosa e scarsa come l'acqua. La realtà come sempre è più complessa e noi dobbiamo tenerne conto. Esistono nel nostro Paese esempi di eccellenza nella gestione del servizio idrico, ma dobbiamo dirci con franchezza che siamo anche il Paese che ha una dispersione idrica del 35 per cento. Ogni anno 3 miliardi di metri cubi di acqua finiscono nel nulla. Molte nostre regioni non hanno ancora acquedotti, fognature, depuratori adeguati e per questa ragione sono sottoposte a procedure di infrazione che gravano sulle tasche dei loro cittadini. E questo, lo sappiamo, dipende anche dal fatto che molte di loro ancora non si sono dotate di un'efficiente organizzazione del servizio idrico. Noi con questa legge costruiamo soluzioni a questi problemi, riordiniamo il quadro normativo in materia di tutela, pianificazione e gestione e creiamo le condizioni perché si facciano finalmente gli investimenti necessari e urgenti a garantire tutto il ciclo dell'acqua. Abbiamo rafforzato il ruolo di guida del processo e di controllo della gestione che è e deve rimanere fortemente ancorato nelle mani pubbliche, nella responsabilità degli enti locali. Ai comuni resta la responsabilità e la scelta della forma di gestione. Ma abbiamo anche previsto la verifica da parte dei comuni sull'attuazione degli investimenti previsti dal piano d'ambito e sull'attività complessiva svolta dal soggetto gestore, di qualunque natura esso sia, almeno due anni prima della scadenza, proprio per garantire di decidere consapevolmente su che tipo di gestione adottare. Ai comuni, che costituiscono gli enti di governo d'ambito, viene data la piena titolarità della scelta di modello di gestione, naturalmente nel quadro previsto dall'ordinamento europeo che ammette le tre forme, pubblica, mista e privata, con una procedura di evidenza pubblica. 
Sul decreto Madia discuteremo in Parlamento, ma già nel testo attuale e anche nelle parole di oggi del Ministro Madia noi abbiamo la certezza che in quel provvedimento c’è il rispetto totale dell'esito del referendum e che il pubblico virtuoso che esiste nel nostro Paese non deve avere niente da temere da quel provvedimento. Intanto in questa legge noi abbiamo identificato con chiarezza e messo a sistema per aumentare l'efficacia le fonti di finanziamento del servizio idrico: la tariffa prima di tutto, sulla quale è fondamentale per noi il compito di regolazione attribuito all'autorità; il Fondo per le opere idriche previsto dallo «sblocca Italia» e il Fondo di garanzia previsto dal collegato ambientale. E poi per la prima volta abbiamo previsto un canale di priorità dei finanziamenti già erogati per finalità ambientali dalla Cassa depositi e prestiti a favore degli interventi sulla rete del servizio idrico integrato. Su questo punto, signor Presidente, voglio essere chiara: per noi tutte le risorse pubbliche e quelle derivanti dalla tariffa devono essere destinate a fare gli investimenti che servono sulle reti e ad aumentare la qualità del servizio ai cittadini. Prendiamo atto che qualcun altro invece avrebbe preferito regalare qualche miliardo di euro ai privati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) per acquisire le loro quote di gestione, solo per il gusto di proclamare di essere per l'acqua pubblica, ma senza preoccuparsi di far gravare il peso di questa operazione sulla fiscalità generale e gettando ancora una volta il settore idrico in un caos senza senso. Noi le tasse le abbassiamo, non le vogliamo aumentare, ma vogliamo usare le risorse pubbliche e le tariffe in modo utile e intelligente per dare un servizio adeguato alle aspettative dei cittadini. Per noi questo è quello che conta. 
Contro tutte le accuse urlate in queste ore voglio ricordare che grazie a degli emendamenti del Partito Democratico abbiamo rafforzato il diritto all'acqua potabile come diritto umano essenziale, precisando che deve essere salvaguardata e tutelata, secondo criteri di efficienza e di responsabilità e sostenibilità, oltre che di solidarietà. Abbiamo introdotto strumenti di tutela delle fasce sociali più deboli garantendo a tutti i cittadini il diritto di accesso all'acqua. Abbiamo fissato il quantitativo minimo vitale giornaliero nei primi 50 litri gratuiti e garantiti anche in caso di morosità e garantendo il recupero dei minori introiti a partire dalla quota dei consumi eccedenti i 50 litri secondo un criterio di progressività e di incentivazione al risparmio della risorsa idrica. Abbiamo introdotto misure per garantire la trasparenza della bolletta del servizio idrico integrato, perché i cittadini conoscano lo stato di investimenti sulle reti, i parametri di qualità dell'acqua, le percentuali delle perdite idriche. Abbiamo previsto la diffusione di contatori intelligenti, della telelettura per il controllo dei consumi idrici. 
Noi vogliamo che l'accesso all'acqua sia davvero un diritto universale, riconosciuto a ogni essere umano. Per questo abbiamo istituito un fondo di solidarietà internazionale, presso il Ministero degli esteri, da destinare a progetti di cooperazione che promuovano l'accesso all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, con particolare attenzione al sostegno e al coinvolgimento della cooperazione territoriale delle comunità locali. 
Prendiamo atto che alcuni colleghi delle opposizioni voteranno contro queste misure. Ci dispiace che il pregiudizio impedisca loro di riconoscere i tanti elementi positivi e di innovazione che stanno in questa legge. Garantire a tutti gli italiani il diritto primario all'accesso all'acqua, portare nelle loro case acqua pulita e sicura a un costo accessibile, limitare gli sprechi di una risorsa così preziosa e combattere l'inquinamento dei nostri corsi d'acqua: noi crediamo che questi siano gli obiettivi sui quali i cittadini italiani vorrebbero vedere impegnati seriamente i propri rappresentanti nelle istituzioni, a tutti i livelli. Noi siamo convinti, con il lavoro fatto in questa legge, di aver concorso a far fare un passo avanti al nostro Paese in questa direzione... Dicevo che con questa legge, noi siamo convinti di aver fatto fare un passo avanti al nostro Paese in questa direzione. Per queste ragioni, contro tutte le accuse prive di senso e di fondamento che abbiamo sentito, esprimo il voto favorevole e convinto del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).